a cura del Comitato "Noi per Poggio"
il "rudere" del Grusap lascerà il posto a una mega villa sul lago |
I Poggini mettono in guardia i vertici della Cooperativa: non consentiremo che vengano fatti lotti sul lago, in pineta, negli impluvi e nelle zone servizi. Il Referendum del 2010 va rispettato.
Domenica scorsa, su iniziativa del Comitato “Noi per Poggio”. la sala assemblee si è riempita di Poggini preoccupati e indignati per alcuni fatti che rischiano di danneggiare gravemente il territorio e i bilanci della Società. Si è parlato soprattutto di urbanistica, ma anche del ricorso al TAR presentato dal Comitato, e di una assurda bolletta da 450mila euro. (Si è anche discusso della nuova 195, il cui tracciato sconvolgerà il paesaggio e la vita di moltissimi residenti).
Ma il tema principale è stata la democrazia, perché tutte queste vicende dimostrano che i vertici della Coop stanno agendo in totale dispregio delle regole democratiche: le decisioni sono prese da due o tre persone (forse solo da una persona) senza informare nessuno: né i Soci né il Consiglio di Amministrazione. Metà dei consiglieri vengono tenuti all’oscuro di qualunque avvenimento e sono costretti a trascorrere giornate negli uffici per scoprire (spesso con settimane di ritardo) le lettere ricevute e inviate a nome della Società. La richiesta di avere gli aggiornamenti via mail (come accadeva sotto la Presidenza Cocco) è stata rifiutata dal Presidente Sanna con argomentazioni (sempre e solo verbali) paradossali e contraddittorie. Solo per un caso, le consigliere cosiddette “di minoranza” hanno scoperto che i primi giorni di Agosto il Presidente, senza che il CdA sapesse nulla, aveva depositato al Comune una proposta di Variante che prevede oltre 130 nuovi lotti, collocati in luoghi assurdi (sulla riva del lago, demolendo la sede del Grusap, nelle pinete, dentro impluvi pericolosi, su pendici troppo scoscese, dentro le aree servizi, e addirittura parcheggi pubblici dentro i lotti di alcuni Soci!). Un progetto che va contro la volontà dei Poggini, perché viola il Referendum del 2010. Non c’è poi alcuna certezza sulle aree che saremo costretti a cedere al Comune, e non c’è traccia di un piano economico che dimostri la fattibilità e la convenienza di un intervento così pesante per il nostro territorio e per le nostre tasche. A quel punto, le consigliere “di minoranza” si sono appellate allo Statuto e hanno preteso che il CdA discutesse questo progetto, ma il Presidente ha proibito l’accesso ai pdf, ha impedito anche le copie cartacee e, con soli tre giorni di preavviso, ha consentito solo una consultazione presso gli uffici. Per questa ragione, per responsabilità civile del Presidente, il CdA è stato rinviato (anche su questo punto, la recente lettera del Presidente è un cumulo di omissioni e mistificazioni). E per poter finalmente disporre delle carte, alcune consigliere sono state costrette a fare un accesso agli atti del Comune di Capoterra! Nonostante siano Amministratrici della Società che quelle carte ha inviato! Una situazione paradossale. Solo così i Soci hanno potuto scoprire, domenica scorsa, grazie al Comitato, cosa è stato proposto al Comune a nome di tutti noi, all’insaputa di tutti noi. Il problema, quindi, al di là del contenuto del progetto (pieno di obbrobri ed errori) è l’assenza di trasparenza e democrazia.
Le recenti elezioni per il rinnovo del CdA hanno dimostrato che la nostra Comunità è spaccata a metà: da una parte la cosiddetta “vecchia guardia” e dall’altra i Poggini che si rispecchiano nei principi del Comitato “Noi per Poggio”. La vecchia guardia ha prevalso per un solo voto valido, su 617 votanti, e in CdA conta solo su 8 consiglieri su 15, eppure si comporta come padrona assoluta della Società, senza rendere conto agli organi statutari e ai Soci. Basta leggere l’ultima lettera del Presidente: egli ha definito “anonimo” il volantino firmato dal nostro Comitato, come s’esso non fosse costituito da decine di aderenti, non avesse un direttivo e un portavoce, come se non esistesse un sito internet dov’è pubblicato lo Statuto e i nomi dei soci fondatori, e come se il Comitato non si fosse presentato alle elezioni con una sua lista, con nomi e cognomi e facce dei candidati, sette dei quali siedono nel CdA che lo stesso Sanna presiede! Facendo questo, il Presidente dimostra di voler ignorare la voce della metà dei Poggini. Lui, che con abusata retorica ha ripetuto di voler essere “il Presidente di tutti”. Non ha accettato l’invito del Comitato e domenica non è venuto a giustificare il suo operato dinanzi ai Soci. Lo farà, almeno, nella assemblea che (costretto dalle nostre denunce) ha convocato per il 6 ottobre? Lo speriamo tutti. A quell’appuntamento il Comitato si presenterà con una posizione precisa: si ritiri il progetto presentato arbitrariamente lo scorso Agosto, si ribadisca il progetto approvato dai Soci col Referendum del 2010, e il CdA presenti finalmente ai Poggini un serio piano di fattibilità che dimostri la sostenibilità e la convenienza di un simile incremento dei lotti e degli abitanti. Se questo non sarà fatto, i vertici della Coop si assumeranno la responsabilità di aprire uno scontro peggiore di quello del 2008.
1 commento:
Ma, e un bel calcio nel sedere no?
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