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venerdì 30 novembre 2012

Nessuno dei due

Siamo al ballottaggio. Nicki Vendola, come ampiamente previsto, è stato escluso dalla corsa per la guida della coalizione di centro sinistra. Restano in lizza Bersani e Renzi. Questa settimana è stata molto utile per approfondire le differenze esistenti tra le loro proposte.
Le primarie, da questo punto di vista, sono veramente uno strumento eccezionale nelle mani dell'elettore.

Bersani e il suo gruppo dirigente non nascondono di non avere alcuna intenzione di modificare un sistema di potere fatto di spreco e di privilegi, insomma la "casta" di cui fanno parte, che rappresentano e  da cui ricevono soldi, come se non bastassero quelli ch risucchiano dalle nostre tasse. Se si prova ad affrontare questo argomento Rosy Bindi reagisce come un'invasata che ha appena visto un fantasma. L'idea di perdere la poltrona la terrorizza. Enrico Letta, invece, potrebbe sparare 20 minuti consecutivi di affermazioni demagogiche che non significano niente. Fassino, dall'alto della trentennale carriera politica sue e della consorte, cercherebbe di arrampicarsi sugli specchi come al solito, come quando cercò di spiegare il significato della frase "abbiamo una Banca".  Dietro di loro migliaia di personaggi aspirano ad occupare tutte quelle poltrone che presumibilmente saranno lasciate libere da una destra in disfacimento (per ora).  Vi avvicineranno cercando di convincervi a sostenere Bersani e se vi mostrerete reticenti o anche solo diffidenti, sarete bollati "qualunquisti" o "antipolitici". Il PD di oggi ha qualcosa in comune con Comunione e Liberazione. 

Nessuna riduzione dei parlamentari, niente abolizione di costosi e inutili poltrone, nessuna riduzione di stipendi che superano il mezzo milione di euro. La vittoria dei bersaniani porterebbe alla guida del paese gli stessi personaggi che da decenni hanno partecipato a un sistema che deve assolutamente essere cambiato. Essere un pò più onesti degli altri non può essere considerato un obiettivo accettabile. Se la testa del paese non si proporrà come profondamente rinnovata, sarà anche molto più difficile pretendere dai cittadini quei sacrifici che qualsiasi scenario futuro ritiene inevitabili. 

Ero fortemente  tentato di sostenere Renzi "il rottamatore", che invece, da a questi temi un'importanza fondamentale. 
Sentirlo in TV parlare in quel modo del lavoro e di medio oriente mi ha fatto capire che anche lui non è la persona giusta per portare la barca nella direzione che vorrei io. Secondo Renzi i lavoratori sono delle "baldracche" a gettone che dovrebbero lavorare "a tempo". Credo, invece, che la precarietà non solo sia una delle principali cause di disagio sociale, non solo credo che stia minando la società nelle sue fondamenta, cioè nella famiglia, non solo è ingiusto, ma è anche antieconomico. Se ci sono problemi di efficienza nel nostro paese non è bastonando le ultime ruote del carro che li risolveremo, bensi' operando più in alto, nelle dirigenze inadeguate posizionate sulle poltrone dalla politica, e non certo solo quella di destra.  Con guide più capaci le imprese e le amministrazioni sarebbero più competitive e i lavoratori più produttivi senza bisogno di ricatti e minacce terroristiche alla Fornero-Marchionne. 

In Medioriente la situazione è complicata. Pensare di attribuire tutte le responsabilità all'Iran, senza considerare quelle (enormi) americane ed israeliane può andar bene per Ignazio Larussa, ma non ha niente a che vedere con un pensiero progressista. Bene quindi Renzi per la sua spinta di rinnovamento, ma sfasato il suo posizionamento nel centrosinistra. Forse dovrebbe cercare di rinnovare il centordestra.

Peccato per Vendola, che avrebbe potuto rappresentare un ottima sintesi tra  il rinnovamento, la giustizia e politiche socialiste di cui si sente tanto bisogno dopo il disastro del liberismo europeo. 
A queste condizioni il mio sostegno non andrà a nessuno dei due candidati del ballottaggio. Si tratta di  un'occasione persa non solo per il centrosinistra, ma per l'intero paese. Confido, a questo punto in altri soggetti che possano cambiare il paese. 

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