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venerdì 2 novembre 2012

Scambiamoci un segno di pace

A Poggio esordisce un nuovo blog della "pace", che però contiene pesanti minacce ed invettive. 

Come è noto Poggio si trova davanti a un bivio: continuare a costruire case per circa 10-15 anni, nonostante le condizioni molto sfavorevoli, oppure avviare subito un processo di trasformazione della Cooperativa che la porti a concentrarsi verso l'erogazione di servizi per i propri soci. Detta così sembrerebbe una questione facilmente risolvibile, senza particolari contrasti, ma così non è stato. 
Nel 2007 un gran numero di soci si è ribellato al gruppo di amministratori che ha gestito la Cooperativa negli ultimi 20 anni e lo scontro non è stato sempre "tenero". 

In realtà la storia della Cooperativa, anche nei suoi primi anni di vita è costellata di "scontri" tra vari gruppi che hanno cercato di conquistarne il controllo. Non ci si deve sorprendere di ciò, dato che probabilmente il potere è una naturale  aspirazione dell'uomo e rappresenta la fonte principale di tanti conflitti. 
Indubbiamente, però, negli ultimi cinque anni il livello di conflittualità è stato molto elevato.
Sono veramente tanti gli elementi che hanno contribuito ad alimentare il conflitto. Sicuramente riveste un ruolo fondamentale la forte presenza di una idea di amministrazione che oggi definiremmo in stile "prima repubblica", basata su una trasparenza nulla e sulla presenza di tutti quei meccanismi che consentono il controllo del consenso.

Nonostante il nome "Cooperativa" farebbe intendere ben altra cosa, a Poggio la quasi totalità  dei soci è sempre stata tenuta lontano dalle scelte amministrative, anche quelle importanti che hanno avuto pesanti ripercussioni sui bilanci della società e sulla qualità della vita degli stessi residenti.  Il passare degli anni ha fatto si che da una parte il numero dei residenti aumentasse, rendendo sempre più anacronistico il controllo da parte di una cricca di persone che agivano nell'ombra. Molte delle infrastrutture che negli anni 70-80 erano nuove di zecca hanno incominciato a dare segni di deterioramento e la recente crisi economica ha messo in evidenza gli svantaggi di quel modo di gestire la cosa pubblica. 
A tutti questi fattori aggiungerei, come concausa dell'esacerbamento del clima, anche le qualità personali di alcuni personaggi che si sono dimostrati particolarmente inadeguati rispetto alle responsabilità del ruolo che hanno occupato. 

Il gruppo legato all'amministrazione "tradizionale" della Cooperativa non ha mai amato la comunicazione, che infatti nel 2007 era limitata a un misero fogliettino, inviato ogni quattro mesi e scritto perdipiù in "politichese". Eppure in quegli anni l'uso di Internet era già ampiamente sviluppato in tutte le fasce della popolazione. Successivamente sono stati boicottati tutti i tentativi di inserire informazioni aggiornate in un sito internet della Cooperativa (che infatti è morto) e molto si è sparlato di chi, come chi scrive in questo blog, si prende la responsabilità di mettere nero su bianco le sue opinioni e le sue proposte. 
La comunicazione "tradizionalista" avveniva soprattutto con il passaparola, un po' come il famoso venticello infarcito con pesanti calunnie e ampia disinformazione.
Gli "innovatori" hanno sempre utilizzato il web e una informazione ampia anche nei notiziari cartacei prodotti in più pagine. 
E' normale che entrambi i gruppi ritengano di essere dalla parte della ragione, ma, curiosamente, la cosiddetta "vecchia guardia" non solo si considera depositaria della verità, ma addirittura della "bontà". Quindi i buoni, che vogliono la pace, contro i cattivi che vogliono la guerra. Ovviamente è sufficiente esprimere una opinione non gradita, anche se ampiamente documentata, per essere inseriti nella lista di proscrizione dei  "cattivi". Deja vu.

Questa autoattribuzione del titolo di "buoni" viene sottolineata da un abbondante uso di elementi simbolici come la povera colomba della pace che si è quindi vista strumentalizzare da persone che, in realtà, coltivano interessi che volano molto basso. Si dice poi che in questa comunità poggina, ci sarebbero soggetti che "inveleniscono" il clima, affermazione che io condivido in pieno. Sono i calunniatori che non esprimono opinioni, e men che meno le scrivono, limitandosi a spargere calunnie ed invettive spesso personali. 

Da qualche settimana è attivo un nuovo blog collegato a un comitato che ha inserito, tanto per cambiare, la colomba della pace nel suo simbolo.  Essendo evidentemente frequentato anche (e sottolineo anche) da quei personaggi che, come si è detto, si dedicano a tempo pieno a spargere veleno nella comunità, trovo positivo che perlomeno queste possano essere scritte nero su bianco e non diffuse al bar o su qualche sagrato. Ecco un commento molto pacifista che è comparso in questo blog:

"Cari Soci [...] tutti i vostri suggerimenti saranno accolti con benevolenza e opportunamente vagliati per prospettare un indirizzo comune che ci liberi definitivamente da questo gruppo di soci che intendono distruggere la nostra comunità- Restiamo in fiduciosa e sollecita attesa del vostro aiuto. Un caro saluto. 

Non pubblico il nome dell'autore di quest'opera letteraria perchè sono buono.

2 commenti:

gianleonardo corda ha detto...

E' quel "benevolenza" che mi lascia, e lascerebbe chiunque, perplesso.

Giorgio Plazzotta ha detto...

io invece mi sono chiesto con quali sistemi questo signore vorrebbe liberarsi dei soci che non la pensano come lui. Tra l'altro il "gruppo" è composto perlomeno dalla metà dei soci, cioè diverse centinaia di famiglie.

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