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giovedì 17 ottobre 2013

Capoterra capitale dei rifiuti rinuncia a 6 milioni di euro

E' una bomba quella fatta scoppiare dal consigliere comunale di Capoterra Franco Magi. L'interpellanza comunale presentata ieri, che vi invito caldamente a scaricare e a leggere, contiene dati e informazioni molto dettagliate che, se dimostrate, farebbero emergere una clamorosa inefficienza (eufemismo) dell'amministrazione capoterrese. Si tratterebbe di una vera beffa per i cittadini che devono sopportare, nell'ipotesi migliore, la puzza di questi impianti, e che pagano oggi tasse comunali tra le più alte della provincia. Cornuti e mazziati. Ma vediamo di cosa si tratta.

Diciamo subito che a Capoterra abbiamo due impianti destinati al trattamento dei rifiuti provenienti da tutta la provincia, entrambi gestiti dal CACIP: il termovalorizzatore per i rifiuti solidi urbani e l'impianto di compostaggio per la frazione organica. Per una qualche ragione questi due impianti provinciali sono stati localizzati a Capoterra. Certo da qualche parte dovevano essere realizzati, capoterresi sfortunati

Tanto per mettere le cose in chiaro, è utile sottolineare quanti dei rifiuti trattati da questi impianti provengano da nostro comune e quanti invece arrivino dagli altri comuni della provincia. Il documento di Magi ci fornisce tutti i dati. Pensate che solo l'1,7% dei rifiuti del termovalorizzatore e il 6,8% dell'organico provengono da Capoterra. Ok, va bene, da qualche parte i rifiuti devono andare e non si può sempre sperare che se li becchino gli altri, not in my backyard. Ma anche il contrario non sembra molto giusto. 
Il fatto è che la deliberazione del Consiglio Regionale del 2004 (scarica) non solo ha stabilito come dovesse essere calcolata la tariffa di conferimento dei rifiuti, ma prevede che al Comune che ospita l'impianto "spetti una quota, a titolo di contributo ambientale, individuata in modo forfettario o commisurata alla somma dei costi diretti di produzione e dei costi di struttura, secondo un’aliquota del 5%". Non il 70 o il 50%, mer'e cosa!, ma un misero 5% spetterebbe a noi. Almeno quello.

La ragione di questa norma è comprensibile. Questi impianti non sono ben visti dalla popolazione, non solo per il fastidio (puzza), ma anche per l'influenza negativa sul valore delle case e dei terreni e sul turismo. Si tratta, quindi di un giusto ristoro. Perlomeno i cittadini di queste località pagheranno meno tasse, grazie agli introiti previsti dalla legge regionale. 
Di che cifre stiamo parlando? Non c'è nulla da inventare o da elucubrare, perche i bilanci di questi impianti sono pubblici  (scarica). Il Comune di Capoterra dovrebbe ottenere dal CACIP oltre 850.000 euro all'anno, invece usufruisce di uno sconto tariffario pari a soli 200 mila euro. Ne deduciamo che 650.000 euro mancano all'appello, ogni anno. Se consideriamo che la norma è operativa dal 2004 arriviamo alla stratosferica cifra di 6 milioni di euro, che non sono stati erogati ai capoterresi. Ma che sfortunati questi capoterresi.  E' bene anche sapere che in tutti gli altri casi, sia a livello regionale che nazionale, queste somme sono sempre state pretese e conferite ai comuni che ospitano gli impianti. 

Chissà se la riduzione tariffaria di 200 mila euro di cui usufruiscono i capoterresi ha consentito anche di ridurre il costo del servizio di raccolta dei rifiuti. Sarebbe interessante fare un confronto con gli altri comuni. E chissà quante belle cose si sarebbero potute fare con i 6 milioni che il comune non ha mai incassato. Magari non altre rotonde o centri meccano, ma una bella sforbiciata alle tasse. 

Se li mettiamo vicini ai 3 milioni sottratti dalla Gema e alle tariffe illegittime di Abbanoa a cui il Comune non si è opposto arriveremmo a cifre da capogiro. E' questo il prezzo dell'incompetenza amministrativa (sempre che sia solo incompetenza) che i capoterresi devono pagare. Ma quanto sono sfortunati i capoterresi.  

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