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lunedì 21 ottobre 2013

Cinque anni di niente.

Come ogni anno, il 22 ottobre ci troviamo qui a leggere le stesse  cose. Utilizziamo l'anniversario per tirare una  linea a fare un bilancio di ciò che è stato fatto. Puntualmente, anche questa volta registriamo il solito pugno di mosche. Non è stato fatto assolutamente niente. Cinque anni, cinque assessori, cinque bugiardi, mille promesse mancate.
Vogliamo fare il punto? Ok, facciamolo, ma con sempre maggiore stanchezza e rassegnazione.
Nonostante uno sbandierato finanziamento regionale di oltre 50 milioni di euro è stato veramente finanziato e progettato solo uno dei 3 lotti del famoso progetto di messa in sicurezza dei Rii S. Girolamo e Masoni Ollastu (il progetto Hydrodata). Di lavori ancora nemmeno l'ombra e perdipiù tutto tace sul fronte ANAS. Se non si realizza il nuovo ponte sulla SS195 anche quel lavoro è del tutto inutile. Sinceramente ho seri dubbi che il canalone a gimkana che costruiranno nella zona di Rio S. Girolamo  possa veramente svolgere la sua funzione (salvare le case di Rio S. Girolamo e Fruffi d'Oro 2),  se non vengono realizzati anche i lavori a monte, verso Poggio dei Pini.  I progetti per gli altri lotti non sono stati nemmeno "pensati". Qualcuno dice che i soldi sono stati fatti sparire. 

Andiamo più a monte. La zona sportiva di Poggio dei Pini è ancora in stato post bellico. Il Comune dispone di 500 mila euro proprio per quella zona, ma ancora non si vede niente. Nel frattempo si è saputo che 50 mila euro sono stati dirottati verso un fantomatico impianto sportivo di Frutti d'Oro e quindi ne restano 450. Forse si perde tempo per stabilire quali amici far lavorare meglio.
Ed eccoci alla diga di Poggio. L'area è stata presa in carico dal Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, hanno messo una recinzione che impedisce di effettuare la classica passeggiata intorno al lago e basta. Anche in questo caso, 4 milioni di euro stanziati, ma tutto virtuale. A  monte della diga ci sono tre attraversamenti stradali su cui sarebbe indispensabile intervenire. In due casi poi (Hydrocontrol e Chiesetta S. Girolamo) il rilevato stradale è così grande da formare due veri e propri sbarramenti con tanto di potenziale esondazione e onda di piena.    

E dopo avere, purtroppo, ricordato che non si è fatto niente, concludo con una riflessione dedicata a tutti quelli che non abitano in questa zona, che possono pure toccare ferro se vogliono.  
Quello che è accaduto a Capoterra nel 2008, chiamiamolo ciclone mediterraneo, bomba d'acqua o come volete è un fenomeno meteorologico localizzato in pochi chilometri (nel nostro caso 20). Ogni anno ne capita qualcuno, soprattutto in questa stagione e colpisce inesorabilmente. Sicilia,  Calabria, Toscana, Liguria. La sceneggiatura è sempre la stessa: piove per 3 ore, e i ruscelli, spesso trascurati e insignificanti, diventano dei mostro che travolgono tutto. Si, diventano il Gange. 
Dove sarà il prossimo? Non lo sappiamo, ma ogni anno nel nostro paese ne accadono almeno due. Quello che ognuno dovrebbe chiedersi, soprattutto ogni amministratore, è se il proprio territorio è preparato a ricevere e a smaltire senza gravi danni quella quantità d'acqua. Capire quali danni provocherebbe un evento meteo da 450 mm in 3 ore, nel proprio territorio. Immaginare ogni corso d'acqua diventare enorme con quella pioggia, effettuare una analisi del rischio e mettere in atto le opportune misure di prevenzione. Se lo Stato Italiano non si fosse impelagato in questa assurda corsa al pareggio di bilancio, la difesa del territorio oggi sarebbe un settore in grado di dare lavoro a migliaia di persone.  E i soldi? Beh pensate che ogni anno diamo 80 miliardi di euro in interessi sul debito pubblico. Ottanta miliardi! 10 finanziarie ogni anno!  Io sono purtroppo convinto che tutto il territorio di questo paese è a rischio per un evento del genere. Pensiamoci prima.

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