Forse ricorderete la vicenda dei corrispettivi dovuti per legge dal CACIP al Comune di Capoterra, in quanto amministrazione "ospitante" alcuni impianti di trattamento dei rifiuti sulla base del comprensibile concetto "hai la puzza, ti spetta uno sconto". E a Capoterra di puzze ce ne sono parecchie.
Quei soldi, la bellezza di 650.000 euro annui (per 10 anni pregressi fanno oltre 6 milioni), non solo non erano mai stati versati nelle casse del Comune, ma quest'ultimo non li aveva nemmeno richiesti, tanto che il sindaco Dessi aveva candidamente affermato che "si sarebbe informato". Eppure un rappresentante del comune di Capoterra siede nel Consiglio di amministrazione del CACIP. C'è anche chi ama ricordare che in quell'ente sono impiegati anche alcuni parenti di amministratori comunali.
Era stato il consigliere di minoranza (Psd'Az) Franco Magi a far venire alla luce la questione. Ne avevamo parlato nel blog (vedi articolo).
Lo stesso Magi, immancabilmente puntiglioso e sempre ben documentato, fa emergere un altro credito del Comune di Capoterra nei confronti, questa volta, di Abbanoa.
Anche in questo caso noi del blog non siamo affatto sorpresi. Nei primi mesi dell'anno avevamo fatto presente che qualcosa non quadrava nel calcolo dei costi idrici che il Comune aveva rigirato prima alla Cooperativa Poggio dei Pini e poi a tutti gli altri capoterresi (leggi articolo).
Forse ricorderete che, se da una parte la Cooperativa (allora guidata da Emilio Sanna) aveva pagato sull'unghia quanto indebitamente richiesto (dopo avere ottenuto un piccolissimo sconto), i cittadini capoterresi avevano assediato la sede di Via Cagliari, costringendo l'amministrazione comunale a un poco dignitoso dietrofront. Il Comune aveva dovuto riemettere migliaia di bollette rettificate.
Qualcuno, già da allora, (ricordo per tutti le nostra Ludovica Mulas e Maria Rita Lai) aveva evidenziato presunte lacune e irregolarità nel calcolo di quanto richiesto da Abbanoa. La tariffa, infatti, non poteva essere stabilita dall'ente gestore, ma dall'AATO, come stabilito dalla legge. Inoltre il prezzo "a bocca di serbatoio" relativo a quei comuni, come il nostro, nei quali la rete, o parte di essa, non viene gestita direttamente da Abbanoa, non può essere lo stesso della fornitura diretta presso le utenze. I costi di erogazione sono ovviamente inferiori e pertanto anche la tariffa deve esserlo.
Incredibilmente allora, nonostante queste palesi irregolarità, il Comune di Capoterra aveva pagato sull'unghia quanto era stato richiesto (perche???), senza verificare ed opporsi. Allo stesso modo anche la Cooperativa, che talvolta è sembrata gestita come una succursale del Comune di Capoterra, non ha opposto resistenza a quella richiesta illegittima.
Con una Circolare del giugno 2014 (scarica), l'AATO chiarisce ogni dubbio e mette a tacere i soliti azzeccagarbugli che circolano dalle nostre parti. Le tariffe devono essere congrue con il servizio offerto, quindi, nel caso di Capoterra devono riferirsi alla fonitura "a bocca di serbatoio".
Come spiega molto chiaramente Franco Magi nella sua interpellanza del 23 agosto scorso (scarica) questa delibera comporta una riduzione del costo a mc. dagli 0,48 €/mc che Abbanoa ha applicato a Capoterra, agli € 0,38/mc. In termini complessivi spetterebbe al Comune di Capoterra un rimborso di circa 563.000 euro. Di questi una parte, compresa tra i 22.000 e i 100.000 andrebbe alla Cooperativa Poggio dei Pini.
Le argomentazioni di Magi sembrano ben documentate e voi tutti potete leggerle direttamente.
Non si sa che fine abbiano fatto i 6 milioni di euro dovuti dal CACIP. C'è da chiedersi se recupereremo questi 563.000 da Abbanoa, con la speranza che chi deve pagare prima controlli quello che sta facendo e che chi deve difendere i cittadini (o i soci), invece di passare il tempo a gigionarsi al bar, faccia ciò che gli compete, se ne è capace, e per cui è lautamente remunerato. Per quanto riguarda la Cooperativa, invece, mi auguro che dopo la fne dell'era "Poggio Comune fantasma, facciamo tutto noi", sia definitivamente tramontata anche la stagione del "cappello in mano" e che ci si muova con decisione rivolgendosi al giudice, se necessario.
1 commento:
Carissimo Giorgio
beh, devo dire “ve l’avevo detto”? Eh si, lo dico a gran voce, VE L’AVEVO DETTO!!!!
Con Rita dicemmo e dicemmo ancora, sgolandoci per ben quattro CDA, quali fossero i termini della questione e lo potemmo fare solo dal mese di settembre 2012 in poi, nonostante la prima richiesta del comune di Capoterra fosse arrivata nel mese di luglio imponendo alla Cooperativa il pagamento entro 30gg. così come stabilito dalla folle convenzione del 1995; questo ritardo ha comportato la mancata difesa, da parte del presidente Emilio Sanna, degli interessi della Cooperativa in quanto mai è stata contestata per iscritto quella richiesta, che non poteva essere accolta perchè basata su presupposti illegittimi, il primo dei quali era un presunto diritto/dovere di Abbanoa di stabilire le tariffe… e l’AATO con questa circolare chiarisce molto bene che “qualsiasi diversa applicazione della tariffa, non è allo stato attuale né riconoscibile né valutabile in quanto NON REGOLATA DALLA NORMA”.
A settembre 2012, essendo oramai spirati i trenta giorni imposti per il pagamento, la Cooperativa era esposta ad un’ingiunzione di pagamento da parte del comune senza poter opporsi in alcun modo perché quella FOLLE convenzione stabilisce che Poggio dei Pini compri dal comune l’acqua fornita dall’ESAF di allora, oggi Abbanoa (anche qui non pochi dubbi sulla validità di quella convenzione), dietro un corrispettivo che viene identificato come “rimborso” da corrispondere entro 30gg. a semplice presentazione delle fatture comunali, senza alcun onere di controllo e/o di letture in contradditorio, e tutto questo porta la firma di Tonino Secchi allora Presidente.
Quindi battagliammo in CDA (Presidente Emilio Sanna e Amministratore Delegato l'inossidabile Tonino) non ottenendo nulla e passò quell’accordo pazzesco con il quale il comune riconobbe alcuni errori di calcolo e ci concesse uno sconto di 50mila euro (mai motivato: ma non si trattava semplicemente di applicazione di una tariffa?) arrivando quindi alla somma - non sono noccioline - di ben 580mila euro, senza riconoscimento di prescrizione per l’anno 2006 e la metà del 2007 e della fornitura di acqua non potabile per l’anno successivo all’alluvione. Per inciso: l’accordo prevedeva una rateizzazione quindi non è esatto scrivere che “pagò sull’unghia”, questo per rispetto della realtà dei fatti.
E da oggi che succede? Personalmente mi aspetto che il Comune, finalmente edotto sui diritti e doveri non solo di AATO e Abbanoa, ma soprattutto sui propri, si attivi presso il gestore e l’autorità d’ambito affinché vengano restituite le somme indebitamente pagate ad Abbanoa per i consumi del periodo dal 2006 fino al 2012 “a bocca di serbatoio” denunciate da Franco, perché all’interno di quelle una buona fetta riguarda la cooperativa; e dalla cooperativa mi aspetto l’avvio della stessa operazione nei confronti del comune e magari questa potrebbe essere l’occasione per discutere non solo di quello, ma soprattutto dei disservizi estivi.
Infine Giorgio ritengo di potermi prendere a ragione una parte (seppur piccola) del merito di quanto successo in quanto fui io a insistere con il Comitato Noi per Poggio per inviare una denuncia - scritta a quattro mani con un'amica avvocato - all’”Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas”, competente dal 2011 per il settore idrico, chiedendone l’intervento e la risposta c’è stata ed è stata inviata non solo al nostro Comitato, ma soprattutto al Comune di Capoterra, all’AATO e ad Abbanoa, come destinatari del parere e non "per conoscenza", da qui l’iniziativa (finalmente!) dell’AATO.
Mi fermo qui, ho scritto solo un sommario del passato e delle speranze per il futuro, perché se dovessi entrare nei particolari dovrei redigere una vera e propria consulenza.
Ludovica
PS mi risulta, e spero non sia vero, che qualcuno di quelli che gridavano la sera della riunione di luglio stia approfittando della questione acqua per non pagare più le quote mensili...no comment!
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