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martedì 5 agosto 2014

Senz'acqua i quartieri alti di Poggio

Ormai dal 2010 ogni estate si ripresenta il medesimo problema. Le case che si trovano nella parte più elevata della lottizzazzione, alle pendici del Monte S. Barbara, nei mesi estivi, restano a secco.  La questione è stata analizzata da tempo e le cause sono ben note. 
La rete idrica di Poggio è servita da due differenti fonti di approvvigionamento: i pozzi situati nei pressi dei campi sportivi servono il rione Pauliara e alcune aree nei pressi del Centro Commerciale. La loro portata non è in grado di servire tutta la lottizzazione che, nel corso del tempo, è gradualmente incrementata sino a raggiungere i 2.200 abitanti.
Il resto di Poggio dei Pini è servito dalla rete del Flumendosa gestita da Abbanoa. Sino al 2009 non ci sono stati problemi, ma a partire dal'estate del 2010 Abbanoa ha ridotto la portata e la pressione nel punto di immissione e da allora sono cominciati i guai. Il serbatoio da 500 mc. che si trova proprio nella zona di S. Barbara dovrebbe avere proprio la funzione di sopperire alla carenza di pressione nella rete nei momenti di picco dei consumi, ma ciò non può avvenire perchè resta puntualmente a secco.
A causa di un errore di progettazione della rete idrica poggina questo serbatoio non è collegato direttamente alla rete, ma viene approvvigionato solo dopo che l'acqua attraversa gran parte della lottizzazione. E' chiaro che in condizioni di scarsa portata l'acqua non arriva mai al serbatoio, venendo prosciugata dalle utenze che si trovano lungo il percorso. Morale della favola: i quartieri alti non ricevono l'acqua e non possono nemmeno essere serviti dai serbatoi. Per ovviare al problema la Cooperativa ha sempre fatto i salti mortali, staccando zone della rete, ampliando l'area servita dai pozzi, utilizzando autobotti per riempire i serbatoi. Se Abbanoa pero' non aumenta la portata è una coperta sempre troppo corta
Il Presidente della Cooperativa, Sandro Anedda, ha scritto una mail ai soci per spiegare la situazione e una lettera ad Abbanoa, Comune di Capoterra, Prefetto e AATO per denunciare la gravità della situazione e annunciare eventuali azioni legali.  
Personalmente credo che quello delle azioni legali sia l'unico modo per ottenere qualcosa. Gli enti pubblici sono sempre pronti ad esigere bollette astronomiche dalla Cooperativa e dai singoli cittadini senza offrire servizi quantomeno sufficienti, talvolta addirittura inesistenti. Gli amministratori della Cooperativa degli anni 80-90 hanno spesso un atteggiamento menefreghista, come se Poggio potesse essere in eterno uno stato autonomo. Questo atteggiamento ha consentito a questi amministratori di "regnare" sul territorio, ma dubito che in questo modo siano stati fatti gli interessi dei soci e dei residenti. La lungimiranza è una dote essenziale per chi amministra e la situazione attuale è frutto anche del lassismo e dello spreco di allora. Basti pensare che se oggi Poggio dei Pini disponesse di una "rete duale" questi problemi non ci sarebbero. L'acqua dei pozzi sarebbe utilizzata per l'irrigazione dei giardini e quella di Abbanoa, peraltro sempre più costosa, avrebbe potuto soddisfare tutte le altre esigenze anche con le ridotte portate attuali. Tra l'altro tutti i residenti avrebbero risparmiato un bel po' di soldi. 
Alcuni amministratori della Coop, nell'ultimo decennio, hanno invece dimostrato una debolezza  disarmante nei confronti di questi enti pubblici inadempienti. I risultati di questo "buonismo" sono sotto gli occhi di tutti: strade sgarrupate, acqua che non arriva, tariffe record, bollette pagate anche se non dovute, cause del Comune contro i cittadini, prese in giro.  
E' inaccettabile che i cittadini, perdipiù in un periodo difficile come questo, debbano pagare tasse cosi' salate solo per il "privilegio" di possedere una abitazione. Diventa un vero e proprio insulto quando questi sacrifici sono accompagnati da atteggiamenti cosi' scorretti. 

3 commenti:

giacomo ha detto...

Per me sono le negligenze della Cooperativa che non è stata in grado di adeguare le cose nei trempi come avveniva prima .Oggi il problema è grave per questo motivo. Abbanoa da mezzo alle scatole e promuovere i pozzi condivisi ( senza spese della coop ) e farne altri per essere autonomi definitivamente ( a spese della Coop ). Così non si pagano i conguagli mostruosi tipo quello avvenuto.Perdiamo ancora tempo ? Oppure diamo tutto ad abbanoa e restiamo senz'acqua? C'era qualcuno che voleva cedere l'acqua in gestione al comune...si sarà ricreduto?

Giorgio Plazzotta ha detto...

Il Comune non gestisce l'acquedotto da un pezzo e cosi' tutti gli altri comuni sardi. La gestione è affidata al gestore unico regionale (Abbanoa). La proprietà delle opere di urbanizzazione primaria è assegnata ai comuni dalla legge, non è quindi una opzione. Chi non si adegua va contro la legge esponendosi a tutte le responsabilità del caso, ivi comprese quelle penali, dato che da una inadeguata gestione di un servizio di questo genere possono derivarne conseguenze anche mortali per gli utenti. Certo si può sempre rischiare seguendo comportamenti alla trattallero, magari per un po' va bene. Eppure a Poggio avremmo dovuto imparare che può sempre succedere qualche imprevisto ...
Oltre ai rischi per la salute c'è anche la questione economica. Non avere ceduto l'acquedotto quando bisognava farlo ci ha impedito di utilizzare i fondi europei con cui in molti comuni, compreso capoterra, sono stati manutenzionati e rifatti gli acquedotti. Ci ha impedito di realizzare una rete per l'irrigazione con cui avremmo risolto tutti i problemi.
Se già prima i cittadini pagavano questi servizi con i tributi generici, oggi, con l'introduzione della TASI (servizi indivisibili) esiste un tributo specifico dedicato a questi servizi. Questione pozzi. I pozzi della Cooperativa sono già sei, sarebbe quindi poco utile e tra l'altro costoso, realizzarne degli altri, Solo due di essi forniscono un'acqua con una qualità accettabile, mentre gli altri hanno una quantità di ferro molto elevata che costringe a oneri di potabilizzazione maggiori. Chi paga? L'epoca di Poggio territorio autonomo. oasi di bellezza ed efficienza, fa parte del passato. Oggi è necessario fare valutazioni diverse, anche se l'epopea del Far west era senza dubbio romantica e affascinante.

Ludovica ha detto...

C'è qualcuno che riesce a mettere da parte circa 4milioni di euro (ma diciamo anche 3milioni perchè siamo bravissimi e riusciamo a spuntare un buon prezzo) per rifare tutta la rete?
Chi ha in tasca queste cifre per fare un bel regalo a tutti noi?
Io non VOLEVO cedere l'acquedotto...io VOGLIO cedere l'acquedotto.
I diritti dei cittadini che pagano le tasse sono sacrosanti, i doveri dei comuni ed enti vari che riscuotono le tasse sono altrettanto sacrosanti, ma solo chi ha coraggio e voglia di battagliare vedrà riconoscersi quei diritti...
E' vero, tutto questo è figlio del lassismo della coop che, come ha scritto Giorgio, ha sempre giocato a fare "il comune indipendente" però adesso siamo - scusate l'espressione - con le pezze al sedere e se ci sono soci che oggi non vogliono mettere 50 o 60 euro per un pezzo di condotta nuovo, domani chi metterà mano al portafoglio per racimolare 3/4milioni di euro?
E lasciamo stare la questione dei conguagli perchè vi assicuro che la cosa non è ancora finita e se dovesse andare come auspico....

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