La sera del 5 gennaio sarà un momento importante per la nostra Comunità: prima, in sala assemblee, presenteremo il volume sulla storia del Poggio e poi, a seguire, ci sposteremo alla vecchia chiesetta che, dopo 20 anni di oblio, abbiamo deciso di restaurare e trasformare nel nuovo polo culturale della lottizzazione, a disposizione di tutte le realtà associative del Poggio.
L’inaugurazione del nuovo complesso di sale (alla navata abbiamo collegato, ristrutturandole, anche l’ex sagrestia e l’ex magazzino della Cooperativa) sarà anche l’occasione per mettere in mostra alcune vecchie foto e planimetrie che abbiamo recuperato negli archivi della Società, oltre a un bel servizio fotografico che abbiamo commissionato a Luca Pinna per illustrare cos’è “La Cooperativa oggi” (tutte cose che andranno poi a riarredare gli uffici). Rientra tutto, insomma, in quel vasto programma che abbiamo portato avanti in questi due anni e mezzo, mirato a recuperare i luoghi -e quindi la memoria collettiva- della nostra storia comunitaria.
Una storia che abbiamo cominciato a ripercorrere recuperando, scannerizzando e inviando a tutti i Soci i vecchi notiziari, e che, con la pubblicazione del libro (che si potrà acquistare a partire proprio dalla serata del 5 gennaio) è stata ricostruita in maniera dettagliata ed appassionante da Mauro Dadea (autore dei testi). Il volume, arricchito da più di 200 foto e planimetrie, ricostruisce la temeraria impresa dei Fondatori, i sogni dei Pionieri, i decenni dello sviluppo e anche gli anni più recenti nei quali abbiamo attraversato la nota crisi (amministratori contestati, alluvione, bilanci in perdita, etc.). Posso immaginare che per Mauro non sia stato semplice raccontare, pur per sommi capi, un passato così recente e delicato. Penso però che iniziare a riflettere in maniera obiettiva e serena su quel periodo (che io personalmente penso sia stato un passaggio fisiologico nello sviluppo della nostra Comunità, strettamente connesso a un naturale avvicendamento generazionale e sociale) contribuirà a storicizzarlo, comprenderlo, assimilarlo, mettendone in evidenza anche gli aspetti salutari. Uno dei pregi del libro, a questo proposito, è che mette in evidenza come in ogni decennio vi siano state, all’interno della Coop e delle principali realtà associative, decine di persone che si sono appassionatamente dedicate al bene collettivo. In altre parole: basta allontanarsi un po’ dalle contingenti simpatie o antipatie personali, per rendersi conto di quanti beni materiali e immateriali abbiamo prodotto, in forma singola o associativa (basti pensare a quanto hanno fatto, in questi ultimi dieci anni, la Biblioteca, l’Ute, il Teatro dei ciliegi, questo stesso Blog). Non credo vi siano, nel panorama isolano, tante altre Comunità che, così piccole, abbiano prodotto tanto. Penso quindi dovremmo essere molto orgogliosi di noi stessi. E con questo obiettivo abbiamo voluto il libro che verrà presentato il 5 e tutte le altre iniziative della memoria. Perché attraverso il recupero di questo orgoglio comune si rafforza la consapevolezza della nostra identità e si rilancia l’immagine della nostra lottizzazione che, in seguito agli anni dell’alluvione e delle polemiche, si era tanto offuscata. Spero ci vedremo in tantissimi, la sera del 5, prima in sala assemblee e poi alla vecchia chiesetta, a festeggiare. Buone Feste a tutti!
Una storia che abbiamo cominciato a ripercorrere recuperando, scannerizzando e inviando a tutti i Soci i vecchi notiziari, e che, con la pubblicazione del libro (che si potrà acquistare a partire proprio dalla serata del 5 gennaio) è stata ricostruita in maniera dettagliata ed appassionante da Mauro Dadea (autore dei testi). Il volume, arricchito da più di 200 foto e planimetrie, ricostruisce la temeraria impresa dei Fondatori, i sogni dei Pionieri, i decenni dello sviluppo e anche gli anni più recenti nei quali abbiamo attraversato la nota crisi (amministratori contestati, alluvione, bilanci in perdita, etc.). Posso immaginare che per Mauro non sia stato semplice raccontare, pur per sommi capi, un passato così recente e delicato. Penso però che iniziare a riflettere in maniera obiettiva e serena su quel periodo (che io personalmente penso sia stato un passaggio fisiologico nello sviluppo della nostra Comunità, strettamente connesso a un naturale avvicendamento generazionale e sociale) contribuirà a storicizzarlo, comprenderlo, assimilarlo, mettendone in evidenza anche gli aspetti salutari. Uno dei pregi del libro, a questo proposito, è che mette in evidenza come in ogni decennio vi siano state, all’interno della Coop e delle principali realtà associative, decine di persone che si sono appassionatamente dedicate al bene collettivo. In altre parole: basta allontanarsi un po’ dalle contingenti simpatie o antipatie personali, per rendersi conto di quanti beni materiali e immateriali abbiamo prodotto, in forma singola o associativa (basti pensare a quanto hanno fatto, in questi ultimi dieci anni, la Biblioteca, l’Ute, il Teatro dei ciliegi, questo stesso Blog). Non credo vi siano, nel panorama isolano, tante altre Comunità che, così piccole, abbiano prodotto tanto. Penso quindi dovremmo essere molto orgogliosi di noi stessi. E con questo obiettivo abbiamo voluto il libro che verrà presentato il 5 e tutte le altre iniziative della memoria. Perché attraverso il recupero di questo orgoglio comune si rafforza la consapevolezza della nostra identità e si rilancia l’immagine della nostra lottizzazione che, in seguito agli anni dell’alluvione e delle polemiche, si era tanto offuscata. Spero ci vedremo in tantissimi, la sera del 5, prima in sala assemblee e poi alla vecchia chiesetta, a festeggiare. Buone Feste a tutti!
Giuseppe Elia Monni
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