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giovedì 17 maggio 2012

Il test: sei virtuale o reale?

Ogni epoca ha alcune parole che vanno di moda e ogni disciplina ha il suo "gergo" specialistico.  Grazie ai mass media, in pochi giorni termini prima sconosciuti come "spread",  "par condicio", PIL diventano di uso comune per milioni di persone. La tecnologia che ha caratterizzato l'ultimo decennio è senza alcun dubbio la rete Internet che, giocoforza, si è portata dietro il suo bagaglio di parole. 
Una certa confusione è comprensibile, perchè le tecnologie hanno bisogno di un pò di tempo per essere comprese appieno da tutte le fasce della popolazione. Dopo un pò, anche la tecnologia più avveniristica diventa di uso comune. I nuovi termini, prima astrusi, entrano definitivamente nel linguaggio comune e non ci facciamo nemmeno più caso. 


Ho letto che il telefono (quello con la cornetta e il filo), nei primi anni dopo la sua introduzione, aveva suscitato le proteste e l'apprensione degli immancabili scettici che temevano un impatto negativo nei rapporti sociali. Oggi nessuno dubita del fatto che il telefono sia un innocuo strumento di comunicazione e che i rapporti sociali non siano minimamente danneggiati, ma semmai favoriti, da questa tecnologia. 
Se oggi ben pochi di noi sono in grado di ricordare gli albori della telefonia fissa, perche non eravamo nati,  per molte altre tecnologie abbiamo assistito all'intero ciclo di evoluzione: la nascita, la prima lenta diffusione, l'esplosione e, infine, il declino che viene seguito, in qualche caso, dalla scomparsa. Chi utilizza oggi un televisore a tubo catodico? Quanto erano avveniristici e costosi i primi cellulari e quanto era forte la nostra titubanza quando apparirono i primi Bancomat.  

Tornando al mondo di Internet, un tempo non si parlava altro che di "siti", poi è venuta la moda dei "portali", quindi dei blog. Questa è l'era delle Apps per la connettività mobile.  Chissà quali altre "diavolerie" ci riserverà il cappello a cilindro della tecnologia. 
La vera pietra miliare è costituita dall'avvento del computer, macchina che per definizione, gestisce solo numeri, cifre. Dall'inglese "digit" proviene forse la più importante parola-chiave degli ultimi decenni: "digitale".  Tutto ciò che viene inserito nelle sempre più capienti memorie degli elaboratori viene trasformato in numeri, anche la musica, le parole, i giornali, i libri, le immagini, i filmati etc.
Il concetto di "digitale", del tutto sconosciuto ai nostri nonni,  oggi è ben chiaro a tutti. Beh insomma, diciamo a quasi tutti. Sembra, infatti, che a Poggio dei Pini qualcuno confonda il concetto di digitale con quello di virtuale. Eppure sono due cose molto diverse.  

Si parla di virtuale soprattutto in seguito all'adozione di quei sistemi (soprattutto software, ma in alcuni casi anche hardware) che simulano la realtà. Ciò può avvenire in ambiti professionali molto avanzati, ma anche a scopo ludico. Pensiamo a un simulatore di volo usato per l'addestramento dei piloti, oppure ad applicazioni in campo medico. Esistono anche ambienti in cui i giocatori assumono identità o personalità diverse dalla propria. Esiste anche il neologismo, apparentemente incoerente, di "realtà virtuale". Virtuale è anche un aggettivo della lingua italiana indica qualcosa che esiste solo in potenza o che non è stato ancora posto in atto, qualcosa di ipotetico. Volendo attribuire una certa negatività al termine potremmo forse dire anche, qualcosa di falso, di non vero. E' evidente che un quotidiano, come ad esempio il Corriere della Sera, è altrettanto reale sia nella sua versione cartacea che in quella digitale.

Queste brevi considerazioni ci aiutano a capire che, a meno che non siate dei piloti di aereo, o degli appassionati di giochi di ruolo, c'è ben poco di virtuale nel vostro modo di utilizzare le tecnologie informatiche o telematiche. Invece, c'è molto di digitale, sempre di più. E' un bene o un male?
Nessuno dubiterebbe del fatto che una conversazione telefonica rappresenti una comunicazione reale o sospetterebbe qualcosa di negativo o rischioso quando parla al telefono con un parente lontano. Ciò non toglie che una bella chiacchierata tra amici, magari davanti a un bicchiere di vino, possa essere molto più piacevole. 
Penso sia altrettanto assodato che una e-mail abbia caratteristiche confrontabili, seppur amplificate, con quelle di una cartolina o di una lettera. Altri ambienti di comunicazione, come i social network o i forum, non assomigliano ad forme di comunicazione del passato e sono quindi più difficili da assimilare. 
Forse è normale che qualcuno manifesti la propria ignoranza alimentando timori del tutto infondati. In realtà la vera negatività, o se vogliamo il male, si trova dentro le persone e non negli strumenti che esse utilizzano. Un telefono può essere usato per minacciare la morte, ma anche per salvare una vita umana chiamando l'ambulanza. E' esattamente lo stesso con email, siti internet, blog, forum, social network. 

Vi tedierò parlando un pò di me. Ma tant'è questo è un blog e non l'asettica agenzia ANSA. Forse qualcuno ricorda la mia battaglia contro l'anonimato in questo blog come nel Portale della Cooperativa. L'obiettivo era proprio quello di evitare che un utile strumento di comunicazione "digitale", potesse essere utilizzato per giochi "virtuali" da qualche idiota che è sempre presente in tutte le comunità.
Ho da sempre creduto che la telematica potesse fornire alla società potenzialità di informazione, comunicazione, partecipazione democratica, condivisione, in grado di migliorare la qualità della nostra vita. Se vi sembra eccessivo chiedete ai tunisini o agli egiziani quale è stato il ruolo di Internet nella caduta dei loro regimi dittatoriali. 
Non solo ci ho creduto, perchè parlare è facile,  ma ho anche realizzato un certo numero di iniziative che hanno materialmente consentito non solo a me, ma anche ad altre persone di informarsi, comunicare, condividere, partecipare, incontrarsi, anche personalmente. Con questi mezzi digitali, assolutamente reali, ho realmente creato uno dei primi siti sardi dedicandolo, tanto per cambiare, a Poggio dei Pini nel 1996 (Linea Poggio), poi il sito Isola Sarda, l'antesignano del portale regionale Sardegna Cultura. La nostra piccola Biblioteca di Poggio è stata la prima in tutta l'isola a mettere a disposizione dei suoi utenti una postazione per connettersi a internet quando pochissimi ne disponevano ed è stata anche la prima a disporre di opere multimediali.
Nel 2006 ho realizzato il primo Portale della Cooperativa (abortito dall'amministrazione Calvisi) e nel 2009 finalmente il primo Portale veramente funzionante o che, perlomeno, ha contenuto un gran numero di informazioni sino al Ribaltone del 2011. 
Questo blog ha contribuito ha contribuito a fermare un piano di cementificazione delle Pinete condannato non solo dalla stragrande maggioranza dei residenti, ma anche da associazioni ambientaliste del calibro del WWF e dalla Regione. Ha poi assistito la popolazione colpita dalla tremenda alluvione aiutando a comprendere cosa fosse accaduto e a squarciare un velo di ignoranza di tutti noi sulle problematiche legate al territorio e al dissesto idrogeologico. Tramite il blog abbiamo anche difeso il lago che qualcuno voleva abbattere e utiilizzare come capro espiatorio, e abbiamo spinto affinchè alcune scelte discutibili contenute nel primo Piano Hydrodata venissero modificate. Nel blog si sono incontrate le persone che hanno dato vita all'Associazione 22 ottobre, che in modo molto reale ha organizzato eventi, incontri e manifestazioni e gestisce il Gruppo di Acquisto Solidale (GAS). Grazie al blog si sono creati importanti legami tra persone di vari centri urbani nei quali è diviso il nostro comune. 

In questa comunità ho svolto anche attività non legate ad internet.  Sono uno dei fondatori della nostra bella Biblioteca, ho fatto parte del consiglio del Grusap e ho appena terminato un faticoso mandato triennale nel Consiglio di Ammnistrazione della Cooperativa. Ho piantato alberi senza andare a prelevare legna dalle pinete con la motosega e, se ciò non bastasse, ho anche immolato un legamento crociato nella squadra di basket con le maglie gialloverdi, quella di quando ancora esisteva un gruppo Sportivo poggino. Anche i cartelli stradali della lottizzazione sono farina del mio sacco.  
Si lo so, non è molto, ma sono tutte cose reali fatte con lo spirito di dare un contributo per migliorare almeno di un pò il posto in cui vivo. 

Se invece con virtuale intendiamo, come da dizionario, qualcosa che potrebbe essere ma non è, allora avrei un lungo elenco di cose virtuali: le piscine,  i sentieri, le passerelle per gli handicappati, le piste ciclabili, il campo di calcio e calcetto, gli impianti fotovoltaici, l'informazione dei soci, la trasparenza nell'amministrazione e nell'affidamento degli incarichi, la pulizia, qualche servizio utile che si sarebbe realizzato con i soldi buttati al vento. Tutte queste sono le vere cose virtuali di Poggio dei Pini e ne aggiungo una che è la più importante: l'armonia e la collaborazione. Immolate negli anni novanta nell'altare della politica basata su poltrone, incarichi ed intrecci di vario tipo. 

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