E’ l’ennesimo
schiaffo alla nostra Comunità. E c’è anche un retroscena vergognoso, che tutti
devono conoscere.
Ma prima
voglio fare una premessa: nessuno ha nulla contro Maria Carta, ma cosa c’entra
col Poggio? Il Centro (così, non a caso, lo abbiamo sempre chiamato) è sempre
stato il cuore della nostra Comunità, la sede storica della Cooperativa, delle
Scuole, della Chiesa, del mitico Spaccio di Signora Antonietta (la madre di
Tino e Mariano)! Con una decisione gravemente autolesionista, gli
amministratori della Cooperativa, negli Anni Ottanta, cedettero al Comune gran
parte di quegli edifici e di quell’area, ma gran parte è ancora nostra, e
comunque nell’immaginario dei poggini quel luogo è rimasto la NOSTRA PIAZZA.
Per questa
ragione, l’anno scorso, il CdA presieduto da Giacomo Cocco prese una decisione
simbolica ma molto significativa; ecco lo stralcio del verbale di quella
seduta:
“La seconda proposta, illustrata dal consigliere
Monni, è quella di chiedere al Comune di intitolare la piazza della Terrazza,
che rappresenta il cuore storico di Poggio dei pini, alla data di fondazione
della Cooperativa, e cioè il 27 luglio 1966. Le dodici principali strade della
lottizzazione, invece, pur conservando la loro denominazione numerica,
potrebbero essere intitolate (informalmente)(…) ai dodici “padri fondatori”
della Società, (…). Una terza proposta è quella di realizzare presso gli uffici
un Albo dei Presidenti, con tutti i nomi e le date dei Presidenti che si sono succeduti.
Secondo il consigliere Monni queste iniziative, che sono a costo zero (salvo il
costo minimo per l'allestimento dei cartelli) potrebbero contribuire a
rafforzare il senso di appartenenza dei residenti alla Comunità, che anni di
polemiche hanno fatto entrare in crisi. Il consigliere Secchi interviene per
complimentarsi con i promotori di queste iniziative, che giudica meritorie, e
che a suo parere dovrebbero essere realizzate anche se comportassero spese, in
quanto è prioritario che venga valorizzata la storia della nostra Comunità e il
sacrificio di quanti hanno contribuito alla sua crescita, con particolare
riferimento a coloro che hanno ricoperto la carica di Presidente; a questo
proposito il consigliere Secchi afferma che a suo giudizio sarebbe opportuno
comprendere anche i nomi dei vari presidenti, tra le personalità alle quali
intitolare, sebbene informalmente, le strade principali della
lottizzazione.(...) Le proposte dei consiglieri Plazzotta e Monni vengono
quindi approvate all’unanimità, con la sola astensione del consigliere
Madeddu.”.
Era il 1 Aprile dell’anno scorso, e la proposta di intitolare quella Piazza alla data di fondazione della Cooperativa venne votata da tutti i consiglieri, compresi Aldo Piras e Tonino Secchi, che la lodarono. Oggi, a un anno di distanza, i nuovi vertici della Cooperativa non solo se ne sono fregati di quella delibera, ma hanno svenduto il nome della nostra Piazza a una personalità che non ci rappresenta un bel nulla! Personalmente (ma non sono il solo) la ritengo un’offesa a tutti i poggini.
Non so chi
abbia scelto quel nome: mi dicono che c’è stata una consultazione con le
associazioni ospitate nella struttura comunale, e questa è certamente una buona
cosa, ma quella Piazza è di tutti i poggini: perché il Comune (che
legittimamente può dare il nome a piazze e strade pubbliche) non ha consultato
tutti i poggini, o perlomeno la Società che li rappresenta? Il Sindaco, anche
solo per una questione di cortesia, ha formalmente consultato la nostra
Società? Dal manifesto risulta che la Cooperativa ha sponsorizzato l’iniziativa
del Comune: ma chi ha preso questa decisione, senza tener conto di una delibera
del CdA che aveva disposto in senso opposto? Probabilmente il neo Presidente
Emilio Sanna è in buona fede, perché non sedeva in CdA un anno fa e sicuramente
non l’hanno avvertito di quella delibera…: ma i due Vice presidenti, Aldo Piras
e Tonino Secchi? Con quale faccia hanno retto il bordone del Sindaco,
rimangiandosi il voto e le lodi dell’anno prima e consentendo che venisse
tradita e cancellata la nostra Storia?
E il Comune?
Si rifiuta di fare il suo dovere (rifiutandosi di prendere in carico le infrastrutture
pubbliche) e appena può umilia la nostra identità! E mi sa proprio che le due
cose sono assai collegate, anche psicologicamente e politicamente. Ciò che disgusta
sono quei poggini che, consapevolmente (gli inconsapevoli non hanno colpa) si
sono resi complici di questa operazione defraudante.
di Giuseppe Monni
N.d.R. Aggiungo a quanto scritto da Giuseppe che, prendendo atto del comportamento autolesionistico di chi dovrebbe rappresentare la comunità e del progressivo abbandono dei valori che hanno contraddistinto i tempi in cui a Poggio si costruiva qualcosa di unico e prezioso, ho deciso di ricordare la data di inizio di questa bella esperienza posizionando una "targa" in questo modesto blog che rappresenta una "piazza telematica" frequentata ancor più di quella che, una volta, rappresentava il cuore pulsante dell'azienda agricola Saggiante e il centro in cui si sono svolte le prime attività della Cooperativa. G. Plazzotta
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