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sabato 21 dicembre 2013

Il Consiglio di Stato rimanda la sentenza di sei mesi

E' stata pubblicata nel Portale della Cooperativa Poggio dei Pini l'ordinanza del Consiglio di Stato relativa al ricorso presentato dal Comune di Capoterra contro la sentenza del TAR Sardegna che, circa un anno fa (leggi), gli ha imposto di prendere in carico le opere di urbanizzazione della frazione di Poggio dei Pini, ancora gestite dal lottizzante , dopo vari decenni dalla loro realizzazione.  Non rientro nel merito della questione che è stata ampiamente sviscerata in ogni suo aspetto, analizzata e dibattuta in questo blog. Cosa succede adesso? Invece di una sentenza che doveva essere definitiva, il Consiglio di Stato prende tempo e chiede altra documentazione, rimandando la sentenza a giugno.
La documentazione la chiede al Comune e questo è già un elemento che ha il suo significato. La Cooperativa Poggio dei Pini, attuale proprietario delle infrastrutture oggetto della contesa (strade, fognature, rete idrica e impianto di illuminazione) non entra in questo procedimento vede da una parte il Comune e dall'altra i suoi cittadini di serie B
D'altronde in questi ultimi anni i contribuenti, ed in particolare i proprietari di immobili, vengono tartassati con tributi che mentre cambiano nome, aumentano a dismisura. Nella nuove imposta, denominate prima TARES e poi IUC, sono esplicitamente previste quote destinate alla gestione proprio delle infrastrutture che il Comune di Capoterra si rifiuta di manutenzionare, seppure pretendendo dai residenti la quota più elevata di tassazione dell'intero territorio comunale. 
Il Consiglio di Stato ha deciso di rimandare la sua valutazione per "acquisire chiarimenti documentali in merito alle opere di urbanizzazione e alla loro utilizzazione, se parziale o totale, se promiscua o esclusiva" e ordina al dirigente dell'ufficio urbanistico del Comune di Capoterra di depositare, entro novanta giorni (quindi l'11 di marzo), una relazione corredata da allegati cartografici.  In seguito all'esame di tale documentazione la vertenza sarà trattata a partire dal 10 giugno 2014.

Cosa significa tutto questo? Che la sentenza è rinviata di altri 6 mesi, portando a 1 anno e mezzo il tempo trascorso dalla sentenza del TAR. Questo è certamente un buon risultato per la giunta capoterrese che non ha mai nascosto il proprio intento di utilizzare i residenti di Poggio dei Pini come "vacca da mungere". In questo modo, opponendo un ricorso che gli sarà costato qualche decina di migliaia di euro (sempre pagati da tutti i capoterresi), ha potuto continuare a spillare soldi ai contribuenti Poggini senza fare il proprio dovere.  
Questo rinvio rappresenta, pertanto, certamente un piccolo successo per la giunta capitanata da Francesco Dessì. Cosa succederà a giugno? Non esiste una sentenza già scritta (almeno per noi comuni mortali), quindi tutto può succedere, forse anche che i residenti di Poggio dei Pini siano e restino gli unici cittadini di questa nazione che si devono gestire i servizi di urbanizzazione primari, mentre in tutto il resto del territorio nazionale sono i comuni ad occuparsene. Sarà curioso anche capire che tipo di tributo comunale pagheranno i residenti di Poggio dei Pini. Infatti dal 2013 una parte della tassazione comunale è destinata alla gestione dei cosiddetti "servizi indivisibili". E cosa sono questi servizi indivisibili se non le opere di urbanizzazione primaria che il Comune di Capoterra si rifiuta di gestire?  Si preannunciano ricorsi e richieste di rimborso a gogo. 

Restando sul campo delle ipotesi la mia sensazione è che il Consiglio di Stato abbia voluto chiedere al comune espressamente se le opere di urbanizzazione siano state utilizzate in modo esclusivo oppure in qualche modo "riservato" ai soli residenti soci della cooperativa. Chi conosce Poggio sa bene che le strade sono sempre state aperte al traffico pubblico, cosi come le strutture sportive sono frequentate da residenti di tutto il comune ed oltre, e anche le piscine fino a quando sono state in funzione.

A giugno allora si saprà se sia verità o fantasia l'immagine  di una comunità chiusa nelle sue ville dorate, oppure se invece la storia vera sia quella di una classe politica locale caratterizzata da bassezza incapacità e invidia verso chi, lavorando, ha l'unica colpa di avere scelto un luogo speciale per costruire la propria casa e andarci a vivere.

3 commenti:

Unknown ha detto...

vi auguriamo che tutto vada bene a giugno. !!!

Luigi ha detto...

Sarebbe opportuno e gradito, visto che l'articolo, a commento del rinvio a giugno 2014 della sentenza del Consiglio di Stato circa l'azione promossa da circa un centinaio di persone verso il Comune di Capoterra, è scritto a titolo personale, che lo stesso venisse firmato dall'autore. Grazie, Luigi Putzolu.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Ciao Gigi, tutti gli articoli non firmati sono scritti da me. Giorgio

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