Dire che Poggio dei Pini sia un posto speciale potrebbe sembrare una frase fatta, buona per tutte le evenienze e tutte le località. Ogni posto è speciale, cosi' come ogni posto ha i suoi aspetti positivi e negativi.
La storia di tante comunità della nostra isola può essere ricondotta a modelli noti e molti simili tra loro. Pensiamo al borgo agricolo, diffusissimo nelle nostre zone collinari, oppure ai paesi di montagna barbaricini e ogliastrini, ai paesoni dell'hinterland cagliaritano che, da agricoli, si sono trasformati in periferia urbana. Abbiamo anche qualche realtà più cittadina, caratterizzata da una impronta medioevale o di cittadella fortificata costiera. Ngli anni 60-70 , il boom dell'espansione edilizia e turistica ha fatto nascere nuovi centri urbani prima inesistenti. Un modello molto diffuso è quello del centro turistico sul mare e poi altri agglomerati residenziali funzionali alle grandi citta, le cosiddettà lottizzazioni nate con progetti di cementificazione selvaggia, pianificazione poco rispettosa dell'ambiente e servizi spesso malfatti.
La storia di Poggio dei Pini è invece assai diversa, unica. Esattamente 10 anni fa, in occasione del quarantennale della sua fondazione (1967), il CdA di allora ha commissionato all'archeologo Mauro Dadea la stesura di un libro che raccogliesse i documenti e "raccontasse" la storia e l'evoluzione di questo incredibile progetto.
Non si tratta di una sterile autocelebrazione. Da un lato la specificità di questa storia meritava di essere raccontata. Gli anni sono volati e i fatti, che qualche anno fa ci hanno visto protagonisti, si sono trasformati in "storia", senza che quasi ce ne accorgessimo.
Non scriverli significa esporli al rischio di perderli. Un altro fattore molto importante è che solo una minima parte degli attuali residenti ha vissuto in prima persona i tempi pionieristici. Grazie a Dio abbiamo molti giovani a Poggio. Essi, però, nulla sanno di come si è formato questo posto. Non vorrei ripetere la solita frase che la conoscenza del passato ci aiuta a capire il presente e a prepararci per il futuro, ma è proprio così. Insomma l'idea di mettere la storia di Poggio in un libro è una di quelle iniziative la cui opportunità dovrebbe mettere d'acordo tutti.
Purtroppo non fu così. Per oscuri motivi il progetto venne insabbiato e non se ne fece pià nulla.
Quando nel 2009 mi capitò di far parte del CdA, venni a conoscenza di questo progetto abbandonato, scoprendo che era stato fatto un lavoro "ciclopico". Non mancai di scriverlo nel blog, nell'articolo "Il libro che non c'è" del 2012. Dato che il lavoro era completo per l'80% proposi, insieme a Giuseppe Monni, di riattivare l'iniziativa, prendendo contatti con Mauro. Purtroppo il noto ribaltone del 2010, pilotato dagli stessi personaggi che non amavano questo libro, fermò nuovamente l'iniziativa e, come la Bella Addformentata nel bosco, il libro di Dadea cadde nuovamente in un sonno profondo fino a quando, passati altri 10 anni dal suo inizio, arrivarono altri "principi" (molto più brutti di quello della fiaba dei Grimm), che lo riesumarono riuscendo a portarlo finalmente a termine.
Il 5 gennaio 2017 i residenti avranno la possibilità di incontrarsi (h. 18 presso la Cooperativa) per augurarsi un buon anno nuovo, potranno assistere alla presentazione del libro e, successivamente, vedere il nuovo spazio comunitario realizzato presso la ex chiesetta di Poggio, all'estremità del coomplesso Saggianti.
1 commento:
Bravo Giorgio, è come tu dici : un'ottima iniziativa che Poggio meritava.
Sono andato volentieri alla cerimonia di presentazione del libro e non me ne son pentito
( a parte la lungaggine introduttiva del buon Filippini).
E' stata una serata piacevole che mi ha fatto apprezzare oltremodo d'essere "Poggino" e di credere in una comunità unica nel suo genere.
Per un paio d'ore ho potuto respirare aria scevra da quel nervosismo e da quella tensione che negli ultimi anni ha ammorbato la sala riunioni della ns. Cooperativa in occasione di riunioni dei soci e/o assemblee statutarie.
Ben vengano quindi simili iniziative che aggregano le persone e ne rasserenano gli animi.
Bravi tutti e grazie per la piacevole serata che avrebbe meritato la partecipazione di un numero maggiore di soci e familiari.
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