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sabato 21 febbraio 2009

A Poggio ha vinto Soru

Ho già annunciato in un post precedente che a Capoterra il centrodestra ha "stravinto": Cappellacci 57,5%, Soru 38,7%. Vero. Però questo dato non è omogeneo all'interno del Comune. A Capoterra ci sono 20 seggi e, se analizziamo il risultato di dettaglio, emerge una situazione piuttosto interessante.
Nel centro storico di Capoterra, Cappellacci vince con percentuali "bulgare": nei seggi di Via Amendola, Via Battisti e Corte Piscedda prende mediamente il 64% contro il 31% di Soru. A Residenza del Poggio vince invece Renato Soru 52% a 45%. A Frutti d'Oro e Su Loi Cappellacci supera Soru meno nettamente, circa 52 a 45.

Poggio dei Pini e Capoterra

Tirando le somme, esiste una netta spaccatura tra Capoterra centro e le lottizzazioni periferiche ed in particolare con Poggio dei Pini dove, per la precisione, 862 elettori hanno preferito Soru, mentre 769 voti sono andati a Cappellacci.
Come leggere questo risultato? A mio avviso il tonfo di Capoterra centro, che poi ha segnato anche il valore dell'intero comune, è dipeso dall'impatto degli interventi di salvaguardia ambientale (leggi vincoli) sulle imprese che operano nel settore dell'edilizia. Gli imprenditori e i lavoratori di questo settore sono particolarmente numerosi in Capoterra centro.
Se mi concedete la battuta, Soru, Veltroni e il PD sono colati a picco in Sardegna (e successivamente anche in Italia) sotto i colpi di entrambe le categorie dei "muratori", quelli con la cazzuola, e quelli con il "grembiulino". Solitamente queste categorie si trovano su fronti opposti, sia nella società che nella polticia, ma Soru pare sia riuscito nell'impresa di portarli dalla stessa parte.

Non ho mai negato, e chi mi conosce personalmente lo sa fin troppo bene, le mie simpatie per l'ex Patron di Tiscali che comunque ringrazio, da cittadino e da sardo, per quella parte di cambiamento che è riuscito a realizzare e anche per il sogno di un futuro migliore e necessariamente diverso. Il mio tributo, espresso nel giorno della sconfitta, non può che risultare sincero e disinteressato e di certo stride con la frenetica corsa al "leccamento di deretano" a cui assistiamo in questi giorni in tutti i gangli del potere regionale e purtroppo (sob) anche in quello dell'informazione. Ciononostante è evidente che qualcosa è stato sbagliato e forse il voto di Capoterra può fare intravvedere, se non tutti, almeno alcuni dei motivi della disfatta.

Le lottizzazioni costiere

Probabilmente non è possibile impostare un cambiamento così radicale negli obiettivi economici di una regione operando solo dal Consiglio Regionale; forse è necessaria una politica nazionale che spinga, finanzi e progetti questo "cambiamento". Probabilmente il tempo di una legislatura non è sufficiente per intaccare e far ripartire un motore corroso da decenni di caste.

E' anche evidente che Soru ha dovuto combattere contro moltissimi nemici, forse troppi: un'opposizione potente, un sistema dei mass-media clamorosamente schierato contro di lui, un governo di diverso colore politico che, contro ogni regola democratica, non ha esitato a danneggiare palesemente una regione che non aveva la "carte in regola" per ottenere quei diritti che vengono invece elargiti come favori. I soli 7 milioni di euro attribuiti dal governo italiano all'emergenza alluvione di Capoterra ne sono una prova lampante. L'"azzurra" Catania ha ottenuto ben 100 milioni per il problema della "polvere vulcanica". A tutti questi nemici si aggiungano anche i "parenti-serpenti", quei potentati che sono cresciuti e hanno proliferato all'interno delle forze politiche che hanno poi costituito il PD e che non avevano nessuna intenzione di abbandonare il loro vecchio modo di fare politica. Soru aveva dato il via a una svolta globale che smantellava anche quelle sacche di privilegio colorate di rosso. A mio avviso questo già bastava per decretare la sua sconfitta. E' arrivata poi la crisi economica mondiale a dare il colpo definitivo al progetto di Renato Soru. Per molta gente "affamata" la visione "soriana" di soffrire oggi per avere "la gallina domani", molti hanno preferito la promessa di un "uovo oggi".
La lungimiranza si sa, non è dote degli affamati. E' forse per questo che Soru ha vinto a Poggio, dove forse il suo progetto a lungo termine è risultato più convincente. Il messaggio che ne scaturisce potrebbe essere questo: la strada è quella giusta, però è necessario percorrerla garantendo il lavoro a tutti i settori della società.
C'è da chiedersi, a Capoterra, se nel pessimo risultato del centro sinistra abbia influito anche la sfiducia e la censura nei confronti della giunta comunale attualmente in carica.
E il voto di Poggio pro Soru, in così netta controtendenza, come ce lo spieghiamo?
Chiedo ai lettori la loro opinione.

5 commenti:

silvio ceccarelli ha detto...

Chiedo ospitalità in questa pagina di commenti per rispondere al signor Sandro Atzeni che il 19 febbraio ha indirizzato penso a noi "cari signori" il suo punto di vista sull'esito delle elezioni regionali.
Innanzitutto lo devo ringraziare per la sua analisi del voto, seppure non richiesta, perchè da lo spunto per aprire un dialogo. Non le sembra, la sua, un'analisi un po' semplicistica? Il disagio sociale, rappresentato dai 150.000 disoccupati, come dice l'ISTAT, o dai 190.000, come sostiene Cappellacci, sono dovuti unicamente alla politica di salvaguardia dell'ambiente perseguita da Soru? Se permette io temo che il problema sia molto più antico e responsabili siano tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni al governo della Regione, lasciando in eredità bilanci spaventosamente negativi. Senza poi dimenticare la crisi economica che sta colpendo il mondo intero e inevitabilmente si ripercuote, volente o non volente, anche sul nostro territorio.
Lei sembra sposare acriticamente gli slogan che ha lanciato Berlusconi in campagna elettorale. Ma è proprio sicuro che l'amministrazione uscente non abbia fatto il suo dovere? Non abbia fatto gli interessi della Sardegna, a prescindere dal risultato elettorale?
Una cosa cosa invece è certa: che l'ex Presidente ha perseguito il programma e gli obiettivi che si era prefissato senza curarsi di cercare il CONSENSO, immaginando che i Sardi avrebbero apprezzato le decisioni volte a cercare l'interesse collettivo a scapito dell'interesse individuale.
E' suggestiva la sua immagine dei cerchi concentrici del dissenso. Fa venire alla mente il sasso lanciato nello stagno. Il sasso io lo vedo come un'azione di sciacallaggio politico.
Proviamo a fare un piccolo campione di questi personaggi pubblici che ritenevano di avere motivo di risentimento? Diciamo per esemplificare i Presidenti e i consiglieri delle inutili Comunità Montane e dei consorsi industriali senza industrie, le strutture degli altri enti inutili soppressi, gli investitori in mega impiantri turistici destinati a non produrre reddito sul territorio, ma solo danni ambientali, i beneficiari dei corsi di qualificazione professionale che non qualificavano e che non creavano nuovi posti di lavoro, i titolari di imprese di servizi che si sono visti ridimensionare gli introiti sugli appalti(forse erano gonfiati o davano servizi inutili), i NON agricoltori che pretendevano di avere diritto di costruire una casa agricola... e via di seguito. Diciamo che l'ex Presidente ha avuto tanti nemici anche fra chi avrebbe dovuto essere suo alleato.
In quanto al suo ultimo capoverso le ribalto la domanda: siamo sicuri che i Sardi amino la Sardegna? O meglio che i Sardi amino tutti allo stesso modo la loro Regione? Io mi permetterei di dire che chi ha votato Soru sicuramente la ama. Chi la incendia o ne fa una discarica a cielo aperto, chi è disposto a svenderne le coste e i beni identitari sicuramente la ama in modo diverso. Di sicuro Berlusconi (Che non è sardo) non la ama, la usa a suo piacimento, per le sue vacanze, per i suoi interessi economici (che prescindono dagli interessi dei Sardi), per la sua presunzione di eccellere sopra chiunque.
Cordiali saluti.Silvio Ceccarelli.

Giorgio Plazzotta ha detto...

A proposito del numero di disoccupati in Sardegna la situazione è la seguente. Il numero ufficiale è 95.000. Ovviamente il numero reale è superiore perchè, come è sempre stato, non tutti i disoccupati si iscrivono nelle liste. Alcune entità hanno "stimato" il numero reale ovviamente in modo empirico sparando la cifra di 190.000.
A Prescindere da questa stima ciò che non è assolutamente corretto è il confronto, come è stato fatto dal candidato del centrodestra, tra il dato ufficiale del passato e il dato "stimato" di oggi. Si possono confrontare solo i dati ufficiali. Appare chiaro che questo genere di operazioni vengono effettuate a puro fine propagandistico per utilizzare i numero, o in questo caso la disperazione di chi non ha un lavoro, per raggiungere i propri obiettivi politici.

LIUCCA ha detto...

Ciao Giorgio

Mi ha molto colpito una cosa del tuo articolo, tu parli di FAME! Ho paura, ho paura perché sono giunto alla tua stesa conclusione.
Quello che mi preoccupa maggiormente, però, e che questa fame accomuna sia la destra che la sinistra.
Sapere che ha vinto il centrodestra non mi porta a concludere che al banchetto si ciberanno soltanto i vincitori. Ci saranno anche gli altri, quelli che hanno lasciato che qualcuno si impossessasse della Sardegna. Bada, non è stata presa con arroganza, c’è stata una gentile richiesta : “mi consenta” . Cappellacci ha vinto perché la sinistra ha lasciato che vincesse, ha vinto perché anche a sinistra avevano fame e solo uno ha mandato gli inviti al banchetto.

Sandro Atzeni ha detto...

Per favore, non facciamo finta di non capire o non sapere che insieme ai disoccupati il disagio sociale annovera anche cassaintegrati, lavoratori precari e quelli di aziende in sentore di chiusura, i numeri si dilatano ben oltre le cifre da voi indicate. La mia analisi è semplice ma veritiera, se mi si promette lavoro e sviluppo, quello deve essere e tutto il resto viene dopo, non mi interessano le amministrazioni che si sono succedute, un impegno è sacrosanto altrimenti la persona che ha promesso non è credibile e non ha il diritto di chiedere ancora fiducia. Non tiriamo in ballo la crisi economica che' è cosa recente, Soru l'abbiamo dal 2004. Andate a rileggervi il programma di quel periodo di "Sardegna Insieme" . Proprio perchè tutti credevamo che Soru fosse una persona speciale, il suo programma non doveva essere disatteso come fanno gli altri, i sardi gli avevano creduto. Per quanto riguarda l'elenco delle cose che ha fatto, non riferitele a me ma ditele ai disoccupati che hanno altro a cui pensare, sono tutte cose che possono interessare solo chi già sta bene e non teme per il suo futuro ed è il medesimo motivo per cui si è avuto un risultato opposto fra Capoterra e le lottizzazioni ed è sempre lo stesso motivo per cui ai cittadini di Capoterra sono invisi quelli delle lottizzazioni.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Vorrei solo precisare che dicendo "fame" non intendevo riferirmi a una effettiva indigenza ma alla generale carenza di lavoro, alla diminuzione delle risorse economiche delle famiglie, alla preoccupazione per il futuro etc. Questi problemi ovviamente affliggono anche le famiglie di Poggio dei Pini che pero' MEDIAMENTE hanno un reddito più elevato e quindi diciamo che si trovano meno con l'acqua alla gola.

Sandro ritengo che il tuo ragionamento sui rapporti tra i capoterresi del centro e delle frazioni, in particolare Poggio, meriterebbe una discussione molto ampia. Ti inviterei pero a riflettere anche sull'atteggiamento di presuntuosa superiorità che hanno molte persone e che viene ripagato con una meritata avversione.
Queste persone, con la loro superbia, danneggiano il tessuto sociale del posto in cui viviamo, alimentando la divisione tra la gente. Non valgono di più di quegli idioti che mettono gli incendi ogni anno a Poggio o diffondono falsità nella speranza che il lago venga prosciugato. Dovremmo farli tacere e possibilmente evitare che ci rappresentino ufficialmente.

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