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giovedì 23 luglio 2009

La nuova condotta lungo il lago: rispetto della normativa e salvaguardia ambientale

La posa della nuova condotta idrica che collega il rione di Pauliara alla rete del Flumendosa, attraversando il bordo lago, è stata ultimata. Guardando l'aspetto attuale della delicata area in cui è passata questa nuova conduttura e immaginando come avrebbe invece potuto essere se si fossero effettuate scelte differenti, a me pare evidente come l'ambiente sia stato rispettato nel miglior modo possibile.
Dato che però qualcuno ha sollevato lo stesso delle critiche che mi sono sembrate del tutto prive di fondamento, non essendo un tuttologo, ho raccolto presso alcuni esperti del settore ulteriori informazioni che possono aiutare a comprendere ancora meglio le caratteristiche di questo intervento. In particolare qualcuno ha detto che la condotta non doveva passare dalla pineta e che il percorso lungo la sponda era peggiore rispetto all'attraversamento della zona boscata.
Anche adesso che faccio ora parte del CdA della Cooperativa di Poggio questo blog manterrà la sua caratteristica di essere aperto ai contributi, anche critici, dei lettori. Tutto è perfettibile e soprattutto la partecipazione può aiutare a sbagliare meno. Quello che dovrebbe essere a mio avviso evitato, però, è la critica "per sport", il bastiancontrarismo sistematico esercitato senza portare elementi o addiruttura portandone di errati. In questo modo si confondono i lettori. Si rischia di vanificare l'utilità di uno strumento che può dare la parola a tutti ma deve mantenere anche un livello accettabile di veridicità.
La premessa è che l'acquedotto Abbanoa che porta l'acqua del Flumendosa a Poggio dei Pini arriva al grande serbatoio che si trova nella collina di Su Sinzuru (Antenne sa Birdiera) e da quel punto serve tutto il nostro centro residenziale. Per giungere a Pauliara la condotta attraversava il canale scolmatore presso La Terrazza e seguiva il corpo diga, per poi diramarsi nelle strade del rione.
Le condotte idriche per legge non possono attraversare le dighe in terra (è vietato) né possono essere posate in zone ad elevato rischio idraulico. Le tubazioni vanno posate ad una profondità tale da scongiurare il pericolo che una alluvione possa tranciare i tubi e devono essere protette con dei rivestimenti di calcestruzzo, infine il letto del fiume va ripristinato morfologicamente con appositi accorgimenti, sempre molto costosi.
Nella condizione attuale del Rio San Gerolamo a valle della diga, tutta la zona è a forte rischio idraulico, pertanto non era assolutamente pensabile che il Genio civile autorizzasse attraversamenti del canale sfioratore, né dell’alveo a valle del canale stesso in quanto sarebbe stato necessario fare una relazione di compatibilità Idraulica, ai sensi del PAI, a firma di un ingegnere e di un geologo che attestassero, sulla base dell’art. 23 delle Norme di Attuazione del PAI, la perfetta compatibilità idraulica delle opere stesse.
In particolare, secondo le norme del PAI, le opere da realizzare entro gli alvei fluviali devono rispettare tutta una serie di rigide prescrizioni :
  • non devono peggiorare le condizioni di funzionalità del regime idraulico del reticolo idrografico, non aumentando il rischio di inondazione a valle;
  • non devono compromettere la riduzione o l’eliminazione delle cause di pericolosità o di danno potenziale né la sistemazione idrogeologica a regime (finale);
  • non devono aumentare il pericolo idraulico con nuovi ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacità di invasamento delle aree interessate;
  • non devono escludere la possibilità di formazione di nuove aree esondabili e di nuove aree permeabili;
  • non devono interferire con gli interventi previsti (o da attuarsi in futuro) dagli strumenti di programmazione e pianificazione di protezione civile;
  • non devono incrementare le condizioni di rischio specifico idraulico degli elementi vulnerabili interessati;
  • devono garantire condizioni di sicurezza durante l’apertura del cantiere, assicurando che i lavori si svolgano senza creare, neppure temporaneamente, un significativo aumento del livello di rischio o del grado di esposizione al rischio esistente.

Nelle condizioni attuali dell’alveo a valle della diga, appare ovvio che tale compatibilità idraulica non poteva essere attestata da alcun professionista, in quanto la condotta avrebbe costituito sicuramente un ostacolo al normale deflusso delle acque.

Le condotte di queste dimensioni e caratteristiche non sono soggette allo Studio di Impatto Ambientale, perché né la normativa nazionale (DPCM 27/12/1988) né quella regionale lo prevedono (Deliberazione n. 24/23 del 23/04/2008 – Allegato B1 prevede che siano sottoposti a procedura di VIA regionale solo gli acquedotti con lunghezza > 20 km). Inoltre per quest’ultima normativa vale anche quanto disposto dall’ art. 4 – Interventi esclusi - in cui si legge che “Non sono sottoposti a procedura di VIA i singoli interventi disposti in via d’urgenza, ai sensi dell’art. 5, commi 2 e 5 della L. 24/02/1992 n. 225 al solo scopo di salvaguardare l’incolumità delle persone e di mettere in sicurezza gli immobili da un pericolo imminente o a seguito di calamità” .



Si ricorda infine che a seguito dell’emanazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3711 del 31/10/2008 tutti gli interventi sulle opere fognarie e idriche sono dichiarati indifferibili, urgenti, di pubblica utilità e costituiscono varianti al piano urbanistico vigente; inoltre il Commissario per l’Emergenza Alluvione 2008 per i progetti di opere incidenti su beni sottoposti a tutela (ai sensi del D.Lgsl.vo n. 42 del 22/01/2004 quali boschi, fiumi, laghi ecc.), ha facoltà di derogare alle procedure anche per eventuali vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e può derogare a numerose disposizioni di legge.
Questo significa che se il Commissario avesse voluto, avrebbe anche potuto imporre ad Abbanoa di attraversare tutta la pineta per realizzare al più presto la condotta anche se la pineta fosse sottoposta ad un vincolo per la presenza di un bosco.

Il CdA attuale, dopo aver effettuato alcuni sopralluoghi alla presenza dei tecnici della ditta e dell’Ufficio Tecnico della Cooperativa e dopo aver contatto la Direzione Lavori di Abbanoa, ha scelto di evitare di far passare la condotta dentro la pineta. Infatti si è appurato che il tracciato previsto dal progetto avrebbe comportato un danno molto più consistente dell’attuale soluzione tecnica, con la condotta posata lungo la sponda prospiciente il lago, sotto la quota del sentiero.

Si è constatato, infatti, che la soluzione prospettata mesi fa da Abbanoa alla Cooperativa (gennaio 2009) prevedeva oltre al taglio di numerose essenze arboree ed arbustive (pini, ginepri, sughere, lecci, corbezzoli, mirto, lentisco, fillirea, ecc.) anche l’utilizzo di mezzi di cantiere che, per le loro dimensioni (3-3,5 m) e per le condizioni di utilizzo (spazio necessario per la movimentazione dentro la pista), avrebbero dovuto realizzare uno sbancamento della larghezza variabile tra i 5 e i 7 m e della profondità variabile tra i 2-3 m. Per il tipo di scavo realizzato sarebbe stato necessario accedere alla pista anche con dei camion per allontanare i detriti, per posare la condotta e per realizzare i necessari tombini in corrispondenza di sfiati e scarichi (necessari per il corretto funzionamento della condotta). Tali operazioni avrebbero comportato la destabilizzazione del versante granitico, che in alcuni punti presenta una pendenza > 30% , con conseguenti problemi di stabilità non solo del sentiero (che sarebbe diventato una pista), ma anche del versante soprastante la pista stessa, e avrebbero innescato grossi problemi di erosione lungo la sponda del lago con conseguente trasporto di masse di detriti dentro il lago alle prime piogge autunnali. Inoltre a causa dell’età delle piante, delle dimensioni delle radici e della stagione secca, nessuna delle piante espiantate e reimpiantate (come richiesto dal Corpo Forestale) sarebbe sopravissuta ad una operazione del genere.

Il motivo per cui si è optato per il tracciato più basso sul bordo della sponda del laghetto è dovuto a quattro motivi:

  1. la sponda è molto meno acclive e permette l’effettuazione di uno scavo assai contenuto;
  2. l'impatto in termini di perdita di essenze di pregio è quasi del tutto assente;
  3. non si innescano erosioni e dissesti sul versante soprastante il lago;
  4. la vegetazione palustre, formata da canne e vegetazione di tipo essenzialmente erbaceo e arbustivo, a continuo contatto con le acque del lago, ha una capacità di ripresa vegetativa molto maggiore delle specie forestali. Tutti sappiamo che la canna comune dopo qualche settimana dal suo taglio, riesce a rigettare immediatamente e a vegetare più rigogliosa di prima.

A maggiore garanzia del ripristino immediato della fascia interessata dalle operazioni di posa della condotta, è stato chiesto che l’ impresa esegua una risistemazione della sponda del lago (peraltro ora visibile solo perché il livello dell’acqua è molto basso), mediante anche l’ impiego di tecniche di ingegneria naturalistica, con l’utilizzo di una biostuoia opportunamente ancorata a monte e a valle, che ha la capacità di favorire la stabilizzazione della zona scavata e di agevolare la ricrescita delle essenze naturali palustri.

La creazione di una pista dentro il bosco era stata vista, inizialmente, come la soluzione ai problemi di isolamento di Pauliara, poichè si pensava di sfruttare il lavoro dell’impresa per la creazione di un vero e proprio stradello che avrebbe facilitato tale collegamento pedonale. In realtà i danni e l’impatto in termini vegetazionali e geomorfologici hanno sconsigliato tale opzione, in quanto la realizzazione dei lavori secondo le modalità previste dall’appalto non fornivano rassicurazioni circa la tutela dell’ambiente naturale.

In ogni caso la sistemazione dello stradello e la sua migliore fruizione, resta un obiettivo di questo CdA. La realizzazione di un vero e proprio sentiero ciclo-pedonale magari anche regolarizzato e illuminato opportunamente , sollecitato anche da numerosi residenti di Pauliara, verrà affrontato e risolto quanto prima, insieme a tutte le altre questioni attinenti alla sistemazione definitiva della viabilità danneggiata dall’alluvione.

12 commenti:

silvio ceccarelli ha detto...

L'informazione mi è piaciuta molto, complimenti.

Vorrei ora chiedere precisazioni su almeno due punti.

Mi sembra che le squadre di operai che lavorano nelle strade sia drasticamente diminuita e, è sempre la mia impressione, si spostano da un punto all'altro senza aver concluso un lavoro. Vedo le cappelle ed i coperchi dei sifoni appoggiati nelle vicinanze mentre l'unica ruspa e tre operai si spostano da una parte all'altra della lottizzazione. Ripeto sono impressioni, ma c'è un programma di lavoro per concludere i lavori nel più breve tempo? Qualcuno controlla, spinge, incalza o lasciamo che vadano a ritmi rallentati?

Il secondo punto. Sono tre giorni che hanno di nuovo bloccato la strada 26, la qual cosa ci costringe ad un percorso ad ostacoli per la collina di sa birdiera, dove dei soci altamente menefreghisti lasciano le vetture parcheggiate lungo la strada, anche in curva e nei pressi dell'incrocio. Non era veramente possibile rimuovere gli sbarramenti quando gli operai lasciano il cantiere alla fine della giornata? Per rimetterli magari il giorno successivo se avessero di nuovo necesità di fare interventi su quella strada?

Forse è chiedere troppo. Vorrebbe dire aspettarsi rispetto per il prossimo che sembra un valore ormai dimenticato.

Buonanotte a tutti. Silvio

giacomo ha detto...

TUTTOLOGI ED ESPERTI INCOMPETENTI.

vorrei sapere chi è il relatore di questa bellissima analisi, almeno così sappiamo chi ha deciso di far passare una condotta in un posto rischioso e dannoso.

Dai pubblicalo il mio precedente articolo, togli quelli che credi siano degli insulti...:)


Io propongo di illuminare tutto il lago per far vedere che siamo bravi.

Proposte

si crei subito un organo o un comitato per l'ambiente, ancora oggi i soli che stanno creando dei gruppi sono Carlo Congiu, Manuele Levanti e Aldo Piras.

ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Caro Giacomo
se ti riguardi il curriculum dei componenti il nuovo CdA troverai le competenze relative sia al'idrologia che alle problematiche botanico-forestali. Non mi è invece molto chiaro il significato della qualifica di "naturalista" che ti sei attrbuito. Che vuol dire, amante della natura?
Per quanto riguarda gli insulti contenuti nel tuo precedente post 8e in altri precedenti) credo che tu sia abbastanza maturo per poterli eliminare da solo. sappi comunque che non sono disposto a permettere che il blog venga usato per diffondere informazioni errate su argomenti che interessano tutti quanti.
Idee, aspettative, ipotesi, opinioni, quante ne volete (rispetando il prossimo), ma quando si scrivono informazioni vi invito cortesemente a fare in modo che siano veritiere e di riportare gli opportuni riferimenti a supporto delle proprie tesi per far si che il lettore abbia modo di valuare anche autonomamente la correttezza di quanto viene scritto. Se non si è documentati (come mi capita spessissimo) è sempre possibile porre quesiti o formulare ipotesi.
Personalmente sono molto soddisfatto del fatto che prima della stagione calda il problema fogne sia stato risolto da Abbanoa, sono soddisfatto della maggior parte dei lavori eseguiti dal Genio Civile e sono anche soddisfatto della soluzione che i miei colleghi del CdA hanno ideato per mantenere intatta la pineta di Pauliara che tu hai definito "selvaggia".

giacomo ha detto...

Concludo questa polemica infinita, per i due laghi servirebbe una pianificazione che tenga conto dei tanti aspetti strettamente legati alla natura, prevedendo delle zone con delle categorie, come già detto delle zone fruibili e delle zone tutelate proprio per rispetto della natura intesa come insieme di fattori, come si fa in tutti i parchi di questo mondo, sia quelli delle città che quelli più lontani, perchè soltanto in questo modo si potrà godere della natura facendo una splendida passeggiata, questa era la mia proposta inziale, se qualcuno la volesse raccogliere farebbe bene, in quelle zone tutelate la natura farà il suo corso senza aiuti ma con la sola molta attenzione.

ciao Giacomo

gianleonardo corda ha detto...

Neppure io sono un tuttologo, cerco di fare il mio lavoro nel migliore dei modi, applicando la passione e la competenza che derivano da anni di onesto e rigoroso (oltrechè faticoso) studio.
Tuttavia mi infastidisco non poco quando qualche saputello, e il modo ne è pieno, viene a dirmi cosa della mia azione è bene fare o non fare.
Non è poca disponibilità alle critiche, semmai il disagio rilevare quando queste non hanno fondamento alcuno, poichè mosse al solo scopo di disturbare.
Tutti possiamo sbagliare, ovviamente, ammetto pure che la presunzione di avere la verità in tasca sia forte in tutti noi, ma a volte mi pare che certe obiezioni siano solo ad esclusivo uso di chi le muove, tanto per far sentire la propria voce.
Detto questo non mi intendo di idraulica, tantomeno di lavori edili, mi sento di affernmare però che la soluzione adottata per riportare l'acqua ai nostri amici del rione Pauliara sia la migliore possibile sotto tutti i profili, compreso quello fondamentale del buon senso.
Per finire ammetto anche la mia ignoranza, dalla quale discende, sicuramente, anche un pizzico fastidiosa presunzione.
Al nuovo Cda mi permetto di consigliare una veloce, ove possibile, soluzione del problema strade, lo dico con interesse di parte: i miei ragazzi non possono più girare liberamente, ed in sicurezza, nel nostro meraviglioso territorio, se non riempiendosi i polmoni di polvere tanto rustica quanto dannosa.

gianleonardo corda ha detto...

Neppure io sono un tuttologo, cerco di fare il mio lavoro nel migliore dei modi, applicando la passione e la competenza che derivano da anni di onesto e rigoroso (oltrechè faticoso) studio.
Tuttavia mi infastidisco non poco quando qualche saputello, e il modo ne è pieno, viene a dirmi cosa della mia azione è bene fare o non fare.
Non è poca disponibilità alle critiche, semmai il disagio rilevare quando queste non hanno fondamento alcuno, poichè mosse al solo scopo di disturbare.
Tutti possiamo sbagliare, ovviamente, ammetto pure che la presunzione di avere la verità in tasca sia forte in tutti noi, ma a volte mi pare che certe obiezioni siano solo ad esclusivo uso di chi le muove, tanto per far sentire la propria voce.
Detto questo non mi intendo di idraulica, tantomeno di lavori edili, mi sento di affernmare però che la soluzione adottata per riportare l'acqua ai nostri amici del rione Pauliara sia la migliore possibile sotto tutti i profili, compreso quello fondamentale del buon senso.
Per finire ammetto anche la mia ignoranza, dalla quale discende, sicuramente, anche un pizzico fastidiosa presunzione.
Al nuovo Cda mi permetto di consigliare una veloce, ove possibile, soluzione del problema strade, lo dico con interesse di parte: i miei ragazzi non possono più girare liberamente, ed in sicurezza, nel nostro meraviglioso territorio, se non riempiendosi i polmoni di polvere tanto rustica quanto dannosa.

giacomo ha detto...

Ciao, ti prego di moderare i termini Gianleonardo, ti ricordo che anche un altra persona mi aveva definito saputello pur avendo torto da vendere ( seconda micro alluvione ) parla del tuo sapere che al mio ci penso io, è il mio parere è limpido com l'acqua ed è frutto della mia esperienza, non penso che ti debba presentare il mio curriculum perchè non mi rappresenti nulla, e non conosci per niente quella zona, non solo ma fai parte anche tu di una associazione che ha come scopo anche quello di tutelare la natura, ma forse non te ne sei ancora accorto.

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Mi pare veramente assurdo che si sia innestata una polemica su una operazione di questo tipo. Anche se in generale io sono per la massima libertà di espressione, devo anche tutelare il diritto di tutti i lettori di non perdere il proprio tempo leggendo sterili polemiche e affermazioni errate che creano solo confusione e obbligano a costanti rettifiche.
Invito tutti i lettori che dovessero portare nuovi elementi di conoscenza di farlo fornendo anche qualche riferimento che supporti le proprie tesi, oppure si esprimano ipotesi e teorie, si pongano quesiti. Grazie

gianleonardo corda ha detto...

Giorgio ti ringrazio per l'ospitalità che offri alla mie poche idee.
In una comunità possono esistere e convivere opinioni diverse sulle quali è giusto discutere, ma esistono anche diritti primari da soddisfare, sui quali ogni discussione o sottilizzazione pare superflua.
Ribadisco che non sono un'esperto di ingegneria idraulica, come tantissimi cittadini che risiedono a Poggio, conosco abbastanza il luogo e mi sono immedesimato nella condizione di chi, abitando a Pauliara, potrebbe alla prossima e non augurabile alluvione, trovarsi nuovamente senz'acqua.
Mi è parso che la soluzione adottata da questo Cda,in mezzo ai mille problemi da risolvere e supportata da un'esaudiente relazione tecnica, sia la migliore possibile.
Ho sentito pareri contrari ma non ho letto, ne sentito, proposte alternative o altrettanto valide.
Forse sarebbe stato necessario un referendumo per la posa di una condotta idrica? Può darsi!
L'amore per questo territorio ci porta qualche volta su posizioni apparentemente contrastanti, a delle esegerazioni, nessuno però, a mio avviso, può assegnarsi la patente di massimo tutore dell'ambiente, poichè questo lo si rispetta in maniera diversa e con la buona fede che viene riconosciuta alle persone perbene, così come l'armonia più volte invocata si costruisce cercando anche di accettare opinioni differenti dalle nostre.
Nessuna polemica, piuttosto un leggero disagio nel constatare che la mentalità del "..quello che fanno gli altri è sembre sbagliato.." non riesce proprio a sparire.

gianleonardo corda ha detto...

Giorgio ti ringrazio per l'ospitalità che offri alla mie poche idee.
In una comunità possono esistere e convivere opinioni diverse sulle quali è giusto discutere, ma esistono anche diritti primari da soddisfare, sui quali ogni discussione o sottilizzazione pare superflua.
Ribadisco che non sono un'esperto di ingegneria idraulica, come tantissimi cittadini che risiedono a Poggio, conosco abbastanza il luogo e mi sono immedesimato nella condizione di chi, abitando a Pauliara, potrebbe alla prossima e non augurabile alluvione, trovarsi nuovamente senz'acqua.
Mi è parso che la soluzione adottata da questo Cda,in mezzo ai mille problemi da risolvere e supportata da un'esaudiente relazione tecnica, sia la migliore possibile.
Ho sentito pareri contrari ma non ho letto, ne sentito, proposte alternative o altrettanto valide.
Forse sarebbe stato necessario un referendumo per la posa di una condotta idrica? Può darsi!
L'amore per questo territorio ci porta qualche volta su posizioni apparentemente contrastanti, a delle esegerazioni, nessuno però, a mio avviso, può assegnarsi la patente di massimo tutore dell'ambiente, poichè questo lo si rispetta in maniera diversa e con la buona fede che viene riconosciuta alle persone perbene, così come l'armonia più volte invocata si costruisce cercando anche di accettare opinioni differenti dalle nostre.
Nessuna polemica, piuttosto un leggero disagio nel constatare che la mentalità del "..quello che fanno gli altri è sembre sbagliato.." non riesce proprio a sparire.

giacomo ha detto...

Ciao, intanto le alternative c'erano e le ho scritte, peccato che non sono pervenute in questo blog, la scelta di far passare in quel lato del lago non è di questo cda, ma dell'altro,per me era una scelta sbagliata sin dall'inzio e lo scrissi, purtroppo poi quando una cosa nasce male ogni azione tende a peggiorarla, di cose invece che non vanno ne sono anche uscite fuori altre, di naturalsistiche e di tecniche, ora chiaramente senza discorsi in politichese e proclami passionali tesi ad avere il plauso degli abitanti di pauliara ( dove abito ), ridico che è stata una fesseria far passare la condotta li nel lago, è stata una fesseria farla passare lungo un canneto che era intoccato, così come molto probabilmente è stata una fesseria farla passar
e vicino alla spalla della diga e dove probabilmente vige anche un divieto di legge per questioni di sicurezza e di salvaguardia della diga stessa, ma quest'ultima cosa è da verificare meglio.

L'alternatva era fargli percorrere il tracciato sotto strada vicino al bar, e poi farla passare sotto l'alveo del fiume dove c'è il guado , farla passare ad una profondità di circa 2 mt. e forse si sarebbe anche fatto meno lavoro.


ciao Giacomo

Stefano Fratta ha detto...

Mi pare che non ci fosse una alternativa altrettanto pratica e sicura per minimizzare i danni possibili alla pineta. Non mi pare che si possa fare un referendum per ogni metro di tubo posato o per ogni fosso scavato, altrimenti si inciampa ad ogni passo (lento...).
Stefano Fratta

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