Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

mercoledì 4 gennaio 2012

Il ponte, il guado, lo stradello e il cammello

E così siamo arrivati al 2012, l'anno del disastro preannunciato dai Maya. Noi a Capoterra, perlomeno ci arriviamo già allenati. Il Ponte di Pauliara doveva essere consegnato il 15 dicembre scorso e a quest'ora probabilmente avremmo visto le imprese lavorare sulle ultime rifiniture relative alla strada di accesso e a prepararsi per una imminente inaugurazione. Invece è ancora tutto esattamente com'era il 17 ottobre 2011 giorno in cui si è verificato l'incredibile e inaspettato "collasso" della struttura in cemento armato, evento su cui vi ho informato in anteprima qui nel blog. In quell'occasione avevo espresso le mie preoccupazioni su un  sensibile ritardo nella consegna del ponte che avrebbe potuto essere provocato non solo dal tempo necessario a sistemare quanto era stato danneggiato, ma soprattutto dalla burocrazia che poteva abbattersi anche su questo problema.
Dopo circa una settimana da quell'evento l'impresa costruttrice e la Cooperativa ci avevano informato affermando che il problema AVREBBE potuto essere risolto nel giro di un mese, ma che dico un mese, anche solo tre settimane
Ora, ci mancherebbe, non è certamente colpa della Cooperativa se i lavori hanno subito questo ritardo. La Cooperativa e l'attuale presidente Sanna  hanno sicuramente fatto le dovute pressioni presso gli organi competenti, cercando per rappresentare gli interessi dei residenti. Non siamo più nel periodo in cui alcuni talebani locali attribuivano alla Cooperativa tutto ciò che andava storto, come ad esempio la riduzione della pressione idrica  effettuata senza preavviso da Abbanoa , o la minaccia di chiusura del guado (terreno demaniale) da parte del Genio e del Comune. Ora i tempi sono più tranquilli, merito dei talebani che si sono calmati (dove sono andati?).  Non trovo però ne corretto ne serio informare propinando favole ottimistiche, ma irrealizzabili. Anche in questo caso l'amministrazione poggina appare retta da personaggi che si mostrano tinti di rosso, ma poi alla fine utilizzano le stesse tattiche di Silvio Berlusconi. 

Purtroppo, come appare evidente, lo stop non è stato di tre settimane, ma di tre mesi. Da quel giorno, infatti, nel cantiere non si è mossa una foglia. Pare che le operazioni riprenderanno in questi giorni. Si cercherà di "recuperare" la struttura collassata, riportandola nella posizione corretta utilizzando un sistema  di tiranti. Non sono un esperto ma alcune persone hanno espresso forti dubbi sul fatto che questa operazione possa avere successo senza conseguenze inaccettabili. Ricordiamo che si tratta di un lavoro pubblico con tanto di capitolato, collaudo etc e non di una ammaccatura alla nostra macchina che possiamo decidere di far sistemare alla bell'e meglio dal carrozziere. Se il tentativo non dovesse avere successo immagino che l'impresa dovrà procedere con la demolizione della struttura danneggiata ed il suo rifacimento ex novo. Operazione ovviamente molto più costosa che si cerca di evitare, lo capisco. Ma di tempo ne passerà e questi mesi di ritardo si andranno a sommare agli altri TRENTOTTO MESI, cioè da quando una intera comunità affronta il disagio dell'attraversamento di guadi da terzo mondo o di tratturi pieni di buche. 
Mi auguro che questa situazione sia ben chiara nelle menti dei burocrati che con le loro scartoffie stabiliscono i ritmi di ciò che viene deciso ed eseguito. 
Oggi si parla di Maggio 2012. Voi ci credete? 

Non potendo contare sul ponte, si accendono ancora una volta i riflettori sulle alternative: il guado e la viabilità secondaria
Veniamo al guado. Più passa il tempo e più la gente si rammarica per la mancata realizzazione del famoso ponte militare che avrebbe potuto rappresentare una soluzione ideale, per quanto provvisoria. Oggi siamo in grado di dare un valore numerico a questa provvisorietà: quattro anni. Quel ponte militare che non c'è mai stato sarebbe servito per ben quattro anni. Forse non serve cercare di capire perchè, o forse invece sarebbe giusto capire chi decide sulla testa dei cittadini. Nella totale assenza di notizie e di risposte, fonti attendibili affermano che i militari, quel ponte lo avrebbero messo a disposizione ma nessun soggetto che aveva in quel momento l'autorità di autorizzare l'intervento si prese la responsabilità di richiedere la sua posa e quindi di mettere la sua firma su un attraversamento stradale che, a quel punto, sarebbe diventato "ufficiale". Invece li nel guado, l'attraversamento è da sempre "non ufficiale" e pertanto improprio, vietato, non autorizzato, illegale. In questo modo nessuno si è preso alcuna responsabilità all'insegna di quel "e chi me lo fa fare?" che sembra pervadere le amministrazioni pubbliche italiane. Chi abita a Pauliara o chi ci deve andare non ha molta scelta. O passano da li oppure devono fare 14 km.  
Intorno al guado da tre anni è partito il gioco dello scaricabarile, con il Genio Civile che scrive al Comune "il guado deve essere chiuso", il Comune cerca di passare la patata bollente alla Cooperativa per via del fatto che da sempre non muove un dito a Poggio dei Pini, ma la Coop, comprensibilmente, non ci sta a rimanere con il cerino in mano e fa ripartire la ruota rispondendo "la gestione della viabilità non è di mia competenza, intervenite voi". In questo modo tutti hanno scritto la propria letterina e hanno un pezzo di carta con cui giustificarsi se capita qualcosa. Questa reazione, a mio avviso del tutto giustificata, è stata adottata sia dal Presidente Calvisi che da Cocco, forse anche Sanna (non pervenuto). 
Nel clima di contrasto che si vive a Poggio da quando la leadership della lobby locale è stata messa in discussione da un numero consistente di soci, anche il guado è utilizzato per la propaganda basata sul fango. Ecco quindi che sulle problematiche legate alla sua manutenzione di scatenano le dicerie calunniose più disparate. Abbiamo detto dello scaricabarile di responsabilità, del fatto che l'alveo (il pratica gran parte del terreno che viene percorso dall'acqua durante le piene) è di proprietà demaniale, che sebbene le strade siano ancora si proprietà della cooperativa, la gestione della viabilità e della sicurezza stradale è una competenza comunale. In pratica posare materiali nel  letto del fiume ed effettuare interventi atti a consentire la circolazione stradale in un luogo considerato pericoloso espone chiunque a una responsabilità non da poco. Tale responsabilità è stata sottolineata per iscritto al presidente Cocco anche da un  amministratore della cosiddetta "vecchia guardia". Nonostante ciò da qualche tempo viene messa in giro la voce che ad impedire la sistemazione del guado sia il consigliere Giuseppe Monni che non c'entra proprio niente oltre a non avere da tempo (dal ribaltone) alcuna voce in capitolo. E' evidente che i cittadini pensano soprattutto al disagio provocato dalla strada dissestata ed è chiaro anche il motivo per cui a pochi mesi dalle elezioni poggine, si raccontino delle fandonie nel tentativo di scaricare il fango sui "nemici", tattica che a Poggio è molto praticata e si esercita nei bar o nel porta a porta dove i "verba volant" e non nei blog dove gli "scripta manent".  
In questi tre anni che diventeranno quattro,  ogni tanto "qualcuno" ha sistemato il guado, ma i cittadini devono capire che questa operazione non poteva essere fatta e non può essere pretesa la violazione della legge a nessun amministratore. 

Il terzo elemento del trittico legato alla viabilità con Pauliara riguarda le strade alternative. In questo caso le responsabilità ci sono e sono molto chiare. Quando il guado è impercorribile a causa della piena, il collegamento con Pauliara è garantito solo dalla strada dei Genovesi o dallo stradello a fondo naturale che passa per l'ex azienda agricola.  E' chiaro, quindi, che da oltre tre anni, queste due strade secondarie sono diventate molto importanti e utili, perdipiù in una situazione di disagio per la popolazione provocata da una catastrofe naturale.  Cosa ha fatto il Comune retto da 11 anni da una maggioranza che nelle demagogiche riunioni di partito si riempie la bocca di paroloni come "solidarietà" , per migliorarne la viabilità? Quasi niente. E passi che il ponte non l'hanno voluto fare perchè si trattava di un'opera troppo difficile (ponte da 50 metri) ma sistemare due stradine dovrebbe essere alla portata di un comune di 25.000 abitanti pure gemellato con Peschiera del Garda (esti....).  Il bello è che c'erano anche le elezioni comunali in mezzo ma i poggini sono così poco furbi e divisi dai vari capopopolo da non avere ottenuto nemmeno la sistemazione di queste stradine. Era però arrivata, poco prima delle elezioni, la concessione del parco giochi alla Parrocchia. 
Non ci vogliono certo milioni di euro per sistemare una strada già asfaltata come quella dei Genovesi che porta  a Rio S. Girolamo (banchine pericolose). Lo stradello a fondo naturale poteva essere ricoperto spendendo un paio di migliaia di euro con un materiale legante che resiste a lungo alle intemperie. Invece ci sono passati due volte con il greeder spargendo normale terra che è stata dilavata dopo due settimane. Dopo l'intervento del comitato "Noi Per Poggio", che ha raccolto oltre trecento firme di cittadini esasperati, dal Comune è arrivata la promessa di asfaltare questa stradina. Scusate ma a questo punto PRIMA VEDERE POI DARE CAMMELLO perche di promesse ne ho già sentite fin troppe. 

3 commenti:

giacomo ha detto...

Se stanno agendo vuol dire che hanno capito lo sbaglio, se hanno capito lo sbaglio vuol dire che si sa chi ha sbagliato, non lo dico per colpevolizzare ma perchè si dovrebbe sapere che cosa è successo anche per capire se il rimedio è sicuro o è invece una cavolata sopra un'altra ( ipotesi più accreditata ) , tipica tradizione locale che continua imperterrita anche nel secolo che viviamo, chiaramente senza mai vedere i responsabili.

Mi sembra poi che le colpe si stanno dando troppo facilmente all'impresa,almeno io sento queste voci, in generale le imprese tendono a usare meno materiale, quindi il crollo dovrebbe essere avvenuto per il troppo peso ( troppo materiale ) o per la non giusta esecuzione quindi da una analisi parziale sarebbe difficile che sia avvenuta questa ipotesi.

Se non è stata giusta l'esecuzione invece la colpa è sempre del direttore dei lavori.

Se invece è crollato e tutto è stato realizzato a Regola D'Arte vuol dire che o i calcoli sono sbagliati o che l'acciaio usato non è conforme ( ipotesi meno credibile ).

Comunque ogni volta che c'è di mezzo la regione sorda ( nota: Sa traccas de is molentis ) le cose sono gestite in una maniera nebbiosa .

Forse questo crollo voleva dirci a tutti che questo ponte ha una storia lunga che parte da prima dell'alluvione e che anche nel dopo alluvione ha subito dei ritardi compreso il fatto che esisteva un progetto molto meno costoso che stranamente è stato snobbato.

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

non so a quale voci ti riferisca e credo che almeno a noi le colpe interessino poco. vogliamo questo ponte al più presto possibile e se ci sono stati inconveniente perlomeno che non si perda tempo per scartoffie ma solo per lavorare. per quanto riguarda l'origine del problema io mi chiedo se la struttura metallica sia stata posata tutta intera oppure se sia stata divisa in due (come ho sentito) e in questo modo sarebbe stata indebolita nel punto centrale.

giacomo ha detto...

Infatti avevo scrittooooo che le colpe non mi interessano, di fatto però se non si conoscono le dinamiche dell'accaduto la questione non si capisce nel dettaglio e tra le altre non si può sapere se sarà un ponte sicuro.

La struttura la si sarebbe dovuta montare come da istruzioni, le istruzioni le deve dare chi fa il progetto, chi dirige i lavori invece dovrebbe appunto controllare la posa in opera e essere presente in cantiere.

Ciao Giacomo

Post più popolari