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mercoledì 11 gennaio 2012

Non c'è niente da ridere

Stiamo vivendo una delle crisi economiche più feroci dal 1929. La società sembra attraversare un periodo di trasformazione. Molte cose sono già cambiate, altri stravolgimenti vengono messi in cantiere proprio in questi giorni. Le pensioni presto saranno qualcosa di molto diverso rispetto a prima. Ci si ritirerà dal lavoro in una condizione completamente diversa da quella attuale.  La disoccupazione, che invero è sempre stata elevata nella nostra isola, ha raggiunto livelli drammatici, soprattutto tra i giovani.
I contratti di lavoro a tempo indeterminato sono rari come la mosca bianca. Ci sono lavoratori di 40 anni che sono stati sempre precari. Call center dove si guadagnano 600 euro al mese. Queste persone, quando arriveranno ai fatidici 67 anni, avranno accumulato ben pochi contributi pensionistici. In questo contesto veramente disastroso, che forse non ci ha ancora mostrato i suoi effetti peggiori, le giovani generazioni si trovano in grande difficoltà. Come si fa a costruire una famiglia e fare dei figli quando si deve pagare un affitto da ottocento euro se si arriva a malapena a guadagnarne  mille.
Qualcuno dice che siamo in presenza di "bamboccioni", ragazzi viziati cresciuti con il lavaggio del cervello di un consumismo che li spinge a sperperare per comprare cose spesso inutili. 

Il mondo è cambiato anche dal punto di vista dei flussi migratori. I nostri ragazzi, privati di opportunità in un sistema economico vicino al collasso, hanno ripreso a partire, mentre nel nostro paese arrivano persone disposte a fare i lavori che il modello televisivo alla "Beautiful" ha bollato come "inaccettabili" per gli italiani. 
In Sardegna ci sono così poche opportunità che non arrivano nemmeno gli "extracomunitari". Basta fare un giro nelle città del "continente" per vedere la differenza. 

Gli stranieri hanno una storia diversa alle spalle e loro i figli li fanno. Se il saldo demografico italiano risulta in attivo è grazie soprattutto alle famiglie di immigrati. La Sardegna, quindi, essendo una delle regioni italiane con meno immigrati ed essendo anche tra le più martoriate dalla disoccupazione e dalla de-industrializzazione, ha un tasso di natalità tra i più bassi della nazione. Cioè, in parole povere, si fanno meno figli e non c'è niente da ridere.

Questa mattina in Tv, a commentare questi dati, specchio di uno scenario tutt'altro che divertente, si trovavano due personaggi apparentemente molto diversi tra loro, ma entrambi degni rappresentanti di quell'Italia che ha partorito proprio questi risultati.
Paolo Villaggio, alla metà degli anni 70, ha avuto  un lampo di genio che gli ha procurato un posto nella storia, perchè indubbiamente il personaggio di Fantozzi-Fracchia ha rappresentato uno spaccato in chiave umoristica della società italiana. Dopo di allora, nonostante l'enorme fama e il denaro che gli ha permesso importanti contatti e collaborazioni, Villaggio non ha prodotto più nulla di interessante. Per suscitare un pò di interesse nel pubblico ha dovuto riproporre in eterno quei personaggi che lo hanno reso famoso.  E' diventato egli stesso un personaggio patetico. Non è un caso se la sua ultima battuta, quella secondo cui la causa della scarsa natalità dei sardi sarebbe dovuta all'abitudine di avere rapporti sessuali con le pecore, non sia nemmeno farina del suo sacco e nemmeno sia stata presa in prestito da Totò, Sordi o Benigni. Questa battuta idiota e razzista se l'è fatta suggerire dalla squallida Alessandra Mussolini, quella che alcune settimane fa paventava l'ipotesi di morire di fame se fossero stati ridotti i 20.000 euro al mese di appannaggio parlamentare, guadagnati tra salotti e battibecchi televisivi. 
Sono entrambi simboli dell'Italia peggiore. Villaggio ricorda il boom degli anni 60, quando il paese è diventato in pochi anni una grande potenza industriale, ma poi si è seduto a gozzovigliare e ha vissuto di rendita.  La Mussolini invece rappresenta quell'Italia parassita che ha vissuto alle spalle di un qualche protettorato politico una vita agiata lontano dalla realtà di quella gente che pure avrebbe dovuto rappresentare. Entrambi, con quella battuta idiota e razzista, mi hanno fatto pensare che il risanamento della società italiana che oggi pare una priorità per il paese, non dovrebbe prescindere dal liberarsi anche dei tanti pezzi di merida (città spagnola) che ancora ne succhiamo il sangue, come questi due.  

5 commenti:

giuseppe monni ha detto...

Stavolta Giorgio la penso in maniera molto diversa da te. Scandalizzarsi per la battuta di un comico è ridicolo. Una battuta può essere intelligente o stupida, divertente o non divertente, ma resta una battuta. I comici esistono proprio per provocare, e per provocare usano le assurdità o, come nel caso della battuta di Villaggio, usano luoghi comuni, ancor meglio se sono grotteschi. E i luoghi comuni sui Sardi sono due o tre, triti e ritriti, tra i quali il fatto che i pastori si accoppino con le pecore. C’è chi ne ride (ad esempio io) e chi non ne ride (ad esempio le pecore): ma è ridicolo chi se la prende e ne fa una questione di orgoglio regionale! La commedia italiana non è forse fatta di luoghi comuni regionali? I siciliani non sono sempre rappresentati in coppola e lupara? E i napoletani non sono forse tutti truffatori , e i romani burini e i milanesi snob? Il personaggi del cabaret televisivo non giocano forse, tutte le sere, su tutti questi luoghi comuni? E allora? Avete mai sentito i Governatori della Sicilia, della Campania, del Lazio o della Lombardia che si indignano e minacciano di querelare Monicelli o Zelig? Le reazioni isteriche dei politici sardi sono patetiche, dimostrano tutto il nostro provincialismo e l’incapacità di indignarsi per le vere ferite inferte alla nostra Regione. E le reazioni indignate dei pastori sardi, che si sentono colpiti come categoria, sono quasi comiche! Vien quasi da pensare che abbiano la coda di paglia. Perché, infatti, indignarsi per una battuta che è evidentemente una iperbole? Se io dico che gli avvocati di Cuneo si accoppiano con le galline, devo aspettarmi una querela dall’ordine degli avvocati di Cuneo? O devo aspettarmi una querela dall’ordine delle galline di Cuneo? Per favore, siamo seri con le cose serie, e ridiamo serenamente delle sciocchezze.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giuseppe sarei d'accordo con te, ma quella battuta non è stata proposta a Zelig, ma in un contesto ben diverso nel quale venivano mostrati dati socioeconomici piuttosto tristi.
Sul tipo di umorismo possiamo discutere. Io potrei venire a casa tua domani e dire che tuo nonno è un culattone e che la tua casa sembra un porcile e magari tu ti metti a ridere oppure ti incazzi, secondo me ti incazzi.
Ricordo anche la vignetta di Forattini che rappresentava la Sardegna con un orecchio mozzato sanguinante dopo il sequestro di Farouk Kassam suscitò scalpore e indignazione.
Può darsi che i sardi siano permalosi e abbiano scarso senso dell'umorismo, oppure può anche darsi che in questo periodo i sardi abbiano poca voglia di essere presi per culo da certi magnacci come la Mussolini, nel giorno in cui l'Alcoa con le sue mille buste paga annuncia la chiusura, mentre devono elemosinare cio' che gli spetta come quota delle tasse che essi stessi versano. I sardi che viaggiano da decenni in navi simili a carri-buoi e che l'anno scorso hanno visto compromessa la stagione turistica dal ricatto degli armatori. Potrei fare un elenco ancora più lungo dei motivi per cui, forse, i sardi non hanno molta voglia di essere presi per culo ed è forse il momento di alzare invece la testa.

Giorgio Plazzotta ha detto...

segnalo quanto affermato dal conduttore della trasmissione Oliviero Beha nel suo sito. Evientemente anche lui, come me, pensa che non fosse quello il luogo e il momento per una battuta.

http://www.olivierobeha.it/primopiano/2012/01/mi-scuso-doverosamente-con-chi-si-e-sentito-offeso-dalla-battutaccia-di-paolo-villaggio-sui-sardi

GIUSEPPE MONNI ha detto...

Le scuse di Beha sono dovute, visto che qualcuno si è sentito offeso e lui era il padrone di casa. altra questione è che noi Sardi ci offendiamo. Non si offendono i sicilianim o i napoletani, o i romani, per cose assai peggiori, che vengono dette quotidianamente in ogni contesto, serio o comico; il fatto che noi ci offendiamo dipende dal fatto che soffriamo di un complesso di inferiorità, dentro di noi temiamo che quella battuta veicoli una verità ancora presente che vorremmo rimuovere, altrimenti rideremmo della battuta o ci lascerebbe indifferenti. Ricordo una scena di un film recente, Ballo a tre passi, del barbaricinissimo Mereu: poi non ci stupiamo dei luoghi comuni, se i nostri stessi artisti ci giocano... (PS per Giorgio: la mia casa non è un porcile ma... COME HAI FATTO A SAPERE CHE MIO NONNO ERA UN CULATTONE????!!!!)

LUDOVICA ha detto...

Voglio dire anch'io il mio pensiero: ho letto della battuta sul giornale e l'ho trovata decisamente greve, e ancora, a suo tempo, avevo trovato forte quella di Forattini, anzi mi sentii come se mi avessero dato un pugno nello stomaco...
Invece vorrei farvi riflettere sul resto del discorso di Villaggio, riassumo: "vado in Corsica e non più in Sardegna perchè voi negli ultimi decenni avete tagliato tutti i boschi", lui andava a Porto Rotondo. Vi sembrerà strano ma mi ha dato più fastidio questo discorso, perchè è il solito dei nostri cari amati/odiati turisti ignoranti e superficiali. Ma Villaggio è mai andato all'interno della Sardegna? Conosce la bellezza dei Tonneri di Seui? E' mai stato alla gola di Gorropu? E a Tiscali c'è mai arrivato, a piedi naturalmente? Conosce la Valle dell'Anaitto? Cosa voglio dire? Mi sembra un pò troppo comodo andare a fare le vacanze a Porto Rotondo, pieno di ville, e poi pretendere di uscire da lì e trovare l'ambiente incontaminato, i boschi, le valli, i fiumi, le pinnette in giro per le montagne, i cinghiali, i cervi e perchè no? le pecore e i pastori, mi raccomando quelli che si accoppiano con le stesse pecore che portano a pascolare.
Insomma da un imbecille che espatria per andare nei boschi della Corsica posso solo aspettarmi battute cretine e grevi come quelle!
Ludovica

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