Entro giugno a Poggio si vota per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione. Basta leggere l'ultimo numero del Notiziario pubblicato dalla Cooperativa per capire che la campagna elettorale è già incominciata.
In questa pubblicazione gli spunti propagandistici e polemici non costituiscono solo un elemento di contorno, come spesso accade. Tutto è incentrato su invettive e argomenti di secondaria importanza, nella quasi totale assenza di dati concreti e informazioni fondamentali.
Eppure la Coop. Poggio dei Pini non è una associazione socio-culturale, non un circolo bocciofilo. E' una Società dotata di un significativo bilancio, di un consistente patrimonio immobiliare e di un territorio di ben 650 ettari. E' provvista persino di revisori dei conti che costano oltre ventimila euro ogni anno.
Alla società i soci versano una quota che si aggira mediamente intorno ai 700 euro a famiglia, per un totale di circa 600 mila euro annui. Non si può negare che la Cooperativa Poggio dei Pini sia anche una specie di Comune fantasma, l'unico soggetto privato forse a livello nazionale che nei terreni di cui è proprietario gestisce tutte le infrastrutture e quasi tutti i servizi erogati ai cittadini da oltre 45 anni.
Appare veramente curioso, ma anche significativo, che una società così importante invii a fine anno ai propri soci un documento di numerose pagine privo di indicazioni sull'andamento economico. Eppure siamo a gennaio, il 2011 si è appena concluso. Non si sa come è andato il primo semestre, e nemmeno quale risultato abbia avuto il bilancio provvisorio di fine anno. Non viene fornita alcuna notizia su come si intendano impegnare le risorse per il 2012. Nessuna informazione su che fine abbiano fatto i numerosi progetti previsti per il 2011. Nessun dato, ne consuntivo, ne preventivo, nessuna programmazione. Ci sono alcuni annunci relativi a situazioni che sono state già prorogate nel tempo più volte e che .... più avanti si vedrà.
Molto, moltissimo spazio viene invece dedicato ad accuse polemiche nei confronti dei "nemici", cioè di altri soci che pur versano i propri soldi nella casse della società e sono proprietari di un pezzo di questo piccolo mondo, quindi legittimamente interessati alla qualità e ai costi del loro vivere qui. Si utilizza la vecchia tattica di attribuire ad altri le proprie responsabilità nel tentativo di confondere i lettori meno attenti. Come dar loro torto dato che dovrebbero inseguire i consiglieri anche nel loro peregrinare tra uno schieramento e l'altro, tra una opinione e il suo opposto, tra i progetti annunciati e poi insabbiati. Sono quindi proprio i "soci sfondatori" ad accusare di "sfasciare la cooperativa" proprio chi l'ha invece avviata verso il risanamento aprendo nuove prospettive.
Eppure sino a pochi mesi fa i temi economici erano di grande interesse per quei consiglieri di amministrazione che oggi dirigono la Cooperativa. Quando, infatti, la Cooperativa era guidata da Giacomo Cocco e le informazioni venivano pubblicate con tempestività tramite il Portale e il Notiziario, ogni iniziativa che aveva ripercussioni economiche (cioè tutte) veniva immediatamente comunicata ai soci e proposta per un confronto anche critico. A prescindere dal fatto che la notizia fosse bella o brutta, popolare o impopolare, questa veniva pubblicata e non occultata per timore di perdere consensi.
Molto, moltissimo spazio viene invece dedicato ad accuse polemiche nei confronti dei "nemici", cioè di altri soci che pur versano i propri soldi nella casse della società e sono proprietari di un pezzo di questo piccolo mondo, quindi legittimamente interessati alla qualità e ai costi del loro vivere qui. Si utilizza la vecchia tattica di attribuire ad altri le proprie responsabilità nel tentativo di confondere i lettori meno attenti. Come dar loro torto dato che dovrebbero inseguire i consiglieri anche nel loro peregrinare tra uno schieramento e l'altro, tra una opinione e il suo opposto, tra i progetti annunciati e poi insabbiati. Sono quindi proprio i "soci sfondatori" ad accusare di "sfasciare la cooperativa" proprio chi l'ha invece avviata verso il risanamento aprendo nuove prospettive.
Eppure sino a pochi mesi fa i temi economici erano di grande interesse per quei consiglieri di amministrazione che oggi dirigono la Cooperativa. Quando, infatti, la Cooperativa era guidata da Giacomo Cocco e le informazioni venivano pubblicate con tempestività tramite il Portale e il Notiziario, ogni iniziativa che aveva ripercussioni economiche (cioè tutte) veniva immediatamente comunicata ai soci e proposta per un confronto anche critico. A prescindere dal fatto che la notizia fosse bella o brutta, popolare o impopolare, questa veniva pubblicata e non occultata per timore di perdere consensi.
Tutti ricordano il caso dell'aumento della quota sociale di 12 euro mensili che, secondo alcuni, aveva causato seri problemi ai pensionati poggini.
Oggi con la crisi economica paurosa che stiamo vivendo, le tematiche economiche non sono più degne di attenzione. Forse i pensionati hanno risolto i loro problemi e non importa se devono pagare il triplo degli altri cittadini per avere una strada più o meno asfaltata e scarsamente illuminata o per avere l'acqua in casa. Forse i pensionati non sono interessati alla diminuzione del valore dei loro immobili e all'aumento delle difficoltà di compravendita provocati dalla crisi che saranno aumentate dalla costruzione di nuove case all'interno delle aree verdi.
Dopo la cura-Cocco che aveva riportato in pareggio il bilancio ordinario, dimostrando che la Cooperativa può andare avanti anche senza la vendita dei lotti, il bilancio è tornato a segnare un incremento del passivo, che non è opportuno divulgare a tutti i soci.
Forse non è nemmeno il caso di far conoscere i costi delle operazioni urbanistiche che si stanno approntando. Non favorisce il consenso sapere quanto è già stato speso per attività rivelatesi inutili e quanto si intende spendere per preparare varianti e attività urbanistiche, peridipiù bocciate da Regione e TAR perchè irregolari e malfatte. Anche sapere che è stata deliberata una spesa di altri 55 mila euro per rifare tutto da capo potrebbe alimentare qualche contrarietà.
Forse non è nemmeno il caso di far conoscere i costi delle operazioni urbanistiche che si stanno approntando. Non favorisce il consenso sapere quanto è già stato speso per attività rivelatesi inutili e quanto si intende spendere per preparare varianti e attività urbanistiche, peridipiù bocciate da Regione e TAR perchè irregolari e malfatte. Anche sapere che è stata deliberata una spesa di altri 55 mila euro per rifare tutto da capo potrebbe alimentare qualche contrarietà.
Meglio non parlare di soldi quindi, soprattutto prima delle elezioni. Meglio raccontare di iniziative, importanti e utili, per carità, come l'idea di riaprire il Circolo Sociale, sistemare un campetto o potare qualche albero.
Nessuna notizia relativa ai lavori di ripristino del port alluvione, alla diga, sul rifacimento dei percorsi pedonali che collegano la Terrazza e Pauliara con il Centro Commerciale.
Se le informazioni sono assenti, gli elementi della campagna elettorale ci sono tutti e sono i soliti: denigrazione di chi la pensa diversamente, mistificazione della realtà e tentativi di tirare la giacchetta al Parroco. Chissà se don Andrea resisterà.
Se ci pensate bene sono tante le analogie tra l'amministrazione poggina e la politica nazionale. Anche noi abbiamo i "responsabili" che cambiano casacca, il "ribaltone", il governo dei tecnici, il deficit e il pareggio del bilancio.
Nel frattempo anche il vero Scilipoti (On. Domenico), prepara il suo nuovo movimento per la prossima competizione elettorale nazionale. Chissà se la sua disinteressata dedizione sarà premiata dai cittadini oppure no. Ai posteri l'ardua sentenza.
Nessuna notizia relativa ai lavori di ripristino del port alluvione, alla diga, sul rifacimento dei percorsi pedonali che collegano la Terrazza e Pauliara con il Centro Commerciale.
Se le informazioni sono assenti, gli elementi della campagna elettorale ci sono tutti e sono i soliti: denigrazione di chi la pensa diversamente, mistificazione della realtà e tentativi di tirare la giacchetta al Parroco. Chissà se don Andrea resisterà.
Se ci pensate bene sono tante le analogie tra l'amministrazione poggina e la politica nazionale. Anche noi abbiamo i "responsabili" che cambiano casacca, il "ribaltone", il governo dei tecnici, il deficit e il pareggio del bilancio.
Nel frattempo anche il vero Scilipoti (On. Domenico), prepara il suo nuovo movimento per la prossima competizione elettorale nazionale. Chissà se la sua disinteressata dedizione sarà premiata dai cittadini oppure no. Ai posteri l'ardua sentenza.
2 commenti:
Scusa Giorgio ma non capisco l'utlima frase: "Anche noi abbiamo i "responsabili" che cambiano casacca, il "ribaltone", il governo dei tecnici, il deficit e il pareggio del bilancio".
Quale sarebbe il governo dei tecnici' O meglio puoi dirmi quali siano i TECNICI che ci stanno governando in Cooperativa.
Se facciamo un esame delle ultime delibere di CdA e di CE che hanno a che fare con questioni di tipo tecnico, mi pare che ciò sia una pura chimera.
Basta prendere qualche esempio sulle recenti scelte "tecniche", per rendersi conto che alcune di queste sono state affidate a "presunti tecnici" privi delle necessarie competenze professionali!
Ciao Rita. Erano esempi a supporto della mia affermazione secondo cui nel piccolo universo poggino si ritrovano moltissime situazioni che potrebbero essere definite "simili" a quelle che si verificano in contesti molto piu ampi e, purtroppo, molto politicizzati.
Nell'indicare quegli esempi non mi riferivo solo a questo momento della vita della Cooperativa ma anche a ciò che è successo negli anni scorsi. Parlando di "governo dei tecnici" mi riferivo proprio al momento in cui, in presenza di un difficile momento nella amministrazione della Cooperativa (economico ma non solo) il timone è stato affidato a un gruppo di persone completamente prive di legami con i meccanismi gestionali del passato, ma molto competenti in varie discipline. La grande differenza tra il gruppo guidato da Cocco e il governo Monti è che quel gruppo ricevette il mandato dei soci con il consenso più ampio mai registrato nella vita della cooperativa.
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