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lunedì 20 febbraio 2012

Poggio: il rischio di diventare "un quartiere di Capoterra"

L'argomento "Cessione delle Opere di Urbanizzazione" è al centro dell'attenzione dei residenti di Poggio, viene seguito con interesse da tutti i capoterresi e sta avendo risalto anche a livello regionale, soprattutto a causa delle incredibili dichiarazioni che tutti abbiamo letto nei giornali ed in particolar modo nella "Nuova Sardegna" di ieri (leggi).  Ci sono molti aspetti da approfondire. Cercherò di farlo un pò per volta, altrimenti ne verrebbe fuori un poema, e io tengo in grande considerazione le sollecitazioni alla sintesi del mio amico Antonello che, purtroppo, deludo quasi sempre.
In questo post vorrei accendere i riflettori sull'atteggiamento tenuto dalla Cooperativa nella vicenda cessione/ricorso, partendo da prima che si verificasse il "ribaltone" nel maggio scorso e il nuovo presidente, Francesco Elias Sanna, prendesse in mano le redini della Società. 

Tralasciando le chiacchere da bar, da sempre molto in voga a Poggio, abbiamo la possibilità di verificare, documenti alla mano, se i comportamenti di chi amministra la Cooperativa siano coerenti oppure no. Ovviamente cambiare opinione non è un reato. Lowell diceva che solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea. A differenza di Lowell, io non mi pongo l'obiettivo di giudicare sulla coerenza altrui, ma semplicemente di informare i lettori su una questione  che incide significativamente sulla loro vita (e anche sulle tasche).
La trasparenza, di cui molti si riempiono la bocca, ma che poi pochi realmente mettono in pratica,  richiede che le istituzioni e chi le rappresenta si comportino in modo chiaro e lineare, che mantengano le promesse e i programmi presentati ai propri elettori, e che questi ultimi siano informati perlomeno sulle questioni più importanti della attività amministrativa. 
L'idea che uno venga eletto senza un programma e che poi disponga di "carta bianca" per fare ciò che vuole, senza informazione e controllo è tipica dei regimi totalitari, non certo delle democrazie ed è quella la direzione verso la quale si sta portando l'amministrazione poggina, il che non mi sembra per niente conforme con quanto predisposto dai "fondatori".


E' preoccupante constatare che sull'informazione della Cooperativa sia calato il buio più profondo: i verbali del CdA non vengono più pubblicati, gli incontri con gli amministratori sono stati sospesi, i dati sull'andamento economico della società non sono stati ancora comunicati ai soci (gravissimo). Il Portale Internet, nonostante i 3 mila euro annui di spesa, ha ridotto dell'80% la quantità delle informazioni pubblicate rispetto alla gestione precedente (gratuita). Il Notiziario, oltre ad essere pubblicato in ritardo, è talmente fazioso da essere stato definito "da Istituto Luce" sulla Nuova Sardegna di ieri. 

Vediamo quindi che cosa dice oggi il presidente Sanna e cosa invece diceva nel mese di aprile dello scorso anno. 

Nel Notiziario di gennaio leggiamo, in riferimento ai cittadini che hanno presentato ricorso al TAR:  "coloro i quali cercano di limitare la nostra autonomia ed indipendenza, che fanno di tutto per toglierci autorevolezza e credibilità, che da tempo vorrebbero eliminare le nostre prerogative e privilegi annettendoci a “quartiere” di Capoterra, non aspettano altro". 

Quindi chi è favorevole alla cessione e al ricorso sarebbe colpevole del seguente gravissimo reato: "diventare un quartiere di Capoterra". Ve l'immaginate essere uguali ai residenti di Frutti d'Oro oppure Residenza del Poggio. Giammai!
Curioso, poi, il riferimento alla credibilità proprio nei giorni in cui leggiamo nei quotidiani regionali notizie che coinvolgono il presidente della Cooperativa in una indagine per truffa (leggi).   


Poi leggiamo addirittura in grassetto "Eppure il Presidente Sanna aveva chiesto soltanto di attendere la fine dell’anno 2011 per valutare insieme con tutti i soci i risultati della trattativa tra Comune e Cooperativa per giungere ad una razionale e condivisa decisione di adire le vie legali oppure aderire all’eventuale accordo con l’Amministrazione comunale". Mi fermo qui con il notiziario perchè il resto del sermone è infarcito di inesattezze e di illazioni calunniose. 

Adesso facciamo un passo indietro di circa dieci mesi, e andiamo all'11 marzo del 2011, prima del Ribaltone con il quale Sanna, alleatosi con la minoranza che perse le elezioni sociali del 2009, è diventato nuovo presidente. Leggiamo alcuni estratti di un altro documento ufficiale, il Verbale n. 621 del CdA. Chi fosse interessato ad approfondire può richiedere di consultarne una copia presso gli uffici della Cooperativa. 

In quella seduta viene affrontato il problema delle opere di urbanizzazione primaria. Il consigliere Giuseppe Monni espone una relazione, comunicando che gli approcci diplomatici con l'amministrazione capoterrese non avevano dato risultati soddisfacenti. Viene proposto, pertanto, di dare incarico ad un legale affinchè  "persegua questo risultato con tutti i mezzi possibili", riferendosi a una diffida scritta sino al ricorso al TAR.
A seguito di questa importante proposta sono intervenuti quasi tutti i consiglieri della Cooperativa.  Particolarmente significative le dichiarazioni di Francesco Elias Sanna.  

Prende quindi la parola il consigliere Sanna, che si dice assolutamente d'accordo con la cessione delle oo.uu., in quanto deve aver fine questa situazione di illegittimità, nella quale il Comune non svolge il suo ruolo e scarica costi e responsabilità sulla Cooperativa. Sottolinea il fatto che i poggini sono anzitutto cittadini capoterresi, che però, come in una riserva indiana, non godono di nessun servizio da parte del Comune, e anzi devono pagare due volte, con le tasse e con i contributi sociali. Evidenzia che questa situazione, se poteva avere giustificazioni nei decenni scorsi, quando la Cooperativa disponeva di risorse per manutenere le oo.uu. meglio di quanto non potesse fare il Comune di Capoterra, oggi la situazione si è ribaltata, e i poggini hanno ormai livelli di servizio molto più bassi rispetto alle altre lottizzazioni.
Conclude invitando il CdA a imboccare senza indugi la strada indicata dal consigliere Monni, affermando che non c'è motivo di perseguire una cessione parziale e graduale quando è nostro diritto pretendere una cessione totale e immediata.


Gli interventi sono seguiti da una votazione alla quale Sanna partecipa esprimendo voto favorevole ad avviare l'azione legale. Il consigliere Secchi, attuale vicepresidente e adesso apertamente contrario alla cessione, invece si astiene. 


Posto che il repentino cambio di opinione di Sanna sull'argomento cessione/ricorso è palese e dimostrato da questi documenti. Lascio a voi lettori il compito di riflettere se  dietro un simile comportamento possa esserci Lowell o Scilipoti.  

5 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

da Stefano Fratta parte I

Caro Giorgio, posto anche qui, come nel portale della coop il mio intervento relativo alla questione.

Il "Notiziario di Poggio dei Pini" dello scorso gennaio ha segnato, a mio avviso, uno dei punti più bassi mai raggiunti nella storia della comunicazione interna della nostra Cooperativa, che già col numero di Settembre aveva raggiunto una profondità ragguardevole.
La propaganda di parte, vizio comune a troppe "Maggioranze" del Consiglio di Amministrazione, ha ripreso prepotente possesso di un mezzo che di per sé dovrebbe cercare di informare -magari lasciando spazio a diverse posizioni in campo- e che invece si è trasformato nell'occasione in un volantino carico di accuse e risentimento.
Per brevità ricordo solo qualcuna delle accuse scomposte contenute negli articoli (non firmati).

"Irresponsabili tifoserie", così vengono appellati i soci che si permettono di esercitare il loro diritto a criticare, che evidentemente si rendono protagonisti di "Urla e chiassate", non udite da nessuno dei presenti alla sola riunione recentemente indetta -non dalla Giunta Esecutiva né dalla maggioranza che la sostiene- per fare il punto della situazione (se non forse dal Presidente Sanna in chiara difficoltà e poi in fuga davanti alle precise di una socia, intervenuta in modo animato ma ineccepibile sul piano formale e sostanziale).
Chi critica, in maniera argomentata ecco che diventa un "irresponsabile che urla continuamente che, senza alcuna prudenza e ponderazione, è pronto a decidere di questioni fondamentali per la nostra comunità, con una superficialità ed approssimazione stupefacenti ".
Ecco un esempio di autentica anche se rudimentale propaganda elettorale preventiva, basata sulla delegittimazione dell'avversario, che si suppone invece dedito alla "maldicenza" -altra accusa non meglio circostanziata-.
Si continua, se possibile, peggio: "alcuni consiglieri ed ex consiglieri, hanno pensato bene di accelerare il deposito del ricorso al TAR che, infischiandosene delle trattative in corso con il Comune da parte della Cooperativa, dimostra quale fosse il loro reale intendimento: ostacolare le trattative con il Comune di Capoterra creando un clima sfavorevole ad un eventuale accordo con la nostra società."
Ancora, sulla causa promossa presso il TAR per la cessione delle Opere di Urbanizzazione primaria, e per vedere riconosciuti i diritti dei residenti: "Pochi, di fatto, si stanno arrogando il diritto di decidere per tutti".

Giorgio Plazzotta ha detto...

Da stefano Fratta parte II


Meglio sarebbe spiegare invece quale sia il motivo per il quale chi propugnava l'azione legale presso il TAR e la promuoveva "senza sconti" abbia cambiato repentinamente idea - i resoconti dei verbali del CdA sono tutti lì, basta vedere quelli dell'11 marzo 201 e vedere chi tra tutti era il principale fautore della "linea dura" ovvero l'attuale presidente Sanna- e perché la Cooperativa si sia sfilata dalla causa venendo meno ad un impegno già sottoscritto e trascurando l'obbligo morale di dare corso agli impegni presi, e così scaricando proditoriamente l'intero onere sui soci che, muovendosi in un primo tempo in previo accordo con la Cooperativa, sono in pieno e costante diritto di ricorre al giudice terzo -che tra l'altro è pagato apposta per fare ciò- per verificare la sussistenza o meno dei motivi del ricorso.
Vorrei solo ricordare, a questo proposito, agli anonimi estensori del triste volantino-notiziario che ricorrere alla LEGGE in uno stato che non per caso si dice "di diritto" è per l'appunto un diritto inalienabile dei cittadini. E questo diritto inalienabile è in capo a ciascuno di noi, senza nessuna eccezione o necessità di avere nessun benestare da chicchessia.
Discutere su questo punto è assurdo: chi lo vuole ricorre alla LEGGE, e i giudici stabiliscono chi ha ragione e chi torto, secondo le leggi vigenti. E si dà il caso che fino ad ora i giudici si sono pronunciati in favore dei ricorrenti, quindi il ricorso era fondato e legittimo, quindi in ultima analisi doveroso.

Il tono che si vorrebbe ragionevole e persino conciliante, ma in realtà risentito e rancoroso, si tradisce ancora nella sua sostanza aggressiva quando si usano, per stigmatizzare gli oppositori, espressioni quali "la decadenza “materiale” apre la strada alla decadenza etica e morale, alla rissosità, alle maldicenze" "Chi fa dell’isolamento, dell’esclusione, della maldicenza il proprio stile di vita …" " volontà di distruggere e minacciare"
Due sole domande, che probabilmente rimarranno senza risposta: A chi si allude, di preciso? Come vi permettete di avanzare questo genere di accuse vestendo i panni dell'agnello?

Un appunto merita, al netto dell'accusa ai soliti ignoti, anche la palese stranezza contenuta in un passaggio: "Coloro i quali cercano di limitare la nostra autonomia ed indipendenza….da tempo vorrebbero eliminare le nostre prerogative e privilegi annettendoci a “quartiere” di Capoterra."
Non avevo mai avuto la sensazione di vivere un qualche privilegio, in vita mia, né lo ho mai richiesto o ricercato.

Giorgio Plazzotta ha detto...

da Stefano Fratta parte III

Lo apprendo ora: ho il privilegio di avere compiuto una scelta -onerosa- per vivere nel verde, valida come quella di chiunque altro e pagata sonoramente e ogni giorno. Ho il privilegio di avere pagato e -a brevissimo giro- di dover riprendere a pagare una cospicua tassazione sulla prima casa (ICI prima e ora IMU), di importo assolutamente notevole, e nel frattempo dovrei sentirmi privilegiato dal fatto di non poter ricevere dal Comune di Capoterra (beneficiario delle imposte in questione come dell'addizionale IRPEF versata ogni mese), gli stessi servizi assicurati e corrisposti al resto dei Cittadini del Comune di cui tutti noi facciamo parte, anche chi si illude di vivere in qualche impensabile, illusorio e narcisistico "paradiso privato".
Ma certo, devo essere contento e anzitutto grato al Presidente Sanna, al Dottor Sechi e agli altri protagonisti della inversione di rotta seguita a quello che alcuni chiamano non del tutto a torto "ribaltone", se questa situazione perdurerà ancora oltre.
Di Capoterra noi siamo parte. Noi facciamo parte di questa comunità molteplice e generosa, che raccoglie sia chi proviene dalle famiglie il cui stabilirsi nella zona data da secoli sia le persone che vengono da diverse parti non solo della Sardegna ma del Mondo, ed è ora che se ne prenda atto in via definitiva, non solo offrendo alla comunità tutta i sevizi che Poggio dei Pini ha sempre reso aperti e fruibili a tutti -a partire dalle strade, dalle pinete, dagli impianti sportivi e dai locali commerciali- ma riscuotendo, perché pagata da noi stessi in quanto contribuenti e cittadini, anche la parte che ci spetta di diritto.

La chiusura dell'arringa/comizio che invade la maggior parte della comunicazione è però la più surreale. Ci informa di un incontro avvenuto a fine 2011 tra il Presidente Sanna e i Vicepresidenti Piras e Sechi e un intero comitato di vertice del Comune, appropriatamente guidato in persona dal Sindaco Francesco Dessì, per concordare di:
"redigere tra le parti un Protocollo di Intesa che contenesse le risultanze delle trattative fino a quel momento intercorse, con l’obiettivo di procedere alla sua ratifica entro le prime settimane del 2012."

A parte il vistoso svarione che attribuisce la carica di Vicesindaco al Signor Marco Zaccheddu, che non è neppure assessore, si nota la data indicata per questo decisivo summit: il 30 dicembre.
Si badi bene, due giorni prima della fine dell'anno, periodo in cui il Presidente Sanna aveva posto una dead-line per le trattative. In altre parole lo stesso Presidente Sanna aveva ripetutamente indicato la fine dell'anno come termine ultimo per le trattative col Comune in ordine alla cessione delle Opere di Urbanizzazione ancora in carico alla Poggio dei Pini (n.b. Tutte, compresa illuminazione, asfalto e manutenzione di strade già comunali da sempre) ed ecco che dal cilindro magico spunta un -magrissimo- coniglio: c'è stato un incorro al Vertice, di cui si dirà, forse, se...
Le prime settimane dell'anno -e anche le seconde- sono passate. Del risultato di queste trattative "intercorse" non si vede traccia.
Il "tavolo tecnico" è stato aperto e poi, forse, richiuso in fretta. Coerenza vorrebbe che il Presidente Sanna ci facesse parte dei risultati quali che siano, oppure che facesse quello che si è impegnato pubblicamente a fare: riprendere la causa a nome della cooperativa tutta.

Giorgio Plazzotta ha detto...

da Stefano Fratta parte IV


Nel periodo intercorso dalla pubblicazione però "Le annose vertenze con il Comune di Capoterra", come sono pudicamente indicate nel Notiziario della Giunta Esecutiva di Poggio dei Pini, pare che abbiano conosciuto qualche sviluppo, ma la Giunta esecutiva tace.

Due questioni mi pare emergano chiare dagli sviluppi della situazione attuale:
Il ricorso al TAR ha avuto un suo primo esito, e l'ordinanza cautelare dei giudici amministrativi impone al Comune di farsi carico degli impianti -strade, luce, acquedotto,fognature- e della loro manutenzione così come sono, e nulla è dovuto.
Il Comune, come è abbastanza prevedibile, oppone un ricorso.
Quali tavoli si dovrebbero aprire, in questa situazione, e per quali risultati? L'unica ipotesi possibile in questo genere di trattativa è sminuire la portata di quanto riconosciuto dai giudici del TAR come nostro diritto. A parte il fatto che le trattative in merito a contenziosi legali dovrebbero avvenire tra parti in causa, e quindi senza mai poter escludere i ricorrenti che -grazie al voltafaccia- non sono rappresentati dalla Cooperativa Poggio dei Pini,
Perché dovremmo farlo? Per chi?
A rappresentarci dovrebbero essere proprio chi mostra invece tutt'altro interesse?
C'è una evidenza: siamo Cittadini, siamo Contribuenti, abbiamo diritti che la legge riconosce.
Per questo io dico che non solo non è opportuno nessun riservato "tavolo tecnico" da montare o smontare alla bisogna, ma meno ancora è opportuno che a fare questa ginnastica applicata al montaggio/smontaggio del mobilio tecnico (pazza Ikea!) sia chi ha avversato il chiarimento, perché tutto fa ritenere che al montaggio del tavolo succederebbe logicamente quello degli scaffali e degli armadi in cui stivare, nei faldoni con scritto MAI, le soluzioni attese.
Stefano Fratta

Giorgio Plazzotta ha detto...

Stefano è vero che quell'articolo del Notiziario non è firmato, ma è anche vero che c'è una sola persona a Poggio che fa sermoni di questo tipo, quindi è come se fosse firmato.

Su una cosa però non sbaglia il nostro anonimo "amico": a Poggio c'è un gruppo di persone che per inseguire il proprio interesse personale sparge veleno nella comunità, insultando e calunniando anonimamente chi ostacola i propri piani, alimentando divisioni e mettendo in serio pericolo l'esistenza stessa della Cooperativa, trasformata in una vacca da mungere incapace di fornire servizi ai soci.

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