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giovedì 2 febbraio 2012

Ordinanza del TAR: Poggio non è uno stato autonomo. Le infrastrutture al Comune di Capoterra

A Poggio la Cooperativa gestisce
tutte le infrastrutture pubbliche
Vi presento in anteprima assoluta (scarica) l'ordinanza del TAR Sardegna sul ricorso proposto da circa 120 residenti di Poggio dei Pini contro il Comune di Capoterra rappresentato dall'avv. Costantino Murgia. Il ricorso riguarda la titolarità e la manutenzione delle opere di urbanizzazione della frazione montana capoterrese, che sono state realizzate ormai da decenni e vengono gestite dalla Cooperativa nonostante la legge 1150 del 1942 disponga l'obbligatorietà della presa in carico e relativa gestione da parte dell'ente locale.  

Non mi dilungo sull'argomento in quanto è stato già ampiamente trattato in questo blog.
Oggi il TAR ha emesso un'ordinanza  nella quale, visti tutti gli atti della causa e preso atto che il Comune non ha provveduto a prendere in carico le opere di urbanizzazione, come prescritto dalla legge, accoglie l'istanza dei ricorrenti e "dispone che il Comune di Capoterra intraprenda le iniziative necessarie in relazione a quanto esposto in motivazione". Tradotto dal legalese, il TAR obbliga il Comune, da subito, a prendere in carico le opere di urbanizzazione di Poggio dei Pini anche se il procedimento farà il suo corso secondo i tempi non rapidissimi della giustizia: l'avvio è fissato per l'ottobre di quest'anno.

E' importante sottolineare il fatto che il TAR abbia deciso di emettere un'ordinanza di questo tipo prima della sentenza definitiva, che presumibilmente richiederà circa un anno per essere emessa. Evidentemente sono stati riconosciuti due elementi molto importanti: il carattere di urgenza, causato dalle condizioni precarie in cui si trovano molte infrastrutture e la presenza di ben pochi dubbi su quello che dovrebbe essere l'esito della sentenza definitiva. Sono state evidentemente considerate di scarsa rilevanza le motivazioni addotte dalla difesa del Comune per cercare di resistere alla richiesta espressa dai cittadini. A questo proposito, secondo alcune indiscrezioni, parrebbe che le motivazioni del Comune contengano elementi veramente clamorosi. Spero che vengano presto rese note ai cittadini.     
   
Cosa accadrà adesso?  La palla che da tempo era immobile nelle mani della Cooperativa ha cominciato a rimbalzare. Il Comune molto probabilmente cercherà di perdere tempo e di non fare nulla in attesa della sentenza definitiva. La Cooperativa, da parte sua, può ora avviare azioni mirate al trasferimento delle infrastrutture e dei relativi oneri che, ricordiamo, tutti i soci pagano perlomeno due volte, in attesa versare anche una consistente IMU. Bisogna vedere se lo farà. Molti soci lamentano il fatto infatti che gli attuali amministratori della Coop sembrino più sensibili agli interessi del Comune che a quelli dei soci, che si trovano nella non facile situazione di pagare tre volte i tributi e ricevere, peraltro, servizi scarsi o inesistenti.  
Grazie a questa sentenza hanno la speranza di avviarsi in breve tempo verso una situazione di legalità e di ugualianza rispetto a tutti gli altri cittadini italiani.   

10 commenti:

Nuova Associazione Torre delle Stelle ha detto...

Cari Amici,
siamo davvero molto contenti per questo primo importantissimo passo verso il ripristino della legalità anche a Poggio dei Pini.
Certo fa meditare il fatto che per veder riconosciuti diritti elementari come la gestione pubblica di infrastrutture pubbliche ci si debba rivolgere ai Tribunali e che un'amministrazione comunale, finché non costretta da una pronuncia giudiziaria esecutiva, cerca fino all'ultimo di sottrarsi al suo compito primario di governo e amministrazione del territorio per i quali incassa imposte e tributi dai cittadini.
E poi dicono che l'antipolitica monta.
Comunque bene così e ora attivatevi per ottenere in tempi breve gli atti amministrativi per la presa in carico. Se non ottemperano si può tornare al TAR a chiedere la nomina di un commissario ad acta.

Un caro saluto a tutti.
Nuova Associazione Torre delle Stelle
www.torredellestelle.blog.tiscali.it

Anonimo ha detto...

ciao sono Pasquale Cabizza
Diciamo meglio come stanno le cose: Poggio dei pini ha 850 soci, 500 famiglie e 2000 residenti, 40 km di strade, di acquedotto, di fognature, e 650 pali di illuminazione. In sostanza abbiamo un palo di illuminazione e 47 metri di strada, di acquedotto, di fognature, a socio, di cui si dovrebbe far carico il comune, mentre con gli stessi valori qualunque comune alimemta almeno 20 famiglie.
quindi pensiamoci bene prima di parlare di diritto all'uguaglianza; il nostro è un grande privilegio.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Quando si parla di ugualianza in un contesto come quello legato alla gestione delle opere di urbanizzazione ovviamente si intende che tutti i cittadini hanno diritto alla medesima modalità gestionale per queste infrastrutture fondamentali che, appunto, sono definite pubbliche. Non credo che la legge dello stato sia criticabile, al contrario. Se non ci sta bene l'unico modo è cambiarla (in parlamento) e non certo eluderla come è stato fatto per tanti anni.
L'ugualianza nella società è un tema ben più ampio che certamente esula da questo contesto. Esistono nell'amministrazione del nostro Paese molti meccaniscmi che intervengono per bilanciare le disugualianze. Per esempio la TARSU che noi paghiamo è parametrizzata sulla grandezzza delle abitazioni, idem per ICI o IMU, IRPEF, poi abbiamo le tasse basate sul reddito come ad esempio l'addizionale comunale e cosi' via. E' evidente che a Poggio dei Pini la media di queste tasse è nettamente superiore alla media comunale e a quella nazionale e in linea generale è giusto che sia cosi. E' vero anche la lunghezza delle strade per abitante è maggiore rispetto a un contesto urbano, non per niente la categoria catastale che viene attribuita alle case di Poggio è ben più onerosa rispetto a quelle di un appartamento.
Che dire poi di un pensionato o un disoccupato con scarso reddito che, per i casi della vita, abiti in una casa grande e gli venga chiesto di pagare delle tasse esorbitanti costringendolo a venderla. Allora vogliamo veramente creare la Poggio dei ricchi?
Se poi guardiamo lo stato delle nostre strade, piene di buche, le strutture sportive fatiscenti o dismesse, gli edifici della cooperativa malridotti, le reti idrica e fognaria di Poggio che ogni tanto debordano liquami, proprio non riesco a vedere tutto questo privilegio, al contrario.

Ludovica Mulas ha detto...

Ciao Giorgio
vorrei riallacciarmi al discorso di Pasqualino relativamente alla dispendiosità delle nostre oouu.
Proprio ieri ho avuto modo di rivedere il Regolamento Edilizio di Capoterra aggiornato nell'anno 2006, e non ho notato, nelle norme che riguardano le zone come la lottizzazione di Poggio, nessuna differenza rispetto a quelle che sono state applicate in occasione del primo vecchio piano di lottizzazione del 1970.
Quindi mi chiedo: se veramente la vastità di una lottizzazione che ha carattere "superestensivo", così come è definito dal regolamento edilizio, pone dei problemi di gestione di oouu al comune di Capoterra, perchè allora perseguire su questa politica? Non sarebbe stato meglio, per motivi di economicità, far salire l'indice di fabbricabilità, in modo da evitare opere di urbanizzazione così dispendiose?
Arrivo a chiedermi cosa faranno in sede di PUC: manterranno questo tipo di zonizzazione oppure ragioneranno in maniera diversa?
Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico!
Ludovica

giuseppe monni ha detto...

Ciao, secondo me Pasqualino ha ragione nella diagnosi ma sbaglia nella cura. E' vero che siamo dei "privilegiati" nel senso che l'estensione delle nostre reti pubbliche è abnorme rispetto alla media, e dipende dal fatto che il nostro verde pro capite (sia dei singoli lotti sia della Coop) è il più alto di qualunque altra lottizzazione italiana. Ma il privilegio sta solo in questo (nel fatto che viviamo nel verde) perché per il resto è un handicap (queste reti costano ovviamernte di più rispetto a quelle delle altre lottizzazioni). E' anche vero che, all'epoca della nascita del Poggio, poiché il Comune era poverissimo e i nostri padri fondatori erano ambiziosissimi, ci si accordò perché i poggini si assumessero ogni obbligo, ma questa era già allora una deroga alla Legge e non ho capito per quale ragione, dopo quarant'anni che gestiamo tutto noi, non dobbiamo finalmente pretendere che il Comune si assuma le sue responsabilità di COMUNE e applichi quanto prescrive la Legge. Anche perché nel frattempo, Pasqualino (ed è qui che sbagli) le cose sono molto cambiate: il Comune è diventato uno dei più ricchi della Sardegna (e vedrai quanto lo sarà grazie alla nuova ICI, che sarà versata soprattutto da noi poggini!) mentre noi, ormai, non vendendo più lotti, non possiamo più garantire ai soci un'alta qualità dei servizi, che infatti ormai sono più scadenti di quelli mediamente erogati dal Comune. Inoltre (altra cosa da ricordare) le nostre infrastrurrure sono vecchie e sarebbe una follia rifarle a ns spese quando questo è un dovere del Comune, che può attingere a finanziamenti pubblici (cui noi perlatron contribuiamo con le ns tasse). Insomma, il nostro essere"privilegiati" dal punto di vista del verde pro capite dovrebbe essere un vanto per tutti i cittadini, non solo poggini, ma capoterresi sardi e italiani, e tutti dovrebbero contribuire al suo mantenimento, esattamente come tutti noi con le ns tasse contribuitamo al mantenimento della metropolitana di Milano o della Fontana di Trevi, anche se non siamo milanesi né risiediamo a Roma. Altrimenti le parole "comune" e "res publica" che senso hanno?

Nuova Associazione Torre delle Stelle ha detto...

Oltre ad una questione di costi, vi è quella legata alla correttezza della gestione delle infrastrutture pubbliche. Quando ciò avviene in maniera illegale (perché nei casi di cui parliamo ciò avviene/avveniva in chiara violazione di obblighi tassativi di legge) gli effetti negativi per i cittadini, oltre alla duplicazione dei tributi (ICI/IMU, addizionali IRPEF che vengono duplicate da quote “condominiale”, sociali o come le vogliamo chiamare) sono anche altri e attengono a questioni essenziali della vita democratica di una comunità.
Ad esempio, la gestione finanziaria assume carattere privatistico e non pubblicistico: si può fare quello che pare e piace, visto che la natura privatistica comporta l’assenza di qualunque obbligo di legge in termini di gare d’appalto, trasparenza, rendicontazione, pubblicità, collaudi, garanzie, ecc. È tutto lasciato alla volontà di chi gestisce questi apparati privati.
Se ti va bene, trovi persone corrette che cercano di garantire un minimo di trasparenza, onestà, buona gestione, ecc.
Se ti va male, e quando girano centinaia di migliaia di Euro all’anno è facile, molto facile, che vada male, ristretti gruppi di persone si impadroniscono di questi apparati di gestione delle OO UU e lucrano rendite di posizione basate appunto sulla possibilità di maneggiare cifre assai ingenti con molta, spesso completa “discrezione”.
Il tutto a danno dei cittadini, praticamente disarmati rispetto al caso di una gestione pubblica come quella di un Comune, dove chiunque può accedere a tutti i documenti, ci sono obblighi molto rigidi sulle gare d’appalto, sulla pubblicità, ecc, e che addirittura per veder riconosciuti i pochi obblighi “privatistici” di buona gestione - spesso anche quelli calpestati - dovrebbero spendere i loro patrimoni in avvocati per impugnare continuamente delibere assembleari o altre decisioni su cui altrimenti agirebbe il silenzio assenso. O, ad esempio, semplicemente per accedere alla documentazione: se un CdA o un amministratore si rifiuta (forte del fatto che tanto gli avvocati non li paga lui) di fornirti la documentazione,non c'è altra via se non quella giudiziaria. Una lotta impari.
Di fatto, dunque, ciò che dovrebbe essere pubblico per definizione (e parliamo di infrastrutture primarie, che sono definite pubbliche non per sfizio ma proprio per la loro natura di bene da gestire esclusivamente con finalità di pubbliche utilità), finiscono per diventare uno strumento di potere, piccolo o grande a seconda dei casi, con cui si vessano, molto o poco, i cittadini. Facciamo un esempio relativo a Torre delle Stelle. (continua)

Nuova Associazione Torre delle Stelle ha detto...

(2a parte)
Ogni anno viene convocata l’assemblea del c.d. condominio (in realtà non esiste alcun condominio perché non ci sono parti in proprietà comuni); si tratta di 1350 proprietari di immobili. Mediamente ci vanno un centinaio di persone, una percentuale bassissima con cui non si potrebbe deliberare un bel nulla. Ma si sono inventati la moltiplicazione dei presenti: ai c.d. rappresentanti di zona viene attribuita la delega automatica e permanente degli assenti e quindi le presenze vengono fatte diventare 1100-1200. Se la delibera non viene impugnata entro 30 giorni diventa valida (anche se il meccanismo è chiaramente illegittimo). E dunque ogni anno il singolo cittadino, per non dover pagare le cose più assurde, deve cercarsi un avvocato e iniziare la sua odissea giudiziaria (5 anni per un primo grado se va bene). Tra le cose più assurde contro cui ci si deve difendere, negli ultimi anni ci sono ricorsi al TAR contro il ripristino urgente delle strade dopo l’alluvione del 10 ottobre 2010 e contro l’appalto comunale di manutenzione ordinaria straordinaria della viabilità (28 Km di strade) (ric. 1003-2010) e ricorsi in serie contro la pavimentazione ecologica di una parte delle stesse. Per non parlare del folle ricorso contro le delibere di presa in carico delle OO UU (ric. 66-2011). E attenzione, questi interventi comunali, attesissimi da tutta la comunità, sono presi di mira da chi gestisce il c.d. condominio, proprio perché fanno cessare il business e il giro di 900mila Euro all’anno che ci gira attorno. Dunque, quei cittadini che grazie all’intervento del comune di Maracalagonis nell’ottobre del 2010 superarono rapidamente l’isolamento causato dalla scomparsa di ampi tratti di strada, si ritroverebbero a finanziare un ricorso al TAR contro l’intervento comunale per loro salvifico, costretti dalla minaccia dello stacco dell’utenza idrica, servizio primario essenziale relativo ad un’OO UU primaria usata come arma di ricatto.
Sono queste, e altre le aberrazioni che possono manifestarsi quando i servizi pubblici non vengono gestiti come imposto e che il legislatore doveva avere bene in mente quanto imposte l’obbligo tassativo di cessione al comune delle stesse.
Tutte le ultime sentenze del TAR fanno riferimento esplicito a questi aspetti essenziali della questione.

Saluti
Nuova Associazione Torre delle Stelle

giuseppe monni ha detto...

Anche se non sono io il padrone di casa, vorrei ringraziare l'Associazione Torre delle stelle per la chiarezza e l'efficacia della loro analisi, che davvero si attaglia al caso di Poggio dei pini. in effetti, a pensarci, noi come voi siamo l'espressione di quella parte di opinione pubblica (sempre più vasta: si pensi al referendum sull'acqua) che sta difendendo il concetto di "bene pubblico" contro l'assedio sempre più arrogante degli interessi privati. In questo la classe politicia (che dovrebbe essere in prima linea) è invece contro di noi, perché a sua volta è succube degli interessi privati. Nel caso di Poggio dei pini, ad esempio, i vari amministratori comunali che si sono succeduti nei decenni, hanno usato spessissimo la Cooperativa Poggio dei pini come uno strumento per fare clientele (posti di lavoro, incarichi, appalti) fuori delle garanzie pubbliche. Probabilmente è soprattutto questo meccanismo che spinge i Comuni a opporsi alle cessioni, e non tanto il fatto di doversi accollare oneri aggiuntivi (visto che che in molti casi agli amministratori pubblici conviene avere da gestire un patrimonio sempre più grande che necessita di un numero di interventi sempre maggiore...)

Nuova Associazione Torre delle Stelle ha detto...

"in effetti, a pensarci, noi come voi siamo l'espressione di quella parte di opinione pubblica (sempre più vasta: si pensi al referendum sull'acqua) che sta difendendo il concetto di "bene pubblico" contro l'assedio sempre più arrogante degli interessi privati. In questo la classe politicia (che dovrebbe essere in prima linea) è invece contro di noi, perché a sua volta è succube degli interessi privati."

Esattamente! Si determina un meccanismo di reciproca convenienza fra amministratori comunali più sensibili al tornaconto elettorale che ai loro doveri primari e coloro che hanno le mani su questi apparati illegittimi di gestione delle OOUU.
E mentre l'interesse pubblico va a ramengo quello privato prospera.

Torre delle Stelle è un caso di scuola, diremo estremo, perché, non appena una giunta comunale (quella attuale) ha posto fine a questo "inciucio" (che con la precedente pluridecennale giunta Fadda aveva raggiunto vette inarrivabili), l'interesse privato è dovuto uscire allo scoperto, è stato costretto a gettare la maschera, fino agli incredibili tentativi (ricorso al TAR!) di impedire il ripristino di 28 Km di strade da parte del Comune perché, così è stato scritto nelle memorie presentate al TAR (e non è uno scherzo) è il "condominio" che deve sostenere gli oneri di gestione delle strade e non il Comune, anche in caso di alluvione. Quasi come se un'alluvione fosse già stata salutata come un'ottima occasione per incrementare fatturati, affidare lavori alla ditta amica, "marcare" il territorio e poter dire "eh..se non ci fosse il condominio..".
Quale esempio migliore di interesse privato che cerca di calpestare quello pubblico?

Domanda: ma se chi attualmente gestisce la Cooperativa intervenisse in giudizio al TAR chiedendo l'annullamento di eventuali delibere comunali di presa in carico (e dunque chiedendo che gli oneri di gestione restino sulle spalle dei residenti), come reagirebbe la vostra comunità?

giuseppe monni ha detto...

Se accadesse una cosa del genere, una parte di poggini sarebbe d'accordo, perché hanno subito nei decenni un ver e proprio lavaggio del cervello da parte degli storici amministratori della Cooperativa: "il Comune non è efficiente quanto la Cooperativa". Anche gli attuali vertici lo ripetono, però seppure ambiguamente dicono anche di voler la cessione, quindi non penso che arriveranno a fare un ricorso contro la cessione. Il caso di Poggio dei pini è poi complicato dall'eterna partita col Comune, per ottenere nuova cubatura("voi poggini vi tenete le OOUU, noi in cambio vi diamo nuova cubatura"): noi col ns ricorso abbiamo spezzato questo accordo tacito e ora il Comune minaccerà "ci scaricate addosso le OOUU? e allora noi non vi diamo più cubatura!". noi del Comitato rispondiamo "ecchissenefrega, stiamo bene così", ma capite bene che ci sono molti interessi che ruotano attorno alla nuova cubatura, quindi credo che alla fine si troverà un accordo di questo tipo: gradualià nella cessione contro un'ultima tranche di cubatura. volete sapere però qual è il vero scandalo? che i vertici della coop si stanno rifiutando di pretendere dal comune il risarcimento delle spese sostenute in tutti questi anni (parliamo di centinaia di migliaia di euro: se proseguiranno con questo atteggiamento lesivo degli interessi societari, i soci non potranno non fare una azione legale contro fi loro.

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