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giovedì 8 marzo 2012

Il libro che non c'è

Il 27 luglio del 1966 è ufficialmente "nata" la Cooperativa Poggio dei Pini. Ho voluto riportare questa data in alcuni cartelli da mettere all'ingresso della lottizzazione, per dare il "benvenuto" a chi arriva a Poggio dei Pini.  Avrete notato che quando si entra a Poggio non c'è neanche un cartello che indichi il nome della località. Sono riuscito a farne installare uno solo nei pressi dei campi sportivi. Gli altri sono stati "insabbiati", come quasi tutte le iniziative mese in atto dall'amministrazione guidata da Giacomo Cocco.


Torniamo indietro di sei anni. In occasione del quarantennale della nascita della Cooperativa, nel 2006, si celebrò la ricorrenza con un evento impreziosito dalla musica di Piero Marras.  In quell'occasione è stata regalata a tutti i soci una bella stampa con una ripresa aerea di Poggio. Quasi nessuno sa che il quarantennale  doveva essere ricordato con la pubblicazione di un libro, scritto da Mauro Dadea e dedicato alla "Storia di Poggio dei Pini". Purtroppo questo libro non è mai stato pubblicato. E' un libro che non c'è, anch'esso "insabbiato" come i cartelli e tante altre cose annunciate e non fatte. In quegli anni fu realizzato ed abbandonato anche il primo Portale della Cooperativa.


Eppure era un'ottima idea; quale momento più opportuno di un anniversario per pubblicare un documento che avrebbe consentito,  a chi quei tempi pionieristici li ha vissuti in prima persona, di ricordare tanti episodi che hanno caratterizzato la nascita e l'evoluzione di Poggio dei Pini. Ma è soprattutto per chi quei momenti non li ha vissuti che questo libro avrebbe potuto essere utile. Nella nostra vita a Poggio, peraltro molto poco condivisa negli ultimi anni, talvolta emergono "storie del passato", come tasselli confusi di un puzzle difficile da comprendere. Spesso queste storie ci giungono distorte o vengono strumentalizzate a fini politici. Eppure quella di Poggio non è la storia di una lottizzazione nata dalla speculazione edilizia, come le tante che ci circondano. Poggio è uno di quei sogni ad occhi aperti che si fanno tra pochi amici e che quasi mai diventano realtà.

Quando io e Giuseppe Monni siamo venuti a conoscenza dell'esistenza di questo libro, abbiamo contattato l'autore e stabilito, con l'approvazione dell'intero Consiglio di Amministrazione, che venisse completato e finalmente messo a disposizione dei soci e dei loro familiari.  Della riattivazione di questo progetto, che peraltro era a buon punto, i lettori del Notiziario della Cooperativa sono stati informati oltre un anno fa, nel numero di Febbraio 2011.

Qualche mese dopo in Cooperativa si verificò il Ribaltone "scilipotiano" e da quel momento tutte le iniziative messe in atto dall'amministrazione guidata da Giacomo Cocco e scelta dai soci tre anni fa, sono state insabbiate se non addirittura annullate.  Anche il libro di Dadea, che avrebbe dovuto essere presentato ai soci entro la fine del 2011, ha fatto la stessa fine (per la seconda volta) e non se ne è saputo più nulla.  


Molto curiosamente nell'ultimo numero del Notiziario della Cooperativa (marzo 2012), il libro-fantasma viene nuovamente menzionato, ma, purtroppo, resta sempre un libro virtuale, mai pubblicato. Al fare, si preferisce "annunciare". In uno dei prossimi post cercherò di approfondire questa inconcludenza dell'amministrazione poggina che insegue con incredibile tenacia l'attività di edificazione, ma non riesce a realizzare cose molto semplici come la pubblicazione di un libro, un sentiero, un cartello, un impianto fotovoltaico o strutture molto più vicine alle necessità della gente come la piscina, il campo di calcetto, la messa a norma della palestra, un impianto di videosorveglianza e così via. Eppure per pubblicare questo volume non ci vuole molto, dato che da anni è quasi pronto. Se ne continua a parlare e basta  nessuno di voi lo può leggere.  Io sono uno dei pochi fortunati che ha avuto la possibilità di visionare la stesura provvisoria. 


Pensate che per realizzare quest'opera Mauro Dadea è andato a ricercare i vecchi documenti abbandonati nel sottotetto della palestra, alla mercè dei topi. Ha anche consultato e catalogato decine di vecchi notiziari, nonchè letto tutti i verbali della Cooperativa e raccolto un album fotografico molto ricco. Una ricerca approfondita basata su documenti e non sulle chiacchiere.
La storia poggina di Dadea non abbandona mai il tracciato della narrazione storica ed evita accuratamente divagazioni soggettive. Commenti personali e giudizi sono del tutto assenti. Il racconto è lineare, ma non pesante. E' il lettore, soprattutto se, come me, coinvolto emotivamente nei luoghi e negli eventi, che trasforma quelle parole in energia, sensazioni, immagini.
Frequento Poggio dal 1987 e quindi posso dire di avere vissuto in prima persona più della metà della vita di questo posto. Questo libro mi ha consentito di mettere a fuoco soprattutto i primi venti anni, conoscere quei "fondatori" che in gran parte erano usciti di scena negli anni '90 e apprezzare ancora di più le difficoltà e l'importanza dell'impresa che hanno compiuto. Per questo motivo l'amministrazione guidata dal Presidente Cocco ha deliberato che alcune delle strade della lottizzazione venissero dedicate al primo gruppo di dodici fondatori.  Ovviamente anche questa iniziativa si è impantanata nelle sabbie mobili dell'autolesionismo poggino.

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