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sabato 31 marzo 2012

Cooperativa a un mese dalle elezioni. Implode la maggioranza del "ribaltone"

una riunione tra i soci
e gli amministratori
L'esercizio triennale 2009-2012 dell'amministrazione della Cooperativa volge al termine. Il 5 maggio prossimo si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione. Una data emblematica, considerando  l'immobilismo del CdA poggino negli ultimi mesi e le profetiche parole del Manzoni:  Ei fu, siccome immobile .... 
L'ultimo triennio è stato, molto probabilmente, il più travagliato della vita della Cooperativa. Due gruppi di amministratori si sono confrontati, talvolta anche "affrontati" con eventi che non hanno precedenti. Basti pensare che il presidente dimissionario Sanna e l'attuale presidente Piras, si erano presentati ai soci nel 2009 con una lista ed un programma molto chiari e sono poi "passati" con il gruppo che presentava una proposta molto differente. Grazie a queste "migrazioni" i rapporti di forza all'interno del Consiglio si sono modificati e i due blocchi contrapposti hanno assunto una consistenza numerica quasi identica. 
Il buon senso, che spesso viene citato a sproposito, avrebbe suggerito di risolvere questa situazione di "muro contro muro", ritornando a elezioni. Invece, per la prima volta, un presidente ha dovuto votare per se stesso per ottenere la fiducia della maggioranza del  consiglio. Per incrementare la propria consistenza numerica di una unità, questa nuova maggioranza "risicata" ha approfittato della disgrazia capitata a un consigliere della lista avversa, che si è dovuto assentare a lungo ed è stato estromesso dal Consiglio nonostante il suo desiderio di partecipare ai lavori dopo il lutto che lo ha colpito. 
Infine, nel lungo elenco di "eventi innovativi" abbiamo dovuto leggere sulla stampa dell'indagine per truffa ai danni dello Stato in cui è stato coinvolto il presidente della Cooperativa Sanna, che non ha ritenuto opportuno rassegnare le dimissioni.

La maggioranza nata dal ribaltone del maggio 2011 ha "governato" per quasi un anno, adoperandosi soprattutto in azioni di "restaurazione" e di annullamento delle riforme realizzate o avviate da chi, proprio per riformare la cooperativa era stato eletto in modo quasi plebiscitario nel 2009. Il motto di quella lista lista era "scegliamo di cambiare", i temi del rinnovamento e della trasparenza erano ampiamente dettagliati nel programma di 10 punti con cui si erano presentati ai soci. In due anni, nonostante le difficoltà di "cambiare rotta" e la mancanza di risorse provocata da una precedente gestione della cooperativa poco lungimirante, erano state avviate importanti attività che adesso non sto qui ad elencare. Gli effetti si sono fatti subito sentire sui dati di bilancio, con una rapidità inaspettata anche per me che ho partecipato in prima persona a questo progetto. Il disavanzo complessivo che aveva superato i 500 mila euro negli anni precedenti, è arrivato progressivamente in due anni a 320 mila e soprattutto è stata portata in pareggio la cosiddetta "gestione ordinaria", cioè il rapporto tra quanto entra e quanto esce ogni anno. In previsione futura (perche questi processi hanno bisogno di tempo), questo rapporto sarebbe ulteriormente migliorato, liberando importanti risorse necessarie per erogare nuovi servizi o migliorare quelli esistenti e, in pratica "far ripartire il Poggio", con o senza i famosi lotti che non ci sono più ormai da 5 anni. Invece questo terzo anno di mandato ha fatto registrare una inversione di tendenza e tra un mese i soci leggeranno -428 mila nel prospetto che sarà loro inviato. 

Lunedì scorso il presidente Francesco Elias Sanna ha rassegnato le dimissioni dopo avere constatato che la sua maggioranza non esisteva più. I motivi di questa "rottura" sono oscuri anche a me che siedo in consiglio. Giochi di potere che si svolgono dietro le quinte e che sono molto probabilmente collegati alle manovre relative alle prossime elezioni di maggio. Francesco Sanna, nella dichiarazione rilasciata all'Unione Sarda, ha fatto riferimento all'esistenza di due gruppi di potere rispetto al quale egli si porrebbe in una posizione intermedia. Si tratta ovviamente di una opinione e, in quanto tale, condivisibile o meno. D'altronde anche il parlamentare Domenico Scilipoti, protagonista di una "scelta" che lo ha portato a passare da uno schieramento all'altro, rivendica legittimamente l'utilità della propria azione, definita "responsabile". 

Io ritengo, invece, che a Poggio ci siano due legittimi progetti, due visioni differenti con cui si vorrebbe costruire il futuro amministrativo di questa comunità. "Amministrazione" non è una parola astratta, perchè dietro le scelte amministrative ci sono cose importanti che interessano tutti i residenti, come la qualità dei servizi, la sicurezza, la bellezza del paesaggio, insomma la qualità della vita di tutti noi. Indubbiamente le diverse proposte e soluzioni, che io rispetto profondamente anche quando non le condivido, si intrecciano talvolta con interessi personali. E' quindi sbagliato descrivere la situazione politica poggina con l'esistenza di "due gruppi di potere" oppure "guelfi e ghibellini". Sono proprio queste e affermazioni che "alzano i toni" e creano divisioni. Bisogna invece considerare normale la presenza di progetti e proposte diverse e utilizzare la democrazia, supportata da una corretta informazione, per far scegliere ai residenti quale strada intraprendere. 

L'altro ieri si è svolto forse l'ultimo atto di questa avventura amministrativa. Il CdA poggino, momentaneamente retto da Aldo Piras,  doveva approvare il bilancio, atto obbligatorio. Incredibilmente, si è verificato un ennesimo evento "innovativo", non era presente in consiglio nessuno che fosse in grado di fornire delucidazioni sul significato delle cifre riportate nelle tabelle. Era irreperibile il consigliere incaricato delle questioni economiche e le numerose domande dei consiglieri non hanno avuto risposta. Eppure a quel bilancio, che dal punto di vista di correttezza contabile viene validamente controllato dal Collegio dei Sindaci, vengono allegate e inviate ai soci relazioni che lo descrivono e forniscono indicazioni importanti per capire come viene amministrata la cooperativa. E serio? 

Ieri si è dimesso un altro consigliere che fa parte del gruppo della maggioranza, a testimonianza dello sfaldamento in atto. In questa situazione l'unica cosa da fare è andare al voto al più presto possibile. Il prossimo triennio sarà importantissimo per la definizione di molti progetti che incombono su questa comunità: ci sarà sviluppo urbanistico e se si, quale? L'urbanizzazione intaccherà il verde e il paesaggio? Ci saranno risorse per realizzare nuovi servizi? Le opere di urbanizzazione passeranno al pubblico? Come saranno getiite le risorse della coop? Il bilancio migliorerà? E' un impegno notevole che ha bisogno di risposte concrete. I giochi della politica hanno creato solo deficit, degrado delle strutture esistenti, sprechi di risorse che avrebbero potuto oggi farci vivere in una Poggio ben diversa.  

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