IL PRESIDENTE AMMETTE: “HO FALLITO”. PERO’ NON SI DIMETTE. ANZI RILANCIA: PROMETTE UNA VARIANTE IN 60 GIORNI E SI CANDIDA ALLE PROSSIME ELEZIONI
Nell’ultimo CdA il presidente della Cooperativa, Francesco Sanna, ha ammesso di aver fallito: non è riuscito a ottenere nulla dal Comune. Neanche il trasferimento delle strade vicinali (che il Comune avrebbe dovuto accollarsi fin dal 1970!). Finiscono così nove mesi di proclami e promesse non mantenute.
Era il mese di Giugno, quando Sanna, autovotandosi, si nominò presidente al posto di Giacomo Cocco, determinando l’ormai noto “Ribaltone” che (tradendo il voto dei Soci) ha riportato alla guida della Cooperativa i soliti personaggi e, soprattutto, i soliti vizi: le bugie ai soci, la retorica buonista (a nascondere inaudita arroganza) e soprattutto il desiderio di inciuciare col Comune, barattando gli interessi del Poggio, invece che pretendere, in maniera trasparente, il rispetto della Legge.
La prima cosa che fece, il presidente Sanna, a Giugno, fu bloccare il ricorso al TAR che avrebbe obbligato il Comune ad accollarsi finalmente i costi di gestione delle nostre infrastrutture (strade, fognature, etc.). Sanna bloccò quel ricorso (promosso dalla Presidenza Cocco ma sottoscritto da decine di poggini, che hanno anche anticipato le spese!) spiegando che, secondo lui, facendo quel regalo al Comune, avrebbe raggiunto un accordo politico col Sindaco.
Gli facemmo notare che questa storia dell’ “accordo politico” noi poggini l’abbiamo sentita per decenni, ce l’hanno raccontata tutti gli amministratori che si sono succeduti, da Anedda ad Atzori, da Secchi a Calvisi, e tutte le volte siamo stati presi in giro. L’accordo col Comune, infatti, era sempre lo stesso: il Comune concedeva la possibilità di fare nuovi lotti ma in cambio la Cooperativa doveva continuare ad accollarsi tutti i costi e le responsabilità di gestire le infrastrutture pubbliche. Insomma, una fregatura, perché non serve aver nuovi lotti da vendere, se poi siamo costretti a buttare tutto il ricavato per rattoppare infrastrutture che competono al Comune! Nel frattempo i nostri servizi (centro commerciale, zona sportiva, etc.) sono andati in malora e il Comune ha dirottato tutte le tasse versate dai poggini verso il centro storico e le altre lottizzazioni! Insomma, oltre al danno la beffa.
Nel 2007, poi, siamo arrivati al culmine: il Comune dell’“amico” Marongiu ha condannato a morte la Variante dell’ “amico” Calvisi. Ma com’è possibile? Non erano “amici”? La verità è che la politica capoterrese inizierà a rispettare Poggio dei Pini solo quando la smetteremo di presentarci in Municipio “col cappello in mano e le brache calate”. Ma tutto questo Sanna non l’ha capito, e da Giugno a oggi ha continuato a farsi prendere in giro, e a prendere in giro noi Soci. A Giugno disse: “Se non raggiungo un accordo col Comune entro Settembre mi dimetto!”: l’accordo non venne raggiunto ma lui non si dimise. Anzi rilanciò, e a Ottobre disse: “Se non raggiungo un accordo col Comune entro Dicembre, la Cooperativa sosterrà il ricorso al TAR!”: l’accordo non è stato raggiunto ma Sanna si è rimangiato ancora una volta l’impegno e non ha voluto sostenere il ricorso, tornando nuovamente dal Sindaco a elemosinare cubatura.
Dinanzi a questa pusillanimità oltre più di cento poggini si sono rotti le scatole, si sono quotati, hanno depositato il ricorso e il TAR, a Febbraio (in attesa della sentenza) gli ha dato ragione: il Comune deve farsi carico di tutto. Ora, dinanzi a una vittoria come questa, di portata storica, qualunque amministratore di qualunque società avrebbe esultato: il TAR infatti ci sta dando la possibilità di risparmiare ogni anno centinaia di migliaia di euro e di trattare, col Comune, da una posizione di forza. Invece i nostri amministratori si sono infuriati (basta leggere il Notiziario di Gennaio) perché non hanno tollerato che nelle loro trattative si inserissero degli intrusi: i cittadini, i giudici, la Legge.
Queste, però, sono le armi con le quali si deve combattere. Con le quali si vince. Non le “amicizie” ma il diritto dei cittadini: il diritto a non pagare due volte per gli stessi servizi, il diritto a che il proprio territorio non sia inutilmente consumato, il diritto a che le trattative siano sempre trasparenti. Se Sanna avesse seguito questo principio, come gli era stato suggerito dal Comitato “Noi per Poggio”, avrebbe potuto ottenere dal Comune tutto quello che ci spetta, e anche di più. Invece è andato dritto per la sua strada, e ha fallito.
Ora ovviamente cercherà di rigirare la frittata (in questo è imbattibile) dicendo che “l’accordo col Comune non è stato raggiunto per colpa del ricorso al TAR” ma questa sciocchezza non regge, perché la Legge non dev’essere considerata un ostacolo, ma un baluardo, e in ogni caso Sanna ha avuto a disposizione ben 7 mesi di tempo, per chiudere un accordo con i suoi “amici” politici, e non ci è riuscito.
E ora che fa? Si assume le sue responsabilità, si dimette? Macché! Siamo in Italia, no? In Italia, quando un politico non mantiene un impegno, e si dimostra incapace di raggiungerlo, rilancia. E il nostro presidente ha rilanciato: ha annunciato che in sessanta giorni (giusto in tempo per le elezioni alle quali, guardacaso, si ricandiderà, dopo aver ripetuto mille volte che non lo avrebbe fatto…) riuscirà a raggiungere un accordo politico col Comune per una nuova Variante al Piano di Lottizzazione! Bello, no? E sapete qual è la novità? Che questa “nuova” Variante non è affatto “nuova”: sotto un ammiccante maquillage è rimasta quella “vecchia”, quella del 2007, quella di Calvisi, quella che fu già bocciata dal Comune, dalla Regione e anche dal TAR! Direte voi: com’è possibile andare incontro all’ennesima bocciatura, sprecando ulteriore tempo e soldi (soldi nostri, sia chiaro)? La risposta ce l’ha data il presidente Sanna: “Abbiamo ricevuto rassicurazioni!”. Bene. Ci sentiamo molto rassicurati.
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