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domenica 18 marzo 2012

La vacca da mungere

Continuiamo a trattare l'argomento "Cessione delle Opere di Urbanizzazione". L'obiettivo è sempre quello di capire perchè, mentre in quasi tutti le altre lottizzazioni le fogne, l'acquedotto etc. sono state costruite e poi cedute agli enti pubblici entro i dieci anni previsti dalla legge, a Poggio dei Pini, dopo ben 45 anni,  questo non è accaduto. Come sappiamo, sull'esempio di molte altre località in cui esistevano situazioni simili, si è quindi giunti al ricorso al TAR, per far rientrare nella legalità e nella normalità questa anomalia del "comune privato". Sappiamo anche che vi sono soggetti che spingono per questa soluzione ed altri che vi si oppongono. 

Le posizioni e le motivazioni addotte sono molto differenti:  per qualcuno si tratta di un privilegio di cui godono i poggini, per altri è un furto compiuto ai loro  danni.  Tutti i "contendenti" sono consapevoli del fatto che si tratta di una situazione illegale, il che, in un paese normale, dovrebbe essere sufficiente a stabilire cosa si dovrebbe fare. Ma in Italia, si sa, applicare le leggi non rappresenta la normalità. Eluderla o aggirarla è invece la norma. Aldilà di questa nota di colore, che senz'altro sta alla base di moltissimi problemi del nostro paese, vorrei mettere a fuoco quali siano gli interessi in gioco. Forse in questo modo sarà anche più facile capire perchè si è giunti a questo punto e  cosa stia accadendo adesso.    


Intanto chiariamo quali siano i soggetti che si muovono sul "campo": 
  • la giunta capoterrese e più in generale le lobbies familiari che governano, da sempre,  questo paese, seppur sventolando vessilli politici di vari colori;
  • il gruppo che governa attualmente la Cooperativa Poggio dei Pini, denominato per comodità  "vecchia guardia", in quanto composto o "ispirato" da personaggi che hanno amministrato la società negli ultimi venti anni. Da non confondere con i "soci fondatori", cioè i primi quaranta benemeriti che hanno fatto nascere  Poggio dei Pini e che, purtroppo, sono quasi tutti usciti di scena. 
  • il comitato "Noi per Poggio" sostenuto dai residenti di Poggio che vogliono cambiare il modo di gestire la Cooperativa. 

Due di questi gruppi sono palesemente alleati tra loro, perlomeno in questa "battaglia".  La giunta Comunale e la Vecchia Guardia di Poggio, come ho evidenziato nel post precedente, hanno stretto un "tacito accordo" e vorrebbero portarlo avanti.
Chi conosce la storia dei rapporti tra Poggio e  Capoterra avrà certamente sorriso nel leggere le reciproche parole di sostegno pronunciate da entrambe le amministrazioni in queste ultime settimane. In passato i rapporti tra queste due entità non sono certo stati idilliaci. Lo "snobismo" di molti poggini è proverbiale. Alcuni avrebbero voluto costruire muri invalicabili per isolarsi nella loro superiorità, avrebbero voluto costituire un comune autonomo e forse non sarebbe stata una cattiva idea, ma questo progetto è stato impedito guarda caso proprio da un politico poggino, quel Mario Floris che nel 1983 varò un decreto che impedì, di fatto, la formazione di un altro comune in territorio capoterrese. 


Da parte loro gli amministratori capoterresi hanno sempre considerato Poggio come la "vacca da mungere". Non è quindi un caso che la storia delle due amministrazioni sia costellata di cause legali e dispetti di vario tipo, non ultimo quello della strada di ingresso alla lottizzazione, vergognosamente inadeguata e pericolosa. E' evidente, quindi, che il flirt odierno non sia basato sull'amore, sulla fiducia o sulla stima reciproca, ma sull'interesse comune, messo in pericolo dall'iniziativa del "terzo incomodo", cioè di quel gruppo di cittadini, svegliatosi dopo anni di immobilismo e torpore, ha deciso di interrompere questo incredibile "inciucio".   


Il Comitato Noi per Poggio e i molti poggini che lo sostengono non ci stanno a perpetuare un sistema che ha notevolmente impoverito la qualità della vita in quello che era un vero modello urbanistico a livello mondiale e ritengono che se non ci cambia strada, la situazione andrà sempre peggiorando.   Se è vero che le motivazioni di questi due soggetti (Comune e Comitato di cittadini) appaiono abbastanza chiare, risulta molto più difficile capire la posizione dell'amministrazione poggina, che potrebbe apparire autolesionista se non si considerassero altri interessi presenti sul tavolo: i nuovi lotti di Poggio, con i loro progetti e i loro appalti. 
Affronteremo questo argomento in un altro post. Concentriamoci sulla posizione e sugli interessi dell'amministrazione capoterrese.
Se è vero che nel momento della edificazione di Poggio dei Pini il mondo era diverso e uno "strappo" alla legge del 1942 era comprensibile:

  • nel momento in cui i cittadini di questa frazione vengono tartassati con imposte, tasse e balzelli di tutti i tipi;
  • nel momento in cui l'amministrazione e i cittadini di Capoterra dispongono di un benessere e di servizi incomparabili rispetto a quelli degli anni '60;
  • nel momento in cui la Comunità Europea e lo Stato intervengono con iniziative che sostengono gli enti pubblici nel rifacimento di reti e infrastrutture pubbliche
appare del tutto inaccettabile che il Comune non fornisca a tutti i cittadini i medesimi servizi e, considerando l'esosità della tassazione, dovrebbero essere servizi di qualità decisamente superiore a quella offerta attualmente.  La resistenza a occuparsi dei servizi pubblici di questa frazione (ma anche delle altre) può essere spiegata solo dalla logica della "vacca da mungere", della politica dello sfruttamento, della discriminazione portata avanti per tutti questi anni e ormai considerata come un diritto da perpetuare in eterno
Il  Sindaco di oggi, non può permettersi di cambiare questo stato di cose, anche se ingiusto, perchè il suo elettorato principale (cioè le già citate lobbies) non gliela perdonerebbe. Ecco spiegata la strenua resistenza della giunta comunale che pure sta spendendo soldi dei cittadini in una causa legale senza speranza. Perlomeno si deve poter dimostrare che hai fatto il possibile per opporti. 


Poggio è come una miniera. Non di ferro o zinco, come ai tempi di San Leone, ma di tasse da esigere senza dare nulla in cambio. Risorse economiche che l'amministrazione può dirottare verso altri lidi. Per giustificare la sua posizione il Comune utilizza motivazioni pretestuose
Vediamone alcune: le opere di urbanizzazione non sono collaudate o non sono a norma. Ciò è in gran parte falso in quanto quasi tutte le opere di urbanizzazione sono state collaudate e pertanto erano a norma nel momento della loro realizzazione.  Quelle che non sono state collaudate hanno comunque espletato la propria funzione per decenni e il tribunale ha affermato che anche in questo caso l'ente pubblico è obbligato ad acquisirle cosi come sono. Quella di prendere in carico e gestire le infrastrutture pubbliche non è una facoltà che deve essere contrattata con gli amministratori comunali, ma è un obbligo imposto dalla legge a cui in questo territorio ci si è sottratti. Sempre all'ente pubblico spetta il compito di vigilare e verificare, sulla base delle leggi esistenti che non possono essere ignorate,  che le infrastrutture siano realizzate correttamente. E' comprensibile dato che sarà poi onere dell'ente pubblico occuparsi della loro manutenzione. Appare evidente che il Comune di Capoterra non abbia fatto il suo dovere infischiandosene dei servizi pubblici di Poggio dei Pini, però ha puntualmente incassato tutte le tasse che provenivano da quei cittadini.


Tanto romantica quanto fantasiosa la giustificazione  secondo cui, essendo Poggio costituita da case singole con una densità abitativa inferiore rispetto ad altri agglomerati, ed essendo di conseguenza superiore la dimensione delle infrastrutture per abitante, sarebbe "ingiusto" costringere il povero comune a prendersi in carico tutte queste tubazioni.  Secondo questa visione, quindi, in tutto il territorio nazionale, non dovrebbero esistere case singole con giardino. Solo palazzi. Il ragionamento filerebbe se non fosse che anche le tasse, ahimè, sono fortemente influenzate dalla tipologia abitativa e una villetta singola paga l'ICI (ora IMU) e la TARSU in quantità enormenente superiore rispetto a un appartamento del centro storico.  

3 commenti:

Ludovica ha detto...

Ciao Giorgio
intervengo perchè voglio raccontarti quanto ho saputo da un socio che si è trovato con un altro socio furioso come un toro contro chi, come me, ha firmato per il ricorso al TAR. Infatti il secondo socio racconta al primo di avere un lampione stradale davanti alla sua casa spento oramai da 15 giorni. Il socio cosa fa? Va in Cooperativa e gli dicono che loro non possono più fare nulla e ci deve pensare il Comune: e questa è la prima sciocchezza!
Poi va in Comune e un Consigliere Comunale lo avverte che, a causa del ricorso al TAR, ai poggini arriveranno tasse talmente salate che ci sembrerà di dover pagare una nuova Bucalossi e sai perchè? Perchè la Cooperativa ancora non ha adempiuto a tutti i suoi obblighi dettati dalle convenzioni, quindi dovrà pagare oltre 4€/mc di non si sa quale cubatura e per non si sa che cosa; e questa è la seconda sciocchezza!
Credo sia il caso di spiegare qualcosa e vado con ordine: per quanto riguarda la Cooperativa non è vero che non può più muovere un dito, di fatto le oouu sono ancora di proprietà dei poggini e vorrei proprio vedere chi ci impedisce di aggiustare un tubo rotto, o cambiare una lampada ad un palo stradale (a proposito, sono anni che quello in fondo alla strada 47 si accende e si spegne in continuazione, chissà dov'era la cooperativa in tutti questi anni quando "poteva"provvedere alle oouu).
L’ordinanza del TAR dice esattamente: “dispone che il comune di Capotera intraprenda le iniziative necessarie”; cosa significa? Certamente non vuol dire che il giorno dopo le oouu sono del comune, ma quest’ultimo è obbligato a cominciare a muoversi in quella direzione. Dopo quest’ordinanza noi del Comitato Noi per Poggio abbiamo, credo responsabilmente, avvertito i soci dell’emissione di quella ordinanza e abbiamo consegnato a ciascuno di loro un modulo da utilizzare per chiedere al comune, e in sostituzione alla cooperativa, l’intervento in caso di problemi sulle oouu. E poiché, al contrario di quanto è stato affermato nel notiziario di Gennaio noi non siamo i nuovi “giuristi”, abbiamo consultato il nostro avvocato prima di mandare quel modulo. A questo punto vorrei capire perché quel socio non ha operato come avevamo consigliato: il mio sospetto è che ci siano soci che fino a ieri potevano permettersi di sollevare il telefono e chiedere l’intervento e subito la Cooperativa, o meglio il Consigliere amico, provvedeva a porre rimedio; peccato che io non avendo amici in cooperativa ho dovuto aspettare 4 anni prima di veder realizzare la cunetta affianco al mio lotto.
[continua...]

LUDOVICA ha detto...

[Continua...]

Ma torniamo alle sciocchezze; quindi la Cooperativa può tranquillamente agire al posto del Comune purchè abbia l’accortezza di emettere una regolare fattura al Comune di Capoterra per avere agito su opere pubbliche di sua competenza.
Parliamo ora di quanto detto dal Consigliere Comunale. Oramai anche i sassi credo sappiano che i rapporti tra Cooperativa e Comune sono regolati dalle Convenzioni e ce ne sono ben quattro; mi riferisco alla seconda, quella del 1980, in cui veniva sancito il modo di “pagare” al comune le oouu secondarie: “Le infrastrutture saranno cedute al Comune di Capoterra per lotti al raggiungimento di ogni 100.000mc di concessioni rilasciate a partire dal 30.4.1979”. Abbiamo già dimostrato durante alcune riunioni dedicate alle oouu primarie e secondarie, forse quel socio non c’era, quale sia la posizione debitoria della Cooperativa per le urbanizzazioni secondarie, posizione assolutamente tranquilla che non crea alcun problema ai soci, nonostante le bugie sostenute da alcuni Consiglieri che ancora adesso siedono in CdA e da loro compari (chi vuole può chiederti il mio numero e sarò ben felice di dimostrarlo con i documenti trovati in Cooperativa), posizione che non può essere cambiata dal Comune unilateralmente perché le Convenzioni sono contratti a tutti gli effetti che vincolano il Comune che gli piaccia oppure no; in realtà assistiamo, come tu dici, alla nascita di un patto di non belligeranza tra cooperativa e comune perché funzionale al raggiungimento dei comuni obiettivi: cubatura per Poggio, quindi tasse per il Comune…e chi paga? Noi naturalmente, ora e sempre!
Ludovica Mulas

Giorgio Plazzotta ha detto...

E' veramente inqualificabile che il fatto che Comune interferisca sulla campagna elettorale dell'organo di amministrazione della Cooperativa. E' il solito sistema dell'occupazione dei centro decisionali che ha portato al quasi disastro del nostro paese. Pur di non mollare la poltrona, talvolta conquistata grazie a giochi di prestigio e giravolte si preferisce il "muoia Sansone con tutti i Filistei"

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