Sabato scorso, durante l’assemblea degli abitanti di Poggio
dei Pini si è parlato dei lavori edili che la Cooperativa intende avviare
nell’ex Casa Saggiante e della vendita delle Aree Verdi. Sono state proiettate
molte slide per illustrare la bontà delle due iniziative ed è seguito un
interessante dibattito.
Sul primo punto sono già apparsi in questo blog alcuni
interventi in merito alle divergenze sorte tra il Grusap e gli amministratori
poggini. Per quanto riguarda il secondo argomento, nel corso dell’assemblea l’amministratore
delegato all’Urbanistica ha illustrato l’andamento della campagna di vendite e,
per ribadire la bontà di un’iniziativa che non tutti a Poggio dei Pini hanno
condiviso, ha affermato che sono stati posti rigidi vincoli di inedificabilità
e sono state date precise disposizioni sul tipo di recinzione privilegiando
siepi e muretti bassi. Per concludere, ha affermato che, “in fondo, nulla è
cambiato: terreni privati della cooperativa erano prima, terreni privati dei
soci sono adesso”. E poi: “In fin dei conti, stiamo parlando della vendita di
meno dell’un per cento dei terreni della cooperativa”.
Se la validità di un progetto può essere giudicata in base
alla bontà delle argomentazioni portate a sostegno, bisogna dire che è stato un
disastro. Affermare che nulla è cambiato è un insulto all’intelligenza: prima
erano terreni della cooperativa lasciati alla libera disponibilità dei soci,
ora sono terreni di proprietà privata che i proprietari possono (giustamente)
recintare e precludere alla disponibilità degli altri soci. Quanto alla “rigide
disposizioni” impartite sul tipo di recinzione è sufficiente andare a vedere.
Nel pieno rispetto della legge, è stata privilegiata la stessa tipologia
muro+rete presente nei lotti edificabili.
Quanto al vincolo di assoluta inedificabilità, nel corso del
dibattito è stato chiarito che questo vincolo è assai aleatorio: trattandosi di
terreni privati inseriti all’interno di aree edificabili, possono essere
classificati come “lotti interclusi” ed esiste la concreta possibilità che, su
semplice domanda dei proprietari, possa essere consentita l’edificazione.
L’amministratore delegato all’Urbanistica ha affermato che la
cessione di aree verdi riguarda meno dell’1% del territorio della cooperativa.
Neppure questo è esatto. Sarà pure vero che è stata venduta una porzione così
ridotta di aree condominiali, ma il progetto vendite prevedeva la
privatizzazione di una fetta assai più consistente di verde. Se stiamo parlando
di meno dell’1% è solo perché pochi soci hanno accolto l’invito della
cooperativa a comprare.
Ma c’è di più: i nostri amministratori stanno portando
avanti un piano che prevede la nascita di nuove lottizzazioni e, per
risparmiare sulle spese di urbanizzazione, hanno previsto di localizzare i
nuovi lotti all’interno delle zone attualmente abitate, consumando un’ulteriore
fetta di territorio dove oggi esistono prati, cespugli e alberi. Minimizzare e
parlare di meno dell’1% è solo un escamotage dialettico utilizzato per
nascondere una realtà ben diversa: per inseguire il miraggio di un mercato
immobiliare in crescita (tutti gli indicatori economici lo escludono) si vuole
consumare uno dei beni identitari di Poggio dei Pini: l’ampia disponibilità di
verde a due passi dalle nostre case.
1 commento:
Chi distrugge il patrimonio di verde dalla Cooperativa ha tradito il programma che ci ha convinto a votarli ove non si è mai proposto che una volta eletti i nostri amministratori avrebbero dato corso a simili nefandezze e in futuro ne vedremo ancora delle belle.Come si fa ad indire un referendum se non si conosce ancora il nuovo piano di lottizzazione definitivo e dove verranno ubicate le nuove abitazioni. Non credete sia opportuno ragionarci sopra e dire agli amministratori di fare un passo indietro e tornarsene a casa?
La consulenza tecnica e amministrativa di numerosi soci di poggio dei pini non viene presa più in considerazione ed il comitato tecnico non viene più consultato.
Pensate che il progetto allegato al contratto d'appalto dei lavori di ristrutturazione dell'ex tenuta Saggiante redatto da un architetto non socio è un disastro e non ha alcuna rispondenza alla realtà attuale,non ci sono indicate le misure ma solo la scala 1:200 e se provate ad effettuare le misure con lo scalimetro
troverete una riduzione complessiva di circa il 20% della superficie reale; il che significa che l'impresa appaltatrice essendo il lavoro a corpo potrà chiedere una maggiorazione del 20% sull'importo globale per non parlare di molte opere che appaiono in disegno ma non vengono descritte nel contratto (es.Realizzazione di diverse nicchie incassate nel muro divisorio fra l'ex chiesa e la proprietà comunale per realizzare eventuali armadi a muro da incasso che si estendono anche in proprietà altrui(comunale)senza considerare che per realizzare detti lavori occorre la reciproca autorizzazione munita di benestare al fine di garantire la stabilità del muro portante interessato dalla demolizione parziale del muro in pietra portante.
Sabato pomeriggio ci sarà una riunione nella sala riunioni della cooperativa in piazza Ricchi ove siete tutti invitati per discutere in merito sul da farsi e deliberare in merito.
Saluti cordiali Procolo D'Agostino
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