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mercoledì 2 marzo 2016

Le aree verdi vendute dalla Cooperativa

di Angelo Pani
Sabato scorso, durante l’assemblea degli abitanti di Poggio dei Pini si è parlato dei lavori edili che la Cooperativa intende avviare nell’ex Casa Saggiante e della vendita delle Aree Verdi. Sono state proiettate molte slide per illustrare la bontà delle due iniziative ed è seguito un interessante dibattito.

Sul primo punto sono già apparsi in questo blog alcuni interventi in merito alle divergenze sorte tra il Grusap e gli amministratori poggini. Per quanto riguarda il secondo argomento, nel corso dell’assemblea l’amministratore delegato all’Urbanistica ha illustrato l’andamento della campagna di vendite e, per ribadire la bontà di un’iniziativa che non tutti a Poggio dei Pini hanno condiviso, ha affermato che sono stati posti rigidi vincoli di inedificabilità e sono state date precise disposizioni sul tipo di recinzione privilegiando siepi e muretti bassi. Per concludere, ha affermato che, “in fondo, nulla è cambiato: terreni privati della cooperativa erano prima, terreni privati dei soci sono adesso”. E poi: “In fin dei conti, stiamo parlando della vendita di meno dell’un per cento dei terreni della cooperativa”.
Se la validità di un progetto può essere giudicata in base alla bontà delle argomentazioni portate a sostegno, bisogna dire che è stato un disastro. Affermare che nulla è cambiato è un insulto all’intelligenza: prima erano terreni della cooperativa lasciati alla libera disponibilità dei soci, ora sono terreni di proprietà privata che i proprietari possono (giustamente) recintare e precludere alla disponibilità degli altri soci. Quanto alla “rigide disposizioni” impartite sul tipo di recinzione è sufficiente andare a vedere. Nel pieno rispetto della legge, è stata privilegiata la stessa tipologia muro+rete presente nei lotti edificabili.
Quanto al vincolo di assoluta inedificabilità, nel corso del dibattito è stato chiarito che questo vincolo è assai aleatorio: trattandosi di terreni privati inseriti all’interno di aree edificabili, possono essere classificati come “lotti interclusi” ed esiste la concreta possibilità che, su semplice domanda dei proprietari, possa essere consentita l’edificazione.
L’amministratore delegato all’Urbanistica ha affermato che la cessione di aree verdi riguarda meno dell’1% del territorio della cooperativa. Neppure questo è esatto. Sarà pure vero che è stata venduta una porzione così ridotta di aree condominiali, ma il progetto vendite prevedeva la privatizzazione di una fetta assai più consistente di verde. Se stiamo parlando di meno dell’1% è solo perché pochi soci hanno accolto l’invito della cooperativa a comprare.


Ma c’è di più: i nostri amministratori stanno portando avanti un piano che prevede la nascita di nuove lottizzazioni e, per risparmiare sulle spese di urbanizzazione, hanno previsto di localizzare i nuovi lotti all’interno delle zone attualmente abitate, consumando un’ulteriore fetta di territorio dove oggi esistono prati, cespugli e alberi. Minimizzare e parlare di meno dell’1% è solo un escamotage dialettico utilizzato per nascondere una realtà ben diversa: per inseguire il miraggio di un mercato immobiliare in crescita (tutti gli indicatori economici lo escludono) si vuole consumare uno dei beni identitari di Poggio dei Pini: l’ampia disponibilità di verde a due passi dalle nostre case.

1 commento:

lino ha detto...

Chi distrugge il patrimonio di verde dalla Cooperativa ha tradito il programma che ci ha convinto a votarli ove non si è mai proposto che una volta eletti i nostri amministratori avrebbero dato corso a simili nefandezze e in futuro ne vedremo ancora delle belle.Come si fa ad indire un referendum se non si conosce ancora il nuovo piano di lottizzazione definitivo e dove verranno ubicate le nuove abitazioni. Non credete sia opportuno ragionarci sopra e dire agli amministratori di fare un passo indietro e tornarsene a casa?
La consulenza tecnica e amministrativa di numerosi soci di poggio dei pini non viene presa più in considerazione ed il comitato tecnico non viene più consultato.
Pensate che il progetto allegato al contratto d'appalto dei lavori di ristrutturazione dell'ex tenuta Saggiante redatto da un architetto non socio è un disastro e non ha alcuna rispondenza alla realtà attuale,non ci sono indicate le misure ma solo la scala 1:200 e se provate ad effettuare le misure con lo scalimetro
troverete una riduzione complessiva di circa il 20% della superficie reale; il che significa che l'impresa appaltatrice essendo il lavoro a corpo potrà chiedere una maggiorazione del 20% sull'importo globale per non parlare di molte opere che appaiono in disegno ma non vengono descritte nel contratto (es.Realizzazione di diverse nicchie incassate nel muro divisorio fra l'ex chiesa e la proprietà comunale per realizzare eventuali armadi a muro da incasso che si estendono anche in proprietà altrui(comunale)senza considerare che per realizzare detti lavori occorre la reciproca autorizzazione munita di benestare al fine di garantire la stabilità del muro portante interessato dalla demolizione parziale del muro in pietra portante.
Sabato pomeriggio ci sarà una riunione nella sala riunioni della cooperativa in piazza Ricchi ove siete tutti invitati per discutere in merito sul da farsi e deliberare in merito.
Saluti cordiali Procolo D'Agostino

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