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sabato 4 febbraio 2017

La Coop realizza opere pubbliche, il Comune abbassa le tasse. Ora si può


di Giuseppe Elia Monni
Qualche anno fa fu fatto un calcolo: i contribuenti poggini, che rappresentano meno del 10% della popolazione capoterrese, contribuiscono, col loro gettito fiscale, a oltre il 40% del bilancio comunale. Soldi che il Comune, per decenni, ha speso per migliorare il centro storico del paese e le altre lottizzazioni, disinteressandosi del Poggio. 
Non sappiamo se quel dato è esatto, ma è certo che, a fronte di tutte le tasse che i Poggini, direttamente o indirettamente, hanno versato nelle casse comunali, il Comune non ha praticamente mai destinato risorse per migliorare le nostre infrastrutture (proprio in questi giorni il Comune ha compiuto i primi interventi di risanamento delle strade dopo 50 anni di totale disimpegno) e non ha mai implementato i nostri servizi (unica eccezione, il restauro di una porzione del Complesso Saggiante, la parte poi affidata a Utè e Teatro dei ciliegi). 


Per decenni, infatti, le varie Amministrazioni comunali hanno scaricato le incombenze pubbliche sulla Cooperativa e così, come ci siamo deti più volte, noi Poggini abbiamo finito col “pagare due volte”: una volta alla Cooperativa (per consentirle di supplire alla latitanza del Comune) e una volta al Comune (che li ha usati per migliorare il centro storico del paese e le altre lottizzazioni). Una clamorosa ingiustizia. 
Ma qualcosa, forse, sta per cambiare, Non solo perché l’attuale Amministrazione comunale inizia a mostrare una maggiore sensibilità (l’acquisizione delle strade vicinali e l’asfaltatura della strada d’ingresso sono stati dei segnali positivi, vedremo se ne seguiranno altri) ma anche perché in questi ultimi anni sono state introdotte nel nostro Ordinamento alcune norme che agevolano la collaborazione tra i Comuni e soggetti privati come la Coop.
In particolare esistono due norme (le riporto in coda a questo articolo) che sembrano scritte proprio per regolamentare in maniera equa e proficua questa nostra situazione (che finora è stata solo ingiusta e dannosa). In pratica, semplificando, un Comune può esentare in tutto o in parte dal pagamento delle imposte un soggetto privato che portasse avanti un progetto di miglioramento/abbellimento/gestione di spazi e servizi pubblici. 

Qualche esempio? La Cooperativa (che versa ogni anno al Comune, come imposte, decine di migliaia di euro) potrebbe chiedere di poter rimettere a posto il vecchio parco giochi (di proprietà comunale) utilizzando proprio quelle decine di migliaia di euro che, a quel punto, non dovrebbe più versare nelle casse comunali, ma riverserebbe direttamente nel nostro territorio! Potremmo ad esempio offrirci di sostenere le spese per il risanamento dell’ambulatorio medico, così da completare la ristrutturazione dell’isolato dell’ex chiesetta, recentemente recuperata. O ancora, potremmo proporre progetti per risanare le strade comunali (cioè le strade principali della lottizzazione, che versano in uno stato indecente) o l’illuminazione pubblica, etc. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta. 
E non è neanche escluso (la questione è dibattuta) che gli stessi residenti del Poggio potrebbero presentare dei progetti mirati per il miglioramento degli spazi o dei servizi pubblici, ottenendo anch’essi delle esenzioni fiscali. Insomma, se l’Amministrazione comunale si dimostrerà lungimirante utilizzando (per prima in Sardegna) questi nuovi strumenti normativi, e se gli amministratori che si succederanno alla guida della Coop nei prossimi anni saranno capaci di perseguire questa nuova strada con coerenza e tenacia, potremo finalmente riuscire a reinvestire nel nostro territorio una buona parte di quei soldi che versiamo ogni anno al Comune. E i Poggini, per così dire, smetteranno di pagare due volte! 
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DECRETO LEGGE 12 settembre 2014, n. 133

Art. 24 (Misure di agevolazione della partecipazione delle comunita' locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio).

1. I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purche' individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalita' di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attivita' posta in essere. L'esenzione e' concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attivita' individuate dai comuni, in ragione dell'esercizio sussidiario dell'attivita' posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunita' di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute.



DECRETO LEGISLATIVO 18 aprile 2016, n. 50

Art. 190. (Baratto amministrativo)

1. Gli enti territoriali definiscono con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di contratti di partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione ad un preciso ambito territoriale. I contratti possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze o strade, ovvero la loro valorizzazione mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati. In relazione alla tipologia degli interventi, gli enti territoriali individuano riduzioni o esenzioni di tributi corrispondenti al tipo di attività svolta dal privato o dalla associazione ovvero comunque utili alla comunità di riferimento in un'ottica di recupero del valore sociale della partecipazione dei cittadini alla stessa.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno, leggo l'articolo di .Giuseppe Monni e se ,da un lato, sono ben felice che si apra questa prospettiva per la nostra comunità ,dall'altro,ancora una volta,devo ribadire che non concordo con la scala di priorità seguita.
Si è fatto un parcheggio prima di realizzare il sentiero illuminato e percorribile (anche con la pioggia) che permetterebbe agli abitanti di Pauliara di poter andare a prendere la corriera o dal medico, ora si ipotizza di realizzare nuovi giardini e, ancora ,di finire di ristrutturare i locali dell'azienda.....della viabilità pedonale di una parte consistente di abitanti , neanche si parla.Anzi , gli operai hanno distrutto una parte del sentiero esistente ,rendendolo un pantano e, tanto per non farci mancare niente,è stata realizzata una trincea nel passaggio tra parco 22 ottobre e strada 37, probabilmente l' intento dovrebbe essere quello di non fare passare le moto da cross, ma credo che i motociclisti ringrazieranno (sarà più divertente passarci sopra) mentre i pedoni un pò meno.
Colgo peraltro l'apertura manifestata da Giuseppe Monni nell'ultima parte dell'intervento, dove apre la porta ad eventuali proposte dei soci, e a questo riguardo propongo appunto di impegnare le risorse liberate dalla nuova normativa sui lavori pubblici, nella realizzazione di un'adeguata viabilità pedonale con particolare riferimento alla tracciatura, impermeabilizzazione e illumnazione del sentiero che dal ponte nuovo di Pauliara dovrà portare alla fermata della corriera davant alla terrazza Grazie roberta Chapelle

Anonimo ha detto...

da Giuseppe Monni.

Ciao Giorgio, vorrei prendere spunto dallo stimolante commento di Roberta per evidenziare un equivoco che c’è sempre stato tra soci e Coop (a prescindere dagli amministratori di turno). I soci, infatti, osservano l’attività degli operai, hanno spesso l’impressione che i lavori vengano lasciati a metà o fatti male. Ma è una impressione quasi sempre falsata e cerco di spiegare il motivo. Prendiamo l’esempio evidenziato da Roberta: ella afferma che si sarebbe dovuto dare priorità al sentiero 22 ottobre (a valle del parcheggio in via di realizzazione) invece che iniziare dal parcheggio. E lamenta il fatto che il fondo del sentiero 22 ottobre è stato ulteriormente rovinato dal transito dei mezzi. Ebbene: se si va a guardare il progetto nel suo complesso (i soci lo fanno raramente, ma lo abbiamo comunque descritto in almeno 6 notiziari) cioè il progetto elaborato dalla Coop e approvato dal Comune, esso prevede tante cose: a) il percorso pedonale a monte del parcheggio (non ancora completato: sarà completato nei prossimi giorni); b) il parcheggio (non ancora completato: ci vorranno ancora alcune settimane perché dobbiamo seminare il prato); c) il tornello pedonale a valle del parcheggio (appena abbozzato) e d) il lungo sentiero pedonale, illuminato, arredato e, ovviamente, col fondo ben fatto, che arriverà sino al nuovo ponte di Pauliara. Ovviamente, quando si deve portare avanti un progetto così ampio e articolato, e si hanno solo 3 operai, che peraltro ogni giorno devono correre da una parte all’altra per mille altre occupazioni e emergenze (tubi che si rompono, ordinaria manutenzione di tutto il resto, etc.) è chiaro che i lavori procedono a rilento e procedono per step.
continua....

Anonimo ha detto...

segue ..

Quello che agli osservatori esterni sembra un lavoro “lasciato a metà” è un lavoro che si è già previsto di dover completare. Inoltre, ogni lavorazione ha una sua successione tecnica, quindi a Roberta che afferma che si sarebbe dovuto iniziare dal sentiero 22 ottobre, rispondo che ciò non si poteva fare, perché gli impianti a valle possono essere stesi solo una volta completato il parcheggio a monte, e sarebbe uno spreco di soldi rifare adesso il fondo del sentiero pedonale perché finchè non saranno terminati i lavori del parcheggio i mezzi dovranno continuare a transitare. Purtroppo è così. Come si vede, dunque, non dovremmo dare giudizi affrettati, valutando dall’esterno e presumendo che la Coop sbagli sempre e lavori male: a volta è così (come mancherebbe altro) ma quasi sempre c’è una ragione per ogni scelta e ogni attesa. Inoltre (altro difetto di noi Poggini, ma in realtà di tutti gli Italiani) dobbiamo abituarci all’idea che se vogliamo dei lavori di riqualificazione urbana (e consentimi: questa Amministrazione ne ha fatti tantissimi) dobbiamo anche sopportarne i sacrifici temporanei. Certo, l’importante è che non si protraggano all’infinito, ma anche in questo caso, vista la scarsità di risorse e di mezzi, la Coop mi sembra addirittura sopra la media dell’efficienza nazionale! Dobbiamo anche considerare che, di norma, i cantieri aperti dovrebbero essere off limits, sottratti persino alla vista, quindi in teoria avremmo dovuto addirittura chiudere il sentiero 22 ottobre fino alla conclusione dei lavori: non lo abbiamo fatto proprio per venire incontro alle esigenze dei residenti, pensando che avrebbero comunque preferito attraversare un sentiero fangoso piuttosto che fare tutto il giro. Ciò detto, ancora due o tre mesi e tutto sarà completato (intanto, vorrei evidenziare il gran lavoro dei ns operai, in questi giorni, hanno reso un giardino il cosiddetto Parco della Cisterna che, forse non ce lo ricordiamo, era stato lasciato una discarica fin dall’alluvione del 2008). L’ultima osservazione, sempre a proposito delle incomprensioni tra soci e amministratori. Sappiamo bene che le cose da fare sono 1 milione; ogni socio ha la sua opinione su quali dovrebbero essere le priorità, e quasi tutti sono convinti che la propria opinione sia oggettivamente giusta. Ovviamente non è così: si tratta appunto di opinioni. C’è chi dice che la Coop dovrebbe spendere tutto nella manutenzione delle reti idriche, c’è chi dice che no, dovrebbe occuparsi soprattutto delle strade, altri come Roberta vorrebbero che la priorità fosse data ai percordi pedonali, etc. Cento teste, cento legittime opinioni. Quando però, per un certo periodo, ti tocca l’onore e l’onere di amministrare, e scopri che puoi fare solo il 5% di quello che vorresti, devi decidere un ordine di priorità e lo devi decidere tu, perché attorno a te ci sono cento opinioni diverse, dalle quali puoi solo prendere spunto.
continua ....

Anonimo ha detto...

segue ...

Il nostro gruppo, in questi tre anni, ha seguito il seguente ragionamento (libero ciascuno di ritenerlo equilibrato o sbagliato): siccome affrontare il risanamento delle reti idriche o stradali avrebbe assorbito TUTTE le risorse, senza neanche consentirci risultati decisivi, abbiamo deciso di suddividere le risorse (soldi, uomini, mezzi e tempo) in tanti ambiti. Esempio: su 100 euro di lavori, se ne spendono 50 per le reti (nuova condotta per S.Barbara, nuove asfaltature, manutenzioni ordinarie, etc), 30 per nuovi investimenti (videosorveglianza, restauro chiesetta, parcheggio, etc.) e 20 tutto il resto (per percorsi pedonali, verde attrezzato, cartellonistica, parco dei fortini, libro, eventi comunitari, etc.) (le proporzioni sono ovviamente sballate, sono solo uno schema esemplificativo). Abbiamo fatto questo pensando che, in questo modo, avremmo coperto una parte più ampia delle infinite necessità e richieste dei soci. A ciascuno decidere se alla fine il risultato finale può dirsi soddisfacente. Per concludere, rispondendo a Roberta, mi sembra che proprio sulla viabilità ciclopedonale abbiamo investito, in questi tre anni, quanto non era mai accaduto negli ultimi decenni; pubblicheremo a breve i dati delle centinaia di metri che abbiamo reso percorribili e che abbiamo iniziato ad attrezzare (staccionate, panchine, illuminazione, e presto anche fontanelle); c’è ancora molto da fare? Ovviamente sì, abbiamo solo iniziato. Ben vengano perciò, come esorta Roberta, nuovi progetti (e nuove risorse per realizzarli!). E per lavorare meglio, abituiamoci a non presumere che la Coop (e gli amministratori di turno) non siano consapevoli di quante cose si dovrebbero fare: lo siamo, non foss’altro perché prima e dopo l’impegno di amministrare siamo stati anche noi degli utenti, ma servono le risorse, i mezzi e il tempo per fare ogni cosa. Per questo, le nuove normative che ho indicato nel precedente articolo potrebbero essere, come concorda Roberta, una grande opportunità per chi vuole organizzarsi, proporre progetti, farseli approvare e realizzarli. Grazie per l’ospitalità, G.

Roberta Chapelle ha detto...

benissimo, prendo atto che le vostre scelte e le vostre priorità , in questo caso almeno, non hanno tenuto minimamente conto dei bisogni primari di una parte della comunità. Ricordo che l'alluvione si è verificata nell'ottobre del 2008 e non penso ci sia altro da aggiungere Roberta Chapelle

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