Davvero non comprendo come Ludovica e Rita abbiano
potuto sostenere che la raccolta di forme avrebbe raggiunto solo “pochissime”
decine di adesioni, quando la totalità degli abitanti di Poggio dei Pini sta
firmando convintamente (ad oggi siamo a circa 550) ed il raggiungimento delle
oltre 1.000 sottoscrizioni è raggiungibilissimo.
La sfida che ci attende si preannuncia infatti come una
battaglia di popolo, una sfida epocale a cui nessun abitante potrà sottrarsi.
Nessuno vuole infatti che nella zona più bella di
Poggio dei Pini venga realizzato un anonimo viadotto autostradale in cemento
armato precompresso con annessa rotatoria e svincoli da tangenziale, lungo 120
metri ed alto 6 metri.
Per mere ragioni statistiche e probabilistiche è però
del tutto normale che vi siano “due voci” fuori dal coro. Forse anche più di
due. Potrebbero arrivare anche ad un 3% degli abitanti (circa 60 in tutta Poggio
dei Pini).
Basti pensare che durante la seconda guerra mondiale,
perfino nell’Inghilterra stremata dai bombardamenti di Hitler e che combatteva
il Nazismo per ridare libertà all’Europa, esistevano alcuni simpatizzanti
filo-nazisti.
L’unanimità di pensiero oggi viene raggiunta solo in
Corea del Nord (Kim Jong Un, nelle ultime “elezioni”, ha ottenuto il 99,99% dei
consensi), ma “forse” nella Corea non esiste la libertà di
pensiero.
Pertanto, è ancora attuale la celebre frase attribuita a
Voltaire che diceva “non sono d'accordo con le tue idee ma mi
batterò fino alla morte perché tu possa esprimerle”.
Rita e Ludovica hanno il diritto di esprimere la loro
opinione, e tutti noi abbiamo il dovere di rispettarla.
Però sarebbe opportuno distinguere le opinioni dai
fatti.
Ed invero, Rita e Ludovica citano un parere dell’ANAC a
sproposito e solo parzialmente: nessuno infatti mette in dubbio la possibilità
di “integrare ovvero modificare il
contenuto dei singoli livelli di progettazione, compresa la possibilità di
ridurre il numero e il peso delle prescrizioni”, ma come già detto è vietata dalla legge una
modifica sostanziale dello stesso.
Bastava infatti che le “due voci” approfondissero anche
superficialmente tale argomento per prendere atto che non già la sparuta sentenza di un Tribunale
amministrativo regionale, ma direttamente la legge stabilisce che “le
indicazioni in esso contenute (progetto preliminare) sono vincolanti per il
progettista, tanto che nella verifica del preliminare e nella validazione del
progetto esecutivo deve essere certificata la conformità delle soluzioni
progettuali adottate rispetto al documento preliminare (artt. 46 e 47 del citato
D.P.R. n. 554/1999 e s.m.).
Naturalmente una costante
ed ossequiosa giurisprudenza afferma
che “va ritenuta illegittima la
delibera comunale di approvazione del progetto definitivo (e, quindi, anche di
quello esecutivo) dell'opera che risulti incisivamente non conforme ai criteri,
vincoli ed indirizzi stabiliti nel progetto
preliminare”.
E’ appena il caso di
rilevare che anche il nuovo codice degli appalti (D.lgs 50/2016) all’art. 23
comma 7 stabilisce espressamente che “il
progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri,
dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti dalla stazione
appaltante e, ove presente, dal progetto di fattibilità” (il progetto di fattibilità equivale
al preliminare del precedente codice del 2006).
Ovviamente, senza scomodare
le norme o il codice degli appalti, né tantomeno acquisire inutili pareri
legali (vista l’ovvietà testuale della disposizione), non si può non
rilevare che sarebbe assurdo affermare l’opposto, soprattutto quando un progetto
preliminare è costato 100.000 euro e nessun professionista o studio di
ingegneria che si aggiudicasse l’elaborazione del progetto definitivo rifarebbe
un progetto diverso senza essere pagato (e comunque il RUP non potrebbe mai
validarlo, per le ragioni già esposte).
Ludovica e Rita sostengono poi che “la Regione ha anche un altro strumento
politico e normativo formidabile per cambiare i connotati di quel progetto,
infatti il progetto definitivo dovrà passare attraverso la Valutazione di
Impatto Ambientale”. Duole far notare che già il direttore del servizio
della valutazione di impatto ambientale ha dato parere favorevole all’opera,
mentre l’ufficio della tutela del paesaggio (lo stesso che a ciascun abitante di
Poggio vieta addirittura di spostare una finestra) ha finanche elogiato il
lavoro della Metassociati di Macomer.
Probabilmente l’Ing. Alessandro Pusceddu - direttore del
servizio della tutela del paesaggio - è rimasto “affascinato” dalle “leggere
inghiaiate multicolore” e dal “giardino dei ciottoli” previsti nella nostra
meravigliosa vallata.
Consentitemi infine una breve opinione personale sulla
sensibilità estetica delle due firmatarie dell’articolo: il ponte della Corsica
citato non è per nulla così bello “da togliere” il fiato.
Tutt’altro.
Mi permetto di offrire ai lettori del blog alcuni spunti
su ponti che giudico davvero belli “da togliere” il
fiato.
Ma proseguiamo nella raccolta delle firme contro questo
anonimo viadotto in cemento armato, definito all’unanimità dal Consiglio
comunale “di rara bruttezza”.
Domani, martedì 21 febbraio, alle 18.30 in Cooperativa
terremo una riunione organizzativa. Chiunque è invitato a
partecipare.
4 commenti:
Da domani ci sarà una petizione per salvare i patriarchi verdi monumentali davanti l bar , quelli che un politico locale ha deciso di far tagliare. Tali piante hanno anche un valore storico paesaggistico e inoltre erano stati messi li più di 50 anni fà per bonificare un grossa falda riaffiorante. Il politico,, per motivare questi tagli, ha più volte sostenuto che rompevano la strada mentre invece è la falda che rovina in continuazione l'asfalto e probabilmente non ci sono tecnici validi che risolvano questo problema,.Gli alberi mitigano in parte questo fatto.
Un altra scusa è quella dei rami pericolosi. Monitoraggio, alleggerimenti e o riduzione drastiche, sono le soluzioni , non certo l'eliminazione di piante che potrebbero avere quasi 100 anni.
Firmate poggini dormienti e forse impauriti da qualche barbaro feudatario ancora esistente
Ciao Giacomo
Franco, caspita, il parallelo tra la mia persona, ora parlo per me, e gli ultimi irriducibili filo-nazisti ancora mi mancava, sei stato fantastico... e meno male che non ho radici ebree, altrimenti non te la caveresti così a buon mercato!
In ogni caso solamente in “due” (ma non siamo sole, e lasciaci almeno gli altri 60, dai…..) abbiamo raggiunto il risultato fondamentale: non parli più delle "sbarre" (Giorgio, scuserai la banalità, ma è un’immagine talmente chiara...) ma addirittura inserisci delle foto che illustrano soluzioni alternative, hai anche cambiato i materiali, nè legno nè pietra, un bel passo avanti! E finalmente prendi atto del dato fondamentale: il ponte si deve fare e già parli del “come” farlo, un altro grande passo avanti. E poiché i gusti non devono mai essere giudicati, mi guardo bene dal commentare quelle immagini che ovviamente riflettono la tua personalità e il tuo vissuto.
Come vedi non perdo tempo a ribattere punto per punto sulle repliche tue e di chi ti ha preceduto, capziose e come sempre contraddittorie, liberissimo se vuoi di interpretare questa mia decisione come 1 punto a tuo favore, (l'hai già fatto altre volte) ma puoi prenderne anche 100…
Concludo ripetendomi: pur non condividendola, spero che la raccolta firme si chiuda in bellezza. Mi hanno parlato di circa 700 e quindi auguri (anche qui, interpreta pure la cosa come vuoi), perchè dopo averla voluta adesso dovete veramente arrivare a 1200.
Ludovica
Ciao Ludovica, Ti chiedo scusa perché probabilmente mi sono spiegato male: la mia personale posizione è che vada privilegiata una soluzione con un efficiente sistema di protezione civile telecontrollato, evitando così lo spreco di oltre 7 milioni di euro e la distruzione della meravigliosa area in coda al lago.
Laddove ciò non fosse possibile, la realizzazione di un ponte con forme, materiali e tiplogie diverse dall'ecomostro della Metassociati.
Naturalmente, ciò presuppone un azzeramento del progetto preliminare.
La mia opinione si rispecchia perfettamente nella deliberazione del Consiglio comunale n. 18/2016 (che ho scritto).
Ti ringrazio per il gentile augurio che "la raccolta di firme si chiuda in bellezza", ma ciò contrasta inequivocabilmente con la Tua affermazione di pochi giorni fa "la raccolta firme lanciata dal comitato "No al viadotto" sta raccogliendo pochissime decine di adesioni, assai meno delle 1200 auspicate da Franco Magi. Ma i poggini sentono veramente il problema?". Mi chiedo davvero chi Vi possa avere dato una simile informazione.
Non preoccuparTi che il risultato sarà raggiunto.
Ma posto che - per fortuna - siamo in uno stato democratico, perché non raccogli con Rita firme pro viadotto Metassociati da "modificare" con intervento dello studio Mossone?
Tienimi informato sulle sottoscrizioni raccolte.
Franco Magi
Inoltre, per gli eucalipti, loro ombreggiano il luogo mitigando le temperature che ogni anno sono più alte. I politici d'altronde, non sanno cosa sono i cambiamenti climatici.
Firmate per cortesia. Non mi devo candidare.
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