Impegnarsi nella società è sempre positivo. Ci sono attività sportive, culturali, associative a cui le persone partecipano per dare sfogo a una propria passione e per socializzare. Si cresce e ci si diverte in compagnia e, in qualche caso, si fa qualcosa anche per gli altri.
Alcune attività, come la politica, l'informazione, la salvaguardia ambientale, ad esempio, si possono portare dietro non pochi grattacapi. Ci si va, infatti, a scontrare con interessi economici e con la gestione del potere. Il risultato è che, nella migliore delle ipotesi, si rischiano reazioni poco simpatiche. La tragica fine di Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Giuseppe Fava, Ilaria Alpi e tanti altri giornalisti uccisi ci ricorda che qualche volta si rischia molto di più di uno sguardo malevolo.
E' comprensbile che non tutti vogliano esporsi.
Perchè, invece di fare trekking, scuola di ballo o burraco, si dovrebbe rischiare di avere a che fare con ritorsioni, intimidazioni, minacce, voltafaccia, calunnie, omertà e tutto l'armamentario di bassezze che, purtroppo, si scatenano quando di mezzo c'è la gestione del potere?
Bella domanda. Non sapete quante volte me la sono posta. Ma credo che lo stesso abbiano fatto tutti coloro i quali decidono, per passione, di raccontare e far raccontare, anche verità che potrebbero risultare scomode per qualcuno.
Perchè quindi non fare come indicato dal senatore Razzi: "fatti li cazzi tua?".
La risposta a questa domanda me la trovo ogni giorno davanti agli occhi quando torno a casa.
Vengo accolto dalle verdi pinete di Poggio dei Pini e penso a quella volta che, nel 2007, siamo riusciti a fermare chi stava per raderle al suolo per realizzarci nuove abitazioni.
Come ben sappiamo l'opposizione a quel progetto, per quanto decisa, ma corretta, ha provocato uno strascico di veleno che dura ancor oggi.
E' evidente che se non ci fosse stata quella azione di contrasto oggi probabilmente avremmo i lotti nelle pinete. Moltissime persone si sono mobilitate e il risultato è stato ottenuto.
Allo stesso modo potremmo dire che quando non ci si informa e non ci si mobilita, lasciando che le cose vadano come devono andare, potremmo trovarci con brutte sorprese.
Mi viene da pensare alla vicenda della nuova statale 195 che sfiora le case della strada 27 di Pauliara, con un tracciato che suscita più di una preplessità. Nessuno dei residenti ha capito quello che stava per accadere prima che fosse troppo tardi, anche se il progetto e il tracciato erano noti da tempo. La stessa Cooperativa non ha mosso un dito, sebbene sia stato espropriato un suo terreno.
Il risultato di questo menfreghismo totale lo conosciamo: quelle abitazioni si troveranno una strada a 4 corsie sotto il naso. Gente che aveva scelto Poggio dei Pini per vivere in tranquillità a contatto con la natura, investendo i risparmi di una vita per raggiungere un obiettivo che adesso è destinato a sfumare.. nel disinterese generale.
Il nuovo ponte in coda al lago, se verrà realizzato con le fattezze presenti nel progetto preliminare, deturperebbe Poggio dei Pini. Fortunatamente questa volta i cittadini si sono mobilitati. Non sappiamo ancora con quale risultato, ma lo stanno facendo con impegno. Spero che anche questa volta riusciremo a sventare un pericolo che incombe sul luogo in cui viviamo. Se non dovessimo riuscirci avremo perlomeno la consapevolezza di averci provato.
Tre storie, tre situazioni diverse. Le pinete di Poggio ci ricordano che l'impegno spesso viene ricompensato. Le strada 195 ci ricorda che il disimpegno si paga. Il ponte di "rara bruttezza"? Non sappiamo ancora come finirà. Speriamo vada come per le pinete.
1 commento:
Ciao condivido pienamente quanto hai scritto.Un saluto antonio
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