Negli ultimi post ho parlato delle problematiche "ambientali" che accompagnano la vicenda del viadotto. Ambientali non nel senso di natura, ma del contorno politico che si gioca sia sul fronte della Cooperativa (con le elezioni vicinissime), che su quello della Regione e del suo rapporto con il territorio. Veniamo ora alle questioni un pò più tecniche.
Ci sono tre fronti su cui si sta lavorando.
- Il progetto definitivo del ponte
- La sostituzione del ponte con un sistema di telecontrollo
- l'assetto generale dell'alveo, lo sghiaiamento e la quota del ponte
Nell'ultimo incontro del "tavolo tecnico" Assessorato LLPP-Poggio dei Pini sono stati affrontati tutti e tre questi temi. Mi scuso perchè non sarà un post breve e peraltro incompleto.
Il fatto che si stia lavorando non su una, ma su ben tre proposte molto diverse tra loro fa cadere uno dei paletti di cui si parlava nelle riunioni del Comitato qualche mese fa. Non è, infatti, necessario, concentrarsi su un'unica proposta unitaria, ma si può lavorare su più fronti o ipotesi contemporaneamente.
Faccio notare che, tra le proposte in discussione non esiste "facciamo il ponte Metassociati", perchè quello non lo vuole nessuno. Chi afferma il contrario dice il falso.
Veniamo alle tre ipotesi di lavoro.
Primo fronte. Il progetto definitivo del ponte
L'Assessorato è, ovviamente, lo sponsor di questa attività e cerca di delineare, con la partecipazione dei poggini, le caratteristiche del bando che porterà al progetto definitivo e quindi, al ponte.
A questo processo ha deciso di partecipare la Cooperativa, per fare in modo che, qualora il progetto dovesse andare avanti, perlomeno le sue caratteristiche siano meno impattanti sul paesaggio e sulla vivibilità del nostro centro residenziale. Non partecipa, invece, il Comitato che rifiuta totalmente qualsiasi ipotesi di realizzazione di un ponte (bello o brutto che sia).
Personalmente ritengo che queste posizioni siano entrambe utili. Quella rigidamente contraria del Comitato senve a sottolineare che i presupposti su cui si sta portando avanti questa operazione sono vergognosamente inaccettabili. Il tentativo della Cooperativa è altrettanto utile, perchè, volenti o nolenti, la strada che porta alla realizzazione di questa infratruttura rappresenta oggi l'opzione principale per una burocrazia cieca che, nel nostro paese, è molto difficile far ragionare. Non cercare di cambiare quel progetto significa dare il via libera al ponte Metassociati, esattamente come ci è stato presentato.
Per il momento le "azioni di mitigazione" proposte consistono nell'attribuzione di un punteggio significativo (30 punti su 100) al curriculum dei candidati. Questa misura, proposta dall'Assessorato, dovrebbe garantire l'aggiudicazione a un soggetto di grande fama internazionale. Va da se che questa iniziativa, seppure interessante perchè esclude Pinco Pallo, non fonisce alcuna garanzia di rispetto del nostro ambiente.
La rotonda, già criticata in sede di Conferenza di Servizi oltre che dalla Cooperativa, sparirà sicuramente. Non dovrebbero sparire invece i rilevati stradali che rappresentano uno dei grossi problemi con cui dovremo avere a che fare, non tanto per l'impatto visivo, ma perchè andranno a costituire una barriera poco prima della zona del Centro Commerciale. Orribile.
Non mi trova invece d'accordo la proposta, avvallata dalla Cooperativa, di inserire nel ponte due piste ciclabili che, per legge, dovrebbero essere larghe 1,5 metri ciascuna e andrebbero ad aggiungersi al marciapiede pedonale e alle carreggiate stradali
Considerato lo scarso traffico automobilistico, credo che il rapporto tra il costo di questo allargamento di 3 metri e il beneficio non sia favorevole. Sarei invrcr d'accordo su un lieve allargamento di 50 cm. della corsia perdonale per farla diventare ciclo-pedonale. Per le macchine che corrono come bolidi di formula uno ho da tempo caldeggiato la soluzione "dossi", ma il Comune di Capoterra dorme sonni profondi tra uno spritz e un croissant. Personalmente invito la Cooperativa a ritirare questa proposta.
Considerato lo scarso traffico automobilistico, credo che il rapporto tra il costo di questo allargamento di 3 metri e il beneficio non sia favorevole. Sarei invrcr d'accordo su un lieve allargamento di 50 cm. della corsia perdonale per farla diventare ciclo-pedonale. Per le macchine che corrono come bolidi di formula uno ho da tempo caldeggiato la soluzione "dossi", ma il Comune di Capoterra dorme sonni profondi tra uno spritz e un croissant. Personalmente invito la Cooperativa a ritirare questa proposta.
Secondo Fronte. Il sistema di telecontrollo.
Come ho scritto in precedenza questa ipotesi, da me lanciata nel mese di dicembre, viene pesantemente ostacolata dalla normativa che impone la presenza di due requisiti imprescindibili che sino a pochi giorni fa non erano soddistatti. I soliti "morsicatori di polpacci" hanno voluto dipingermi come incoerente, facendo finta di non capire che la mia era una sollecitazione rivolta verso l'alto, verso chi può scrivere le leggi e organizzare la strategia di protezione civile nazionale. Non conoscevo poi la normativa del PAI che rende, .. adesso dico anche io "per tabula", probabilmente inapplicabile quella soluzione al nostro caso.
Il requisito piu' difficilmente superabile è la presenza di un progetto finanziato (per ben 7 milioni di euro) che renderebbe impossibile adottare misure di protezione alternative come la realizzazione di un ponte solo un po' piu grande o il telecontrollo.
Il secondo requisito derivava dal fatto che, non trovandosi più i progetti e le autorizzazioni dell'epoca (anni '60), l'attuale ponticello risultava praticamente "abusivo". Invece i progetti ci sono, ma non è chiaro se rappresentio un valido attestato.
Devo supporre che la presenza di questi documenti faccia cadere uno dei due elementi che potrebbero impedire di procedere con una proposta alternativa al ponte, ne resta uno che mi sembrerebbe non facilmente superabile. Certo, si può sperare, ma sarebbe un miracolo.
Peraltro l'Assessorato, come previsto dalla legge, ha passato la palla del giudizio definitivo al Distretto Idrografico. In questo modo il probabile niet non arriverà da Maninchedda, ma da un altro ente.
A cio' va aggiunto che gli "amici" dell'Assessorato, nel presentare il quesito al Distretto, hanno anticipato che secondo loro la richiesta del Comitato non è accettabile.
Questa storia mi ricorda certe "trasse" che si facevano da ragazzini. "Oh Giuseppina! Salvatore mi ha chiesto di dirti se vuoi uscire con lui. Decidi tu, pero' secondo me è brutto e puzza!".
Siccome sono un sognatore, continuo a sperare che Giuseppina esca con Salvatore, ma la vedo veramente difficile. E comunque anche se difficile o impossibile, fanno benissimo quelli del Comitato a provarci.
Terzo fronte. Sghiaiamento, disalveo, quota del ponte.
Lo sponsor di questo tema è la Cooperativa che ha trovato l'opposizione dell'Assessorato e, inspiegabilmente, anche quella del Comitato.
Si tratta dello scenario piu' tecnico e difficilmente comprensibile per noi. Credo che la lettura dell'articolo "Messa in sicurezza Poggio dei Pini: manca un progetto complessivo e si procede a casaccio" sottolinei come questo progetto dovrebbe essee affrontato dopo, o perlomeno contemporaneamente a quello del lago che dista pochissimi metri. La Cooperativa ha affermato che la quota del ponte, nel progetto preliminare, è stata impostata su un valore "ponderato" senza avere le certezze provenienti dal progetto del lago e dallo sghiaiamento/disalveo. Lo sghiaiamento non è una attività di scarsa rilevanza come i tecnici dell'assessorato vorrebbero fare intendere. Peraltro era stato esplicitato (e anche quotato economicamente 1 mln di euro) nello Studio Hydrodata. Questo studio viene utilizzato in modo piuttosto curioso. Quando fa comodo Hydrodata è una bibbia imprescindibile e deve essere interpretato alla lettera. Quando invece i suoi dettami si scontrano con altre strategie o errori già commessi, ecco che si cerca di nascondere sotto il tappeto qualche parte dello studio. La mancanza del disalveo è una gravissima carenza, peraltro sottolineata anche da altri enti nella Conferenza di Servizi. Non solo senza disalveo avremo un lago che sarà una pozzanghera, ma la quota del ponte potrebbe risultare più elevata di diversi metri. Capire bene che se l'alveo fosse più in basso di tre metri, anche la carreggiata del ponte risulterebbe ribassata e a questo punto anche i discorsi sulla bellezza/bruttezza avrebbero una rilevanza assai più sfumata.
Il tecnico della regione non è stato affatto convincente quando ha cercato di minimizzare l'importanza del disalveo, dichiarando che si e no si sarebbero depositati nell'alveo al massino 50 cm. di sedimenti. Li ha misurati? Ovviamente no. Con una gimkana dialettica si è cercato si schivare il problema concludendo con il classico stratagemma "portatemi carta". Ed è qui che è nata la moda di dire "per tabula" che è stata prontamente scimmiottatta. Peraltro anche un bambino capirebbe che l'Assessorato deve difendere le sue discutibili scelte pregresse, quelle che hanno portato alla approvazione dell'orribile ponte, tanto per capirci. E' nata quindi una piccola polemica, tra ingegneri, con la Cooperativa che aveva mosso delle richieste in questo senso. A mio avviso il nervosismo un po' infastidito del tecnico nascondeva proprio la presenza di punti di debolezza.
La cosa veramente pietosa è la scena a cui ho assistito subito dopo. Il Comitato (continuo a utilizzare il termine collettivo perche altrimenti si offendono, ma in realtà ha sempre parlato solamente Franco) ha colto la palla al balzo per attaccare la Cooperativa ribadendo (vedi registrazione che Franco sbandiera ai 4 venti) i concetti espressi dall'ingegnere della Regione (e malamente compresi da Franchino che li leggeva tra i suoi appunti).
Hai sbagliato, caro Franco, e lo hai fatto tre volte. Hai sbagliato perchè quell'attacco è stato un autogol politico davanti all'Assessore, perchè hai mal rappresentato gli interessi di Poggio dei Pini e perchè ho proprio l'impressione che quell'ingegner Trudu che stai costantemente dileggiando (e a cui va tutta la mia solidarietà) aveva ragione sul disalveo e sulla quota del ponte.
Attendo i morsi al polpaccio (ho comprato i gambali).
1 commento:
Ciao,
Meglio parlare del disinsabbiamento del rio nel tratto prima del futuro ponte Matinchedda. Nel tratto ( circa un chilometro ) prima del futuro ponte, c'è sabbia per riempire tutto il lago grande . Il ponte , strutturalmente non teme ne ristagni ne sabbie eventuali ,neanche ghiaie visto che le fondamenta saranno situate a quote sicure e visto che i ponti si fanno anche in mezzo al mare con le aggravanti della salsedine , della marea e del moto ondoso.
Le sabbie presenti, progressive nel loro accumulo nell'arco dei 30 anni precedenti, sono il risultato delle attività umane, incendi in primis e assenza di manutenzioni previste per legge e quasi, del tutto mancanti.
Direttamente per la non ripulitura e per l'assenza di programmi di rimboschimento a tutela di un'area che risulta essere tra le più colpite dagli incendi. in Sardegna .
Per me ha ragione il tecnico che accenna alla forza dell'acqua in rapporto alla velocità e quindi all'energia esponenziale che produce, non lo dico io ma una legge della fisica. Lui però è posto a valle del discorso, si basa su dati esistenti, sbagliati. Unico suo sbaglio è quello della mancanza della condivisione con i residenti e di una veduta paesaggisticamente nn rispettosa.
Mancano delle regole che obblighino , per la progettazione, la presenza congiunta di un architetto e in questo caso di un geologo, questione di regole sbagliate a monte. Nel mondo diciamo " evoluto " , dove si costruiscono ponti enormi in tempi giusti, il progetto è dell'architetto e i calcoli sono degli ingegneri. In Italia avviene raramente. I risultati sono brutture che a volte cedono, ciliegina sulla torta.
I rii si ripuliscono, sopratutto viste le precedenti annotazioni, non tanto per far scorrere con più velocità le acque, altra stortura più volte sentita, ma per evitare ostacoli mobili che cedendo aumentano portate e velocità, sono di fatto dighe piccole o grandi che crollano.
La regione sorda deve essere indicata quale soggetto per un eventuale e ulteriore perizia su possibili negligenze che come ente la vedrebbe responsabile di comportamenti discutibili, di conseguenza chiedere il ricalcolo delle piene e stabilire le priorità di intervento tenendo presente che dall'ultima alluvione nulla è stato fatto a monte delle dighe e che tale realtà produce una situazione di emergenza e gravità che non hanno eguali appunto per la progressività degli eventi sopracitati.
Tutto questo servirebbe per evitare due cose importantissime e cioè: la messa in sicurezza dei cittadini e dei laghi e una nuova progettazione in conformità con i nuovi dati e con il volere dei residenti.
Lo riscrivo perchè così si capisce. Forse le volte che l'ho scritto non sono bastate. Cerco e mi sforzo di nn essere presuntuoso, chi vede soltanto questo lascia un pò il tempo che trova, però e libero di farlo.
MANUTENZIONI E NUOVA PERIZIA FOCALIZZANTE IL PROBLEMA DEL RILEVATO STRADALE CHE HA CAUSATO UNA ULTERIORE ONDA DI PIENA DI DIMENSIONI PARI A UN QUARTO DELLA CAPIENZA DEL LAGO GRANDE.
le perizie dovranno essere eseguite non certo da persone in conflitto di interessi e tramite esposto. La Cooperativa in questi anni non ha preso delle posizioni all'altezza del caso. Il perito di parte dovrebbe essere nominato anche dalla stessa. Per me non ne ha avuto le capacità e in certi casi, assurdi, la volontà
La si smetta con queste riunioni tra sordi perchè tanto non ci sentono.
Ciao Giacomo
Posta un commento