I sentieri che consentono di raggiungere la sommità del M. Santa Barbara sono numerosi.
Ho già presentato in questo blog il "Sentiero dei crinali" che, partendo dall'Osservatorio Astronomico percorre l'intero crinale dell'arco montano comprendente P.ta Sa Menta, Pta Mustaddini, M. S. Barbara e che ritorna a Poggio dei Pini passando per la fascia tagliafuoco, la Chiesetta di S. Gerolamo e l'Hydrocontrol.
Altre due salite si inerpicano sul lato destro e sinistro della montagna. Una parte dal borgo di S. Barbara e un'altra dalla strada 71 in zona Centro Commerciale di Poggio dei Pini.
In entrambi i casi questi sentieri raggiungono il crinale in un punto molto distante dalla cima.
In realtà il versante del M. S. Barbara che sovrasta Poggio dei Pini è ricco di sentieri che vanno in tutte le direzioni. Talvolta si interrompono improvvisamente, in altri casi permettono di realizzare un bel percorso. L'alluvione del 22 ottobre ha poi ingigantito i canaloni pietrosi rendendo pericoloso il passaggio nelle parti più elevate del costone. La maggior parte dei sentieri sono difficilmente riconoscibili. Vi sono anche alcune mulattiere, soprattutto nella zona del villaggio di S. Barbara. Seppur non numerose come n altre zone (es. Conchioru) sono ancora visibili alcune strutture costituire da muri e massicciate in pietra, sicuramente risalenti al'attività di produzione del carbone da legna.
Il sentiero che vi propongo oggi è invece quello che raggiunge la sommità del monte percorrendo la via più diretta, passando tra Mustaddiu e il Canale Tintionis. In questa immagine Google Earth si il percorso è segnato in bianco.
Se avete gambe e tempo noterete nella mappa una possibile deviazione che allunga un pò il percorso permettendovi di esplorare un altro angolo della montagna.
Il punto di partenza, come si vede chiaramente da questa immagine, è la strada 65 di Poggio dei Pini. Da lì in poi la salita è costante, si passa dai 150 metri della partenza sino ai 530 metri del crinale, per poi salire, volendo, sino alla cima del monte posta a m. 615.
Poichè come è noto non vi sono segnalazioni, sarà molto facile perdere il sentiero prendendo una falsa pista o uno degli altri percorsi che attraversano il costone del monte. In generale vi consiglio di non abbandonare mai la "traccia" sul terreno e, in caso di dubbio, proseguite sempre in salita. Se avete un GPS potete contattarmi, vi invierò la traccia.
Ho battezzato questo tracciato "il sentiero delle sentinelle di granito" perchè è passando di qui che incontrerete il maggior numero di queste formazioni rocciose di granito rosa che caratterizzano il S. Barbara anche rispetto alle montagne limitrofe (Aingiu Mannu, Conchioru).
In questo articolo vi mostro una carrellata fotografica con alcune di queste sentinelle rocciose. Un tempo questa era zona frequentata dagli eremiti devoti a S. Antonio. Oggi che nessuno è disposto ad affrontare gli stenti dell'eremitaggio, restano solo questi giganti di pietra rosa a vigilare sulla valle del S. Girolamo.
7 commenti:
Grazie Giorgio per linformazione.E'
proprio una bella passeggiata,un po' faticosa ma ne vale la pena.Io e mia moglie l'avevamo fatta già parecchi anni fa,quando ancora non c'era Google Earth e neanche i GPS ed a un certo punto però, abbiamo invertito il percorso perchè non si vedeva più niente,diciamo che eravamo altre la metà del tuo tracciato.Che ne dici di organizzare un'altra passeggiata di gruppo?
Belle le foto,specialmente l'ultima,e siccome non posso andare in loco per fare un quadro,prendo spunto da quest'ultima foto,a meno che tu non voglia i diritti d'autore.
Saluti
Nando Ragni
Grazie Nando
se mi mandi il tuo indirizzo email posso inviarti una versione ingrandita di quella foto.
Faremo senza dubbio altre passeggiate di gruppo, sempre che il maltempo ci dia una tregua. Ci sono veramente tanti sentieri nel nostro territorio.
Mi uniro' presto anch'io a qualche escursione... sempre tempo permettendo.... molto utile il discorso di mappare coi punti gps tutte le varie diramazioni dei sentieri.... spero di esserci alla prossima... bellissime foto Giorgio... ciao...
Direi che si tratta di veri e propri monumenti naturali detti in termine tecnico "Geotopi".
I geologi chiamno queste forme "rocce tafonate", sono molto simili a quelle della Gallura, sono delle morfosculture che si creano a causa della dissoluzione per effetto del vento e dell'acqua che erodono la roccia granitica, formando delle piccole nicchie di forma variabile alla base dei roccioni. In questo modo si formano delle bellissime sculture naturali che ricordano gli oggetti più diversi o animali o facce umane.
Andrebbero preservate finchè non crollano da sole per effetto dei processi naturali, formando delle cataste di blocchi frantumati.
Rita
Rita ma come fai a sapere tutte queste cose?
Scherzo ovviamente, si capisce che oltre che per il mestiere c'è anche una grande passione.
Da anni faccio escursioni sui monti del Sulcis per fotografare i Geotopi più interessanti e per censirli allo scopo di proporre alla Regione una campagna per preservarli e in certi casi per salvarli dal crollo.
Recentemente ho scoperto nella catena del monte Lattias ( mt. 1086 )una vera e propria "fabbrica" naturale di geotopi fantastici.
Ho scattato foto bellissime e mi piacerebbe condividerle con persone appassionate della montagna
come me.
Per arrivare sul Lattias conosco tutti i sentieri e per chi volesse
vedere da vicino e fotografare queste meravigliose sculture naturali, faccio volentieri da guida.
L'escursione sul Lattias è per esperti camminatori e dura 6 ore.
Gianfranco potresti scrivere un articolo sul sentiero del Lattias e magari farci da guida per una escursione da programmare in aprile
Posta un commento