Da qualche giorno le due "sponde" del Rio S. Girolamo non sono più separate dalla forra che contiene l'alveo del fiume nel tratto che dal lago piccolo di Poggio dei Pini si dirige verso la zona sportiva. In quel punto la scorsa primavera aveva campeggiato il grande striscione dedicato al "Ponte che non c'è", posto lì per sensibilizzare le istituzioni sul grave ritardo nella realizzazione di un'opera che aveva cincischiato per oltre due anni tra una scartoffia e l'altra, prima di vedere, finalmente, l'avvio dei lavori all'inizio di questa estate.
Come ho avuto modo di ribadire più volte, il problema era soprattutto di natura burocratica. Dopo la consegna dei lavori all'impresa che si è aggiudicata l'appalto (la IFRAS), il progetto ha incominciato a prendere forma e a diventare realtà.
In primis sono state realizzate le spalle in cemento armato, indispensabili per sorreggere la spinta della struttura sovrastante. Non deve trarre in inganno il fatto che la struttura reticolare attualmente visibile sia costituita da travi metalliche. Si tratta di una realizzazione provvisoria che non farà parte dell'opera definitiva, che sarà a campata unica in cemento armato, ma servirà per contenere le cassaforme per il getto del cemento.
Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, saranno rispettati quelli previsti dal capitolato. L'impresa consegnerà il ponte a metà dicembre.
Dopo tre anni di attesa sono certo che alla gente interessano relativamente gli aspetti tecnici relativi al ponte. Ciò che tutti vogliono sapere è quando sarà possibile percorrerlo ed abbandonare l'infido guado, che ha rappresentato un vero incubo per tutti i residenti. La fine dei lavori a metà dicembre significa un altro autunno di sofferenza, il quarto. Il guado, che il comune di Capoterra, con il solito scaricabarile, ha cercato di far chiudere alla Cooperativa, presenta ora un fondo agevole per la stagione estiva, ma stanno già arrivando le prime piogge e presto il fiume riprenderà a scorrere e a rendere difficilmente praticabile il passaggio.
Posa della struttura metallica |
Pochi sanno che c'era una possibilità per avere il ponte con due mesi di anticipo rispetto alla data di consegna prevista dal progetto. Infatti, utilizzando una tecnica costruttiva differente si sarebbe risparmiato tempo prezioso e il ponte sarebbe stato pronto per la fine di ottobre. L'impresa ha segnalato questa possibilità, ma gli uffici regionali, che notoriamente non brillano per rapidità decisionale e lungimiranza, se ne sono altamente infischiati. Purtroppo identico atteggiamento è stato adottato dalla Cooperativa, che avrebbe potuto spingere per l'ottenimento di questo anticipo. Certamente non è di competenza della Cooperativa la realizzazione del ponte, ma questa istituzione dovrebbe difendere gli interessi dei residenti che avrebbero sicuramente gradito poter percorrere il ponte a novembre piuttosto che a gennaio. Ben diverso era stato l'atteggiamento della Cooperativa due anni fa, quando progetti che prevedevano veri e propri disastri (canaloni, viadotti sopraelevati, morte del lago etc.) erano stati contrastati dal CdA poggino le cui controproposte erano state addirittura fatte proprie dai tecnici dell'Hydrodata. Anche in quel caso sarebbe stato fin troppo facile dire "non è nostra competenza...".
Quindi a gennaio percorreremo il nuovo ponte che cancellerà l'isolamento di Pauliara. Attenzione però, il capitolato dei lavori prevede la realizzazione, oltre al ponte, anche della viabilità di accesso, senza considerare, perdipiù, la necessità di realizzare uno svincolo dotato possibilmente di due corsie di decelerazione per rendere più sicuro l'incrocio. Mi auguro che la regione utilizzi il ribasso d'asta per migliorare e rendere più sicuro l'accesso.
In quel punto la strada è particolarmente stretta e il fondo stradale non viene bitumato dai tempi di Mosè. Anche questo è un regalo del Comune di Capoterra che alcuni anni fa ha allargato tutta la strada che conduce a Residenza-Poggio dei Pini, tranne l'ultimo tratto. Proprio di fronte al nuovo incrocio è infatti presente una mezza curva che sarebbe stato possibile "raddrizzare" se il Comune avesse deciso di allargare la carreggiata sul lato opposto. Invece, per ragioni incomprensibili (diciamo così) il Comune pretese di effettuare l'allargamento nella zona di proprietà della Cooperativa, peraltro più costosa per l'erario pubblico in quanto edificabile e non agricola. Tanto non paga il Sindaco, che indubbiamente preferisce spandere sorrisi e strette di mano. Paghiamo sempre noi cittadini, con le tasse e usufruendo di servizi che sono, come in questo caso, mal fatti e pericolosi. Anche quella situazione, sebbene risalga al 2008 era stata riportata nel Blog (leggi qui). Da una parte era comprensibile lamentarsi di una situazione che ha portato al risultato di avere un tratto di strada disastroso e insicuro per chissà quanti anni (è ancora così). Dall'altra parte, però, non è accettabile chinare sempre il capo di fronte alle prevaricazioni del Comune. Essendo venuto a conoscenza dei dettagli di questa situazione (esiste ancora una causa legale in corso), mi sento di sostenere la decisione dei precedenti amministratori di opporsi al Comune.
Questo episodio testimonia ancora una volta quale sia sempre stato e continui ad essere l'atteggiamento dell'amministrazione comunale nei confronti di Poggio dei Pini e di come vada contro i reali interessi dei residenti e dei soci della Cooperativa la posizione di sudditanza adottata dalla attuale dirigenza della Cooperativa. E' chiaro che alla base di tutto c'è la speranza di qualche concessione legata al mattone e all'interesse personale di chi ambisce a una carriera politica basata su meccanismi secondo i quali i cittadini rappresentano un gregge ignorante e disinformato che non è in grado di incidere su una realtà governata da lobbies e potentati.
E' giusto ricordare che il ponte (e la relativa viabilità di accesso) non potranno essere percorsi subito dopo la consegna dei lavori. Il Comune dovrà realizzare la segnaletica e, soprattutto, ci sarà un collaudo da effettuare. Insomma c'è da sudare freddo sino all'ultimo. Quanto ci vorrà? Dato che della rapidità della Regione mi fido poco e della capacità del Comune ancor meno. E' indispensabile che la Cooperativa vigili e faccia pressione affinchè tutto si svolga nel minor tempo possibile.
A gennaio sarà quindi pronta la prima opera costruita dopo l'alluvione del 22 ottobre 2008. Tre anni sembrano molti per un ponte, ma se pensiamo a tutti gli altri lavori, completamente fermi e chissà per quanto tempo, ci vien da pensare che tutto è relativo.
A gennaio sarà quindi pronta la prima opera costruita dopo l'alluvione del 22 ottobre 2008. Tre anni sembrano molti per un ponte, ma se pensiamo a tutti gli altri lavori, completamente fermi e chissà per quanto tempo, ci vien da pensare che tutto è relativo.
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