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giovedì 29 settembre 2011

Mauro Pili rompe il silenzio sui ritardi

Mauro Pili con Silvio Berlusconi e Settimo Nizzi
I temi, le informazioni e le preoccupazioni contenute nell'articolo di questo Blog intitolato "Sicurezza del S. Girolamo: con la VIA si rischiano altri tre anni di stop" dello scorso 16 settembre, si ritrovano tutte nella interrogazione parlamentare effettuata dal deputato Mauro Pili nella seduta n. 526 del 28/9/2011 (ieri).
Il testo integrale del documento è scaricabile dal sito della Camera cliccando qui.

In definitiva il parlamentare sardo ripercorre in modo corretto la situazione della messa in sicurezza dei rii S. Girolamo e Masoni Ollastu. Questa volta niente strafalcioni causati da copiature inappropriate. Probabilmente è stato utilizzato anche questo stesso blog, con il quale l'on. Pili dimostra di avere una coincidenza di valutazioni su ciò che è accaduto e le medesime preoccupazioni per il futuro. 

Devo ammettere che questo "allineamento" con Pili ha suscitato in me una certa preoccupazione, tutta personale. Alle ultime comunali mi sono trovato a preferire la "clericale" Lucia Bayre vicina al PdL, rispetto ai "compagni", seppure un pò "stile CAF anni 80" del PD capoterrese alleati con SEL e Italia dei Valori.  Adesso leggo che Mauro Pili (tralasciamo il curriculum che è meglio...), ripete le mie stesse frasi in una interpellanza parlamentare. Ma che succede? Sto diventando di destra? O sono loro che stanno clamorosamente virando verso altri lidi dopo il fallimento del "nuovo miracolo italiano"? Oppure ancora sono quelli che si definiscono "sinistra" a non avere nulla dei valori che dovrebbero contraddistinguere questa parte politica? Bel dilemma, dovrò rifletterci su. 

Il testo di Pili contiene, inoltre, una documentazione importante che completa il mio articolo precedente. Vengono infatti riportate le motivazioni con le quali il SAVI ha richiesto l'esecuzione della Valutazione di Impatto Ambientale, avviando quindi una fase lunghissima di studi e progettazioni che rischiano di provocare un ritardo di alcuni anni nell'inizio dei lavori. Insomma un disastro che tutti dovremmo cercare di evitare anche grazie a Mauro Pili, perche no?
Vediamo insieme alcuni di questi passaggi.

le osservazioni trasmesse dai privati e le controdeduzioni prodotte dal servizio interventi sul territorio non escludono la possibilità di realizzare soluzioni progettuali alternative che garantiscano lo stesso livello di mitigazione del rischio, e, pertanto, risulta necessario un confronto tra dette alternative e altre eventualmente percorribili, anche sotto il profilo degli impatti a carico delle diverse matrici ambientali, che solo la predisposizione di uno studio d'impatto ambientale e un livello di progettazione più di dettaglio possono garantire;

Tradotto in parole povere si dice che osservazioni pervenute al SAVI (da soggetti che hanno evidentemente fatto ricorso, si parla di alcune imprese che hanno i terreni lungo il fiume) ed altre considerazioni tecniche fanno dubitare che le scelte effettuate nella fase pre-progettuale (cioè lo studio Hydrodata) siano quelle effettivamente più idonee. Leggendo fra le righe ho pensato che il SAVI non è formato da venditori di cioccolata, ma si avvale della collaborazione di tecnici che sanno il fatto loro. Sappiamo anche che il SAVI in molte altre situazioni simili a quelle dei lavori per la messa in sicurezza di un bacino idrico NON ha richiesto la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ma in questo caso si. Evidentemente c'è qualcosa di anomalo. La mia deduzione è che il SAVI ritenga  che alcune delle scelte contenute nello studio siano inappropriate e, non potendo fornire direttamente questa valutazione, in quanto non sarebbe di sua competenza, ha deciso di "andare a fondo" facendo si che fosse la VIA a chiarire. Il grosso problema è che ci vorrebbero degli anni! La lettura alternativa sarebbe che il SAVI sia composto da incompetenti disgraziati che prendono decisioni a casaccio infischiandosene delle conseguenze. Vedete un po' voi quale interpretazione vi sembra più credibile.

Quindi lo studio preliminare potrebbe contenere errori e scelte sbagliate. Strano perchè i tecnici che lo hanno elaborato (i piemontesi della società Hydrodata) sono molto preparati. Non devono però sfuggirci due cose. Nel progetto sono intervenuti anche gli stakeholder, quei soggetti che rappresentano il territorio (il Comune in primis), inoltre perlomeno per una scelta (il canale di Rio s. Girolamo) la scelta è stata effettuata dal Comune nonostante la soluzione proposta dai tecnici fosse un'altra.  Non sarà quindi che alla base dell'impasse che rischia di bloccare tutto ci siano le solite ingerenze politiche più o meno occulte messe in atto nella fase preliminare?

Veniamo a un altro grosso problema messo in evidenza dal SAVI.
la gestione delle «terre e rocce da scavo», stimate in 240.000 metri cubi, per gli interventi di sistemazione idraulica nel tratto vallivo del rio San Gerolamo - Masone Ollastu.  Le modalità di rimozione e la gestione del materiale accumulatosi lungo gli alvei, a seguito dell'evento alluvionale dell'ottobre 2008, stimato in circa 200.000 metri cubi, per il solo rio San Gerolamo

Dove vengono depositate le sabbie, le terre e le rocce asportate dagli alvei? Da questo riferimento, così esplicito,  parrebbe che nessuno abbia indicato che fare di tutti questi materiali, il che, anche a un non addetto ai lavori come me, appare quantomeno sorprendente. 

la necessità di predisporre, a scala di bacino idrografico, un piano di manutenzione del sistema rio San Gerolamo - Masone Ollastu, con specifico riferimento alla gestione dei sedimenti e della vegetazione

Si parla di lavori che richiedono manutenzione, perchè è ovvio che se quei canali devono contenere le piene future e quindi portare serenità e sicurezza in chi vive nelle zone alluvionate, se si riempissero nuovamente di sedimenti sarebbero inefficaci e il rischio tornerebbe ad essere quello attuale. Sembrerebbe di capire che nessuno ha elaborato tale piano. Un classico della prima e seconda repubblica: si pensa all'oggi infischiandosene dei problemi di domani.  

in particolare per qualunque soluzione progettuale è necessario approfondire, anche col supporto dell'analisi costi-benefici, predisposta ai sensi dell'allegato A2 alla delibera di giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008:

Insomma come al solito quando ci sono di mezzo i politici e i burocrati manca un'analisi costi-benefici che porti ad effettuare la scelta "migliore" dopo avere preso in considerazione e soppesato tutti gli aspetti. Questo a mio avviso è il punto cruciale che non riguarda solo la situazione di questo progetto, ma l'intero sistema di opere pubbliche del nostro paese. Si continuano a prendere decisioni che hanno ripercussioni enormi sulla vita dei cittadini, sul lavoro, l'istruzione, la sicurezza, la salute etc. Queste scelte vengono effettuate da persone incompetenti che si muovono sulla base di interessi e legami di lobby, convenienze elettorali e cosi via dicendo. Dall'altra parte ci sono le norme, c'è la scienza che cerca di incanalare le decisioni verso criteri di scelta oggettivi. Quale delle due strade seguire? Quella del miglior costo-beneficio o il solito "mi manda Picone"?
Mauro Pili, che tra le altre cose è l'artefice della istituzione di alcune province inutili che hanno capoluoghi di 8.500 abitanti,  non mi sembra la persona più adatta per parlare di costo-beneficio. Sinceramente lo vedo maggiormente legato, anche per tradizione familiare, al sistema molto meno efficiente che ha portato il nostro paese sull'orlo del fallimento.  In politica, si sa, tutto si evolve e, come dice un mio conoscente  "al mutare delle condizioni, possono facilmente mutare anche le opinioni".

L'interpellanza di Pili, dopo l'analisi della situazione, passa alle considerazioni strategiche e politiche.  Anche l'ex Presidente della Regione ribadisce concetti che si trovano in abbondanza in questo blog : "la scarsa se non inesistente azione di coordinamento tra i vari uffici regionali".
Questo concetto è stato espresso da me ma anche da altri politici, cito senz'altro Marco Espa perche ricordo un suo intervento sul tema.
Troviamo poi le frasi ad effetto e gli appelli accorati che anche in questo caso abbiamo lanciato puntualmente da anni e non solo in occasione degli anniversari: "appare sconcertante che dopo tre anni si debba ancora vagliare l'impatto ambientale degli interventi proposti con la predisposizione di uno «studio di impatto ambientale (S.I.A)." e "i rischi che le popolazioni corrono con l'approssimarsi della stagione autunnale e invernale sono di tale gravità che dovrebbero suggerire non ulteriori ritardi ma procedure straordinarie per recuperare il tempo perso e i gravi ritardi accumulati".

L'intervento di Mauro Pili è il primo che segue la delibera regionale del 18 agosto. Per un mese e 10 giorni tutti zitti, nessun amministratore regionale o comunale ha fiatato. Solo il gruppo Facebook "Info Capoterra" e questo blog hanno suonato l'allarme. Incredibile il silenzio del Sindaco di Capoterra (il nostro primo rappresentante). Silenzio a Capoterra, silenzio in Regione. A sorpresa  è intervenuto un parlamentare del Pdl che, pur senza nominarlo, ha sottolineato le gravi  manchevolezze di alcuni suoi "colleghi" di coalizione, innanzitutto il Presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci, colui che essendo insignito del titolo di "Commissario Straordinario per l'Emergenza" poteva e doveva effettuare quel coordinamento che viene considerato l'origine di tutti i guai. Altre bastonate arrivano indirettamente agli Assessori ai Lavori Pubblici Carta e Sannitu, colpevoli, come più volte abbiamo segnalato, di annunci di inizio lavori mai seguiti da atti concreti.  Dato che non tutti credono ancora a Babbo Natale (ma molti ancora si), è chiaro che si stanno svolgendo grandi manovre politiche e che all'origine dell'intervento dell'on. Pili, che tra l'altro ben poco si è mai visto da queste parti, non ci sono i problemi dei cittadini colpiti dall'alluvione
Il probabile imminente crollo del berlusconismo sta facendo scappare molti "topi" dalla barca che affonda e cosi parte la caccia a situazioni che possano consentire un "mascheramento" politico e il riciclaggio di una immagine che altrimenti rischierebbe di essere caratterizzata da ben altre imprese, come la creazione di alcune inutili nuove province o l'imprescindibile sponsorizzazione di Silvio Berlusconi. 
Ma finchè tanto ci dà tanto, noi cittadini "alluvionati" dobbiamo comunque rallegrarci dell'intervento di Pili, che ha rotto un silenzio assordante delle istituzioni, forse rimettendo in moto una situazione che deve assolutamente essere sbloccata. I residenti hanno dimostrato di essere "deboli" e male organizzati, i loro rappresentanti comunali sembrano più aguzzini che difensori, allora salvaci tu Mauro Pili.

Resta coinvolta nella polemica anche la nuovissima "Assessora" Angela Nonnis, la quale, almeno per quanto riportato dalla stampa odierna, sarebbe incappata in una "gaffaccia" in puro stile Mariastella Gelmini, affermando che entro la fine dell'anno saranno aggiudicati i lavori del ..... Ponte di Pauliara. Evidentementente la Nonnis non ha ancora messo piede da queste parti, altrimenti avrebbe visto che il Ponte di Pauliara è i avanzata fase di costruzione.  Se la Nonnis avesse letto il Blog, come ha fatto Mauro Pili, non sarebbe incappata in questo incredibile errore.


ps: nell'unione del 30-9 si comunica che finalmente ha protestato anche il sindaco Dessì.

2 commenti:

giacomo ha detto...

Non ricordo chi c'era come presidente della regione quando furono fatti i lavori alla foce, i lavori in zona chiesetta di San Gerolamo ( a monte - rilevato stradale ) , quando furono ristretti i limiti del P.A.I. quando fu permesso questo insieme di sbagli clamorosi che forse permettevano di costruire vicino al fiume.


Chi era ?

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

era lo stesso che ha creato le province inutili?

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