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venerdì 16 settembre 2011

Sicurezza del S. Girolamo: con la VIA si rischiano altri tre anni di stop

Ci avviciniamo al TERZO anniversario dell'alluvione di Capoterra, quella del 22 ottobre 2008, quella che è costata la vita a 4 persone, quella che ha causato l'allagamento di centinaia di case, quella che ha spazzato via ponti, infrastrutture, campi sportivi, automobili, suppellettili, ricordi di una vita, quella che ha generato la paura in migliaia di persone.  Ogni volta che si sente un tuono non si dorme da Poggio dei Pini a Frutti d'Oro. Nella mente di chi ha vissuto quei momenti si riformano le immagini del fiume in piena, della propria casa invasa dall'acqua e torna la preoccupazione: come sarà questo temporale? Quanto pioggia cadrà? Si chiamano su internet quelli che abitano nella parte alta del S. Girolamo: "hai visto il fiume, com'è?". 

Quello che è successo in questi tre anni è stato ben documentato nel blog. Non è il caso di ripetere tutto, ma basta ripercorrere le dichiarazioni degli ultimi due assessori regionali ai Lavori Pubblici per mettere a fuoco la situazione. 
Nel giugno del 2010, come documentato nell'articolo intitolato "Soffocati dalla burocrazia", l'assessore Angelo Carta aveva affermato che i lavori sarebbero partiti entro quel mese! 
Esattamente un anno dopo il suo successore, Sebastiano Sannitu, annunciava che le ruspe si sarebbero messe in moto entro il mese di aprile. In occasione di questa evidente boutade, ho offerto una cena a "Sa Cardiga"  a tutti i miei contatti facebook se davvero si fosse mossa anche solo un'apixedda. Come potete immaginare ho risparmiato molti soldi, ma credo proprio di non avere rischiato molto.
Forse sarebbe opportuno ricordare che nella primavera del 2010 si sono svolte le elezioni provinciali e che nella primavera del 2011 c'erano le comunali capoterresi. C'è quindi da aspettarsi che in occasione delle prossime elezioni regionali venga qualcuno a raccontarci un'altra "balla". 
La morale della favola comunque è: sono passati ben tre anni, non è stato ancora spostato nemmeno un granello di sabbia e non sono stati realizzati nemmeno i progetti. Sono però stati stanziati i soldi, oltre 60 milioni di euro. La paura, invece, fa ancora 90.

Ma veniamo alla notizia di oggi cui sono arrivato grazie alla segnalazione del gruppo Facebook "Info capoterra" (a cui vi invito ad iscrivervi). 
Il 18 agosto, mentre tutti erano al mare, la Regione Sardegna ha pubblicato questa delibera .  Immagino che la sua lettura risulterà difficilmente comprensibile ai più, così come lo è stata per me. Fortunatamente questo blog annovera tra i suoi amici degli specialisti che hanno saputo decifrare il "politichese-burocratese" in lingua italiana. Il risultato, purtroppo,  è sconvolgente. Incombe su tutti noi il rischio di aspettare ancora tre anni prima dell'inizio dei lavori.  

La novità di ferragosto è che tutti i lavori di messa in sicurezza del S. Girolamo devono essere sottoposti alla VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale.  Si tratta di un procedimento lungo e complesso che, alla fine, potrebbe posticipare l'inizio dei lavori anche di TRE ANNI. 
A questo punto almeno due domande sorgono spontanee:
1 - perche ci vuole la VIA?
2 - se serviva la VIA, perche lo si decide solo oggi, dopo 3 anni dal disastro?

E' chiaro che dietro a tutte le possibili risposte che si possono dare a queste domande troveremo, oltre alla solita burocrazia, anche gravi inadempienze e ritardi compiuti da chi ha gestito la situazione e anche da chi non ha voluto gestirla pur avendone i poteri (Cappellacci). Non perdete tempo nel cercare responsabilità, vi riempiranno la testa con il solito collaudatissimo scaricabarile. Tutto avviene sulla pelle della gente e sul loro senso di insicurezza che è destinato, a quanto pare, a  durare ancora per molti anni. 

Vediamo però di fare un pò di chiarezza su quello che sta succedendo, perchè è troppo facile lanciare slogans o accuse generalistiche ed è anche molto facile utilizzare da parte dei responsabili le solite formule prese in prestito da Erode. 
Innanzitutto diciamo che la decisione di assoggettare i lavori sul S. Girolamo alla VIA spetta a un ennesimo ufficio regionale, denominato Servizio SAVI (Sostenibilità Ambientale Valutazione Impatti) che fa capo all'Ass.to Difesa Ambiente. Ma quante "parrocchie" ci sono in Regione, quante teste e quante berrittas, quante poltrone? Ogni tanto ne spunta una nuova. benvenuto allora anche ai SAVI, sperando che lo siano non solo di nome, ma anche di fatto. 
La delibera del 18 agosto prescrive che tutti i lavori contenuti nello studio Hydrodata debbano essere assoggettati a tale studio. Unica eccezione, almeno per ora, è la ricostruzione della diga di Poggio. Probabilmente ciò è dovuto dal fatto che quell'opera è sempre stata considerata un progetto a se stante rispetto al resto del piano Hydrodata, il che non fornisce alcuna indicazione positiva. Anche li infatti non si muove foglia.
Ogni intervento che ha un impatto sul territorio è sottoposto al SAVI che ha il compito di decidere se quell'opera richiede o no lo studio di VIA. 
La realizzazione della VIA non è quindi un passaggio obbligatorio dell'iter, ma dipende dalla valutazione effettuata da questo servizio regionale. Per quanto riguarda i lavori sugli alvei dei corsi idrici, la richiesta della VIA solitamente scatta quando le opere di regolazione del fiume sarebbero in grado di incidere sul regime delle acque.  Secondo il servizio SAVI i lavori di messa in sicurezza del S. Girolamo modificherebbero il regime delle acque. Non sono ovviamente in grado di confutare questa affermazione, ma so per certo che lavori del tutto simili a questo NON hanno richiesto la Valutazione di Impatto Ambientale. Sembra quindi che ci sia dell'altro nascosto sotto il linguaggio buro-politichese. Si, ma cosa? E' incredibile è che dopo tre anni di discorsi e scartoffie, all'improvviso, spunti questa tegola della VIA. Possibile che nessuno lo avesse previsto?  Ma chi è l'autista dell'autobus? Sinceramente c'è qualcosa che non mi convince. Facciamo, allora,  qualche ipotesi.  

Potrebbe esserci una scarsa qualità della documentazione progettuale, qualche carenza che non ha consentito al SAVI di valutare correttamente le caratteristiche del progetto. Per esempio sembra che manchi la relazione paesaggistica, un relazione invero assai rara da queste parti. certo che una carenza di documentazione non può portare a una soluzione così drastica, ma mi aspetterei una richiesta di integrazione.  
Un'altra possibilità è che qualche soggetto interessato dalle opere abbia fatto ricorso. In questi casi i nostri coraggiosi funzionari evitano di prendere una decisione (vedi ad esempio il guado di Poggio) e preferiscono lasciare 10 mila persone nel rischio e nella paura per altri tre anni, tanto loro mica abitano a Frutti d'Oro. 
Non dimentichiamoci inoltre che il Comune di Capoterra, che fa finta di essere del tutto estraneo a questo progetto, è invece intervenuto decidendo quale soluzione adottare nella zona di Rio S. Girolamo e optando per una soluzione che non corrispondeva a quella suggerita dagli esperti. Non si può escludere che quella soluzione "politica", contenesse poi elementi che vadano a modificare il "sostanziale regime delle acque"? 
Potrebbero quindi esserci degli interessi dietro ciò che sta accadendo, interessi legittimi per carità, ma qualcuno mi sa spiegare quali interessi possano essere superiori alla sicurezza di 10 mila persone che dovrebbero attendere altri anni per poi magari decidere che tutti i progetti sono da rifare?  

Invece è stata emessa questa delibera di ferragosto, alla chetichella, e nessuno ne ha parlato, nessun Sindaco ha protestato, si è informato e ha informato la cittadinanza. Tutto è silenzioso QUANDO NON CI SONO LE ELEZIONI.

6 commenti:

giacomo ha detto...

Ciao, non sapevo che questa VIA ci volesse anche per la manutenzione ordinaria, quella mai fatta da parte della regione sorda.

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

ciao a tutti
Sono Pasquale Cabizza, e voglio dire solo questo a proposito di S.Girolamo, lago e diga:
-come ho già detto anche in CDA, per affrontare e risolvere certi problemi dobbiamo avere il coraggio di ragionare con la nostra testa, e solo quella, perchè abbiamo tutte le competenze necessarie.
Non fidatevi dei professionisti e dei luminari (ovviamente neppure dei politici), non sono un ingegnere idraulico e non ho niente contro di loro, ma ho sentito professionisti (pagati) sparare cazzate più grandi della diga.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Se il monito di Pasquale è: "non prendere per oro colato quello che viene fatto,detto,deciso anche dai superesperti" direi che siamo certamente sul condivisibile.
Anche in questo contesto post alluvione abbiamo visto molte cose sbagliate, basti pensare alla prima versione dello studio Hydrodata.
Dato pero' che viviamo in una società strutturata e non anarchica le decisioni vengono prese nei vari centri decisionali e non mi sento di proporre, in alternativa, il centu konkas centu berrittas.
Uno dei modi che abbiamo per mitigare i rischi che vengano fatti errori è proprio quello dell'informazione e del confronto. Capisco che cio' possa apparire fastidioso per chi preferirebbe invece agire senza alcun contraddittorio, ma a mio avviso ne vale la pena.

giacomo ha detto...

Sono d'accordo e meno male che ora ci rendiamo conto di tutto, la verità potrebbe essere quella di una certa cricca molto interessata, parlo di quella nazionale, forse mi sbaglio ma dagli inizi la musica era quella.

C'è la Cooperativa che avrebbe dovuto fare gli interessi di questa vicenda, perché ricordo a tutti che il fiume in piena è venuto da monte e da una situazione che realmente era disastrata, si è vero molta acqua ma crolli e fiume intasati hanno fatto la differenza.

Uniti quindi per denunciare questa realtà , abbandonando la diplomazia e gli interessi intrecciati con la regione sarda, dai lotti nuovi a coloro che ci lavorano direttamente o indirettamente.

Ricordo che già dal dopo 1999 chi di dovere avrebbe dovuto fare le manutenzioni a questo Rio, su questo punto esiste un ordine della prefettura di Cagliari.

Oggi la situazione è ancora più tragica, con il lago pieno di sabbia e il fiume pure si rischia davvero grosso, il Poggio potrebbe perdere tutta l'area sportiva se la diga dovesse crollare, senza parlare di un altissimo rischi per le persone a valle.

per finire dico che la si deve smettere di credere a assemblee e altre cavolate varie, credere ai politici e quant'altro, bisogna agire o con un esposto alla procura della repubblica o con qualcosa di simile e chiedere che da subito si facciano le cose semplici ed economiche, disinsabbiamento di fiume e lago in primis e sistemi classici di rallentamento, ai ponti e alle altre castronerie ci pensiamo dopo..



Ciao Giacomo

Rita ha detto...

Premesso che si sono persi tre anni, nei quali si poteva da subito decidere cosa fare e come affrontare il problema delle progettazioni, devo dire cha la questione della VIA non fa una grinza, almeno dal punto di vista sia normativo ceh da quello della tutela dell'ambiente.
Andatevi a leggere la DGR n. 24/23 del23/04/2008 ( http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_73_20080512121944.pdf) e leggete cosa dice a proposito dei progetti di opere da assoggettare a VIA e poi leggete quale sia il contenuto della VIA.
Nella delibera del Servizio SAVI del 18 agosto scorso si parla di confronto tra alternative possibili e di motivazione della scelta progettuale tra quelle esaminate. la scelta infatti deve condurre a quella meno impattante in termini ambientali ma anche in termini costi-benefici. sembrerebbe di capire, tra le righe, che le cose non stiano così.
Siamo sicuri che gli interventi proposti nel progetto preliminare siano veramente quelli meno impattanti?
Il servizio SAVI che ha esaminato il progetto di sistemazione dell'alveo del Rio S. Gerolamo evidentmente non vi ha trovato queste motivazioni e infatti ha chiesto che tutto il progetto sia assoggettato a procedura di VIA.

Ciò che non capisco è come mai se ne siano accorti solo ora. Non potevano pensarci un anno fa, cioè quando l'Assessorato LL.PP. ha dato l'incarico di predisporre il progetto? Perchè non si sono avute delle consultazioni prelimari tra Assessorato dei LL.PP. (che deve spednere i soldi), progettisti e l'Assessorato Difesa dell'Ambiente?
In genre queste cose si decidono prima e si chiariscono i dubbi da subito, non si arriva a fare un progetto, perlatro secondo l'assessore già appaltabile, e poi salta fuori che è tutto da rimettere in discussione.
Non sarà che il problema è da un'altra parte?
La soluzione prescelta era stata definita da Hydrodata la peggiore, l'avevano detto in pubblico nella riunione dell'aprile del 2009, sia a Poggio che nell'aula consiliare di Capoterra. Invece tutti si sono ostianti aportarla avanti.
questo è il risultato.
Le decisioni prese per imposizione politica, e senza sentire il parere dei tecnici, non si sono rivelate quelle migliori dal punto di vista dell'impatto ambientale e ora si dovrà ripartire d'accapo.

Giorgio Plazzotta ha detto...

L'intervento qui sopra è di Rita Lai.

Rita se leggi il pezzo dedicato all'interpellanza di Mauro Pili, che contiene tra l'altro le motivazioni del SAVI che non mi erano note quando ho scritto questo articolo, troverai molte delle tue perplessità.

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