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lunedì 11 marzo 2013

Referendum Poggio: vince il si. I soci non vogliono altro cemento

A Poggio dei Pini vince il SI al referendum destinato agli oltre 800 soci della Cooperativa.  Il dato relativo all'affluenza, 533 votanti, è molto elevato soprattutto se si considera che, a differenza di quanto avviene per il rinnovo del CdA,  non era ammesso il voto per delega. 
II SI ha prevalso sul NO con 285 (54%)  voti contro 246 (46%). Due le schede nulle. 

Una netta maggioranza di soci ha quindi espresso la propria volontà di rimandare di almeno tre anni la realizzazione della nuova lottizzazione che l'amministrazione della Cooperativa vorrebbe realizzare in accordo con la giunta comunale capoterrese. 
Hanno quindi prevalso i dubbi legati alla grave crisi economica e alle conseguenti difficoltà del mercato immobiliare, all'assenza di un piano economico particolareggiato che accompagnasse l'investimento, all'impatto ambientale provocato dalla riduzione delle aree verdi e anche alla scarsa credibilità per una generazione di amministratori che, nel corso degli ultimi decenni non è stata in grado di trasformare in servizi utili ai soci  i milioni di euro introitati dalla vendita dei lotti.
Di contro, sono risultate minoritarie le ragioni di chi ha perorato la causa della cementificazione (non ci sono case in legno), prospettando facili guadagni, minimizzando l'impatto ambientale e propagandando false informazioni, come quella relativa ai collaudi delle opere di urbanizzazione di Poggio.  

Adesso si attenderanno le prossime mosse dell'amministrazione poggina. Secondo lo Statuto della Cooperativa, il referendum non ha valore vincolante, ma lo stesso Statuto, e sinceramente anche il buon senso,  prevede che le scelte particolarmente importanti per la società debbano avere il sostegno dei soci.  
Prossimamente sapremo pertanto se gli attuali amministratori vorranno prendere atto, oltre che della volontà dei soci espressa in questo referendum, anche della inadeguatezza di logiche gestionali inchiodate su schemi che potevano essere adatti alla realtà di 30 anni fa, ma che oggi risultano dannose per una comunità sempre più divisa e con sempre meno servizi

Sarà forse un miraggio, ma in questo momento difficile sarebbe opportuno che Poggio dei Pini desse vita alla terza fase della sua quasi cinquantennale storia. 
Dopo il periodo della fondazione e quello del business, sarebbe ora che si incominciasse a pensare ai servizi, utilizzando al meglio le somme versate dai soci, lasciando agli enti pubblici le infrastrutture pubbliche e abbandonando interventi di edificazione che sembrano portare piu danni che vantaggi.

4 commenti:

Marco Pintus ha detto...

Caro Giorgio,accolgo molto volentieri il tuo invito a scrivere sul tuo blog.Voglio anche da qui ringraziare tutti quelli che si sono esposti ed impegnati in prima persona per richiedere questo referendum e per il risultato estremamente positivo che si è raggiunto. Io azzecco pochi pronostici ma sentivo che questa volta si sarebbe vinto. In settimana avevo saputo che anche alcuni sostenitori della cosidetta vecchia guardia avrebbero votato per il si e ho capito che qualcosa poteva cambiare. Non mi sorprenderebbe se in CDA non si tenga conto di questo risultato e sono d'accordo con chi ha chiesto di avanzare formale richiesta di dimissioni: ma non solo del Presidente ma dell'intero CDA! La strada per il rinnovamento e per raggiungere una gestione sostenibile e giusta della cooperativa è ancora difficile ma sono stati già ottenuti degli importanti risultati.
Voglio ringraziare anche te Giorgio perchè i tuoi post hanno dato anche nell'occasione del referendum un importante contributo informativo che rappresenta sempre la base della scelta consapevole e democratica. Di contro rilevo ancora una volta l'oscurantismo della vecchia guardia.
Esulto ancora e dico "Forza Noi per Poggio"

Roberto ha detto...

Impressionante il silenzio del Portale della Cooperativa sul referendum. Ma chi gestisce il sito? Per caso lo paghiamo anche? così, giusto per sapere...

Giorgio Plazzotta ha detto...

Per Marco. E' giusto quello che dici. L'informazione, l'approfondimento e il confronto sono elementi fondamentali che stanno alla base di qualsiasi decisione che viene presa collegialmente. In mancanza di questi elementi si rischia di delegare tutto agli organi rappresentativi e saranno quindi poche persone a decidere per tutti spesso sulla base di criteri tutt'altro che ispirati alla "diligenza del buon padre di famiglia" tanto spesso millantata. Spero, nel mio piccolo, di avere fornito in questi 5 anni e mezzo di "blog" e con il Portale della Cooperativa (quando funzionava) un contributo utile in questo senso. Se poi sono stato talvolta carente o impreciso, di grazia, ben vengano altre voci migliori, ma il silenzio no, non auguriamocelo mai. Lo abbiamo già avuto durante il fascismo speriamo di non dimenticarlo mai.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Per Roberto. Il soggetto che gestisce il Portale della Cooperativa e, di conseguenza ha accesso anche ai dati personali degli iscritti, è SCONOSCIUTO, in violazione del DlgS 196 del 2003 e delle stesse precedenti delibere del CdA. E' un fatto assai grave e vergognoso per una società dell'importanza della nostra Cooperativa che mostra dispregio nei confronti della legge e degli stessi soci. Dato che il Portale viene gestito "di nascosto" è anche difficile dire se esiste qualche forma di "rimborso" ma considerata la qualità della gestione direi di no.

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