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mercoledì 14 maggio 2014

Habemus consilium novum, etiam restaurātĭonem?

Di Franca Camarda

Sabato 10 maggio 2014, ore 16, elezioni del consiglio di amministrazione della Cooperativa Poggio dei Pini.

Giornata pre-estiva, tanti capannelli di elettori davanti all'ingresso del circolo sociale.

La sala del circolo per metà vuota, ( o piena a seconda del grado di ottimismo). A confronto 3 liste, 26 candidati. Lettura del bilancio in un'”assemblea” distratta e demotivata. Nessun intervento, nessun confronto. Un déjà vu come poche volte. Attesa per un risultato scontato con la sicurezza di chi ha ereditato pacchetti di voti “come fosse un comò “ direbbe Gian Antonio Stella (google tag: Stella corriere lombardo) .

Habemus consĭlĭum et habemus præsĭdentem.
Le deleghe e l'assenza di quasi la metà dei soci hanno dato probabilmente un risultato che non rispecchia la volontà dei poggini.
Qualche breve considerazione che non ha alcuna pretesa di analisi sociologica o di voto.

     847 soci
     441 votanti
     265 titolari +
     176 deleghe
     130 lotti non edificati
     x doppie case di soci con permanenza saltuaria o stagionale

Da questi dati, risultano votanti  poco più della metà dei soci. Dei 265( 31% c.) soci, 176 erano provvisti di delega . Si può ipotizzare che ci fossero 176 voti uguali in coppia e solo 89 + 176 voti espressi in piena autonomia e senza doppioni . Le elezioni sono un momento di verifica di consenso per chi si propone o cerca conferme per guidare la cooperativa. Ma, visti i numeri, una riflessione si impone. Questi risultati sono alquanto sconfortanti per partecipazione ed espressione democratica effettiva.

I programmi presentati, scarni e per certi versi superficiali, hanno contribuito ad assottigliare la partecipazione. Sarebbe utile, anche a posteriori, confrontarsi sulle proposte in assemblea pubblica e sopperire alla mancata dialettica costruttiva ed a porre in evidenza le vere strategie di sopravvivenza della cooperativa. Non basta parlare delle aree A2, A3, sulle quali grava un sospetto di affarismo incontrollabile per la loro gestione. Si parla di “cessione”. A tale proposito i soci gradirebbero capire meglio la questione, quale può essere il ritorno economico e di valorizzazione del territorio. La cessione delle opere di urbanizzazione primaria sembra ormai assodata. Ai nuovi amministratori l'onere di una contrattazione con il comune che salvaguardi i soci e i loro diritti come cittadini.

Le case in vendita a Poggio dei Pini sono numerose. Crisi economica, aggravarsi della situazione ambientale, case troppo grandi per famiglie ridotte a pochi componenti stanno rendendo questo luogo non più appetibile, in difficoltà di crescita e miglioramento reale.

Questione ambientale.

Questa sconosciuta. Retorica a gogò da parte di chi ( ex presidenti e non) con ipocrisia e non curanza parla di Poggio dei Pini come se fosse un'oasi ineguagliabile. Sarebbe il caso di guardare un po' meglio fuori dal nostro recinto e considerare di quante e quali criticità ambientali siamo circondati. Tra elettrodotto, Saras, zona industriale di Macchiareddu, progetto PowerCrop, nuova ss 195, la nostra salute e quella dei nostri figli ,l’integrità e la bellezza del territorio risultano alquanto discutibili. La nuova ss195 adiacente alle nostre case renderà il patrimonio immobiliare di molti soci pari a 0. Quest'ultimo risultato ottenuto con  consenso e sconsideratezza degli amministratori della cooperativa che hanno rilasciato le autorizzazioni per l'esproprio di terreni di poggini, per una manciata di migliaia di euro. Senza contare l'aggravarsi della situazione ambientale per il traffico che genererà polveri sottili contenenti prodotti mutageni e teratogeni e invivibilità durante la sua costruzione.  Più volte con mail si è chiesta un'indagine epidemiologica sui tumori. Non per allarmismo ma per avere certezze e consapevolezza del rischio reale a cui siamo sottoposti.

Nulla si dice nei programmi presentati delle case occupate da più famiglie. Una modifica statutaria potrebbe regolarizzare la situazione di alcuni soci e consentire un introito maggiore per la cooperativa.

Le associazioni presenti andrebbero incoraggiate e supportate economicamente. La maggior parte dei componenti svolgono, con disinteresse e dedizione, funzioni a favore di tutti i soci che spesso sono dovute all'istituzione pubblica.

Trasparenza.
Altra sconosciuta o semisconosciuta.
La presenza di 847 soci implica una comunicazione e partecipazione diffusa. Il consiglio eletto non ha la delega in bianco per operare in totale isolamento. Le decisioni importanti vanno comunque concertate.

Affrontare queste tematiche richiede unità di intenti e rispetto per i soci. Il nuovo consiglio può uscire dalla conflittualità solo se agisce con  generosità e non si chiuda a riccio sulle posizioni di potere acquisite. Molte persone potrebbero ritrovare il senso della collaborazione, più volte invocata anche attraverso questo blog.



Franca Camarda

2 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Ciao Franca, innanzitutto grazie per il tuo contributo. Parlerei di sole due liste (e non tre). Un candidato solitario non lo definirei "lista". Concordo sul fatto che non c'è stata praticamente assemblea e non va bene. Inoltre quella annuale rappresenta forse l'unico momento in cui si può discutere di persona. nel 2010 il cdA organizzava incontri periodici con i soci per discutere sulle decisioni del cda. ultimamente, con le presidenze Sanna e Secchi, questi momenti di condivisione sono stati abbandonati, e purtroppo anche gli atri sistemi di comunicazione (notiziario cartaceo, portale, mailing list) sono stati trascurati. Molto grave. Devo dire che anche nelle assemblee non era facile informarsi, in pochi potevano prendere la parola e chi gestiva l'assemblea aveva una posizione di vantaggio che rendeva difficile confutare certe affermazioni senza potersi documentare. oggi con internet le potenzialità di confronto sono molto superiori e piu democratiche. Ecco perche alcuni personaggi lo temono. Il problema è che la cooperativa non sta usando nemmeno internet.

Non sono d'accordo sul fatto che questo consiglio non rappresenti la volontà dei poggini. Il valore dell'affluenza è molto elevatorispetto alle medie storiche. Chi da la delega non lo puoi considerare un fesso privo di pensiero, chi ha un lotto e non ha costruito è un socio come gli altri e non sempre ignora la cooperativa. Chi è assente non è uno che è in disaccordo, ma semplicemente se ne frega o non poteva.
Tu parli di vittoria annunciata, ma secondo me non consideri bene i numeri. I conservatori, chi rema contro quel cambiamento che dovrebbe portare a una maggiore trasparenza e partecipazione, sono molto forti e hanno perso di poco.
Sono d'accordo con te e ti esprimo solidarietà per la situazione relativa al tracciato della 195. è vero che la cooperativa in questa occasione è stata assente e anche se a mio avviso non avrebbe potuto fare nulla per modificare quel tracciato, avrebbe dovuto essere piu' vicina ai soci che ne saranno danneggiati. Adesso vedremo se ci saranno risultati e quali.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Auguro buon lavoro al consiglio appena eletto, certamente consapevole del carico di responsabilità crescente nell'ambito della processo di gestione della cooperativa di Poggio dei Pini.

Questo "quinquennio di risse e di instabilità" dichiarato dal precedente gestore unitario, quale ammissione di resa, dà il pieno senso di una serie ininterrotta di sconfitte, più volte annunciate e perduranti da più di un lustro (notiziario PdP febbraio 2014). Ciò dovrebbe indurre i nuovi amministratori a fare in modo che la voce dei soci possa contare più che in passato accogliendo quel "senso di collaborazione" come invito alla partecipazione, pubblicando sul portale Internet di Poggio dei Pini le eventuali proposte e dibattiti a partire da quella concernente la sussistente e condivisibile possibilità di modifica statutaria della cooperativa.

Poggio dei Pini, 16 maggio 2014

Francesco Cilloccu

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