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lunedì 30 aprile 2012

RESOCONTO FINALE DELLE ATTIVITA’ SVOLTE NEL TRIENNIO 2009-2012


Redatto dai consiglieri di amministrazione uscenti Giacomo Cocco, Manuele Levanti, Andrea Loi Zedda, Giuseppe Elia Monni, Giorgio Plazzotta e Carlo Congiu
Carissimi Poggini,
tra qualche settimana, il prossimo 5 maggio, sarete chiamati ad eleggere un nuovo Consiglio di Amministrazione, che dovrà gestire la Cooperativa nei prossimi tre anni. Noi sei firmatari di questo comunicato, consiglieri uscenti, non ci ricandideremo, perché pensiamo sia giusto favorire un continuo ricambio e ci rassicura sapere che si sono candidate tante nuove persone che, siamo certi, sapranno gestire la Cooperativa nel migliore dei modi, riprendendo quel processo di rinnovamento che il nostro gruppo tentò di avviare tre anni fa. Venimmo eletti, infatti, nel giugno del 2009, con un consenso mai raggiunto nella storia del Poggio (332 voti) e un mandato preciso da parte dei Soci: riformare la Cooperativa, porre fine agli sprechi del passato e rendere la gestione della Società più efficiente e più trasparente. Con questo obiettivo abbiamo lavorato per due anni; poi, nel giugno del 2011, si è verificato quello che molti hanno definito “Il Ribaltone”: due consiglieri che erano stati eletti nel nostro gruppo (Francesco Sanna e Aldo Piras) hanno deciso di appoggiare coloro che avevano perso le elezioni del 2009 e da quel momento la gestione della Società è passata nelle mani di Tonino Secchi, Luca Madeddu, Guido Montali, Pasqualino Cabizza, Gianluca Murgia, Eugenio Lao e Nicolosa Sirca, che, insieme a Francesco Sanna ed Aldo Piras, hanno bloccato il processo riformatore e hanno restaurato dei sistemi che noi riteniamo dannosi per gli interessi dei Soci.

Si è trattato insomma di un triennio molto convulso, che ha comportato grandi cambiamenti e grandi restaurazioni, molte speranze e altrettante delusioni. Per questa ragione pensiamo sia giusto offrire a Voi Soci un riassunto di quanto è stato fatto in questi tre anni, distinguendo le scelte operate sotto la Presidenza Cocco da quelle operate sotto Sanna e Piras (che, in seguito al Ribaltone, si sono succeduti nel ruolo di Presidenti). E’ importante, infatti, quando ci si congeda, rendere conto del proprio operato, ed è utile evidenziare le differenze che ci sono state tra due modi di amministrare estremamente diversi, due modi che si confronteranno anche nelle prossime elezioni. Come nel 2009, infatti, anche quest’anno Voi Soci dovrete scegliere tra un progetto “riformatore” e un progetto “conservatore”, tra un gruppo di persone completamente nuove e un gruppo di persone legato alle vecchie logiche. Ciascuno voterà ciò che riterrà preferibile per il futuro del Poggio; noi ovviamente ci auguriamo che il processo riformatore che abbiamo avviato tra il 2009 e il 2011 venga ripreso e completato, nell’interesse di tutti.
Sottolineiamo che tutto ciò che riporteremo in questo comunicato è accertabile da chiunque con un semplice accesso agli atti della Cooperativa. Siamo pronti ovviamente a rispondere a qualunque obiezione o richiesta di chiarimenti. Auspichiamo, anzi, che in occasione della imminente Assemblea dei Soci si potranno discutere questi argomenti e queste cifre pubblicamente, per consentire ai Poggini di conoscere i fatti e i documenti, ponendoli al riparo dalle chiacchiere da bar, che tanto male fanno alla nostra Comunità. Ci spiace se alcune considerazioni potranno risultare spiacevoli, ma spesso la verità è spiacevole, e se vogliamo davvero risolvere i problemi della nostra Comunità, dobbiamo parlare anche delle cose spiacevoli, con pacatezza ma con chiarezza.
1) Variante al Piano di Lottizzazione

Una delle prime decisioni che prendemmo, appena eletti, nel 2009, fu bloccare la Variante del 2007, quel progetto varato dal CdA presieduto da Giovanni Calvisi che aveva sollevato clamorose proteste da parte dei Soci perché prevedeva, tra le tante cose, la realizzazione di lotti sulla riva del lago e nelle pinete. La scelta del nostro gruppo si rivelò opportuna, considerato che quella Variante, non approvata dal Comune, fu poi rigettata anche dalla Regione e poi definitivamente delegittimata dal TAR. Al posto di quella Variante elaborammo un progetto diverso, che prevedeva meno concessioni al Comune, la salvaguardia definitiva delle aree verdi, meno lotti e più servizi: questo progetto venne presentato ai Soci che lo approvarono col Referendum del luglio 2010. Il progetto fu quindi depositato al Comune, affinché fosse recepito nel PUC. In seguito al Ribaltone, però, il nuovo gruppo dirigente della Cooperativa, guidato da Sanna, ha ignorato il progetto depositato in Comune e ha cercato di resuscitare la Variante del 2007, riproponendo di nuovo i lotti sul lago e in pineta, disinteressandosi della volontà dei Soci, della posizione della Regione e delle sentenze dei giudici. I consiglieri Sanna e Montali hanno anche tentato di appaltare il progetto a una società di Olbia, a noi sconosciuta, per l’incredibile cifra di 55.000 euro (operazione che abbiamo ritenuto molto sospetta e che è stata fortunatamente sventata grazie alle nostre proteste e al successivo intervento del Collegio sindacale). Il progetto è stato comunque appaltato (anche se a 25.000, e non a 55.000 euro…) e il tentativo di imporre nuovamente la Variante del 2007 (che prevedeva, tra l’altro, una vasta zona turistica a S.Barbara) sarebbe riuscito se, il giorno della sua presentazione, il presidente Sanna non fosse stato costretto a dimettersi a causa delle nostre proteste e delle polemiche interne al suo stesso gruppo. Di tutto questo i Soci sono stati tenuti all’oscuro, nonostante si tratti di questioni fondamentali, dalle quali dipende il futuro del nostro territorio.

2) Reliquati 

Il nostro gruppo, appena eletto, riuscì a bloccare il tentativo, compiuto dal CdA di Calvisi, di svendere 100.000 mq del nostro verde comunitario al prezzo medio di 2 euro a mq, attraverso il cosiddetto “Piano di cessione dei reliquati”: un Piano che avrebbe consentito ad alcuni privilegiati di impossessarsi di vaste aree di pregio a prezzi risibili. Tra questi privilegiati vi erano amministratori in carica e parenti di amministratori in carica, tra cui lo stesso Calvisi, che, depositando una “caparra confirmatoria” non prevista dal regolamento, tentò di mettere la Cooperativa (di cui era Presidente) nella alternativa obbligata di cedergli circa 2200 mq di pineta al prezzo di circa 16 mila euro, ovvero di dargli circa 10 mila euro a titolo di “risarcimento” per il mancato acquisto. La pretesa di Calvisi fu rigettata dalla Presidenza Cocco, mentre sotto la Presidenza Sanna i nuovi vertici hanno proposto di chiudere col socio Calvisi un accordo che gli avrebbe riconosciuto il diritto di acquisire quell’area: anche in questo caso, in seguito alnostro pravviso di denuncia, l’operazione è stata sospesa. Auspichiamo che il socio Calvisi accetti di riprendere la somma che ha lasciato in deposito e rinunci alla pretesa di acquistare un’area di tal pregio a un prezzo così svantaggioso per la Società. La questione dei reliquati andrà comunque affrontata nel suo complesso, perché vi sono in tutta la lottizzazione molti casi che andrebbero valutati, regolamentati o sanzionati. Anche un amministratore attualmente in carica si è recintato da tempo una vasta area di proprietà della Cooperativa, inglobandola nel proprio lotto, senza che ci risulti alcuna autorizzazione da parte del CdA e neppure il versamento di alcun corrispettivo. Negli ultimi mesi, poi, sono stati “promessi” a vari Soci alcuni “reliquati” o addirittura la trasformazione di vecchi reliquati in lotti edificabili: una pratica che, se non prevista da un piano complessivo, approvato dai Soci, rischia di determinare privilegi e clientelismi.

3) Riforma della Cooperativa
3.1 Comunicazione e trasparenza
Il nostro gruppo, tra il 2009 e il 2010, ha avviato una vasta e complessa riforma della Cooperativa, per renderla più trasparente e più efficiente. Per prima cosa abbiamo aumentato notevolmente la comunicazione: il Notiziario è diventato più ampio e più completo; abbiamo creato una mailing list con centinaia di Soci e residenti, per rendere le comunicazioni più rapide, più frequenti e meno costose, risparmiando carta e spese di stampa e distribuzione; abbiamo creato il Portale internet nel quale sono stati pubblicati verbali e delibere, e decine di articoli sui più importanti fatti comunitari; abbiamo aperto un Forum telematico nel quale chiunque ha potuto pubblicare le sue opinioni e le sue critiche, e abbiamo sempre risposto a ogni richiesta e a ogni polemica, spiegando le nostre ragioni e accettando il confronto anche quando qualcuno ha approfittato della nostra disponibilità per insultarci e alimentare un clima di scontro; infine, ogni due mesi, sotto la Presidenza Cocco, si tenevano assemblee informative per aggiornare i Soci su quanto veniva deciso. Tutto questo è stato cancellato dalla Presidenza Sanna: il Portale (che prima era gestito gratuitamente da un consigliere d’amministrazione) è stato affidato (a pagamento) a una società di fiducia di Sanna, e da quel momento non ha più pubblicato né verbali né delibere né alcun articolo che avesse ad oggetto questioni riguardanti la Società (basti evidenziare che negli ultimi mesi il Portale ha taciuto notizie come le dimissioni del presidente Sanna, la nomina del presidente Piras, la cessione dei nostri laghi al Consorzio di Bonifica, etc.); anche le assemblee informative bimestrali sono state soppresse. I Soci, per potersi informare, si sono dovuti affidare a volantini di comitati di residenti, che si sono dovuti sostituire a una Cooperativa latitante e omertosa, che non ha risposto a nessuna delle innumerevoli richieste di chiarimento che le sono piovute addosso. Il presidente Sanna (nonostante le ripetute sollecitazioni) non ha neanche sentito il dovere di informare i Soci dell’inchiesta penale che lo riguarda: i Soci, sgomenti, lo hanno dovuto apprendere dalla stampa.
3.2 Accesso agli atti, appalti e incarichi
La trasparenza, sotto la Presidenza Sanna, è stata quasi completamente cancellata: è stato impedito a noi consiglieri di poter accedere on line ai protocolli; non si è mai risposto alle nostre numerose richieste di documenti e di informazioni su fatti di estrema gravità, etc. In più occasioni si è addirittura ostacolato il nostro diritto di assistere alle riunioni del Comitato Esecutivo. Il nostro gruppo aveva impostato un sistema di attribuzione degli incarichi che rendeva trasparenti e motivate le scelte, così da evitare favoritismi e sprechi: il Comitato Esecutivo coordinato dal consigliere Madeddu ha invece concesso incarichi senza alcuna forma di gara (vedi recentemente l’incarico retribuito concesso all’ex Vice Presidente Antonello Garau).
3.3 Favoritismi
I Soci si sono spesso lamentati del fatto che la Cooperativa facesse dei favoritismi, rispondendo subito alle richieste di intervento provenienti da amici degli amministratori e lasciando indietro le richieste di tutti gli altri, che spesso hanno atteso invano per anni. A ciò si aggiunga che un settore tecnico inefficiente non seguiva adeguatamente tutte le pratiche e tutte le segnalazioni, arrivando anche a smarrire importanti documenti (appena insediati, scoprimmo che molti fascicoli erano scomparsi). Per risolvere questo problema, e dissipare ogni sospetto di favoritismi, il nostro gruppo aveva creato uno strumento (l’Helpdesk) che consentiva a ciascun residente di inoltrare via internet la sua richiesta di intervento e poter monitorare periodicamente lo stato della sua pratica: in questo modo il richiedente avrebbe avuto conferma della ricevuta segnalazione, si sarebbe venuto a creare un ordine cronologico e di priorità nelle richieste degli utenti, che si sarebbero potute soddisfare senza il rischio di dimenticanze e senza il sospetto di favoritismi. Ebbene: questo strumento trasparente è stato di fatto accantonato dalla Presidenza Sanna: ci dovremmo domandare il perché. Anche nell’approvazione dei progetti dei Soci vi sono state, nei decenni passati, molte ingiustizie, perché si è stati straordinariamente severi con taluni Soci, mentre ad altri si è consentito di compiere i più incredibili abusi. Sotto la Presidenza Cocco si è cercato quindi di essere più coerenti e più intransigenti, e sono stati bloccati progetti contenenti abusi edilizi gravissimi, che però sono stati successivamente approvati sotto la Presidenza Sanna, con ripetute violazioni del Regolamento edilizio. Stesso discorso per vari debiti dei Soci, che il gruppo di Sanna, Piras e Secchi ha abbuonato. Dobbiamo poi riferire che qualche mese fa il Comitato Esecutivo coordinato dal consigliere Madeddu, in nostra assenza e senza informare il CdA, ha deliberato di rimborsare al socio Calvisi la somma di oltre 7 mila euro per spese legali da lui sostenute (come privato cittadino) per la questione relativa alla strada 7 (vicenda che non si è ancora chiusa, se non in sede penale, dove è stato dichiarato prescritto il reato commesso dall’ex Presidente). Questo “rimborso” a favore di Calvisi è stato scoperto, da noi, solo nelle ultime settimane, passando in rassegna le voci di bilancio, ed è stato denunciato al Collegio sindacale, che ha quindi congelato i pagamenti a favore del socio Calvisi. Riferiamo tutto questo per far capire che, finché si ripeteranno simili episodi, non riusciremo a riportare serenità e fiducia all’interno della nostra Comunità.
3.4 La riforma del settore tecnico
Alcuni settori della Cooperativa erano (e sono tuttora) poco efficienti, in quanto costano più di quanto rendono in termini di servizi e risultati. Il CdA presieduto da Cocco analizzò approfonditamente la situazione e decise infine di riformare l’intero settore tecnico, in quanto, nonostante vi fossero ben tre geometri assunti a tempo indeterminato, la Società era sempre costretta, per qualunque lavoro (frazionamenti, piccoli o grandi progetti, direzioni dei lavori, RSPP, etc.) a dare incarichi esterni, in quanto i geometri dell’Ufficio tecnico non avevano le competenze o le abilitazioni necessarie a fare tutto questo; si ritenne quindi più conveniente incaricare un unico Studio di Ingegneria di fornire alla Società (con tutti i vantaggi di un appalto esterno) non solo il supporto dato fino a quel momento dall’Ufficio tecnico, ma anche tutte le professionalità specialistiche (ingegnere civile e idraulico, geologo, agronomo, topografo, responsabile della sicurezza, etc.) prescritte dalla Legge e necessarie di volta in volta per i vari progetti. Tutto questo a un costo forfetario assai inferiore alla somma dei costi sostenuti fino a quel momento dalla Cooperativa per pagare due stipendi + gli incarichi esterni. Venne quindi soppresso il vecchio Ufficio tecnico (con la dolorosa conseguenza di dover licenziare due geometri) e venne individuato (con una gara pubblica alla quale parteciparono oltre 16 gruppi, rappresentanti di oltre 30 studi professionali) un rinomato Studio di Ingegneria, che ha lavorato per circa 10 mesi, finché, in seguito al Ribaltone, i nuovi amministratori hanno deciso di liquidare lo Studio di Ingegneria e hanno riassunto uno dei due geometri licenziati (dichiarando che il suo principale compito sarebbe dovuto essere quello di “controllare gli operai della Cooperativa” i quali, lo ricordiamo, sono tre: chiunque abbia gestito un’azienda comprende l’assurdità di avere un capoufficio che controlla un geometra che controlla tre operai, i quali non producono beni e servizi per un controvalore capace di pagare gli stipendi di chi li controlla…). Questa restaurazione dei vecchi sistemi (e delle vecchie inefficienze) lascia sconcertati, proprio perché è stata attuata senza alcuna analisi del rapporto tra costi e benefici. Comprendiamo e condividiamo le motivazioni umane che hanno circondato questa riassunzione, ma non dobbiamo dimenticare che le azioni umanitarie si compiono con i soldi propri, e non con i soldi altrui (in questo caso parliamo dei soldi dei Soci). Il nostro sospetto è che (al di là del pretesto umanitario) a qualcuno giovi una Società inefficiente che sia “costretta” a dare molteplici e variegati incarichi esterni, ampliando così la cerchia delle persone che beneficiano di “Mamma Cooperativa”. Anche recentemente il Comitato Esecutivo coordinato dal consigliere Madeddu è stato “costretto” ad affidare a un geometra esterno un vasto lavoro di frazionamento in quanto il geometra che è stato riassunto non avrebbe le abilitazioni necessarie. Siamo quindi tornati al punto di partenza. Auspichiamo che il geometra riassunto sia messo nelle condizioni di poter conseguire la formazione e i titoli per poter svolgere i compiti per i quali, finora, si è stati “costretti” a dare incarichi esterni. Ricordiamo infine che sui due licenziamenti venne montata una polemica violentissima, venimmo accusati di aver compiuto licenziamenti illegittimi e comunque inumani: tutte accuse che si sono rivelate infondate e che non hanno impedito ai nostri accusatori di escludere dalla riassunzione (senza apparenti ragioni) uno dei due licenziati. Delle due l’una:
o quei licenziamenti furono davvero illegittimi e inumani (e allora non si capisce per quale motivo sia stato riassunto solo uno dei due licenziati e si sia rifiutata la riassunzione dell’altro) o non lo furono (e allora qualcuno dovrebbe delle scuse a chi, come noi, ha dovuto subire insulti e intimidazioni di ogni tipo per aver tentato di migliorare l’efficienza della Cooperativa e risparmiare soldi di tutti).
3.5 Il “disarmo” delle guardie
Un’altra polemica che venne montata contro la nostra gestione fu quella relativa al “disarmo” delle guardie. Fummo accusati di aver esposto la lottizzazione a chissà quali rischi (in realtà la media dei furti sul lungo periodo non aumentò affatto) senza domandarsi per quale motivo il CdA avesse ritenuto necessario fare quella scelta. Pochi infatti sanno che le cosiddette “guardie” sono assunte col CCNL Agricoltura e dovrebbero/potrebbero essere adibite alla cura del verde, attività fondamentale per il Poggio, specie a ridosso della stagione estiva, quando la Cooperativa è “costretta” ad assumere lavoratori stagionali (anche in questo caso, sottolineiamo che la nostra Società si dichiara sempre “costretta” a spendere per incarichi esterni, in quanto non riesce a utilizzare adeguatamente il suo personale dipendente). L’idea quindi, per far risparmiare la Società, era quella di utilizzare, per la cura del verde, anche parte del personale adibito alla guardiania; ma poiché la Legge impedisce che il possessore di un decreto prefettizio abilitante alla vigilanza armata sia adibito a qualunque attività diversa dalla guardiania, il CdA decise, in via temporanea e sperimentale, di sospendere l’uso delle armi per le guardie, che avrebbero comunque proseguito a effettuare, insieme a tutti i loro colleghi, turni di sorveglianza del territorio. Questo esperimento, non appena avviato, venne però cavalcato dai contestatori della nostra gestione, con toni allarmistici che spaventarono molti residenti ed enfatizzarono i casi (purtroppo frequenti) di furti nella nostra lottizzazione. Dinanzi a queste polemiche fu lo stesso Presidente Cocco a interrompere quell’esperimento, disponendo il riarmo delle guardie. Resta il fatto che il nostro personale necessiterebbe di una complessiva riforma, e il servizio di guardiania, in particolare, andrebbe rafforzato, perché non può garantire la sorveglianza di un territorio così vasto e articolato com’è quello del Poggio, e la soluzione non può certo essere quella (adottata dal presidente Sanna) di pagare una società di vigilanza esterna (che ci è venuta a costare quasi 500 euro ogni 24 ore, per un servizio di ronda eseguito da una sola persona che percorreva in auto oltre 40 km di strade con effetti deterrenti tutti da dimostrare e, secondo noi, del tutto inesistenti).
4) Videosorveglianza
Proprio per venire incontro alle richieste di sicurezza provenienti dai Soci, il nostro gruppo avviò la realizzazione di una vasta rete di videosorveglianza che avrebbe dovuto controllare tutta la lottizzazione. Come primo settore, facemmo istallare le videocamere nel Centro commerciale. Sotto la Presidenza Sanna, però, il progetto non è stato più portato avanti: anche in questo caso di dovremmo chiedere il perché..
5) Risanamento economico
Tutte le riforme che abbiamo citato avevano il fine di eliminare sprechi, favoritismi e parassitismi, rendendo la Cooperativa meno costosa e più efficiente. L’obiettivo era infatti quello di risanare i conti della Cooperativa, la cui gestione è sempre stata in perdita. Riportiamo un grafico che riassume i risultati della gestione degli ultimi anni e dimostra come la Presidenza Cocco (Giugno 2009 -Giugno 2011) abbia risanato la “gestione ordinaria” della Cooperativa, portando il MOL (Margine Operativo Lordo) in pareggio (nonostante avesse ereditato dalla Presidenza Calvisi un deficit di oltre 170.000 euro); come si nota i dati sono stati distinti per semestri, in modo da evidenziare i risultati delle diverse amministrazioni che si sono susseguite; sotto la Presidenza Sanna, però, non è stata fatta la verifica semestrale al giugno 2011 (di qui i punti interrogativi nel grafico): una grave negligenza da parte dei nuovi amministratori, perché non si è potuto distinguere tra i due semestri del 2011 (il primo a gestione Cocco, il secondo a gestione Sanna): non sappiamo se questa distinzione avrebbe evidenziato che nel primo semestre si è ulteriormente risparmiato e nel secondo semestre si è speso (e sprecato) ancor più di quanto non appaia dal dato finale, che è rimasto sostanzialmente di pareggio (vedi nel grafico la linea verde, per la quale, in assenza di dati sul Giugno 2011, è stato mantenuto il risultato del periodo precedente). In ogni caso, il risultato netto della gestione della Cooperativa (vedi nel grafico la linea rossa) ha segnato, sotto la Presidenza Sanna, una perdita di esercizio di oltre 420 mila euro, invertendo la rotta rispetto al progressivo risanamento impostato sotto Presidenza Cocco.


D’altronde è sufficiente leggere il bilancio, per rendersi conto che la gestione post Ribaltone è stata pessima e ha vanificato i risultati raggiunti dalla Presidenza Cocco. I ricavi (salvo correzioni dell’ultim’ora) sono diminuiti (da 927 mila euro a 909 mila), i costi sono aumentati (da 451 mila euro a 467 mila); solo il costo del lavoro è diminuito (da 478 mila euro a 439 mila) grazie alle riforme del personale attuate durante il 2010 (sotto la Presidenza Cocco) e che hanno avuto i loro effetti contabili nel corso del 2011: purtroppo, come abbiamo visto, i nuovi amministratori hanno vanificato quelle riforme con varie controriforme (ripristino del vecchio Ufficio tecnico, aumento della retribuzione delle guardie, etc.: tutti maggiori costi le cui conseguenze negative appariranno nel bilancio del prossimo anno). Ma è dai dettagli che saltano fuori tutti i microsprechi che, sommati, hanno contribuito a determinare la perdita di esercizio, e che fanno capire, inoltre, come gli attuali amministratori hanno gestito i soldi di tutti noi: basta guardare gli innumerevoli crediti che la Società vantava nei confronti di alcuni Soci, e che sono stati di fatto abbuonati (un’offesa a tutti quei Soci che pagano regolarmente); basta guardare le spese di rappresentanza aumentate del +120% (nessuno ci ha saputo giustificare queste spese) o i costi dei telefoni cellulari aumentati addirittura del +140%, in quanto i nuovi amministratori, che hanno tanto sbandierato una demagogica “rinuncia” agli indennizzi previsti dallo Statuto, si sono poi assegnati dei telefoni per i quali non è stato possibile verificare l’uso realmente aziendale. Anche la scelta di dichiarare un aumento del valore di molti beni della Cooperativa, non appare giustificata da un reale incremento patrimoniale, quanto dal tentativo di rendere meno evidente il disavanzo di bilancio, che pure è evidente. E attenzione a chi ripete che questo deficit è “strutturale” e l'unico modo per ripianarlo è fare nuovi lotti: la nostra gestione ha dimostrato che anche senza fare nuovi lotti si può andare verso il pareggio di bilancio, aumentando le entrate e diminuendo le uscite: basta saperlo fare, ma soprattutto volerlo fare.

6) Aumento dei ricavi, aumento dei servizi
Nei due anni di Presidenza Cocco sono state aumentate le quote sociali (di circa 12 euro al mese) ma sono anche aumentati, e di molto, gli altri introiti (specialmente gli affitti) e i servizi ai Soci. Ricordiamo ad esempio che sono stati rifatti i contratti con i gestori della Zona sportiva, ponendo fine ad annosi contenziosi, e in questo modo sono potute ripartire le attività sportive e l’incasso dei canoni; sono stati ridotti i ripetitori presenti nel nostro territorio e raddoppiati gli introiti; si è ottenuto che l’Ente Foreste, a sue spese, realizzasse una postazione permanente di vigilanza antincendio, sollevando la Società dai costi e dalle responsabilità di questo importantissimo servizio (nessun incendio rilevante si è verificato sotto la nostra gestione); si è finalmente attinto ad alcuni fra i tanti finanziamenti pubblici di cui la Cooperativa non aveva mai beneficiato, e in questo modo si è potuto assumere con agevolazioni (abbattimento del 70% della loro retribuzione) lavoratori stagionali che hanno affiancato i nostri operai; anche la vita comunitaria è stata rianimata, con manifestazioni come il Mercatino delle Arti e dei Mestieri; sono state aperte nuove attività e nuovi servizi attesi da decenni (la farmacia, le poste, il bancomat). Tutto questo in meno di due anni. Nulla di simile era stato ottenuto negli anni precedenti e tantomeno nell’anno di Presidenza Sanna e Piras.
7) Riattivazione dei pozzi
L’alluvione del 2008 aveva danneggiato i nostri pozzi, che da quel momento non erano stati più riattivati. Sotto la Presidenza Cocco sono stati riattivati e hanno fornito acqua a quasi il 40% della lottizzazione. Il restante 60% è invece servito da Abbanoa, che nell’estate del 2010 decise inopinatamente di ridurre la portata, causando una gravissima crisi idrica che, anche in questo caso, venne cavalcata dai contestatori della Presidenza Cocco, che, incolpevole, aveva invece fronteggiato l’emergenza nel migliore dei modi possibili. Scoprimmo poi che negli anni precedenti era stata distribuita ai residenti acqua attinta da pozzi non autorizzati e non sottoposti ai controlli richiesti dalla ASL. Per non ripetere simili errori, a partire dal 2011 abbiamo commissionato analisi rigorosissime e continue all’intero acquedotto sociale (pozzi, serbatoi, rete di distribuzione, utenze). Peraltro, tali controlli erano stati esplicitamente richiesti dalla Autorità sanitaria, sulla base delle normative vigenti. Sotto la Presidenza Sanna, però, questi controlli sono stati in gran parte soppressi, senza che siano state date adeguate spiegazioni scientifiche e giuridiche, e si sta quindi esponendo gli utenti e il territorio a seri rischi igienico sanitari (oltre che la Cooperativa a sanzioni). Le nostre ripetute proteste sono state completamente ignorate. Anche di questo problema, i Poggini sono stati tenuti all’oscuro, e questo è gravissimo.
8) Lavori intrapresi
Sotto la Presidenza Cocco è stato varato un vasto Piano Pluriennale di interventi per il risanamento delle infrastrutture e degli immobili della nostra lottizzazione, distrutti dall’alluvione del 2008 ma anche da molti anni di incuria. Tra i principali interventi attuati sotto la Presidenza Cocco ricordiamo: il primo lotto di risanamento della rete viaria e dell’illuminazione pubblica; la sostituzione delle pompe dell’impianto fognario; la manutenzione straordinaria dei serbatoi, della vasca del potabilizzatore e delle tettoie dell’acquedotto; il completo rifacimento del parco giochi; la recinzione della zona tennis; vari interventi di manutenzione straordinaria della club house; il risanamento della rete fognaria della Palestra; il finanziamento per l’eliminazione della copertura in eternit della Palestra; gli interventi per la soluzione dei problemi idrici e fognari che vari rioni attendevano da anni; la messa a norma dei mezzi antincendio, che operavano da anni privi delle necessarie caratteristiche di sicurezza; l’avvio della messa in sicurezza della diga grande, col ripristino della sirena, il posizionamento dei cartelli monitori e dei capisaldi per il controllo topografico del corpo diga; etc. Sempre sotto la Presidenza Cocco, inoltre, sono stati commissionati (e in certi casi avviati) molti importanti progetti, tra i quali: la pianificazione della rete duale, la realizzazione del sentiero lungolago, la messa in sicurezza di alcuni impluvi particolarmente pericolosi, etc. Il Piano Pluriennale è stato però inspiegabilmente accantonato dalla Presidenza Sanna, che si è limitata a completare alcuni lavori avviati sotto la Presidenza Cocco (come il risanamento di un tetto de La Terrazza) ma soprattutto si è dedicata all’espianto/impianto di alberi e alla pulizia di alcune aree verdi: operazioni certo apprezzabili, ma prevalentemente estetiche (alcune delle quali molto contestate e lasciate a metà) che hanno sottratto tempo e risorse a risanamenti necessari e urgenti.
9) La salvezza dei laghi
Uno dei risultati di cui siamo più orgogliosi (e che dobbiamo soprattutto al lavoro e alla competenza di Rita Lai, unica del nostro gruppo che, su nostra insistenza, ha accettato di ricandidarsi) è la salvezza dei due laghi. Ricordiamo infatti che la prima versione del “Piano Hydrodata” (il piano di riassetto idrogeologico del bacino del Rio S.Gerolamo commissionato dalla Regione all’indomani dell’alluvione) prevedeva l’eliminazione dei nostri bacini lacuali. Rita Lai ha predisposto una serie di relazioni in cui si segnalava la necessità di interventi idraulico-forestali in tutti gli affluenti del Rio S. Gerolamo a monte della diga, nonché di modificare alcune previsioni del Piano per scongiurare l’eliminazione dei laghi. Queste indicazioni sono state recepite dalla Regione, che ha quindi stanziato 3,5 milioni di euro per la messa in sicurezza delle due dighe e ulteriori risorse per la ricostruzione della zona sportiva. In questo quadro, la Presidenza Cocco era anche riuscita a concludere un accordo con l’Ente Foreste, che avrebbe preso in gestione non solo i due laghi, ma tutto il comparto boschivo montano della Cooperativa, gestendolo con finanziamenti regionali ma lasciandolo nella disponibilità dei Poggini.
Tutto questo accordo, sotto la Presidenza Sanna, è saltato (nei verbali sono riportate le ragioni politiche), e i due laghi sono stati ceduti (a titolo gratuito) al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale che non solo non ha garantito che potremo continuare a fruire dei laghi come un tempo, ma ha addirittura paventato la realizzazione di un mostruoso canale scolmatore (molto largo e profondo) all’ingresso del Poggio e lungo la strada 26, che stravolgerebbe completamente l’ingresso del Poggio. Questo rischio è stato denunciato più volte dal nostro gruppo, ma l’attuale Presidente Aldo Piras e il suo Vice, Tonino Secchi, hanno ugualmente firmato il Protocollo di Intesa col Consorzio (che prevede, tra l’altro, la realizzazione di un grande stabile proprio sulla riva del lago).
10) La cessione delle opere di urbanizzazione
L’ultima questione che dobbiamo illustrare è forse la più importante, quella che ha differenziato in maniera più netta la Presidenza Cocco dalla Presidenza Sanna. Uno degli obiettivi principali che si era posto il nostro gruppo era quello di avviare, finalmente, il trasferimento delle opere di urbanizzazione primaria (strade, illuminazione pubblica, reti idriche e fognarie) dalla Cooperativa al Comune. Per quarant’anni, infatti, la nostra Società ha gestito infrastrutture che sono pubbliche e che la Legge impone siano gestite dai Comuni. Tutti i dubbi, i timori e i pretesti ripetuti per decenni dai vari amministratori che si sono succeduti, e che affermavano l’impossibilità o comunque i rischi di una cessione, si sono rivelati infondati o fortemente ridimensionati, grazie a un’analisi approfondita di tutti i documenti e soprattutto grazie alle sentenze del TAR. Dopo due anni trascorsi invano a tentare un accordo amichevole col Comune, che avviasse un trasferimento graduale, il CdA presieduto da Cocco, nel maggio dello scorso anno, deliberò di avviare un’azione legale, inviando una diffida formale al Comune affinché prendesse in carico tutte le opere, altrimenti la Cooperativa si sarebbe rivolta al TAR per ottenere dai giudici non solo il trasferimento coatto ma anche il risarcimento di tutti i danni causati alla Società (e quindi ai Soci). Parliamo di una cifra che oscilla tra i 500 mila e il milione di euro. Tale diffida (sottoscritta dalla Cooperativa ma anche da tanti residenti invitati ad affiancare la Società per rendere più forte l’azione legale) fu inviata al Comune la mattina del 17 giugno e quella stessa sera, in CdA, si verificò il famigerato Ribaltone. Il primo atto della Presidenza Sanna è stato proprio quello di sospendere unilateralmente (e lasciando soli i Soci firmatari) l’azione legale ch’era stata appena avviata. Il tentativo dichiarato da Sanna era quello di voler ritentare ancora una volta la strada dell’accordo politico per ottenere l’avvio di una cessione graduale. Promise anche che, ove non avesse ottenuto risultati entro settembre, si sarebbe dimesso. In realtà i mesi sono trascorsi ed è apparso evidente che l’intento era quello di prendere tempo e allontanare, ancora una volta, il momento delle cessioni. Così facendo, il gruppo di Sanna, Piras e Secchi, ha danneggiato gravemente la Società, perché ha costretto la Cooperativa a continuare ad accollarsi costi e responsabilità che non dovrebbe sostenere.
E’ questa la ragione per cui un gruppo di residenti ha deciso di riprendere l’azione legale interrotta da Sanna, e, su iniziativa del Comitato “Noi per Poggio”, ha raccolto delle quote e ha dato incarico a un avvocato di depositare un ricorso al TAR. Il quale, lo scorso 1 febbraio ha emesso un’ordinanza che intima al Comune di prendere in carico da subito tutte le urbanizzazioni della nostra lottizzazione. Ci si sarebbe aspettati che, a quel punto, la Cooperativa appoggiasse l’iniziativa di questi Soci, per ottenere, oltre alla cessione, le centinaia di migliaia di euro che il Comune deve alla nostra Società, e invece non lo ha fatto. Noi pensiamo che questa inerzia dei consiglieri Sanna, Piras, Secchi, Cabizza, Lao, Madeddu, Montali, Murgia e Sirca, sia stata gravissima, la più grave del loro mandato, poiché ha danneggiato enormemente gli interessi societari. I Sindaci prima e i Soci poi faranno le loro valutazioni su tutto questo.
Questo, in estrema sintesi, è il resoconto di quanto è stato fatto (e di quanto non è stato fatto) nel triennio che si sta chiudendo. Il prossimo 5 maggio Voi Soci eleggerete nuovi amministratori e anche questa volta, come nel 2009, dovrete scegliere tra un programma riformatore e un programma conservatore, tra un gruppo di persone nuove e un gruppo di persone note, alcune delle quali hanno già amministrato la Società nei decenni scorsi, e l’hanno gestita nell’ultimo anno, con i metodi e i risultati che abbiamo descritto. Con questa scelta Voi Soci deciderete non solo da chi, ma anche come saranno gestiti i nostri soldi e il nostro territorio.
Ringraziando i tanti che hanno sostenuto il nostro lavoro, anche nei momenti di maggiore difficoltà e sacrificio, e anche coloro che ci hanno criticato con spirito costruttivo e in buona fede, Vi salutiamo affettuosamente.
Giacomo Cocco
Manuele Levanti
Andrea Loi Zedda
Giuseppe Elia Monni
Giorgio Plazzotta e
Carlo Congiu


Aderisce a questo documento anche
Maria Rita Lai
consigliere uscente e candidata alla rielezione.
Ricordiamo inoltre che i risultati raggiunti in questi tre anni sono stati possibili anche grazie al contributi di altri amici che hanno ricoperto per un certo periodo il ruolo di amministratore, ed in particolare:
Ettore Baielli
Giorgio Ibba
Ludovica Mulas
Silvio Piras

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