Redatto dai consiglieri di
amministrazione uscenti Giacomo Cocco, Manuele Levanti, Andrea Loi Zedda,
Giuseppe Elia Monni, Giorgio Plazzotta e Carlo Congiu
Carissimi Poggini,
tra qualche settimana, il prossimo 5
maggio, sarete chiamati ad eleggere un nuovo Consiglio di Amministrazione, che
dovrà gestire la Cooperativa nei prossimi tre anni. Noi sei firmatari di questo
comunicato, consiglieri uscenti, non ci ricandideremo, perché pensiamo sia
giusto favorire un continuo ricambio e ci rassicura sapere che si sono
candidate tante nuove persone che, siamo certi, sapranno gestire la Cooperativa
nel migliore dei modi, riprendendo quel processo di rinnovamento che il nostro
gruppo tentò di avviare tre anni fa. Venimmo eletti, infatti, nel giugno del
2009, con un consenso mai raggiunto nella storia del Poggio (332 voti) e un
mandato preciso da parte dei Soci: riformare la Cooperativa, porre fine agli
sprechi del passato e rendere la gestione della Società più efficiente e più
trasparente. Con questo obiettivo abbiamo lavorato per due anni; poi, nel
giugno del 2011, si è verificato quello che molti hanno definito “Il
Ribaltone”: due consiglieri che erano stati eletti nel nostro gruppo (Francesco
Sanna e Aldo Piras) hanno deciso di appoggiare coloro che avevano perso le
elezioni del 2009 e da quel momento la gestione della Società è passata nelle
mani di Tonino Secchi, Luca Madeddu, Guido Montali, Pasqualino Cabizza,
Gianluca Murgia, Eugenio Lao e Nicolosa Sirca, che, insieme a Francesco Sanna
ed Aldo Piras, hanno bloccato il processo riformatore e hanno restaurato dei
sistemi che noi riteniamo dannosi per gli interessi dei Soci.
Si è trattato insomma di un triennio
molto convulso, che ha comportato grandi cambiamenti e grandi restaurazioni,
molte speranze e altrettante delusioni. Per questa ragione pensiamo sia giusto
offrire a Voi Soci un riassunto di quanto è stato fatto in questi tre anni,
distinguendo le scelte operate sotto la Presidenza Cocco da quelle operate
sotto Sanna e Piras (che, in seguito al Ribaltone, si sono succeduti nel ruolo
di Presidenti). E’ importante, infatti, quando ci si congeda, rendere conto del
proprio operato, ed è utile evidenziare le differenze che ci sono state tra due
modi di amministrare estremamente diversi, due modi che si confronteranno anche
nelle prossime elezioni. Come nel 2009, infatti, anche quest’anno Voi Soci
dovrete scegliere tra un progetto “riformatore” e un progetto “conservatore”,
tra un gruppo di persone completamente nuove e un gruppo di persone legato alle
vecchie logiche. Ciascuno voterà ciò che riterrà preferibile per il futuro del
Poggio; noi ovviamente ci auguriamo che il processo riformatore che abbiamo
avviato tra il 2009 e il 2011 venga ripreso e completato, nell’interesse di
tutti.
Sottolineiamo che tutto ciò che
riporteremo in questo comunicato è accertabile da chiunque con un semplice
accesso agli atti della Cooperativa. Siamo pronti ovviamente a rispondere a
qualunque obiezione o richiesta di chiarimenti. Auspichiamo, anzi, che in
occasione della imminente Assemblea dei Soci si potranno discutere questi
argomenti e queste cifre pubblicamente, per consentire ai Poggini di conoscere
i fatti e i documenti, ponendoli al riparo dalle chiacchiere da bar, che tanto
male fanno alla nostra Comunità. Ci spiace se alcune considerazioni potranno
risultare spiacevoli, ma spesso la verità è spiacevole, e se vogliamo davvero
risolvere i problemi della nostra Comunità, dobbiamo parlare anche delle cose
spiacevoli, con pacatezza ma con chiarezza.
1) Variante al Piano di Lottizzazione
Una delle prime decisioni che prendemmo, appena eletti, nel 2009, fu bloccare la Variante del 2007, quel progetto varato dal CdA presieduto da Giovanni Calvisi che aveva sollevato clamorose proteste da parte dei Soci perché prevedeva, tra le tante cose, la realizzazione di lotti sulla riva del lago e nelle pinete. La scelta del nostro gruppo si rivelò opportuna, considerato che quella Variante, non approvata dal Comune, fu poi rigettata anche dalla Regione e poi definitivamente delegittimata dal TAR. Al posto di quella Variante elaborammo un progetto diverso, che prevedeva meno concessioni al Comune, la salvaguardia definitiva delle aree verdi, meno lotti e più servizi: questo progetto venne presentato ai Soci che lo approvarono col Referendum del luglio 2010. Il progetto fu quindi depositato al Comune, affinché fosse recepito nel PUC. In seguito al Ribaltone, però, il nuovo gruppo dirigente della Cooperativa, guidato da Sanna, ha ignorato il progetto depositato in Comune e ha cercato di resuscitare la Variante del 2007, riproponendo di nuovo i lotti sul lago e in pineta, disinteressandosi della volontà dei Soci, della posizione della Regione e delle sentenze dei giudici. I consiglieri Sanna e Montali hanno anche tentato di appaltare il progetto a una società di Olbia, a noi sconosciuta, per l’incredibile cifra di 55.000 euro (operazione che abbiamo ritenuto molto sospetta e che è stata fortunatamente sventata grazie alle nostre proteste e al successivo intervento del Collegio sindacale). Il progetto è stato comunque appaltato (anche se a 25.000, e non a 55.000 euro…) e il tentativo di imporre nuovamente la Variante del 2007 (che prevedeva, tra l’altro, una vasta zona turistica a S.Barbara) sarebbe riuscito se, il giorno della sua presentazione, il presidente Sanna non fosse stato costretto a dimettersi a causa delle nostre proteste e delle polemiche interne al suo stesso gruppo. Di tutto questo i Soci sono stati tenuti all’oscuro, nonostante si tratti di questioni fondamentali, dalle quali dipende il futuro del nostro territorio.
2) Reliquati
Il nostro gruppo, appena eletto, riuscì a bloccare il tentativo, compiuto dal CdA di Calvisi, di svendere 100.000 mq del nostro verde comunitario al prezzo medio di 2 euro a mq, attraverso il cosiddetto “Piano di cessione dei reliquati”: un Piano che avrebbe consentito ad alcuni privilegiati di impossessarsi di vaste aree di pregio a prezzi risibili. Tra questi privilegiati vi erano amministratori in carica e parenti di amministratori in carica, tra cui lo stesso Calvisi, che, depositando una “caparra confirmatoria” non prevista dal regolamento, tentò di mettere la Cooperativa (di cui era Presidente) nella alternativa obbligata di cedergli circa 2200 mq di pineta al prezzo di circa 16 mila euro, ovvero di dargli circa 10 mila euro a titolo di “risarcimento” per il mancato acquisto. La pretesa di Calvisi fu rigettata dalla Presidenza Cocco, mentre sotto la Presidenza Sanna i nuovi vertici hanno proposto di chiudere col socio Calvisi un accordo che gli avrebbe riconosciuto il diritto di acquisire quell’area: anche in questo caso, in seguito alnostro pravviso di denuncia, l’operazione è stata sospesa. Auspichiamo che il socio Calvisi accetti di riprendere la somma che ha lasciato in deposito e rinunci alla pretesa di acquistare un’area di tal pregio a un prezzo così svantaggioso per la Società. La questione dei reliquati andrà comunque affrontata nel suo complesso, perché vi sono in tutta la lottizzazione molti casi che andrebbero valutati, regolamentati o sanzionati. Anche un amministratore attualmente in carica si è recintato da tempo una vasta area di proprietà della Cooperativa, inglobandola nel proprio lotto, senza che ci risulti alcuna autorizzazione da parte del CdA e neppure il versamento di alcun corrispettivo. Negli ultimi mesi, poi, sono stati “promessi” a vari Soci alcuni “reliquati” o addirittura la trasformazione di vecchi reliquati in lotti edificabili: una pratica che, se non prevista da un piano complessivo, approvato dai Soci, rischia di determinare privilegi e clientelismi.
3) Riforma della Cooperativa
3.1
Comunicazione e trasparenza
Il nostro gruppo, tra il 2009 e il 2010,
ha avviato una vasta e complessa riforma della Cooperativa, per renderla più
trasparente e più efficiente. Per prima cosa abbiamo aumentato notevolmente la
comunicazione: il Notiziario è diventato più ampio e più completo; abbiamo
creato una mailing list con centinaia di Soci e residenti, per rendere le
comunicazioni più rapide, più frequenti e meno costose, risparmiando carta e
spese di stampa e distribuzione; abbiamo creato il Portale internet nel quale
sono stati pubblicati verbali e delibere, e decine di articoli sui più
importanti fatti comunitari; abbiamo aperto un Forum telematico nel quale
chiunque ha potuto pubblicare le sue opinioni e le sue critiche, e abbiamo
sempre risposto a ogni richiesta e a ogni polemica, spiegando le nostre ragioni
e accettando il confronto anche quando qualcuno ha approfittato della nostra
disponibilità per insultarci e alimentare un clima di scontro; infine, ogni due
mesi, sotto la Presidenza Cocco, si tenevano assemblee informative per
aggiornare i Soci su quanto veniva deciso. Tutto questo è stato cancellato
dalla Presidenza Sanna: il Portale (che prima era gestito gratuitamente da un
consigliere d’amministrazione) è stato affidato (a pagamento) a una società di
fiducia di Sanna, e da quel momento non ha più pubblicato né verbali né
delibere né alcun articolo che avesse ad oggetto questioni riguardanti la
Società (basti evidenziare che negli ultimi mesi il Portale ha taciuto notizie
come le dimissioni del presidente Sanna, la nomina del presidente Piras, la
cessione dei nostri laghi al Consorzio di Bonifica, etc.); anche le assemblee
informative bimestrali sono state soppresse. I Soci, per potersi informare, si
sono dovuti affidare a volantini di comitati di residenti, che si sono dovuti
sostituire a una Cooperativa latitante e omertosa, che non ha risposto a
nessuna delle innumerevoli richieste di chiarimento che le sono piovute
addosso. Il presidente Sanna (nonostante le ripetute sollecitazioni) non ha
neanche sentito il dovere di informare i Soci dell’inchiesta penale che lo
riguarda: i Soci, sgomenti, lo hanno dovuto apprendere dalla stampa.
3.2 Accesso agli
atti, appalti e incarichi
La trasparenza, sotto la Presidenza
Sanna, è stata quasi completamente cancellata: è stato impedito a noi
consiglieri di poter accedere on line ai protocolli; non si è mai risposto alle
nostre numerose richieste di documenti e di informazioni su fatti di estrema
gravità, etc. In più occasioni si è addirittura ostacolato il nostro diritto di
assistere alle riunioni del Comitato Esecutivo. Il nostro gruppo aveva
impostato un sistema di attribuzione degli incarichi che rendeva trasparenti e
motivate le scelte, così da evitare favoritismi e sprechi: il Comitato
Esecutivo coordinato dal consigliere Madeddu ha invece concesso incarichi senza
alcuna forma di gara (vedi recentemente l’incarico retribuito concesso all’ex
Vice Presidente Antonello Garau).
3.3 Favoritismi
I Soci si sono spesso lamentati del fatto
che la Cooperativa facesse dei favoritismi, rispondendo subito alle richieste
di intervento provenienti da amici degli amministratori e lasciando indietro le
richieste di tutti gli altri, che spesso hanno atteso invano per anni. A ciò si
aggiunga che un settore tecnico inefficiente non seguiva adeguatamente tutte le
pratiche e tutte le segnalazioni, arrivando anche a smarrire importanti
documenti (appena insediati, scoprimmo che molti fascicoli erano scomparsi).
Per risolvere questo problema, e dissipare ogni sospetto di favoritismi, il
nostro gruppo aveva creato uno strumento (l’Helpdesk) che consentiva a ciascun
residente di inoltrare via internet la sua richiesta di intervento e poter
monitorare periodicamente lo stato della sua pratica: in questo modo il
richiedente avrebbe avuto conferma della ricevuta segnalazione, si sarebbe
venuto a creare un ordine cronologico e di priorità nelle richieste degli
utenti, che si sarebbero potute soddisfare senza il rischio di dimenticanze e
senza il sospetto di favoritismi. Ebbene: questo strumento trasparente è stato
di fatto accantonato dalla Presidenza Sanna: ci dovremmo domandare il perché.
Anche nell’approvazione dei progetti dei Soci vi sono state, nei decenni
passati, molte ingiustizie, perché si è stati straordinariamente severi con
taluni Soci, mentre ad altri si è consentito di compiere i più incredibili
abusi. Sotto la Presidenza Cocco si è cercato quindi di essere più coerenti e
più intransigenti, e sono stati bloccati progetti contenenti abusi edilizi
gravissimi, che però sono stati successivamente approvati sotto la Presidenza
Sanna, con ripetute violazioni del Regolamento edilizio. Stesso discorso per
vari debiti dei Soci, che il gruppo di Sanna, Piras e Secchi ha abbuonato.
Dobbiamo poi riferire che qualche mese fa il Comitato Esecutivo coordinato dal
consigliere Madeddu, in nostra assenza e senza informare il CdA, ha deliberato
di rimborsare al socio Calvisi la somma di oltre 7 mila euro per spese legali
da lui sostenute (come privato cittadino) per la questione relativa alla strada
7 (vicenda che non si è ancora chiusa, se non in sede penale, dove è stato
dichiarato prescritto il reato commesso dall’ex Presidente). Questo “rimborso”
a favore di Calvisi è stato scoperto, da noi, solo nelle ultime settimane,
passando in rassegna le voci di bilancio, ed è stato denunciato al Collegio
sindacale, che ha quindi congelato i pagamenti a favore del socio Calvisi.
Riferiamo tutto questo per far capire che, finché si ripeteranno simili
episodi, non riusciremo a riportare serenità e fiducia all’interno della nostra
Comunità.
3.4 La riforma del settore tecnico
Alcuni settori della
Cooperativa erano (e sono tuttora) poco efficienti, in quanto costano più di
quanto rendono in termini di servizi e risultati. Il CdA presieduto da Cocco
analizzò approfonditamente la situazione e decise infine di riformare l’intero
settore tecnico, in quanto, nonostante vi fossero ben tre geometri assunti a
tempo indeterminato, la Società era sempre costretta, per qualunque lavoro
(frazionamenti, piccoli o grandi progetti, direzioni dei lavori, RSPP, etc.) a
dare incarichi esterni, in quanto i geometri dell’Ufficio tecnico non avevano
le competenze o le abilitazioni necessarie a fare tutto questo; si ritenne
quindi più conveniente incaricare un unico Studio di Ingegneria di fornire alla
Società (con tutti i vantaggi di un appalto esterno) non solo il supporto dato
fino a quel momento dall’Ufficio tecnico, ma anche tutte le professionalità
specialistiche (ingegnere civile e idraulico, geologo, agronomo, topografo,
responsabile della sicurezza, etc.) prescritte dalla Legge e necessarie di
volta in volta per i vari progetti. Tutto questo a un costo forfetario assai
inferiore alla somma dei costi sostenuti fino a quel momento dalla Cooperativa
per pagare due stipendi + gli incarichi esterni. Venne quindi soppresso il
vecchio Ufficio tecnico (con la dolorosa conseguenza di dover licenziare due
geometri) e venne individuato (con una gara pubblica alla quale parteciparono
oltre 16 gruppi, rappresentanti di oltre 30 studi professionali) un rinomato
Studio di Ingegneria, che ha lavorato per circa 10 mesi, finché, in seguito al
Ribaltone, i nuovi amministratori hanno deciso di liquidare lo Studio di
Ingegneria e hanno riassunto uno dei due geometri licenziati (dichiarando che
il suo principale compito sarebbe dovuto essere quello di “controllare gli
operai della Cooperativa” i quali, lo ricordiamo, sono tre: chiunque abbia
gestito un’azienda comprende l’assurdità di avere un capoufficio che controlla
un geometra che controlla tre operai, i quali non producono beni e servizi per
un controvalore capace di pagare gli stipendi di chi li controlla…). Questa
restaurazione dei vecchi sistemi (e delle vecchie inefficienze) lascia
sconcertati, proprio perché è stata attuata senza alcuna analisi del rapporto
tra costi e benefici. Comprendiamo e condividiamo le motivazioni umane che
hanno circondato questa riassunzione, ma non dobbiamo dimenticare che le azioni
umanitarie si compiono con i soldi propri, e non con i soldi altrui (in questo
caso parliamo dei soldi dei Soci). Il nostro sospetto è che (al di là del
pretesto umanitario) a qualcuno giovi una Società inefficiente che sia
“costretta” a dare molteplici e variegati incarichi esterni, ampliando così la
cerchia delle persone che beneficiano di “Mamma Cooperativa”. Anche
recentemente il Comitato Esecutivo coordinato dal consigliere Madeddu è stato
“costretto” ad affidare a un geometra esterno un vasto lavoro di frazionamento
in quanto il geometra che è stato riassunto non avrebbe le abilitazioni
necessarie. Siamo quindi tornati al punto di partenza. Auspichiamo che il
geometra riassunto sia messo nelle condizioni di poter conseguire la formazione
e i titoli per poter svolgere i compiti per i quali, finora, si è stati
“costretti” a dare incarichi esterni. Ricordiamo infine che sui due
licenziamenti venne montata una polemica violentissima, venimmo accusati di
aver compiuto licenziamenti illegittimi e comunque inumani: tutte accuse che si
sono rivelate infondate e che non hanno impedito ai nostri accusatori di
escludere dalla riassunzione (senza apparenti ragioni) uno dei due licenziati.
Delle due l’una:
o quei licenziamenti furono
davvero illegittimi e inumani (e allora non si capisce per quale motivo sia
stato riassunto solo uno dei due licenziati e si sia rifiutata la riassunzione
dell’altro) o non lo furono (e allora qualcuno dovrebbe delle scuse a chi, come
noi, ha dovuto subire insulti e intimidazioni di ogni tipo per aver tentato di
migliorare l’efficienza della Cooperativa e risparmiare soldi di tutti).
3.5 Il “disarmo”
delle guardie
Un’altra polemica che venne montata
contro la nostra gestione fu quella relativa al “disarmo” delle guardie. Fummo
accusati di aver esposto la lottizzazione a chissà quali rischi (in realtà la
media dei furti sul lungo periodo non aumentò affatto) senza domandarsi per
quale motivo il CdA avesse ritenuto necessario fare quella scelta. Pochi
infatti sanno che le cosiddette “guardie” sono assunte col CCNL Agricoltura e
dovrebbero/potrebbero essere adibite alla cura del verde, attività fondamentale
per il Poggio, specie a ridosso della stagione estiva, quando la Cooperativa è
“costretta” ad assumere lavoratori stagionali (anche in questo caso,
sottolineiamo che la nostra Società si dichiara sempre “costretta” a spendere
per incarichi esterni, in quanto non riesce a utilizzare adeguatamente il suo
personale dipendente). L’idea quindi, per far risparmiare la Società, era quella
di utilizzare, per la cura del verde, anche parte del personale adibito alla
guardiania; ma poiché la Legge impedisce che il possessore di un decreto
prefettizio abilitante alla vigilanza armata sia adibito a qualunque attività
diversa dalla guardiania, il CdA decise, in via temporanea e sperimentale,
di sospendere l’uso delle armi per le guardie, che avrebbero comunque
proseguito a effettuare, insieme a tutti i loro colleghi, turni di sorveglianza
del territorio. Questo esperimento, non appena avviato, venne però cavalcato
dai contestatori della nostra gestione, con toni allarmistici che spaventarono
molti residenti ed enfatizzarono i casi (purtroppo frequenti) di furti nella
nostra lottizzazione. Dinanzi a queste polemiche fu lo stesso Presidente Cocco
a interrompere quell’esperimento, disponendo il riarmo delle guardie. Resta il
fatto che il nostro personale necessiterebbe di una complessiva riforma, e il
servizio di guardiania, in particolare, andrebbe rafforzato, perché non può
garantire la sorveglianza di un territorio così vasto e articolato com’è quello
del Poggio, e la soluzione non può certo essere quella (adottata dal presidente
Sanna) di pagare una società di vigilanza esterna (che ci è venuta a costare
quasi 500 euro ogni 24 ore, per un servizio di ronda eseguito da una sola
persona che percorreva in auto oltre 40 km di strade con effetti deterrenti
tutti da dimostrare e, secondo noi, del tutto inesistenti).
4) Videosorveglianza
Proprio per venire incontro alle
richieste di sicurezza provenienti dai Soci, il nostro gruppo avviò la
realizzazione di una vasta rete di videosorveglianza che avrebbe dovuto
controllare tutta la lottizzazione. Come primo settore, facemmo istallare le
videocamere nel Centro commerciale. Sotto la Presidenza Sanna, però, il
progetto non è stato più portato avanti: anche in questo caso di dovremmo
chiedere il perché..
5)
Risanamento economico
Tutte le riforme che abbiamo citato avevano il fine di eliminare
sprechi, favoritismi e parassitismi, rendendo la Cooperativa meno costosa e più
efficiente. L’obiettivo era infatti quello di risanare i conti della
Cooperativa, la cui gestione è sempre stata in perdita. Riportiamo un grafico
che riassume i risultati della gestione degli ultimi anni e dimostra come la
Presidenza Cocco (Giugno 2009 -Giugno 2011) abbia risanato la “gestione
ordinaria” della Cooperativa, portando il MOL (Margine Operativo Lordo) in
pareggio (nonostante avesse ereditato dalla Presidenza Calvisi un deficit di
oltre 170.000 euro); come si nota i dati sono stati distinti per semestri, in
modo da evidenziare i risultati delle diverse amministrazioni che si sono
susseguite; sotto la Presidenza Sanna, però, non è stata fatta la verifica
semestrale al giugno 2011 (di qui i punti interrogativi nel grafico): una grave
negligenza da parte dei nuovi amministratori, perché non si è potuto
distinguere tra i due semestri del 2011 (il primo a gestione Cocco, il secondo
a gestione Sanna): non sappiamo se questa distinzione avrebbe evidenziato che
nel primo semestre si è ulteriormente risparmiato e nel secondo semestre si è
speso (e sprecato) ancor più di quanto non appaia dal dato finale, che è
rimasto sostanzialmente di pareggio (vedi nel grafico la linea verde, per la
quale, in assenza di dati sul Giugno 2011, è stato mantenuto il risultato del
periodo precedente). In ogni caso, il risultato netto della gestione della
Cooperativa (vedi nel grafico la linea rossa) ha segnato, sotto la Presidenza
Sanna, una perdita di esercizio di oltre 420 mila euro, invertendo la
rotta rispetto al progressivo risanamento impostato sotto Presidenza Cocco.
D’altronde è sufficiente leggere il bilancio, per rendersi
conto che la gestione post Ribaltone è stata pessima e ha vanificato i
risultati raggiunti dalla Presidenza Cocco. I ricavi (salvo correzioni dell’ultim’ora) sono diminuiti (da 927 mila euro a 909 mila), i costi sono aumentati (da 451 mila euro
a 467 mila); solo il costo del lavoro è diminuito (da 478 mila euro a 439 mila)
grazie alle riforme del personale attuate durante il 2010 (sotto la Presidenza
Cocco) e che hanno avuto i loro effetti contabili nel corso del 2011:
purtroppo, come abbiamo visto, i nuovi amministratori hanno vanificato quelle
riforme con varie controriforme (ripristino del vecchio Ufficio tecnico,
aumento della retribuzione delle guardie, etc.: tutti maggiori costi le cui
conseguenze negative appariranno nel bilancio del prossimo anno). Ma è dai
dettagli che saltano fuori tutti i microsprechi che, sommati, hanno contribuito
a determinare la perdita di esercizio, e che fanno capire, inoltre, come gli
attuali amministratori hanno gestito i soldi di tutti noi: basta guardare gli
innumerevoli crediti che la Società vantava nei confronti di alcuni Soci, e che
sono stati di fatto abbuonati (un’offesa a tutti quei Soci che pagano
regolarmente); basta guardare le spese di rappresentanza aumentate del +120%
(nessuno ci ha saputo giustificare queste spese) o i costi dei telefoni
cellulari aumentati addirittura del +140%, in quanto i nuovi amministratori,
che hanno tanto sbandierato una demagogica “rinuncia” agli indennizzi previsti
dallo Statuto, si sono poi assegnati dei telefoni per i quali non è stato
possibile verificare l’uso realmente aziendale. Anche la scelta di dichiarare
un aumento del valore di molti beni della Cooperativa, non appare giustificata
da un reale incremento patrimoniale, quanto dal tentativo di rendere meno
evidente il disavanzo di bilancio, che pure è evidente. E attenzione a chi
ripete che questo deficit è “strutturale” e l'unico modo per ripianarlo è fare
nuovi lotti: la nostra gestione ha dimostrato che anche senza fare nuovi lotti
si può andare verso il pareggio di bilancio, aumentando le entrate e diminuendo
le uscite: basta saperlo fare, ma soprattutto volerlo fare.
6) Aumento
dei ricavi, aumento dei servizi
Nei due anni di Presidenza Cocco sono
state aumentate le quote sociali (di circa 12 euro al mese) ma sono anche
aumentati, e di molto, gli altri introiti (specialmente gli affitti) e i
servizi ai Soci. Ricordiamo ad esempio che sono stati rifatti i contratti con i
gestori della Zona sportiva, ponendo fine ad annosi contenziosi, e in questo
modo sono potute ripartire le attività sportive e l’incasso dei canoni; sono
stati ridotti i ripetitori presenti nel nostro territorio e raddoppiati gli
introiti; si è ottenuto che l’Ente Foreste, a sue spese, realizzasse una
postazione permanente di vigilanza antincendio, sollevando la Società dai costi
e dalle responsabilità di questo importantissimo servizio (nessun incendio rilevante
si è verificato sotto la nostra gestione); si è finalmente attinto ad alcuni
fra i tanti finanziamenti pubblici di cui la Cooperativa non aveva mai
beneficiato, e in questo modo si è potuto assumere con agevolazioni
(abbattimento del 70% della loro retribuzione) lavoratori stagionali che hanno
affiancato i nostri operai; anche la vita comunitaria è stata rianimata, con
manifestazioni come il Mercatino delle Arti e dei Mestieri; sono state aperte
nuove attività e nuovi servizi attesi da decenni (la farmacia, le poste, il
bancomat). Tutto questo in meno di due anni. Nulla di simile era stato ottenuto
negli anni precedenti e tantomeno nell’anno di Presidenza Sanna e Piras.
7)
Riattivazione dei pozzi
L’alluvione del 2008 aveva danneggiato i
nostri pozzi, che da quel momento non erano stati più riattivati. Sotto la
Presidenza Cocco sono stati riattivati e hanno fornito acqua a quasi il 40%
della lottizzazione. Il restante 60% è invece servito da Abbanoa, che
nell’estate del 2010 decise inopinatamente di ridurre la portata, causando una
gravissima crisi idrica che, anche in questo caso, venne cavalcata dai
contestatori della Presidenza Cocco, che, incolpevole, aveva invece
fronteggiato l’emergenza nel migliore dei modi possibili. Scoprimmo poi che
negli anni precedenti era stata distribuita ai residenti acqua attinta da pozzi
non autorizzati e non sottoposti ai controlli richiesti dalla ASL. Per non
ripetere simili errori, a partire dal 2011 abbiamo commissionato analisi
rigorosissime e continue all’intero acquedotto sociale (pozzi, serbatoi, rete
di distribuzione, utenze). Peraltro, tali controlli erano stati esplicitamente
richiesti dalla Autorità sanitaria, sulla base delle normative vigenti. Sotto
la Presidenza Sanna, però, questi controlli sono stati in gran parte soppressi,
senza che siano state date adeguate spiegazioni scientifiche e giuridiche, e si
sta quindi esponendo gli utenti e il territorio a seri rischi igienico sanitari
(oltre che la Cooperativa a sanzioni). Le nostre ripetute proteste sono state
completamente ignorate. Anche di questo problema, i Poggini sono stati tenuti
all’oscuro, e questo è gravissimo.
8) Lavori intrapresi
Sotto la Presidenza Cocco è stato varato
un vasto Piano Pluriennale di interventi per il risanamento delle infrastrutture
e degli immobili della nostra lottizzazione, distrutti dall’alluvione del 2008
ma anche da molti anni di incuria. Tra i principali interventi attuati sotto la
Presidenza Cocco ricordiamo: il primo lotto di risanamento della rete viaria e
dell’illuminazione pubblica; la sostituzione delle pompe dell’impianto
fognario; la manutenzione straordinaria dei serbatoi, della vasca del
potabilizzatore e delle tettoie dell’acquedotto; il completo rifacimento del
parco giochi; la recinzione della zona tennis; vari interventi di manutenzione
straordinaria della club house; il risanamento della rete fognaria della
Palestra; il finanziamento per l’eliminazione della copertura in eternit della
Palestra; gli interventi per la soluzione dei problemi idrici e fognari che
vari rioni attendevano da anni; la messa a norma dei mezzi antincendio, che
operavano da anni privi delle necessarie caratteristiche di sicurezza; l’avvio
della messa in sicurezza della diga grande, col ripristino della sirena, il
posizionamento dei cartelli monitori e dei capisaldi per il controllo
topografico del corpo diga; etc. Sempre sotto la Presidenza Cocco, inoltre,
sono stati commissionati (e in certi casi avviati) molti importanti progetti,
tra i quali: la pianificazione della rete duale, la realizzazione del sentiero
lungolago, la messa in sicurezza di alcuni impluvi particolarmente pericolosi,
etc. Il Piano Pluriennale è stato però inspiegabilmente accantonato dalla
Presidenza Sanna, che si è limitata a completare alcuni lavori avviati sotto la
Presidenza Cocco (come il risanamento di un tetto de La Terrazza) ma
soprattutto si è dedicata all’espianto/impianto di alberi e alla pulizia di
alcune aree verdi: operazioni certo apprezzabili, ma prevalentemente estetiche
(alcune delle quali molto contestate e lasciate a metà) che hanno sottratto
tempo e risorse a risanamenti necessari e urgenti.
9) La
salvezza dei laghi
Uno dei risultati di
cui siamo più orgogliosi (e che dobbiamo soprattutto al lavoro e alla
competenza di Rita Lai, unica del nostro gruppo che, su nostra insistenza, ha
accettato di ricandidarsi) è la salvezza dei due laghi. Ricordiamo infatti che
la prima versione del “Piano Hydrodata” (il piano di riassetto idrogeologico
del bacino del Rio S.Gerolamo commissionato dalla Regione all’indomani
dell’alluvione) prevedeva l’eliminazione dei nostri bacini lacuali. Rita Lai ha
predisposto una serie di relazioni in cui si segnalava la necessità di
interventi idraulico-forestali in tutti gli affluenti del Rio S. Gerolamo a
monte della diga, nonché di modificare alcune previsioni del Piano per
scongiurare l’eliminazione dei laghi. Queste indicazioni sono state recepite
dalla Regione, che ha quindi stanziato 3,5 milioni di euro per la messa in
sicurezza delle due dighe e ulteriori risorse per la ricostruzione della zona
sportiva. In questo quadro, la Presidenza Cocco era anche riuscita a concludere
un accordo con l’Ente Foreste, che avrebbe preso in gestione non solo i due
laghi, ma tutto il comparto boschivo montano della Cooperativa, gestendolo con
finanziamenti regionali ma lasciandolo nella disponibilità dei Poggini.
Tutto questo accordo, sotto
la Presidenza Sanna, è saltato (nei verbali sono riportate le ragioni
politiche), e i due laghi sono stati ceduti (a titolo gratuito) al Consorzio di
Bonifica della Sardegna Meridionale che non solo non ha garantito che potremo
continuare a fruire dei laghi come un tempo, ma ha addirittura paventato la
realizzazione di un mostruoso canale scolmatore (molto largo e profondo)
all’ingresso del Poggio e lungo la strada 26, che stravolgerebbe completamente
l’ingresso del Poggio. Questo rischio è stato denunciato più volte dal nostro
gruppo, ma l’attuale Presidente Aldo Piras e il suo Vice, Tonino Secchi, hanno
ugualmente firmato il Protocollo di Intesa col Consorzio (che prevede, tra
l’altro, la realizzazione di un grande stabile proprio sulla riva del lago).
10) La
cessione delle opere di urbanizzazione
L’ultima questione che dobbiamo
illustrare è forse la più importante, quella che ha differenziato in maniera
più netta la Presidenza Cocco dalla Presidenza Sanna. Uno degli obiettivi
principali che si era posto il nostro gruppo era quello di avviare, finalmente,
il trasferimento delle opere di urbanizzazione primaria (strade, illuminazione
pubblica, reti idriche e fognarie) dalla Cooperativa al Comune. Per
quarant’anni, infatti, la nostra Società ha gestito infrastrutture che sono
pubbliche e che la Legge impone siano gestite dai Comuni. Tutti i dubbi, i
timori e i pretesti ripetuti per decenni dai vari amministratori che si sono
succeduti, e che affermavano l’impossibilità o comunque i rischi di una
cessione, si sono rivelati infondati o fortemente ridimensionati, grazie a
un’analisi approfondita di tutti i documenti e soprattutto grazie alle sentenze
del TAR. Dopo due anni trascorsi invano a tentare un accordo amichevole col
Comune, che avviasse un trasferimento graduale, il CdA presieduto da Cocco, nel
maggio dello scorso anno, deliberò di avviare un’azione legale, inviando una
diffida formale al Comune affinché prendesse in carico tutte le opere,
altrimenti la Cooperativa si sarebbe rivolta al TAR per ottenere dai giudici
non solo il trasferimento coatto ma anche il risarcimento di tutti i danni
causati alla Società (e quindi ai Soci). Parliamo di una cifra che oscilla tra
i 500 mila e il milione di euro. Tale diffida (sottoscritta dalla Cooperativa
ma anche da tanti residenti invitati ad affiancare la Società per rendere più
forte l’azione legale) fu inviata al Comune la mattina del 17 giugno e quella
stessa sera, in CdA, si verificò il famigerato Ribaltone. Il primo atto della
Presidenza Sanna è stato proprio quello di sospendere unilateralmente (e
lasciando soli i Soci firmatari) l’azione legale ch’era stata appena avviata.
Il tentativo dichiarato da Sanna era quello di voler ritentare ancora una volta
la strada dell’accordo politico per ottenere l’avvio di una cessione graduale.
Promise anche che, ove non avesse ottenuto risultati entro settembre, si
sarebbe dimesso. In realtà i mesi sono trascorsi ed è apparso evidente che
l’intento era quello di prendere tempo e allontanare, ancora una volta, il
momento delle cessioni. Così facendo, il gruppo di Sanna, Piras e Secchi, ha
danneggiato gravemente la Società, perché ha costretto la Cooperativa a
continuare ad accollarsi costi e responsabilità che non dovrebbe sostenere.
E’ questa la ragione
per cui un gruppo di residenti ha deciso di riprendere l’azione legale
interrotta da Sanna, e, su iniziativa del Comitato “Noi per Poggio”, ha
raccolto delle quote e ha dato incarico a un avvocato di depositare un ricorso
al TAR. Il quale, lo scorso 1 febbraio ha emesso un’ordinanza che intima al
Comune di prendere in carico da subito tutte le urbanizzazioni della nostra
lottizzazione. Ci si sarebbe aspettati che, a quel punto, la Cooperativa
appoggiasse l’iniziativa di questi Soci, per ottenere, oltre alla cessione, le
centinaia di migliaia di euro che il Comune deve alla nostra Società, e invece
non lo ha fatto. Noi pensiamo che questa inerzia dei consiglieri Sanna, Piras, Secchi,
Cabizza, Lao, Madeddu, Montali, Murgia e Sirca, sia stata gravissima, la più
grave del loro mandato, poiché ha danneggiato enormemente gli interessi
societari. I Sindaci prima e i Soci poi faranno le loro valutazioni su tutto
questo.
Questo, in estrema sintesi,
è il resoconto di quanto è stato fatto (e di quanto non è stato fatto) nel
triennio che si sta chiudendo. Il prossimo 5 maggio Voi Soci eleggerete nuovi
amministratori e anche questa volta, come nel 2009, dovrete scegliere tra un
programma riformatore e un programma conservatore, tra un gruppo di persone
nuove e un gruppo di persone note, alcune delle quali hanno già amministrato la
Società nei decenni scorsi, e l’hanno gestita nell’ultimo anno, con i metodi e
i risultati che abbiamo descritto. Con questa scelta Voi Soci deciderete non
solo da chi, ma anche come saranno gestiti i nostri soldi e il
nostro territorio.
Ringraziando i tanti che hanno sostenuto
il nostro lavoro, anche nei momenti di maggiore difficoltà e sacrificio, e
anche coloro che ci hanno criticato con spirito costruttivo e in buona fede, Vi
salutiamo affettuosamente.
Giacomo Cocco
Manuele Levanti
Andrea Loi Zedda
Giuseppe Elia Monni
Giorgio Plazzotta e
Carlo Congiu
Aderisce a questo documento anche
Maria Rita Lai
Aderisce a questo documento anche
consigliere uscente e candidata alla
rielezione.
Ricordiamo inoltre che i risultati
raggiunti in questi tre anni sono stati possibili anche grazie al contributi di
altri amici che hanno ricoperto per un certo periodo il ruolo di amministratore,
ed in particolare:
Ettore Baielli
Giorgio Ibba
Ludovica Mulas
Silvio Piras
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