Sono passati alcuni giorni dall'ultimo incontro tra l'Assessorato LLPP e la delegazione di Poggio, Avete probabilmente avuto modo di leggere alcuni resoconti sulla situazione, sia nei comunicati della Cooperativa che in quelli del Comitato No Viadotto che ha recentemente aperto un suo sito Internet.
Ero personalmente presente a tutti gli incontri con l'Assessore e ho seguito da vicino le questioni che riguardano l'alluvione e il post alluvione. Questo blog era già operativo nel 2008; ha svolto un ruolo molto importante come contenitore di documenti, opinioni, proposte e ha esercitato una pressione che ha consentito di agevolare il raggiungimento di importanti obiettivi.
Ciononostante, sono un analista informatico. Non geologo, ingegnere idraulico, paesaggista o giurista; tutte discipline che vengono pesantemente tirate in ballo.
Quando esprimo una mia opinione, o faccio una proposta, mi pongo sempre nella condizione di "ignoranza", pronto ad accogliere eventuali obiezioni o informazioni di cui non ero a conoscenza.
Ho fatto questo appunto perchè mi capita di leggere "racconti" della realtà che mischiano elementi concreti documentabili a ipotesi più o meno fantasiose spacciate per verità. La normativa viene "interpretata" da qualche improvvisato giurista che, contemporaneamente si traveste da ingnegnere idraulico, paesaggista e cosi via. Basta avere un po' di faccia tosta e una dialettica convincente e il gioco è fatto.
Ciò che più mi dispiace è il modo con cui vengono portate avanti certe operazioni. Viene creato un clima irrespirabile in cui chi osa anche solo esprimere un punto di vista diverso da quello del "branco" viene immediatamente morso al polpaccio. E' incredibile quello che sta accadendo. Una comunità si è trovata di fronte al rischio di una infrastruttura pensalizzante per la bellezza del territorio in cui vive. Tutti, ma proprio tutti, ritengono debba essere rivista e cambiata. In mille hanno firmato una petizione per chiedere questo e, sono certo, che altri mille l'avrebbero fatto.
Il pericolo, indubbiamente, viene dall'esterno. Non fu cosi' nel 2007, quando il famigerato piano di lotttizzazione della Cooperativa che voleva radere al suolo le pinete, provocò un'ampia frattura nella comunità che si portò dietro il suo strascico di polemiche. Fu doloroso, certo, ma oggi abbiamo ancora le pinete e, aggiungerei, una amministrazione più trasparente ed efficiente.
Questa volta la situazione è diversa. L'orribile viadotto e una procedura decisionale che ci aveva completamente esclusi, sono portati avanti dalla Regione Sardegna, quindi dall'esterno della Comuntà. Addiruttura, è forse è la prima volta, anche il Comune di Capoterra difende Poggio.
Ci sarebbero tutti gli elementi per essere uniti in una azione di opposizione costruttiva. Peraltro oggi non c'è praticamente nessuno a Poggio che vorrebbe quel ponte.
E invece non sta andando così. Non c'è neanche bisogno di andare al bar ad ascoltare le calunnie di chi sparla per passare il tempo. Basta leggere alcuni articoli o email, che probabilmente sono passati davanti a vostri occhi, per rendersi conto della situazione. Da qualche tempo non è Maninchedda l'obiettivo degli strali velenosi, nonostante sia chiaro il suo intento di portare avanti quell'orribile progetto, schivando (devo dire abilmente) proposte ed obiezioni.
Non sono nemmeno i suoi funzionari, che hanno avvallato un progetto orribile definendolo addiruttura "bellissimo", che ci hanno letteralmente preso in giro proponendo un giardino di pietre colorate intorno al viadotto in cemento. Anche oggi questi tecnici, utilizzando lo Studio Hydrodata, come pare a loro, prendendone alcune parti e trscurandone altre seppur fondamentali stanno avvallando un progetto che forse ha più a che fare con i milioni di euro che con la messa in sicurezza del territorio .
Invece da qualche tempo le "mazzate" velenose arriavano nella testa di soggetti che, magari con accezioni diverse, vogliono alla fine la stessa cosa: fermare quel ponte.
Ha scritto molto bene in una mail un socio, immaginando come l'assessore
certamente se la "ridacchiasse" nell'assistere, intorno al suo tavolo,
agli attacchi fratricidi poggini.
Mi sono permesso di sottolineare queste cose nell'articolo "Il Comitato getta la maschera. Il vero obiettivo non è il ponte, ma la Cooperativa". Ciò che è avvenuto in seguito non ha fatto che confermare le mie affermazioni. Ovviamente sono stato istantaneamente inserito nella "lista nera" del Comitato e pesantemente calunniato in una mail, accompagnata da un'altra in cui si commentava: "sei stato anche troppo buono", forse pensando che una bevuta di olio di ricino potesse rappresentare una punizione più appropriata.
Gli amministratori della Cooperativa, definiti "delinquenti" in un incontro del Comitato senza che nessuno battesse ciglio, sono improvvisamente diventati miei "compari", nonostante qualche mese prima li avessi criticati per la vicenda "Vodafone" e per non essere sufficientemente aggressivi nella vicenda del ponte.
Sono finite nel traticarne dalla derisione e della diffamazione anche altre persone esterne al CdA che si sono rese disponibili per dare una mano sul piano tecnico.
Qualcuno dice che oggi la politica si fa in questo modo .Non sono asscolutamente d'accordo.
Tra poco più di un mese ci saranno le elezioni per il rinnovo del CdA e la campagna elettorale dovrebbe placarsi.
Nel frattempo, pero' si stanno avvelenando i pozzi. Mi permetto di segnalare questa situazione soprattutto a chi, non conoscendo certi fatti e certe persone, potrebbe cadere nel tranello della distorsione informativa, spesso accompagnata dalla delegittimazione dei "nemici".
Il mio invito è quello di informarvi sentendo perlomeno varie "campane".
2 commenti:
Condivido pienamente quanto affermi,per quanto riguarda le lotte intestine tra poggini per le prossime elezioni,un po meno quando consideri tutti quelli del comitato come unico gruppo.ciao antonio
Antonio non è cosi'. Ho sempre fatto una netta distinzione tra il "comitato" e il "vomitato" che agisce dentro di voi.
Dato pero' che io scrivo quello che dico ti sarei grato se mi indicassi dove e quando io avrei fatto di tutta l'erba un fascio.
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