Dopo ogni elezione ci sono le
analisi del voto e, anche a Poggio dei Pini, non sono mancati i commentatori. Ho
letto diverse letture ed interpretazioni dei risultati usciti dalle urne a
seguito del voto del 6 maggio, alcune le ho considerate molto interessanti,
altre poco approfondite, alcune, ahimè, un po’ fuori dalla realtà. Mi
perdonerete se non mi soffermerò a illustrarvi anche la mia teoria sul
significato del voto. Ciò che vorrei fare con queste poche righe è, invece,
presentare e spiegare un progetto.
Tuttavia, deve essere fatta
una premessa. Pur rispettando tutte le interpretazioni che al voto Poggino si
sono volute dare, penso che i voti, prima di essere interpretati, debbano essere
contati e proprio dai risultati numerici si debba partire. I numeri delle
recenti elezioni forniscono due indicazioni: 1) dopo tre anni di guida della
cooperativa ho avuto una grandissima manifestazione di stima e fiducia di cui
ovviamente vado orgoglioso; 2) dopo tre anni di gestione, il nostro “gruppo” ha
ottenuto i voti per poter continuare a gestire la cooperativa, ed è
la prima volta da oltre vent’anni che un gruppo dirigente uscente viene
riconfermato.
Partendo da questa premessa
credo che io sia ampiamente legittimato a essere il portatore di un progetto di
gestione. Credo che sia quasi obbligato ad assumermi la responsabilità di
provare a guidare il CDA della nostra Cooperativa per il prossimo triennio.
Ma arriviamo al progetto. La
via più semplice, senza ombra di dubbio, sarebbe stata quella di ricostituire un
Comitato esecutivo a tre, snello e collaudato e andare avanti con una
maggioranza che, per quanto ridotta rispetto al passato, sempre maggioranza è!
Lo stesso Emilio Sanna nel 2012 decise, legittimamente, di amministrare con una
maggioranza di 8 a7.
Credo però che i tempi siano
maturi per poter fare un altro esperimento di gestione che cerchi di coinvolgere
maggiormente le varie componenti del CDA e miri a minimizzare i punti di
scontro.
In quest’ottica, all’indomani
delle elezioni, ho chiesto al mio gruppo che mi desse mandato per esplorare la
possibilità di allargare il Comitato esecutivo da tre a cinque membri, che
comprendesse oltre al sottoscritto, due consiglieri espressione di una lista e
due consiglieri espressione dell’altra. Ho detto fin da subito che sarei stato
garante del fatto che, all’interno del comitato esecutivo, non ci sarebbero
state maggioranze precostituite e che ogni membro avrebbe avuto pari dignità.
Ho altresì chiarito che non
ritenevo opportuno che i nomi fossero proposti dai due “gruppi” e ho chiesto che
fossi io a indicare i nomi da proporre al CDA. Ciò per due motivi: il primo è
che ritengo giusto che chiunque si candidi a presiedere un Consiglio,
assumendosi grandi responsabilità, individui anche i soggetti con cui ritiene di
poter meglio governare; il secondo è che sono convinto che se i nomi
provenissero da ciascuno dei “gruppi” diventerebbero i referenti degli stessi e
a loro, e non all’intero CDA, si sentirebbero in dovere di rispondere.
Su questa proposta ho avuto
mandato pieno dal mio gruppo. Non solo, con un gesto di grande generosità che
gli fa onore, Giuseppe Monni, ritenendo che la sua presenza all’interno del
Comitato esecutivo potrebbe rendere più difficile la realizzazione di questo
progetto, mi ha chiesto di non farne parte. Inizialmente, ritenendo che un passo
indietro di Giuseppe non fosse nè necessario nè utile, gli ho chiesto di
soprassedere, ma dinanzi alla sua irremovibilità ho infine accolto la sua
richiesta, certo ch'egli continuerà a garantire il suo contributo fondamentale
anche senza far parte del CE
In un primo momento, proprio
per evitare logiche di gruppo, ho contattato singolarmente tutti i componenti
dell’altra lista, esponendo in sintesi il progetto e chiedendo a tutti la
disponibilità a fare parte del Comitato esecutivo. Ho quindi accolto l’esigenza
manifestata da molti di loro di attendere qualche giorno e, su sua richiesta, ho
avuto nei giorni scorsi un incontro con Emilio Sanna, al quale ho illustrato più
in dettaglio il progetto e indicato i nomi che avrei pensato di
proporre.
Ho ribadito in quella sede che
avrei proposto al CDA un Comitato esecutivo di cinque membri e avrei chiesto al
Consiglio di votare i cinque nomi in quanto espressione dell’intero CDA. Ho
fatto presente quali sarebbero stati a mio avviso i temi importanti che nei
prossimi mesi avrebbero interessato la Cooperativa (variante al piano di
lottizzazione, convenzione col Comune, ponte e piscine) e da ultimo ho
anticipato i nomi: Matteo Atzeni, Andrea Lazzari, Federico Onnis Cugia e Enrico
Rais oltre al sottoscritto.
Credo sia corretto specificare
che le suddette persone non erano a conoscenza del fatto che fossero stati
individuati come componenti del C.E., per cui non avevo nessun impegno da parte
loro. Questo lo sottolineo, sia perché deve essere chiaro che loro non hanno
fatto nessun passo in avanti né avevano nessun tipo di intesa con il
sottoscritto, sia perché ciò testimonia il fatto che il progetto parte cercando
di essere lontano da logiche di gruppo e vuole essere una proposta al CDA nel
suo complesso.
Non so se questa proposta
verrà accettata. Credo che, in ogni caso, partendo dalle premesse prima fatte,
testimoni una apertura grandissima verso un nuovo modo di gestire la nostra
Cooperativa, che possa portare sia ad una buona azione amministrativa che,
soprattutto, a stemperare qualsiasi scontro tra gruppi precostituiti.
Se così non sarà ognuno si
assumerà le proprie responsabilità. Noi proveremo a continuare a gestire la
Cooperativa, secondo il mandato che i Poggini ci hanno dato, con lo stesso
sforzo, lo stesso impegno, la stessa passione e speriamo, con gli stessi
risultati di questi ultimi tre anni.
Giovedi prossimo ci sarà il
primo CDA. Credo sia giusto che tutti i Poggini conoscano in anteprima quello
che proporrò ai colleghi del consiglio.
Un caro saluto a tutti e
ancora un profondo ringraziamento per la fiducia che mi è stata
accordata.
Sandro Anedda
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