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lunedì 1 maggio 2017

Internet in Italia da 30 anni. Opportunità e rischi. A Poggio il metodo "Boffo" e la macchina del fango.

E' notizia di pochi giorni fa. Il 26 aprile di 30 anni fa è stato inaugurato il primo collegamento italiano alla rete Internet. Come ben sappiamo oggi la rete, nata per trasmettere informazioni e comunicare,  è diventata uno strumento universale in molti settori. E' in continua crescita il numero di servizi che quasi tutti i cittadini utilizzano attraverso la rete, ormai senza alcun limite di età o ceto sociale.
Prendo spunto da questa notizia per tirare una linea e fare qualche considerazione. La rete ci offre solo opportunità positive, oppure si porta dietro anche qualche inconveniente?


Una autorevole voce critica che ha affrontato questo tema è quella di Umberto Eco  che, nel corso di un dibattito pubblico, aveva affermato:

“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità  

Come vedete non sono solo io a menzionare il bar. Anche il riferimento allo "scemo del villaggio" mi sembra particolarmente calzante per la nostra realtà poggina.  Una volta questi personaggi fermavano le persone per strada e urlavano frasi insensate. Alcuni erano meno simpatici e insultavano, oppure si denudavano per scandalizzare e attirare l'attenzione. 
Oggi lo scemo del villaggio usa la posta elettronica.
Questa frase di Eco, isolata ed estrapolata dal contesto,  è stata spesso strumentalizzata.  In realtà lo stesso Eco, nel medesimo discorso, aveva bilanciato il suo giudizio evidenziando anche gli aspetti positivi della rete;

“Il fenomeno dei social network è anche positivo, non solo perché permette alle persone di rimanere in contatto tra loro. Basta pensare a quanto accaduto in Cina o in Turchia dove il grande movimento di protesta contro Erdogan è nato proprio in rete. Qualcuno dice anche che, se ci fosse stato Internet ai tempi di Hitler, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili perché le informazioni si sarebbero diffuse viralmente”.

Veniamo a Poggio. Come abbiamo usato e come stiamo usando la rete? Indubbiamente credo di poter dire le mia avendo avuto un ruolo in questo campo. Ricordo, per chi non lo sapesse, che nel 1996 a Poggio dei Pini ho realizzato uno dei primi siti sardi "Linea Poggio" e che il Blog, attivo dal 2007, ha seguito da vicino la vita di questa comunità negli ultimi 10 anni.
Ci sono almeno tre modi  di approcciarsi al tema dell'informazione.
Il metodo "Pravda", in auge prima del 2007 ( ma non ai tempi dei bellissimi notiziari del Poggio), si basa sul principio secondo cui meno fai sapere, meglio è, perchè in questo modo tieni alla larga gli scocciatori e sei in grado di agire indisturbato. 
Questo metodo presenta i suoi lati positivi (tenere alla larga gli scocciatori), ma quelli negativi sono molto pesanti. I quegli anni sono infatti entrati nelle casse della Cooperativa molti miliardi di lire e, in pratica, i soci della Cooperativa non solo non hanno mai saputo come sono stati spesi, ma nemmeno hanno avuto la possibilità di intervenire per far correggere il tiro. 

L'epilogo di quell'era, che spero non rappresenti lo "spirito del passato" che una lista di candidati si propone di riesumare, si è avuto con il contrasto al piano di lottizzazione presentato dalla Cooperativa nel 2007 (i lotti nelle pinete). Fortunatamente, grazie anche all'attività svolta dal neonato blog, perlomeno quel rischio venne allontanato. 
Sono passati dieci anni ed oggi l'amministrazione della Cooperativa è molto cambiata, anche anagraficamente. Rimangono in carica solo due consiglieri della amministrazione che voleva radere al suolo le pinete e, guarda caso, sono candidati nella lista che si propone di rappresentare  "lo spirito del passato".

L'avvento di Internet (e del blog) nel 2007 ha offerto tre importanti possibilità rispetto alla carta stampata: una grande mole di informazioni e di documenti, un aggiornamento costante, la partecipazione di chiunque volesse contribuire. Ci sono, però, modi diversi di fare comunicazione.  Il metodo che ho voluto utilizzare è basato sui contenuti più che sulle persone. Anche nei momenti più difficili per la nostra comunità, con decisioni amministrative che hanno acceso interesse, ma anche contrasti, ho sempre cercato di fare emergere i fatti, le proposte, mettendo in secondo piano le persone. Ho volutamente parlato di Consigli di amministrazione che hanno male utilizzato i soldi dei soci (spiegando perchè) senza calcare la mano su questo o quel presidente o consigliere. Qualcuno mi ha criticato per questo ("i nomi, vogliamo i nomi"). Spero che ci ripensi e che rivaluti quella scelta, pensando a quello che sta avvenendo oggi. Il fatto è che io ero contrario al cemento nelle pinete, non a Tizio o Caio.

Poggio è un piccolo luogo e ci conosciamo quasi tutti. Dobbiamo trovare il modo di discutere mantenendo un livello di rispetto e di civiltà nella discussione per fare in modo che eventuali contrasti (molto spesso banali) non generino dissidi e diatribe che inquinano la comunità, o perlomeno che ciò possa essere limitato il più possibile. 
Questo è quello che volevo fare. Se non sono stato sufficientemente abile nel farlo, se qualcuno si è sentito comunque offeso, mi scuso a prescindere.
D'altro canto però non si può pretendere che l'attività amministrativa e la gestione dei soldi e del patrimonio di tutti noi venga portata avanti senza nemmeno fiatare e che sia impedito di esprimere le opinioni, anche se non gradite.

In questi ultimi mesi devo purtroppo constatare che alcuni (pochi) personaggi stanno utilizzando la rete nel modo evidenziato da Umberto Eco nella sua prima frase.
Chiunque dica qualcosa di non gradito ai gestori della "macchina del fango" diventa bersaglio di invettive, derisioni, accuse sproprorzionate e sempre accompagnate da informazioni distorte e talvolta false.
Pensate che a Poggio si sono verificate situazioni conflittuali come l'edificazione delle pinete, ribaltoni e tradimenti, presidenti condannati per truffa e bancarotta, bollette idriche pagate piu' del dovuto per migliaia di euro, mancato passaggio al Comune delle opere di urbanizzazione e cosi' via, ma la barbarie di oggi non è mai avvenuta.   
Quale sarebbe il problema che genera tanta acredine?  Non l'edificazione del ponte che nessuno vuole con quelle fattezze, non l'approvazione di un orribile progetto che è opera della Regione, ma il fatto che secondo qualcuno si può modificare il progetto preliminare e secondo altri no. Ebbene in abbinamento a questo contrasto,  che a mio avviso è strumentalizzato politicamente per via delle elezioni imminenti, compaiono su internet articoli e mail che hanno il solo scopo di screditare e intimidire chiunque la pensi diveramente. 
E' il metodo Boffo, non so se ricordate il caso  di qualche tempo fa. E' una schifezza. Vi invito caldamente a isolare i pochi soggetti che utilizzano questo odioso sistema che inquina la nostra comunità. Invito invece a chi ha deciso di utilizzare questo odioso sistema di darsi una calmata e riportare i toni della contesa (se proprio contesa si vuola fare)  su livelli più maturi.
Lo dico con poca convinzione, in attesa della prossima bordata di fango.

7 commenti:

gianleonardo corda ha detto...

Caro Giorgio, forse la tua colpa è stata quella di riconoscere lo status di seri interlocutori a coloro che invece dimostravano di essere solo degli emeriti cialtroni voltagabbana.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Cici ribadisco un concetto che ho già scritto. Mi interessano innanzitutto i temi, le cose che accadono, le decisioni della politica (quelle sbagliate, ma anche quelle giuste), le proposte alternative, se vogliamo anche i sogni, le aspirazioni.

Mi interessa meno se l'interlocutore è un santo o, come hai scritto tu, un cialtrone voltagabbana. Non spetta a me giudicare le persone o stilare classifiche dei buoni e dei cattivi. Peraltro è possibile che la mia valutazione sia diversa da quella di un altro. Pubblico tutto ciò che mi viene proposto anche se non dovessi condividerlo a patto che rispetti le leggi e il quanto piu' possibile le persone.

gianleonardo corda ha detto...

L'ultima frase mi sembra che non rispecchi quanto letto recentemente. Lo ammetti anche tu quando citi metodo Boffo e macchina del fango.

Giorgio Plazzotta ha detto...

quel genere di attacchi personali non sono certamente stati pubblicati sul mio blog!!!

Franco Magi ha detto...


Ciao Giorgio,
io mi trovo d’accordo con Gianleonardo Corda: queste affermazioni di Trudu, ospitate nel Tuo blog, Ti sembrano corrette?

“Purtroppo il buon Magi non è supportato da un'adeguata cultura giuridica, ma solo da una notevole eloquenza (tipica dei politici di professione) con tanto populismo e poco buon senso”

“Si deve insomma concludere che il progetto preliminare PUO' ESSERE MODIFICATO (e deve essere modificato) e tutto il castello costruito da Magi è puramente strumentale a sostenere il teorema da egli stesso costruito per giustificare la sua stessa consistenza”

“Detto questo le successive colorite e folcloristiche frasi del Magi suonano veramente pesanti, perciò credo sia necessario stigmatizzarle e riportarle per esteso in modo che i lettori comincino a farsi un'idea di quale sia la statura politica di colui che si esprime inaudita altera parte, che decide cosa si deve dire o non dire al Comune di Capoterra, che decide se un progetto possa essere modificato o meno e che si arroga il diritto di contestare le decisioni di una Amministrazione legittimamente in carica, il tutto sulla base di presupposti assolutamente farlocchi”

Giorgio Plazzotta ha detto...

Franco ho volutamente cercato di fare un discorso generale anche perchè credo che i protagonisti della macchina del fango siano pochi ma certamente più d'uno.
Non pretendo che non vi siano frecciate e polemiche, ma contesto la forma del "metti il mostro in prima pagina" che non è certamente quella delle frasi (perquanto non simpatiche) che hai citato.
Insomma c'è una bella differenza tra un alterco con qualche spintone e un accoltellamento.
Se posso permettermi, poi, fa più effetto alla cause che uno vuole perseguire una polemica piu "sottile" e indiretta. Soprattutto fa meglio alla nostra comunità. Capisci bene che un errore lo possono fare tutti e anche tu, in quanto fai moltissime cose e intervieni su molti argomenti, ne hai fatti. Se ogni errore o cosa che non condividiamo dovesse generare una serie di attacchi personali con Tizio in prima pagina e aggettivi di derisione sarebbe veramente un grosso danno per tutti.

gianleonardo corda ha detto...

Anche se mi sembra ovvio e pacifico, desidero precisare l'assoluta stima nei confronti dell'ing. Trudu, inopinatamente citato nel precedente intervento. Il vecchio proverbio della gallina che canta per prima, essendo quella che ha fatto l'uovo marcio, è quanto mai azzeccato.

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