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sabato 27 maggio 2017

Non ha più senso il muro contro muro. Guardiamo avanti


Di Tonino Secchi
Nelle recenti riflessioni di Giorgio sulle ultime vicende interne alla cooperativa mi si chiede una valutazione in particolare sulla proposta di Sandro Anedda(2+2+1) che non ha avuto la fortuna di essere accolta dalla lista INSIEME . 
Quando il voto di Poggio regala la sgradita sorpresa del risultato 8 a 7 succede una cosa curiosa: tutti hanno vinto, nessuno ha perso. Eppure la distanza tra le 343 preferenze di Sandro Anedda e le 294 di Emilio Sanna (quasi 50 voti) dovrebbe far riflettere e comunque essa è sufficiente per riconoscere a Sandro il diritto-dovere di fare per primo le proposte che ritiene più opportune per la governabilità della cooperativa. Riconosco perciò nella proposta originaria di Sandro la novità del superamento degli schemi delle liste e del cambio di passo con l’uscita di scena di Monni e l’indicazione, autonoma e non concordata, di due belle persone, con precise competenze, come Matteo Atzeni e Andrea Lazzari . 

Detto questo non riesco però a condividere il giudizio severo e polemico di Giorgio sul rifiuto della lista INSIEME la quale con franchezza ha reso pubblica la propria posizione riassumibile , mi pare, in tre punti principali: 1. Prima si deve parlare di contenuti cioè di programmi e poi si discute sulla scelta delle persone adatte a realizzarli ; 2. Queste persone devono essere scelte non per chiamata libera del Presidente in pectore ma per delega fiduciaria di ogni lista ; 3. Adottiamo un Codice Etico per evitare ogni volta di fare polemiche su come si conduce un appalto o su come si verificano i conflitti di interesse .
A chiusura di questa posizione c’è stata la controproposta di un Comitato Esecutivo paritario (2+2) con il superamento delle indennità agli amministratori e il solo riconoscimento del rimborso spese. Se confermo che il vero vincitore di queste ultime elezioni è stato Sandro Anedda altrettanto mi sento di apprezzare la serietà delle controproposte della lista INSIEME e mi permetto anche di sconsigliare di demonizzare qualcuno dei protagonisti a favore di altri. 
A cosa serve? Poi posso condividere la delusione di Giorgio per come sono andate le cose ma meglio sarebbe provare ad indagare le ragioni profonde del mancato accordo tra le liste. 
Se rileggiamo i programmi elettorali del gruppo di Sandro e di quello denominato INSIEME si rileva subito un tratto caratteristico che li separa : Sandro ha voluto interpretare il suo ruolo di guida di un solido gruppo di 10 consiglieri amici puntando alla concretezza e al fare elencando poi al termine del triennio un lungo elenco di cose fatte compresa la celebrazione importante del mezzo secolo di vita comunitaria. Si potrebbe dire che l’idea fissa di Sandro è che la cooperativa non si può amministrare nella palude delle infinite discussioni e dei rinvii delle decisioni (alcune di queste sono in lista di attesa da oltre dieci anni). 
La lista INSIEME ha manifestato una diversa sensibilità più aperta alla fatica del dialogo e della partecipazione più larga possibile addirittura anche con soci non eletti ma utili e competenti comunque. Si potrebbe dire che la linea di Sandro è tecnocratica e decisionista e che quella della lista INSIEME è più partecipativa e comunitaria. 
A questo punto sorge la domanda decisiva: ma queste due modalità di amministrare in che modo rispondono alla vocazione del Poggio di essere una realtà che non ha scelto la via della speculazione ma al contrario quella della mutualità prevalente, della solidarietà e dell’amicizia tra tutti ?. 
Anche Sandro ammette oggi che Poggio è una comunità e non una semplice società per azioni. Noi abbiamo la nostra storia, i valori testimoniati dai padri fondatori e cinquant’anni di coraggiosa vita comunitaria che non vuole finire schiacciata nel muro contro muro. Ecco perché sono convinto che le due tendenze presenti nel nostro Consiglio d’Amministrazione siano utili e, anzi, necessarie entrambi se vorranno dialogare e capirsi di più non dimenticando mai che il valore primario è l’unità dei soci. Sandro credo che l’abbia capito nell’esperienza fatta nel triennio passato e che possa perciò non ripetere lo schema del chiudersi a riccio ma di aprirsi come sta già dimostrando di fare con lo studio di approfondimento del Codice Etico avviato nella prima seduta del nuovo Consiglio d’Amministrazione. E Giorgio non si scandalizzi che ci sia attenzione da parte di tutti e due gli schieramenti sull’etica delle buone pratiche amministrative perché queste più che una moda del nuovo modo di fare business è nella sostanza un gesto di trasparenza e di rispetto del ruolo centrale e dimenticato del socio, l’unico, vero e paziente protagonista della nostra vita comunitaria.

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