Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

venerdì 17 aprile 2009

Chi è il vero Presidente della Poggio dei Pini?

Probabilmente una società cooperativa come quella di Poggio dei Pini può farsi rappresentare da chiunque, nelle pubbliche assemblee, negli incontri televisivi a diffusione regionale, negli articoli e nelle interviste sui giornali e persino nei tanto sbandierati incontri personali con il Governatore Cappellacci che avvengono durante la digestione del pranzo a casa dello zio. Tutto lecito per carità.
Il fatto poi che a svolgere questa funzione sia una persona dotata di una capacità oratoria tra le più raffinate che io abbia potuto ascoltare in 20 anni di assemblee a Poggio dei Pini, rende il dott. Antonio Sechi un rappresentante estremamente qualificato e, probabilmente opportuno.
Egli infatti forse non chiamerà i carabinieri per proteggere un guado pericoloso nel corso della piena pasquale, ma perlomeno non li chiama per cercare di zittire i soci vocianti alle assemblee.
Non sono rilevanti, poichè parliamo di "rappresentatività", ne i gravi errori compiuti da questa amministrazione e forse ancora di più da quella degli anni '90 presieduta dallo stesso Sechi. Errori di cui oggi paghiamo duramente le conseguenze lamentate, senza alcuna vergogna, dagli stessi artefici.
Sappiamo bene che le parole sono parole e i fatti sono fatti.
Non è neanche troppo importante il fatto che chi ci rappresenta oggi non sia stato eletto dai soci della Cooperativa, bensì cooptato direttamente dal Consiglio di Amministrazione della stessa. A Poggio dei Pini siamo abituati a ben altre ambiguità.
Ciò che invece mi sembra impossibile non constatare, dopo le numerose apparizioni solitarie del dott. Sechi in tutti i mass media, incontri pubblici ed inseguimenti a Cappellacci è: dove è finito il dott. Calvisi, presidente in carica della Cooperativa, eletto con il suo consiglio dalla maggioranza dei soci tre anni fa?
La domanda non è assolutamente tendenziosa perchè appare evidente che, in linea generale, ci si aspetterebbe che a rappresentare una società nei momenti difficili e nelle occasioni importanti sia quasi sempre il Presidente.
Considerata la scarsa informazione che oltrepassa il formidabile "muro di gomma" poggino, dobbiamo pensare che il Presidente si sia dimesso, oppure forse c'è stato solo un avvicendamento de facto?
Quali altri conigli o verranno estratti dal cappello a cilindro della Cooperativa?

Incredibile ma vero: si continua a costruire dentro l'alveo del fiume

Vi invito a leggere l'articolo pubblicato dal Giornale di Sardegna di oggi (scarica). La notizia è clamorosa e sconvolgente ... trovate voi altri aggettivi: dopo quello che è successo il 22 Ottobre si continua a costruire nel letto di piena del Rio S. Girolamo.
La messa in sicurezza di queste nuove case, così come gli eventuali danni che dovessero subire nel caso di una futura alluvione (tocchiamo pure ferro, ma adoperiamoci affinchè quella pagina di storia non si ripeta) ricadrà su tutti i cittadini.
Vi invito ad inviare i vostri commenti sulla vicenda.

mercoledì 15 aprile 2009

Confronto tra S. Antioco e Capoterra

Nel weekend pasquale, come abbiamo visto, si è verificata una nuova emergenza maltempo nella Sardegna meridionale. Vi proponiamo un confronto tra gli interventi di due delle amministrazioni interessante: S. Antioco e Capoterra.

Dall'Unione Sarda di ieri:
SANT'ANTIOCO
Il primo allarme è scattato la mattina del giorno di Pasqua a Sant'Antioco. A lanciarlo il sindaco che si è svegliato con il paese allagato. I tombini della rete fognaria hanno incominciato a saltare uno dietro l'altro e i liquami a invadere le strade. Nelle campagne, poi, è successo il finimondo. I rii Maladroxia e S'Arriaxiu si sono gonfiati a dismisura esondando e bloccando le strade: La frazione di Maladroxia è stata praticamente tagliata in due dal fiume. La strada di Sa Barra è rimasta bloccata, come quella per le spiagge all'altezza di Is Pruinis. Il sindaco Corongiu ha messo in campo una task-force di dipendenti comunali e ha raccomandato ai cittadini di non muoversi di casa mentre a Sant'Antioco arrivavano vigili del fuoco e squadre di Forestali.

CAPOTERRA. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

domenica 12 aprile 2009

Memorandum pasquale

Evidentemente avevamo bisogno di un "memorandum". Il 22 Ottobre il cielo ha scaraventato sulla terra 400 mm d'acqua in 3 ore. Sono passati sei mesi da allora e sembra che qualcuno si sia dimenticato tutto.


Eppure, le rovine di Poggio dei Pini, i ponti crollati e il "the day after" della zona sportiva sono ancora là a memoria (speriamo non perenne) del disastro. Gli abitanti delle case più danneggiate di Rio S. Girolamo e Frutti d'Oro 2 sono ancora "sfollati". Possiamo tranquillamente dire che, dopo sei mesi, sia stato fatto poco, toppo poco.
E si badi bene, non parlo solo di infrastrutture o di disagi, come il dovere effettuare un percorso più lungo o attraversare tratti di strada dissestata. Mi riferisco alla sicurezza e alla salute; a quelle fogne a cielo aperto che con il caldo formeranno un cocktail molto pericoloso e alla assoluta mancanza di sicurezza causata da quelle infrastrutture pericolose-pericolanti.

Nonostante le decine di dipendenti, il Comune di Capoterra e la Cooperativa Poggio dei Pini non sono riusciti o non hanno neanche pensato, in tutto questo tempo, ad elaborare nemmeno uno straccio di piano di emergenza provvisorio. Non dico molto: una sirena, un addetto alla chiusura degli attraversamenti sui corsi d'acqua, un pò di informazione. Almeno consentite alla gente di fuggire visto che non siete in grado di proteggerla!

Sono stati invece i cittadini (io e Giacomo) ad avvisare sin da giovedì sera le forze dell'ordine dell'arrivo di una perturbazione per il quale era stato diramato un allerta meteo moderato (lo stesso del 22 ottobre). Niente panico, ma allerta e almeno venga chiuso quel quado.

Come ho scritto giovedì sera, dal momento in cui il rio ha incominciato ad ingrossarsi, il guado di Poggio dei Pini è stato lasciato colpevolmente incustodito e gli automobilisti hanno così potuto giocare alla "roulette russa" a 50 metri dal punto in cui due persone sono state trascinate via, perdendo la vita.
Ho poi saputo che la polizia municipale capoterrese ha posizionato prima una inutile "fettuccia" e poi alcune transenne all'imboccatura di questo guado ma, incredibilmente, qualche imbecille le ha ripetutamente rimosse!!

Ad ogni modo nella giornata di oggi le costanti (anche se fortunatamente non torrenziali) precipitazioni hanno ingrossato i corsi d'acqua creando un certo allarme in tutto il territorio capoterrese. Non so quanti mm. di pioggia siano caduti e quale sia stata la portata raggiunta dal fiume, forse 60 mc/sec.
Se è vero che i politici hanno dimenticato, o fanno finta di ignorare, l'alluvione del 22 ottobre, chi l'ha vissuta sulla propria pelle vive ancora con la paura e quando piove viene da chiedersi "come sarà il fiume adesso?", "come sarà più a monte?", "qual'è la situazione dei ponti, del guado?".

Uno degli aspetti positivi di questa tragedia è l'amicizia che si è creata tra chi vive da una parte e dall'altra del Rio. Ecco quindi che su Facebook gli amici di Frutti d'Oro chiedono a quelli di Poggio com'è la situazione a monte, attivando un "monitoraggio" un pò sui generis ma comunque certamente più efficace del "nulla" realizzato dalle istituzioni "competenti" ( o incompetenti?). Come diceva De Andrè "dal letame nascono i fiori". In una comunità suddivisa in frazioni-fazioni che si ignorano o si accusano a vicenda qualcuno ha pensato bene di seminare amicizia e collaborazione.
Ho fatto un pò di foto e qualche filmato del s. Girolamo, in questa giornata pasquale. Spero che servano a ricordare, se proprio ce ne fosse ancora bisogno, che il fiume si può assopire e risvegliare quando vuole.










Il tratto del Rio a monte del lago.











Il guado dei campi sportivi e la diga del lago piccolo











Il canale scolmatore del lago di Poggio e l'asilo di S. Girolamo










Il vecchio ponte sulla SS195 e la foce del Rio S. Lucia (Maramura)

sabato 11 aprile 2009

Utilizzo dei siti meteo

di Lorella Vargiu
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Le mie personali prove di controllo meteo sul sito www.meteoam.it

In questi giorni le precipitazioni sono state intense e ci giunge la notizia che, su molti siti meteorologici ufficiali e non, si segnalano altri fenomeni meteorologici in arrivo.
La sera del 9 aprile, per verificare i fenomeni già in corso, mi metto davanti al portatile e provo a seguire gli eventi sul sito del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare che sembra riportare l’informazione più completa e interpretabile, in tempo quasi reale. I dati infatti si riferiscono a 2-3 ore prima dell’ora attuale, cosa che può consentirti di capire, se riesci ad interpretare correttamente, se qualcosa sta per arrivare sopra la tua casa.
A mezzanotte, nel sito www.meteoam.it posso dunque vedere le immagini di tre ore prima:


Dalle immagini, mi sembra di poter capire che:

  • a sud della Sardegna, sulla costa della Tunisia, si trova un denso corpo nuvoloso in rotazione antioraria attorno ad un punto centrale (indicato in rosso nella Figura 1)
  • l’animazione fornita dal sito mostra che la formazione non si sposta o è molto lenta

  • il corpo nuvoloso si espande lentamente

  • è accompagnato da scariche elettriche piuttosto concentrate (Figura 2)

  • l’altezza delle nubi sulla Tunisia ha un massimo di 7700 m (Figura 3), per quel che ne so, non molto elevata (ho sentito, da un esperto del servizio meteo ARPAS, che le nubi il giorno dell’alluvione raggiungevano i 13000 m).

Quello che mi interessa adesso è capire se questa formazione possa spostarsi e/o estendersi alla Sardegna.
Resto perciò in osservazione:

La formazione sembra stazionaria sull’area marina prospiciente la costa tunisina.

Non pare ancora interessata la Sardegna e i fenomeni temporaleschi sembrano stazionari al largo della Tunisia, oltreché in attenuazione.

La mattina del 10 aprile, la situazione è la seguente:

La perturbazione mi sembra quasi esaurita, con uno strascico presso la Sicilia occidentale.
Una domanda: è corretto monitorare in questo modo la situazione meteo?
E’ possibile mettere tutti in grado di usare correttamente gli strumenti dei siti meteo?
A questo punto, sarebbe utile chiedere agli esperti della Protezione Civile, a quelli del Servizio Meteo Regionale e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare se un simile utilizzo dei dati sia razionale e attendibile, se c’è il rischio di interpretazioni errate, qual’è il modo migliore e corretto per utilizzarli.

Si sottolinea un fatto:
le previsioni meteorologiche, utili nel segnalare l’avvicinarsi di perturbazioni più o meno intense, si dimostrano totalmente inadeguate a fornire supporto in corso di evoluzione dei fenomeni meteorologici, perché utilizzano modelli di simulazione calibrati sull’andamento normale delle precipitazioni e non sui fenomeni estremi.

Le immagini in tempo quasi reale, al contrario, rappresentano i fenomeni nella loro forma effettiva e possono consentire l’individuazione di eventi critici in arrivo anche ad un profano, purché dotato delle opportune istruzioni per l’uso.
Perciò credo che si debba fare uno sforzo per indicare a tutti come utilizzare questi strumenti meteo in modo rigoroso e semplice, ma questo compito non compete ad un privato cittadino: compete agli esperti degli enti preposti.

In conclusione:

aumentare l’informazione e la consapevolezza della popolazione può aiutare a mitigare gli effetti dell’attuale mancanza di un piano particolareggiato di protezione dalle alluvioni e di un sistema efficiente di allertamento.

mercoledì 8 aprile 2009

Irresponsabili

Sono le 18.30 di mercoledi 8 aprile. Come ogni giorno infrasettimanale sto percorrendo la strada che da Macchiareddu porta a Poggio dei Pini, passando prima per la dorsale consortile e poi per le stradine interne delle campagne capoterresi.
Una pioggia fitta e battente in un cielo grigio mi fa pensare che questa stagione, la più piovosa che memoria d'uomo ricordi da queste parti, non vuole proprio finire e continua piovere. Da un certo punto di vista, come ho scritto in un pezzo di qualche mese fa, questa pioggia ha anche un effetto positivo. Mischiandosi con gli scarichi fognari che confluiscono nel Rio San Girolamo, posticipa il disastro a cui assisteremo molto presto se, come appare evidente, le reti fognarie non saranno riparate prima dell'arrivo del caldo. Presto il rio scomparirà, lasciando solo .....

Nella strada che percorro le pozzanghere sono ampie e profonde. Devo stare attento all'acquaplaning perche al mio passaggio si alzano due muri d'acqua. Rallenta Giorgio. Poi mi viene da pensare: e il guado? Come sarà quel guado scalcinato sotto il ponte crollato? E' un rischio, certamente. Non devo andare a Pauliara ma voglio dare un'occhiata.
In una bella giornata di sole, con il fiume ridotto a un ruscello, capisco che la gente passi di la. E' molto comodo. Le altre strade sono lunghe e pericolose: 3 o 7 km. Il comune di Capoterra, impegnato nel gioco dello scaricabarile, non ha mai sistemato lo stradello che conduce al guado che si trova in quella valle di lacrime che cono i campi sportivi.

Buca per buca, tanto vale passare sotto la diga. Ma oggi non si può, arriva molta acqua dal cielo e verrà rilasciata per ore dalle pendici scoscese del S. Barbara e dell'arco montano che circonda la valle del S. Girolamo. Non si può rischiare che, a un certo punto, il livello e la forza dell'acqua, che come abbiamo visto è imprevedibile, arrivi al punto di trascinare l'automobile. Come è possibile correre un rischio del genere sei mesi dopo quello che è successo; quelle auto e quelle persone trascinate via a pochi metri da dove oggi si continua a sfidare la sorte anche in una giornata di forte pioggia.
Mi avvicino alla zona del ponte crollato e guardo l'accesso al guado, provvisorio e incustodito, APERTO.


Una Smart scura, minuscola, si appresta a scendere verso l'acqua. Ma all'autista il S. Girolamo deve essere sembrato l'Acheronte. Inverte la marcia e torna indietro. Bravo! Chi passerà dopo?
Ma come è possibile, mi chiedo, che nessuno abbia pensato di chiudere questo passaggio, perlomeno in una situazione simile? Il terreno è della Cooperativa Poggio dei Pini. Provo a chiamare, 725218. Niente. Faccio il numero di telefono delle guardie giurate per chiedere se avessero ricevuto indicazioni, in caso di pioggia, di transennare quel passaggio. Nessuna risposta.
A casa il computer mi dice che per oggi e domani è stata diramata una allerta meteo per la Sardegna meridionale e vedo nella foto satellitare un grosso ammasso nuvoloso che si trova tra la Tunisia e la Sardegna. Non dobbiamo tutti improvvisarci meteorologi, non dobbiamo sostituirci alla protezione civile e soprattutto non dobbiamo più giocare alla roulette russa passando sopra i fiumi in piena. BASTA!
Chi ha le responsabilità della gestione delle infrastrutture faccia la sua parte. Non mi sembra un impresa ciclopica mettere una transenna nei giorni di pioggia. Quel guado è utile a molti, inutile negarlo. Il nuovo ponte arriverà tra un anno o forse anche dopo, ma se ci si comporta come bambini con un giocattolo pericoloso, c'è anche la possibilità che quel passaggio venga chiuso anche quando, in primavera, il rischio sarà cessato.
Sulla scrivania prendo in mano un foglietto arrivato l'altro giorno con la posta (snail mail). E' della Parrocchia locale. Leggo "si deve riconoscere che si sta lavorando alacremente, soprattutto da parte della Cooperativa, a ripristinare il territorio e a rimetterlo in sicurezza, nonostante la limitatezza dei mezzi e del personale disponibile". Alla faccia della sicurezza.
Prossimi appuntamenti: è Pasqua tra pochi giorni e presto ci saranno le elezioni della Cooperativa.

martedì 7 aprile 2009

Servono soldi 2

In allegato all'articolo precedente pubblico il comunicato stampa di Christian Solinas, che si riferisce al suo emendamento alla finanziaria regionale.
ALLUVIONE:SOLINAS (PSDAZ),10 MLN FINANZIARIA PER INFRASTRUTTURE (AGI) -
Cagliari, 4 apr. - A cinque mesi di distanza dall'alluvione che, il 22 ottobre scorso, devasto' alcuni centri del Cagliaritano, le comunita' colpite, in particolare quella di Capoterra, stentano a ritornare alla normalita'. La denuncia e' del consigliere regionale del Psd'Az Christian Solinas che stamane, in una conferenza stampa, ha illustrato un emendamento, da inserire nella manovra finanziaria 2009, per stanziare 10 milioni di euro da destinare all'avvio di un piano straordinario di interventi di infrastrutturazione, in capo alla competenza esclusiva dell'assessorato regionale ai lavori Pubblici. "Chiedo alla Giunta e alla commissione Bilancio, che iniziera' martedi' l'esame della legge finanziaria", ha spiegato l'esponente sardista, "di dare un segnale forte di solidarieta' alle popolazioni che attendono di uscire dall'emergenza".
Le difficolta' di riportare alla normalita' la situazione, secondo Solinas, dipendono anche dallo "spezzettamento delle competenze tra istituzioni ed enti che rendono piu' complicata linterlocuzione tra i vari soggetti e impediscono, di fatto, una strategia organica di ripristino".
La proposta del consigliere regionale prevede, inoltre, che gli stanziamenti e le economie, comprese le risorse non ancora spese per la ristrutturazione di opere pubbliche, confluiscano anch'esse nel fondo unico. Le preoccupazioni sono acuite dall'avvicinarsi della stagione estiva, in particolare per le condizioni igienico-sanitarie della zona dove, ancora il sistema fognario, in seguito allo straripamento del Rio Girolamo, riversa i liquami prima nel lago e poi nel mare. Genera apprensione, inoltre, lo sversamento di acque nere dal centro abitato di Capoterra verso l'area del Casic dove sono presenti numerose attivita' agricole e serre.

Servono soldi!

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato in anteprima la notizia dello "sblocco" dei finanziamenti che consentiranno perlomeno di avviare la progettazione del "Ponte per Pauliara". Abbiamo registrato anche i primi commenti soddisfatti, ma non dimentichiamoci che si tratta solo del 10% di una delle tante attività e che questi soldi erano già stati stanziati dalla giunta Soru. Nulla di nuovo quindi. Ci son ancora tante opere che ancora non partono (sebbene finanziate) e moltissime altre non sono mai state oggetto di finanziamento, ma saranno comunque necessarie affinchè questo territorio diventi un area in cui poter vivere in sicurezza e con una qualità della vita perlomeno simile a quello che esisteva prima.

Abbiamo ripetuto tante volte che molte opere dipenderanno dallo Studio Idrogeologico dell'area, per il quale la giunta Soru ha stanziato 500 mila euro. Ebbene, di questo studio non si ha alcuna notizia. Desaparecido. E' iniziato? E' stato affidato? E che ne è di quel "patto del fiume" tra gli enti e la popolazione che è stato annunciato dal resp. del Distretto Idrografico ing. Silvano il 29 novembre davanti a centinaia di alluvionati (leggi il nostro articolo)?

Su tutti questi temi esiste, a 6 mesi di distanza dall'evento alluvionale, il più assoluto silenzio. E' un silenzio che qualcuno cerca di rompere: innanzitutto noi in questo blog che dal giorno dell'alluvione diffondiamo informazione, documentazione, partecipazione e unità. Ultimamente è attiva l'Associazione 22 Ottobre, che è riuscita a radunare i massimi esperti delle discipline scientifiche legate all'idrogeologia realizzando due incontri con la popolazione che hanno certamente aiutato a capire che cosa è successo quel giorno, che cosa succederà in futuro e ad avere una idea di quello che bisogna fare, da subito.

Le entità che operano direttamente sul territorio, invece, non hanno contribuito alla conoscenza. Qualcosa ha fatto la Cooperativa Poggio dei Pini, radunando la popolazione del centro residenziale in alcune occasioni. Si tratta però di una azione nella quale la sacrosanta richiesta del ritorno alla normalità si intreccia con l'interesse alla cementificazione di zone in cui il rischio idrogeologico, come la realtà ha purtroppo dimostrato, è assai elevato. Il Comune di Capoterra sembra invece uno spettatore in questo contesto. Il Sindaco e gli assessori, incalzati dalla stampa, si limitano a dire "non ci hanno dato i soldi, non possiamo fare niente", che poi pare sia anche vero. Oppure "il ponte avrebbe dovuto farlo il Genio civile, perchè lo hanno affidato a noi?". Che sarebbe come dire "siamo degli incapaci, non sappiamo neanche sistemare un guado provvisorio o un paio di buche nella strada, ma perche ci fate fare i ponti?". Ci hanno almeno rappresentati e hanno difeso i nostri diritti? Quali azioni hanno fatto per difendere il loro territorio sul quale oggi incombe il terrore della crisi sanitaria e dove la viabilità in alcune zone è da 6 mesi del tutto simile a "the day after"? Ancora una volta Capoterra si è dimostrata madre-matrigna per i cittadini delle lottizzazioni periferiche. Come ci si può lamentare della poca coesione sociale esistente nel comune e del fatto che molti cittadini "immigrati" nelle frazioni non si sentano "capoterresi" se l'amministrazione assume un comportamento di questo tipo? Sono proprio atteggiamenti di questo tipo che seminano la divisione.

La presenza, in questo contesto di abbandono, di non pochi consiglieri comunali residenti nelle frazioni, testimonia come nel Comune di Capoterra, più che una logica di partiti o di proposte, regni la logica dell'emarginazione delle frazioni. Il fatto, poi, che l'emarginazione ed il menefreghismo siano stati perseguiti anche in occasione di una disgrazia dalle proporzioni catastrofiche, rende il comportamento di queste persone imperdonabile. Certamente ci ricorderemo di loro alle prossime elezioni.

La Regione Sardegna ha iniziato molto bene, con i rimborsi rapidissimi. Poi però le dimissioni del Governatore hanno provocato l'empasse in alcuni uffici regionali, con i conseguenti gravi ritardi di cui oggi stiamo pagando le conseguenze. E i soldi? In ottobre la regione ha stanziato un cospicuo finanziamento con il quale sono stati ristorati i danneggiati e sono state finanziate le opere di cui abbiamo parlato sinora.

Ma tante altre cose: la sistemazione dell'alveo del fiume dalla foce sino al monte, il piano di emergenza, la eventuale delocalizzazione di alcuni edifici, la ricostruzione di altri 4 ponti secondo criteri compatibili con le portate del 22 ottobre, la sistemazione della viabilità principale e minore, la messa in sicurezza degli invasi (laghetti), sono tutte opere che non hanno ancora ricevuto alcun finanziamento. La finanziaria è in discussione in questo mese di aprile. Una cosa è certa: ad oggi non c'è un euro per le aree alluvionate. Il governo nazionale non ha dato niente sin dal primo giorno, mentre ha riversato fiumi di denaro su altre aree del paese colpita da eventi molto meno problematici (restano famosi i 150 Mln per pochi cm. di cenere su Catania).
In questo contesto si stanno muovendo i consiglieri regionali capoterresi (guardacaso entrambi residenti nelle frazioni) Marco Espa e Cristian Solinas.
Il primo ha presentato una proposta di legge regionale da 40 MLN (scarica), mentre il secondo ha annunciato un emendamento alla finanziaria per 10 MLN. Non conosciamo il contenuto della richiesta di Solinas.

La proposta di Marco Espa contiene molte delle indicazioni che l'Associazione 22 Ottobre e alcuni interventi di questo blog hanno fatto emergere negli scorsi mesi, in particolare il riferimento al Parco Fluviale del S. Girolamo. E' molto probabile che anche il rappresentante dei quattro mori intenda muoversi sullo stesso fronte, tant'è che ho più volte sollecitato una azione comune.
Purtroppo la politica ha le sue leggi e prevede lo scontro tra i "poli". Speriamo invece che per ricostruire la valle del S. Girolamo si crei una unità di intenti che consenta di ottenere i finanziamenti necessari; perchè una cosa è chiara: senza soldi non avremo alcuna sicurezza e saremo predisposti ad altra distruzione in occasione della prossima alluvione (tra 5 anni o il prossimo ottobre?). Avremo laghi prosciugati con incendi e boschi in fumo, ponti inedeguati che crolleranno di nuovo alla prossima alluvione oltre a fare da tappo, creando onde di piena.
Seguiamo quindi con interesse cosa accadrà nella finanziaria regionale. Per ora non c'è niente e i nostri due prodi dovranno scontrarsi con un'orda famelica in cerca di denari.
Non servono solo soldi. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte. Quello che è successo deve insegnare anche a noi a rispettare questa natura e ciò che le appartiene e a vivere in maggiore armonia con essa.

giovedì 2 aprile 2009

Primi lavori negli impianti fognari a Pauliara

di M. Rita Lai
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Dopo quasi 5 mesi e mezzo sono iniziati, da circa una settimana, i lavori di rifacimento degli impianti fognari nella zona di Pauli Ara. In particolare venerdì scorso alcuni operai, dipendenti di una ditta d’appalto esterna di Abbanoa, hanno iniziato a rimettere in sesto la centrale di sollevamento fognario, presente subito a valle del guado della zona sportiva, realizzata proprio nel bel mezzo dell’alveo divagante del fiume.
La centrale era stata completamente devastata dal fiume in piena e tutte le sue parti riempite di sabbia e massi, la recinzione in acciaio era stata travolta dalla forza di massi e tronchi e completamente divelta e accartocciata, il piazzale e la sala pompe erano completamente riempiti di sabbia e grossi massi, come si può vedere anche nelle foto sottostanti.











L’impianto di sollevamento fognario come si presentava a febbraio

L’impianto di sollevamento fognario visto da valle




La zona dell’impianto oggi: sulla destra si nota la nuova recinzione e a sinistra i sacchi pieni di detriti
Insomma qualcosa inizia a muoversi, sarà un primo segnale della lenta ripresa verso la normalità degli impianti fognari? Adesso speriamo che, come più volte promesso, Abbanoa avvi al più presto anche i lavori sulle condotte distrutte. Secondo le ultime informazioni raccolte in questi giorni, pare che il progetto esecutivo, che doveva essere predisposto dalla Ditta vincitrice della gara d’appalto, stia per arrivare alla conclusione e subito dopo inizieranno i lavori.

mercoledì 1 aprile 2009

Finalmente sbloccati i finanziamenti per il Ponte di Pauliara

Dopo le cattive notizie, che per la nostra Comunità hanno purtroppo comportato un grande danno di immagine ma soprattutto la perdita di credibilità ed autorevolezza esterna, ecco finalmente una buona notizia:
Recentemente è pervenuta al protocollo del Comune di Capoterra una nota avente ad oggetto “rifacimento ponte sul Rio S. Gerolamo e sistemazione viabilità in loc. Poggio dei Pini” (scarica pdf 50 kb).
Nella predetta comunicazione l’Ing. Roberto Silvano – direttore del distretto idrografico della Sardegna - informava che con determinazione 9545/529 dell’11-03-2009 è stato liquidato e autorizzato il pagamento al Comune di Capoterra della somma di 100.000 euro quale prima erogazione del finanziamento ai sensi della L.R. 5/07.

Il canale scolmatore e il ponte per Pauliara nel 2006 (foto G. Cillocu)

Inoltre nella medesima nota, in relazione all’esigenza di realizzare il ponte con la massima tempestività – tenuto conto che lo stesso risulta indispensabile per il superamento dell’isolamento di un intero quartiere di Poggio dei Pini – si evidenzia la possibilità di far ricorso alle procedure d’urgenza previste dalla normativa vigente.
A tal proposito l’Ing. Roberto Silvano trasmette una nota dell’Avvocatura di Stato contenente un parere in merito, recentemente fornito in un caso analogo. (scarica pdf 175 kb)
Ulteriore aspetto positivo è rappresentato dalle successive determinazioni degli Uffici regionali (scarica pdf 240 kb), che impongono al Comune di Capoterra il rispetto di un cronoprogramma assolutamente celere nella realizzazione del ponte.
Ovviamente bisognerà rimanere vigili affinché le tempistiche vengano rispettate, ma soprattutto non dobbiamo dimenticare che il ponte di Pauliara è soltanto uno dei tanti problemi.
Rimane infatti il preoccupante problema delle fogne a cielo aperto, della messa in sicurezza delle strade interne alla lottizzazione, della ricostruzione degli impianti sportivi e della rinascita del Poggio.

Franco Magi

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