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martedì 7 aprile 2009

Servono soldi!

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato in anteprima la notizia dello "sblocco" dei finanziamenti che consentiranno perlomeno di avviare la progettazione del "Ponte per Pauliara". Abbiamo registrato anche i primi commenti soddisfatti, ma non dimentichiamoci che si tratta solo del 10% di una delle tante attività e che questi soldi erano già stati stanziati dalla giunta Soru. Nulla di nuovo quindi. Ci son ancora tante opere che ancora non partono (sebbene finanziate) e moltissime altre non sono mai state oggetto di finanziamento, ma saranno comunque necessarie affinchè questo territorio diventi un area in cui poter vivere in sicurezza e con una qualità della vita perlomeno simile a quello che esisteva prima.

Abbiamo ripetuto tante volte che molte opere dipenderanno dallo Studio Idrogeologico dell'area, per il quale la giunta Soru ha stanziato 500 mila euro. Ebbene, di questo studio non si ha alcuna notizia. Desaparecido. E' iniziato? E' stato affidato? E che ne è di quel "patto del fiume" tra gli enti e la popolazione che è stato annunciato dal resp. del Distretto Idrografico ing. Silvano il 29 novembre davanti a centinaia di alluvionati (leggi il nostro articolo)?

Su tutti questi temi esiste, a 6 mesi di distanza dall'evento alluvionale, il più assoluto silenzio. E' un silenzio che qualcuno cerca di rompere: innanzitutto noi in questo blog che dal giorno dell'alluvione diffondiamo informazione, documentazione, partecipazione e unità. Ultimamente è attiva l'Associazione 22 Ottobre, che è riuscita a radunare i massimi esperti delle discipline scientifiche legate all'idrogeologia realizzando due incontri con la popolazione che hanno certamente aiutato a capire che cosa è successo quel giorno, che cosa succederà in futuro e ad avere una idea di quello che bisogna fare, da subito.

Le entità che operano direttamente sul territorio, invece, non hanno contribuito alla conoscenza. Qualcosa ha fatto la Cooperativa Poggio dei Pini, radunando la popolazione del centro residenziale in alcune occasioni. Si tratta però di una azione nella quale la sacrosanta richiesta del ritorno alla normalità si intreccia con l'interesse alla cementificazione di zone in cui il rischio idrogeologico, come la realtà ha purtroppo dimostrato, è assai elevato. Il Comune di Capoterra sembra invece uno spettatore in questo contesto. Il Sindaco e gli assessori, incalzati dalla stampa, si limitano a dire "non ci hanno dato i soldi, non possiamo fare niente", che poi pare sia anche vero. Oppure "il ponte avrebbe dovuto farlo il Genio civile, perchè lo hanno affidato a noi?". Che sarebbe come dire "siamo degli incapaci, non sappiamo neanche sistemare un guado provvisorio o un paio di buche nella strada, ma perche ci fate fare i ponti?". Ci hanno almeno rappresentati e hanno difeso i nostri diritti? Quali azioni hanno fatto per difendere il loro territorio sul quale oggi incombe il terrore della crisi sanitaria e dove la viabilità in alcune zone è da 6 mesi del tutto simile a "the day after"? Ancora una volta Capoterra si è dimostrata madre-matrigna per i cittadini delle lottizzazioni periferiche. Come ci si può lamentare della poca coesione sociale esistente nel comune e del fatto che molti cittadini "immigrati" nelle frazioni non si sentano "capoterresi" se l'amministrazione assume un comportamento di questo tipo? Sono proprio atteggiamenti di questo tipo che seminano la divisione.

La presenza, in questo contesto di abbandono, di non pochi consiglieri comunali residenti nelle frazioni, testimonia come nel Comune di Capoterra, più che una logica di partiti o di proposte, regni la logica dell'emarginazione delle frazioni. Il fatto, poi, che l'emarginazione ed il menefreghismo siano stati perseguiti anche in occasione di una disgrazia dalle proporzioni catastrofiche, rende il comportamento di queste persone imperdonabile. Certamente ci ricorderemo di loro alle prossime elezioni.

La Regione Sardegna ha iniziato molto bene, con i rimborsi rapidissimi. Poi però le dimissioni del Governatore hanno provocato l'empasse in alcuni uffici regionali, con i conseguenti gravi ritardi di cui oggi stiamo pagando le conseguenze. E i soldi? In ottobre la regione ha stanziato un cospicuo finanziamento con il quale sono stati ristorati i danneggiati e sono state finanziate le opere di cui abbiamo parlato sinora.

Ma tante altre cose: la sistemazione dell'alveo del fiume dalla foce sino al monte, il piano di emergenza, la eventuale delocalizzazione di alcuni edifici, la ricostruzione di altri 4 ponti secondo criteri compatibili con le portate del 22 ottobre, la sistemazione della viabilità principale e minore, la messa in sicurezza degli invasi (laghetti), sono tutte opere che non hanno ancora ricevuto alcun finanziamento. La finanziaria è in discussione in questo mese di aprile. Una cosa è certa: ad oggi non c'è un euro per le aree alluvionate. Il governo nazionale non ha dato niente sin dal primo giorno, mentre ha riversato fiumi di denaro su altre aree del paese colpita da eventi molto meno problematici (restano famosi i 150 Mln per pochi cm. di cenere su Catania).
In questo contesto si stanno muovendo i consiglieri regionali capoterresi (guardacaso entrambi residenti nelle frazioni) Marco Espa e Cristian Solinas.
Il primo ha presentato una proposta di legge regionale da 40 MLN (scarica), mentre il secondo ha annunciato un emendamento alla finanziaria per 10 MLN. Non conosciamo il contenuto della richiesta di Solinas.

La proposta di Marco Espa contiene molte delle indicazioni che l'Associazione 22 Ottobre e alcuni interventi di questo blog hanno fatto emergere negli scorsi mesi, in particolare il riferimento al Parco Fluviale del S. Girolamo. E' molto probabile che anche il rappresentante dei quattro mori intenda muoversi sullo stesso fronte, tant'è che ho più volte sollecitato una azione comune.
Purtroppo la politica ha le sue leggi e prevede lo scontro tra i "poli". Speriamo invece che per ricostruire la valle del S. Girolamo si crei una unità di intenti che consenta di ottenere i finanziamenti necessari; perchè una cosa è chiara: senza soldi non avremo alcuna sicurezza e saremo predisposti ad altra distruzione in occasione della prossima alluvione (tra 5 anni o il prossimo ottobre?). Avremo laghi prosciugati con incendi e boschi in fumo, ponti inedeguati che crolleranno di nuovo alla prossima alluvione oltre a fare da tappo, creando onde di piena.
Seguiamo quindi con interesse cosa accadrà nella finanziaria regionale. Per ora non c'è niente e i nostri due prodi dovranno scontrarsi con un'orda famelica in cerca di denari.
Non servono solo soldi. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte. Quello che è successo deve insegnare anche a noi a rispettare questa natura e ciò che le appartiene e a vivere in maggiore armonia con essa.

3 commenti:

Marco Espa ha detto...

Ciao, queste sono altre mie dichiarazioni riportate dagli organi di stampa. Ci vuole unità. E poi gli interventi devono essere affidati al comissario straordinario, credo, che con poteri speciali può far "correre" le risorse, senza lungaggini burocratiche. Le risorse non devono andare agli assessorati... se no... non ne usciamo più....non possiamo aspettare.


“Ci vuole un impegno responsabile ed unitario e bipartisan di tutto il Consiglio Regionale insieme al governo della Regione, a cominciare dai consiglieri regionali espressione del territorio, la situazione richiede immediati provvedimenti.

“Chiederemo – conclude Marco Espa - che la gestione degli interventi debba essere affidata direttamente al Commissario Straordinario per l'emergenza alluvione, il Presidente Ugo Cappellacci, e non agli assessorati. Come sappiamo ha tutti i poteri per far eseguire i lavori anche in deroga alle norme vigenti. E' una situazione straordinaria che va affrontata con procedure straordinarie. Il Presidente inoltre pretenda dal governo nazionale nuove risorse, voglio ricordare che ad oggi, davanti a stanziamenti regionali voluti dalla precedente giunta per 50 milioni di euro, il Governo ci ha concesso l'elemosina di soli 6 milioni di euro”.

Giorgio Plazzotta ha detto...

evidentemente al Comune di Capoterra devono essere fischiate le orecchie a qualcuno. Oggi sull'Unione si parla del piano triennale delle opere pubbliche di Capoterra che, come dice il Sindaco sarebbe "pensato per il territorio a 360 gradi". Questa frase testimonia come prima d'ora le opere venivano realizzate con una angolazione differente (boccaccia mia stati zitta!).
A mio avviso questo piano è anche la prova che la pressione esercitata nei confronti del Comune ha dato qualche frutto e, dobbiamo sottolinearlo, che forse il Comune ha capito, seppur tardivamente, che bisognava voltare pagina. Meglio tardi che mai!
Adesso comunque vediamo se dalle parole si passa ai fatti.

Rita ha detto...

Per chi non compra l'Unione Sarda o no l'abbia ancora letto, riporto alcuni stralci che riprendono i punti trattati da Giorgio nell'articolo.

"Nel piano triennale si parla anche dell'adeguamento e messa in sicurezza di via dei Genovesi, che collega Pauliara e Rio San Girolamo alla strada statale 195. Ancora, rete del gas metano, impianti fotovoltaici su cinque scuole di Capoterra, per risparmiare e dare un contributo alla riduzione delle emissioni inquinanti, la ricostruzione del ponte di Pauliara per far uscire il rione dall'isolamento, i marciapiedi nel centro storico di Capoterra e tanto altro ancora. «Scuole, servizi, viabilità, sicurezza, strutture sociali e anche cultura e beni architettonici. Un piano pensato per il territorio a 360 gradi», dice il sindaco, Giorgio Marongiu"

Quindi il Comune mette insieme interventi finanziati per l'emergenza alluvione con altri interventi che con l'alluvione non hanno nulla a che vedere.

Ciò che stupisce è che la settimana scorsa avevamo letto che non avevano la minima voglia di occuparsi del Ponte per Pauliara e oggi invece sembra che abbiano cambiato idea? Come mai?

Speriamo che si ricordino anche dei problemi della scuola di Residenza del Poggio che versa in condizioni piuttosto precarie!
Rita

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