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sabato 29 novembre 2008

Anche Soru alle prese con la sindrome di SU VAJONTI


Si è tenuto poche ore fa l'atteso incontro del Presidente Soru con le popolazioni colpite dall'alluvione del 22 ottobre. Dato che erano molto pochi i poggini presenti penso di fare cosa utile cimentandomi in una cronaca dell'evento alla quale mi permetterò di aggiungere alcune impressioni del tutto personali.
L'incontro è stato organizzato in maniera egregia da Don Battista, vero motore della comunità di Frutti d'Oro. Partecipavano come relatori, oltre al governatore Soru, anche l'assessore dei lavori pubblici RAS Mannoni (che non ha quasi aperto bocca), il sindaco di Capoterra Marongiu, il direttore dell'Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna ing. Silvano.
Innanzitutto reputo interessante il fatto che questo incontro si sia tenuto. Sebbene possa sembrare una banalità, sappiamo bene come si comportano certi politici "di grido", che considerano la distanza con i cittadini uno degli elementi distintivi del potere. Il governatore Soru conferma di fare politica in maniera molto diversa rispetto ai suoi predecessori. Anche il suo linguaggio è diretto, senza fronzoli e giri di parole, molto chiaro. Questo non vuol dire che, dopo l'incontro, la gente abbia capito con esattezza come sarà questo territorio dopo gli interventi,a ma siamo in Italia non aspettiamoci miracoli e accontentiamoci dei miglioramenti che notiamo. In questa storia, a mio avviso, ce ne sono molti. E' in fase di realizzazione uno studio idrogeologico di dettaglio che fornirà indicazioni tecniche e probabilmente le risposte che oggi anche il Governatore non ha potuto dare, o che ha dovuto dare in modo incompleto. Personalmente ho la forte sensazione che gli uomini di oggi non siano in grado di mantenere in vita quello che gli uomini di ieri avevano costruito, pur disponendo di risorse molto più limitate.
Soru mette l'accento sul fatto che questi eventi sono frutto di cambiamenti climatici. Ma è sicuro? Vi sono accese discussioni scientifiche su questo argomento, anche perchè i dati climatici di cui disponiamo risalgono a meno di 100 anni ed è quindi difficile capire cosa è accaduto al nostro clima negli ultimi millenni. Soru però abbraccia la teoria dell'evento eccezionale, imprevedibile. E' la stessa teoria che verrà poi ripresa dal sindaco Marongiu ed è, se mi permettete, anche la teoria più adatta a "salvare le chiappe" dei politici, che quindi non sarebbero colpevoli di una gestione del territorio SCIAGURATA e IGNORANTE (sempre nei casi in cui la Magistratura non appuri che sia anche "delinquente"). La realtà che nessuno ha il coraggio di dire con chiarezza, neanche il coraggioso Presidente Soru, è che gli unici colpevoli di questo disastro sono gli uomini, quelli che hanno amministrato e gestito il territorio così come quelli che non lo hanno descritto in modo inappropriato. La colpa non è della NATURA.
Soru comunque è quello della "legge salvacoste" e non può astenersi dal lanciare alcune frecciate velenose agli amministratori locali, ricordando che le case sono troppo vicine al fiume, così come sono troppo vicine al mare che le ha aggredite con le violenti mareggiate dei giorni scorsi. E' chiaro che di questa situazione i proprietari sono del tutto incolpevoli. A questo proposito Soru annuncia anche la risoluzione del problema di erosione del litorale che dovrebbe essere garantita da un progetto apposito. Non conoscendolo non so se verranno poste delle barriere tipo Adriatico oppure sarà effettuato un ripascimento. Raccontando la recente esperienza del nubifragio di Orosei avvenuto nei giorni scorsi Soru ha ricordato come spesso anche i toponimi delle località in cui si è costruito ricordavano la presenza di acqua in quei luoghi. Cosa possiamo aspettarci costruendo in un luogo chiamato "Palude delle canne" etc. Era superfluo, ma lo facciamo noi, ricordare che una lottizzazione denominata "Rio S. Girolamo" porta anche nel nome un pericolo che si sarebbe dovuto conoscere. Comunque in nome del "politically correct" e del tentativo di salvaguardare l'immagine dell'amministrazione comunale (che è dello stesso colore politico), Soru non mette il dito nella piaga degli errori fatti nel passato e invita a pensare al futuro nel nome del "volemose bene". Ancora errori ve ne sono stati nei soccorsi, ma è stata sottolineata la grande mobilitazione collettiva che, secondo il Governatore, "non si vede da tutte le parti". Ci tengo particolarmente a citare questo elogio che ho considerato rivolto anche a quei tanti volontari di Poggio dei Pini e della nostra associazione Grusap che sono intervenuti massicciamente e per molti giorni nelle zone più colpite. La precisione di Soru è nettamente diminuita quando ha cercato di descrivere la situazione geologica dell'area. A parte lo strafalcione sulla "stecca fluviale" (invece dell'asta) è apparso chiaro che quello non è il suo campo: i lettori del nostro blog sono invece informatissimi. Una dichiarazione che ha fatto effetto: l'asilo di Rio S. Girolamo "sarà spostato". Vorrei ben vedere, chi ce li manderebbe i bambini in uno stabile dove per puro miracolo non si è verificata una carneficina?
L'ing. Silvano, che coordina gli studi idrogeologici di dettaglio in fase di realizzazione, afferma che verrà realizzato un cosiddetto "Contratto di fiume" che coinvolgerà anche le popolazioni interessate. Speriamo che non sia una delle tante formule, tipo "piano paesistico", che poi non portano a niente. Non è chiaro come si realizzerà questo coinvolgimento. A questo proposito ricordo che si è formato un gruppo di professionisti che si propone proprio di partecipare a questo tipo di attività, saranno coinvolti?
Veniamo ora al nostro signor Sindaco, il cui intervento, è proprio il caso di dire, ha fatto acqua da tutte le parti. La sala, sempre silenziosa con gli altri ospiti, ha rumoreggiato più volte all'indirizzo del primo cittadino di Capoterra. Ciò è certamente dovuto a una generale difficoltà politica di questo momento, difatti se i più sprovveduti si sono bevuti le storia sulla responsabilità dei cambiamenti climatici o del laghetto di Poggio, la maggior parte di noi sa dove si trovano le responsabilità del disastro. Quei mugugni sono probabilmente un segnale rivolto a lui personalmente dagli elettori che probabilmente, alla prossima occasione, lo inviterebbero a "zaccare stradoni" se osasse ripresentarsi, cosa che difficilmente avverrà. Particolarmente sottolineata dal pubblico la sua affermazione "non sono riuscito a capire per quale ragione sia accaduto tutto ciò". Un autogol. Il Sindaco ha poi dato i numeri: nel corso del suo intervento ha detto che la quantità di acqua precipitata è stata pari a: 274 mm., 384 mm, 374 mm. e addirittura 460 mm. OK il valore giusto lo abbiamo pubblicato il 29 ottobre su questo blog ed è di 372 mm. La sorgente de Sa Scabizzada viene poi da lui posizionata a ben 541 metri di altitudine, mentre invece si trova a soli 250 metri. Dopo avere sciorinato queste inesattezze afferma che "nessuno sa cosa è successo a monte, nessuno è andato a vedere". Di certo non ci è andato lui. Insomma per Marongiu si è trattato di evento "ecceziunale veramente" (quindi nessuna colpa da parte degli amministratori, solo un di sfiga) e poi chissà cosa sarà mai accaduto "più in alto", forse è sorto un enorme geyser sulla cima del monte S. Barbara che ha creato questa imponente inondazione! In realtà moltissime persone, anche io che non sono Messner, sono andate lassù e hanno verificato che la natura, dove è rispettata, accoglie queste precipitazioni così intense senza grandi sconvolgimenti. Marongiu avrebbe potuto constatare che dove esiste un manto vegetale naturale non vi è alcuna traccia del nubifragio. Nei valloni, negli impluvi e, ovviamente presso i fiumi, la natura invece fa il suo corso da milioni di anni, trasportando i materiali dalle montagne verso le valli fino al mare. Nei pressi di queste vie d'acqua non è opportuno costruire. Non lo facevano gli antichi, perchè dovremmo farlo noi. Dovrebbe essere anche illegale, ma in Italia, si sa, anche le cose che sembrano più ovvie possono essere messe in dubbio da cavilli e burocrazia di vario tipo. A questo proposito, in un successivo articolo, cercheremo di capire come è possibile che sia sparito il vincolo idrogeologico che gravava sul nostro territorio montano (o lo proteggeva?). Certo che se i vincoli li togliamo, tutto diventa legale.
Insomma se proprio non vi siete bevuti le storia della precipitazione eccezionale, il Sindaco ha in serbo un'altra carta da giocare, quella della legalità. Il PAI, Piano di Assetto Idrogeologico, era redatto in modo così conservativo da ritenere quasi impossibile un evento come quello che si è verificato il 22 ottobre (tempo di ritorno 50 mila anni) , mentre le opere realizzate dopo l'alluvione del 1999 presso la foce (tutte andate distrutte), dovevano avere una "stima di durata" di almeno 200 anni. Ha ragione in questo il Sindaco. Abbiamo detto anche noi che gli studi di settore erano fatti male, molto male. Il PAI è pubblicato nel blog, potete consultarlo. Quindi è probabilmente vero quanto affermano i politici di Capoterra degli ultimi decenni, intervistati anche dalla RAI dopo l'alluvione: le urbanizzazioni sono state realizzate sempre rispettando la legge. Questi amministratori, però, non vengono da Marte, pertanto come tanti altri capoterresi, avrebbero dovuto conoscere perlomeno le memorie storiche relative agli eventi idrogeologici di quelle terre. Questa responsabilità, anche se non fosse mai riconosciuta da alcun tribunale, lo sarà forse nella cabina elettorale.
Devo comunque condividere un grido di allarme lanciato dal Sindaco: gli interventi si fanno celermente quando sono straordinari. Quando invece la situazione diventa "ordinaria" ecco che le opere spesso si fermano e chi si è visto si è visto. Il rischio è che vengano realizzate solo le prime opere considerate urgenti, mentre tutte le altre, sebbene inserite in studi belli e colorati (come il PAI), potrebbero rimanere per sempre sulla carta. Questo è secondo me un timore molto, ma molto fondato. Prepariamoci al "pacco".
Veniamo ora alla questione del lago di Poggio dei Pini, che sta particolarmente a cuore a molti lettori del nostro blog.
La prima considerazione da fare, piuttosto triste, è che nella chiesa di Frutti d'Oro si è potuto toccare con mano il risultato ottenuto dai pochi ignoranti (ribadisco: POCHI) che hanno messo in giro informazioni e scenari che sono completamente privi di alcun fondamento scientifico. Ne abbiamo parlato approfonditamente anche nel blog e abbiamo anche ricevuto una lettera proveniente da un consigliere comunale di maggioranza, Giacomo Mallus della Margherita, che ha difeso e alimentato queste azioni di vero e proprio sciacallaggio sociale, mirate a creare dissapori e divisioni nella popolazione. Queste persone, che paventano i timori di restare vittime di un nuovo Vajont (Su Vajonti), non hanno alcuna conoscenza idrogeologica: sono psicologi, analisti chimici, meccanici, casalinghe. I geologi di Frutti d'Oro, primo fra tutti Antonio Sau, hanno tentato di divulgare le informazioni corrette, ma evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. I motivi di questa ostilità nei confronti degli abitanti di Poggio dei Pini da parte di pochi idioti non la si troverà nei testi di geologia, ma nei bassifondi dell'animo umano. Solitamente questi sentimenti si mischiano insieme ai tanti, belli e buoni, della società. L'alluvione purtroppo pone i riflettori anche su queste bassezze.
Alcun cittadini di Frutti d'Oro hanno pertanto sollecitato interventi sulla diga di Poggio dei Pini che "non fa dormire sonni tranquilli". Un tizio era addirittura preoccupato del lago-pozzanghera attuale.
Ad ogni modo le informazioni che riguardano la diga sono le seguenti. Il canale scaricatore, che ha una portata di circa 100 mc/s sarà ampliato fino ad avere una portata doppia. Contemporaneamente il livello del lago sarà abbassato in modo da portare la capacità da 250.000 mc a soli 70.000 mc. Su cosa significhi questo per il futuro del lago, soprattutto in estate, si apriranno le discussioni, ma penso che alla fine lo vedremo direttamente di persona in agosto, quando entreranno in azione, dopo i nemici del lago, anche i nemici del bosco.
La situazione di cui stiamo parlando viene definita provvisoria dall'ing. Silvano. In inverno non è difatti possibile intervenire sul corpo diga (demolendolo come qualcuno vorrebbe), però entro l'estate dovrà essere presa una decisione definitiva che potrebbe prevedere anche la rimozione della diga. Io personalmente penso invece che resterà una pozzanghera in inverno e niente in estate e propongo un concorso di idee per realizzare perlomeno un prato dove prima c'era il lago. Poggio dei Pini sarà sempre un luogo meraviglioso con lago o senza, dipende anche da noi.
Se è vero che più voci sono intervenute per esprimere l'immotivato timore dell'effetto "Su Vajonti", come ha reagito la comunità di Poggio dei Pini? L'evento era stato ampiamente pubblicizzato. I residenti di Poggio dei Pini erano presenti in numero scarso, uno solo di loro ha parlato, Manuele Levanti, per ribadire l'azione di freno effettuata dalla diga nei confronti della furia della acque e per segnalare la necessità di effettuare opere sui costoni montani. Soru parlava a Frutti d'Oro e ha quindi pensato ai circa 5000 elettori delle frazioni litoranee. Ha pertanto rassicurato chi sogna la demolizione della diga e ha trascurato chi vorrebbe che il piccolo laghetto collinare fosse sicuro ma continuasse a esistere e a svolgere il suo ruolo positivo non solo per il paesaggio, ma anche in funzione proprio di briglia idrologica e punto di rifornimento antincendio. Al meeting non è intervenuto nessun rappresentante della Cooperativa Poggio dei Pini. Non mi risulta neanche che fossero presenti, NON LI HO VISTI. Probabilmente i nostri rappresentanti erano nascosti dietro illoro muretto a secco. No comment
Un'ultima cosa : nessuno ha sollevato il problema del rione di Pauliara isolato dal resto di Poggio.

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Giorgio, Ti ringrazio per le informazioni che ci hai passato. Ero nel bronx, poi Ti spiegherò.

Doverosa premessa.
Non voglio fare nessuna polemica.
Riferisci che c'erano Soru, Mannoni, Marongiu (il mega Sindaco di Capoterra, quello di zacca stradoni) e Silvano. Mi domando come mai non ci fosse il "Sindaco" di Poggio dei Pini o, in vece sua, il Vice "Sindaco". La presenza di uno dei due, a mio avviso, era doverosa. C'era Manuele Levanti che ha anche fatto un intervento in difesa del lago. Un ringraziamento anche a Lui che, col suo impegno, esprime il segno di un auspicato cambiamento, come minimo nel modo di fare.

Forse ricorderai che in occasione dell'ultimo grande incendio della scorsa estate avevo sollecitato proprio sul blog i nostri Amministratori a farsi promotori di una conferenza dei servizi (RAS, Provincia, Comune ed Enti vari) per trattare l'argomento incendi e gestione del territorio. Ovviamente nulla. Il blog viene letto ma non é organo ufficiale. Mah ?!?

Faccio mie le parole di un vecchio amico (P.P.) che sabato 29.11 usciva dagli uffici della Cooperativa. I residenti hanno il diritto di sapere: non c'é comunicazione. E' un ingegnere che di queste cose ne mastica.

Per l'isolamento di Pauliara non ho parole. Sono passati più di trenta giorni e quel rione del Poggio dei Pini é, sostanzialmente, rimasto isolato. E' una vergogna. Il genio militare dispone di ponti a diverse campate che possono sopportare il peso di più blindati-cingolati. Sono in grado di montarli in mezza giornata (ma forse anche meno).
Se non ci fossero state le varie guerre in giro per il mondo, dove sono stati impiegati, avrebbero finito con l'arrugginirsi in magazzino.
A mio avviso ci vorrebbe una sollevazione popolare.

Veniamo al bronx. Lo proporrò come nuovo nome della zona del gruppo sportivo. In America questo termine sintetizza disagio e abbandono, degrado. Tutto questo circonda la Club House.

Anche in questo caso, che io sappia, visite e valutazioni sul posto da parte dei nostri Amministratori zero.

Gli interventi ottenuti pochi.

Diverse cose continuano a sfuggirmi e con i Poggini (P.P. compreso) rimango in attesa di sapere e capire.

Saluti.

Maurizio Cadone

giacomo ha detto...

Ciao, per ora voglio ringraziare a titolo personale Giorgio che come sempre da un contributo eccezionale per capire il momento che si sta vivendo.

Grazie anche a Manuele Levanti che sta dimostrando da subito di essere un validissimo consigliere, grazie anche Don Battista che come sempre è una gran lavoratore.

Per adesso mi fermo qui, anche se aggiungo che per i laghi io ho sempre pensato ad una mia idea che è quella del " PARCO DEI DUE LAGHI " , da apporofondire , e che possa vedere anche il progetto della sistemazione che si era presentato anni fa, si può realizzare anche con i laghi ridotti, l'importante che esista e poi da li ci saranno anche dei finanziamenti a tal proposito.

Intanto per andare a cercare dati pratici vorrei sapere se esiste o se è in fase di progettazione uno studio che ritengo obbligatorio e che tenga conto del fatto che la diga in terra possa cedere con 240.000 mc o con circa 400.000 mc d'acqua che ha contenuto nel momento di piena per circa 3 ore, ovvero quanto questo evento ipotetico e molto difficile potrebbe incidere sul territorio a valle, quali danni potrebbe arrecare, senza studio esistente non si può dire ed è da li che si capirebbe l'eventuale diminuzione in capienza del lago.


Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

da Rita Lai:

Poi la questione che citi
"mentre le opere realizzate dopo l'alluvione del 2000 presso la foce e che sono state distrutte il mese scorso, dovevano avere una "stima di durata" di almeno 200 anni

non è proprio così, in realtà le opere sono state progettate dagli ingegneri idraulici considerando un tempo di ritorrno delle portate pari a 200 anni, ma ciò non significa assolutametne che avevano una garanzia di durata pari a 200 anni.
Quando si progetta un ponte o degli argini si devono fare dei calcoli idraulici che servono per dimensionarne la "luce" cioè la larghezza e per fare ciò si possono usare tempi di ritorno di quell'evento differenti. Più è basso il tempo di ritorno (Tr) più la sezione sarà ridotta, più è alto più la sezione si allarga, questo perchè si da per scontato che ogni 10 o 50 anni ci sia un evento un po' più alto della media e le opere devono resistere a quell'evento non a tutti i cataclismi.
Normalmente le leggi impongono di progettare con un Tr = 200 anni, anche perchè le opere hanno una loro vita media dovuta ai materiali che col tempo si degradano e va fatta la manutenzione.
Se si progettasse con Tr = 500 o 1000 anni si otterrebbero manufatti giganteschi e costosissimi.
Il probelma fondamentale è che gli idraulici sulla base dei pochi dati pluviometrici ufficiali di cui dispongono (partono solo dal 1922) hanno sbagliato le valutazioni, cioè hanno preso come riferimento un deflusso con Tr =200 mentre magari quello era solo di 50 anni. Infatti tutte le modellazioni matematiche esistenti per la Sardegna finalizzate ad impostare le formule per fare le valutazioni sui tempi di ritorno sono state clamorosamente smentite e sballate dagli eventi del 1999 e da quello attuale.
Ciò significa che qualcuno all'Università dovrà mettersi a studiare meglio questi eventi e trovare le nuove formule matematiche.
Comunque, secondo me in questa zona di alluvioni del tutto simili ed imponenti, ce ne sono state tantissime in epoca storica cioè anche solo 200 anni fa, come dimostra l'elenco che ti invio in allegato. Solo che qualcuno non se lo ricorda più perchè si è persa la memoria storica dei vecchi e degli agricoltori che utilizzavano le campagne nel 1700 o nel 1800. Di fatto le campagna di Capoterra sono rimaste fino alla fine dell'800 in mano a grandi latifondisti, spagnoli, e austriaci e ai marchesi di Villahermosa e agli Zapata di barumini, poi dopo con la famosa legge delle chiudende, sono stati assegnati agli attuali proprietari (nel libro di Emanuele Atzori troverai i nomi dei nonni degli attuali Dessì, Pandinu, Farigu, Cappai, Pianu, Piscedda, ecc.), tutta gente che prima faceva il mezzadro o pascolava pecore in una zona malarica e occupata da acquitrini, che spesso restava isolata dal capoluogo perchè i ponti della Scafa e della Playa ad ogni alluvione crollavano (nubifragio del novembre 1898) e che d'improvviso si è ritrovata proprietaria di pochi ettari di terreno, spesso suddivisi in varie zone di capoterra.
Chi rappresenta quindi adesso a Capoterra la vera Memoria storica? Temo nessuno se non qualche vecchietto di 90 anni, se è ancora lucido, perchè non vai ad intervistarlo?
Forse bisognerebbe leggere il Casalis e l'Angius (storici che hanno scritto dei volumi enormi sulla storia della Sardegna) e trovare lì alcune testimonianze di quanto accadeva in passato.
Così come prima di progettare lottizzazioni varie bisognerebbe conoscere bene le carte storiche ed i toponimi in esse riportate, altrettanto dovrebbero fare gli idraulici studiando i documenti storici e le notizie del tempo.
Spero di essere stata chiara.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Rita grazie per la precisazione, avevo usato una terminologia "semplificata". Interessante la lista degli eventi alluvionali, posso pubblicarla? Puoi indicarmi la fonte?

Per Franco, la presenza dei politici mi era nota da tempo. Lo so che spesso questi annunci si risolvono in altretante "sole" ma Soru, consentimi di dirlo, mi sembra rompa certi schemi a cui siamo abituati con la casta dei politici nostrana. Non è per sviolinarlo, dato che come penso si noti, sono rimasto molto deluso dal suo intervento da ragioniere. Ha volato molto basso mentre in questo quadro di disastro ci sarebbe bisogno anche di un po' di sogno e di poesia.

giacomo ha detto...

Ciao, per quanto riguarda l'incuria ventennale dei corsi d'acqua e in questo caso del Rio San Gerolamo, è tutto da vedere se non ci siano delle responsabilità, la Cooperativa in questo caso fa bene quanto meno a sollecitare una approfondita analisi della situazione, è inoltre obbligata visti i gravissimi fatti avvenuti.

Perchè quindi il Rio era totalmente privo di manutenzioni sia a valle sia sopratutto a monte della diga, chiedere mi sembra che sia il punto di partenza, sapere se poi c'erano anche dei soldi è d'obbligo, sapere perchè i soldi sono stati spesi prima per le foci è una risposta tecnica, quindi si devono sapere tutte queste cose per poi procedere con delle eventuali azioni di tipo legale.

Se qualcuno invece sostiene che non vi erano obblighi da parte di nessuno per la messa in sicurezza del Rio San Gerolamo e prima di questo evento tragico lo scriva anche qui così tutti sappiamo dove sta la realtà.

Non basta sostenere che questo evento è stato straordinario, perchè bisogna fare la classica sottrazione tra la quantità dell'evento e un evenutale messa in sicurezza del fiume che di fatto mancava.

Di fatto la situazione dei fiumi e delle dighe ( esclusa quella in terra di Poggio ) qui nei dintorni è ed era del tutto insufficiente, in questa insufficiena andrebbe ricercata la eventuale mancanza verso gli obblighi di legge.


ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Poi scusa mi riallaccio a quanto detto da Franco, la cooperativa sosteneva di essere proprietaria del fiume, ho capito bene ? ma se è così come mai invece sta guardando se invece ci sono delle responsabilità nella gestione dello stesso, forse mi sono perso o forse ho sbagliato nell'intendere quello che volevi dire.

Anonimo ha detto...

Cercavo dagli interventi una risposta che non mi avete dato.

Ho parlato di una conferenza dei servizi. L'ho chiesta la scorsa estate per gli incendi. Non c'é stata.

La ripropongo agli Amministratori oggi per l'alluvione, sulla falsa riga di quella fatta a Frutti d'Oro, tramite questo post in modo che la Gente sappia che la richiesta c'é.

In caso negativo organizziamola noi lettori, subito. Qua bisogna agire.

Abbiamo il sacrosanto diritto di sapere con assoluta precisione cosa si intende fare del nostro villaggio, quale é lo stato dell'arte puntuale, ad oggi, dove viceversa si rischia di impattare.

Non si fa, ne si partecipa, ad una riunione per sentirsi dire "ho trovato tutte le porte chiuse".

Necessitiamo di aggiornamenti settimanali; non vanno lesinati ne pietiti come stiamo facendo.

Bisogna capire cosa sta succedendo o cosa é successo. Ma che la comunicazione tra organi preposti agli interventi (RAS etc. etc.) e Cooperativa, ancora oggi, a 37 giorni dall'alluvione, non sia stata messa a punto questo non mi sta per niente bene.

Se nella riunione di ieri con Soru (in Parrocchia) la posizione del nostro lago é stata ancora oggetto di aggressione ebbene, anche noi abbiamo la nostra sala riunioni.

Mobilitiamoci, non c'é altra cosa da fare.

Quando il prossimo, come tutti gli anni ci sarà il solito incendio ferragostano, perché ci sarà, mai così vicino alla mia casa, chi ce la porterà l'acqua per spegnerlo i vicini di San Girolamo o quelli di Frutti d'Oro ?

A meno che il Sindaco non faccia una ordinanza per i piromani in questi termini: siccome sono tra i fautori dell'eliminazione funzionale del lago siete invitati ad attuare i vostri atti vandalici ovunque, tranne che al Poggio.

Varrà la nostra preoccupazione per gli incendi, che per noi sono dentro casa, quanto quella di San Girolamo per le alluvioni ?

A preoccuparci dovrebbero essere anche gli smottamenti tipo quello che c'é stato in montagna, e noi siamo proprio sotto.

Ma é realmente possibile che l'ottimale ripristino del nostro habitat debba ancora essere in discussione per le fomentatrici stupidagini elettorali di un consigliere comunale ?

E possibile che fra i tecnici coinvolti non ce ne sia uno capace di sostenere e dimostrare quanto siano stati utili il lago ed il suo sbarramento e quanto miope sia ridurlo a semplice pozzanghera ?

Ai Soci che questa estate cercavano di tenere il fuoco lontano col solo impianto del giardino, quando l'intervento degli elicotteri, provvidenziale solo per questione di secondi, é riusito a fermare le velocissime fiamme prima che facessero danno alle case (comunque bruciati contatori e pali luce) come diciamo di organizzarsi per il futuro ?

Diamo un seguito.

Maurizio Cadone

Giorgio Plazzotta ha detto...

Maurizio, Franco e Giacomo
scusate ma non capisco queste vostre ripetute domande rivolte al consiglio di Amministrazione. Non hanno mai risposto. MAI. Ed anche le persone che prima scrivevano nel blog, una volta entrate a far parte cel CdA hanno smesso di scrivere. Le domande potete comunque rivolgerle, perche certamente vengono lette non solo dai consiglieri, ma anche da moltissimi poggini, però non aspettatevi risposta. Al limite provate con le ghiande.

Roberta Chapelle ha detto...

Salve, ho letto con grande interesse il resoconto dell'incontro svoltosi a Frutti d'oro e i vari commenti. In tutti ho trovato buon senso e idee concrete, ma perchè non passare ai fatti noi abitanti del Poggio ?Mi sembra che in pratica ci stiamo muovendo solo come singoli(Io stessa e gli altri membri della mia famiglia contattiamo i singoli amministratori per avere notizie o per dare suggerimenti)e questo temo non serva a risolvere i problemi della comunità .Oltre alla raccolta di firme che si sta già organizzando ci si potrebbe vedere con scadenze fisse per fare il punto della situazione. Io temo che la nostra comunità venga espropriata del diritto di partecipare alle scelte che, sicuramente,cambieranno purtroppo l'Aspetto ambientale di molte zone ma ,con il nostro impegno, sicuramente potremmo fare in modo che questi mutamenti non siano in peggio. Inoltre sento la necessità di incontri fissi anche per vigilare su un rischio molto frequente in Italia :Che ciò che è provvisorio diventi definitivo.Spero di essere stata chiara . Roberta Chapelle

giacomo ha detto...

Ciao sono d'accordo con Roberta, si potrebbero fare degli incontri anche settimanali che riguardno i laghi ed altro, magari utlizzando la sala riunioni della coop. sempre se ci danno il permessino, abbiamo molta documentazione sia per le nuove idee sia per dare dei suggerimenti.

Io propongo il giovedì sera, intanto vediamoci tutti e mettiamoci degli obiettivi.

E' verissimo che siamo un pò tutti disuniti, ma la colpa di questa situazione al Poggio è da cercare altrove, ma nn torniamo sui vecchi argomenti che ormai si spera siano superati, sperando sempre che i padroni ci lascino libertà di pensiero e di opinione nonchè libertà di riunirci.

Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Aggiungo anche che da un certo punto di vista il fatto che la strada non passi più li sia anche un "vantaggio" perchè unisce di fatto un'area di immenso valore, proviamo a vedere le cose anche in un'ottica diversa, un area pedonale e ciclabile che allo stesso tempo tenga in forte considerazione l'aspetto naturalistico, sarebbe un oasi per tutti e rilancerebbe di sicuro una forte attenzione anche verso l'aspetto della sicurezza e della corretta manutenzione.

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Io ritengo che la Cooperativa dovrebbe essere l'entità che ci rappresenta. Ancor di più in occasioni ufficiali e su questioni così importanti mi aspetterei che il ruolo di rappresentante degli interessi di poggio dei pini e dei suoi abitanti sia svolto dalla Cooperativa e non da altri.
Inoltre il Consiglio di Amministrazione è stato eletto dai soci e dispone quindi di un "mandato popolare".
Ovviamente è sempre possibile che gruppi più o meno numerosi di persone si riuniscano per portare avanti iniziative di vario tipo. D'altronde anche questo blog è una iniziativa estemporanea di un residente che ha cercato di colmare una lacuna della nostra amministrazione.
C'è però da chiedersi se ha senso proseguire in questo modo, con un CdA arroccato dentro una stanza e i cittadini che non sanno che pesci pigliare. E paradossale e grottesco.

francomagi ha detto...

Ciao Giorgio,
spero che la Tua argomentazione "il prato al posto del lago" sia solo una battuta!
Il lago dovrà rimanere esattamente dove è, non dobbiamo nemmeno prendere in considerazione ipotesi diverse.
Ciao

Franco

giacomo ha detto...

Si infatti anche io l'ho presa come battuta, anche se però un gran bel campo da golf ..........
















scherzetto


ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

da Claudio Magi

...Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità degli uomini, sull'universo però ho ancora qualche dubbio....
Albert Einstein



'Sig.ra Lai, poco importa sapere quale professione con annesse competenze possiede una persona nel momento in cui quest’ultima è costretta ad evacuare con la sua famiglia davanti alla minaccia che un bacino, con al suo interno circa 250.000 mc d’acqua, possa riversarsi con tutta la sua forza d’urto distruttiva nella propria casa'. Con questa frase, iniziava la mia risposta al Suo intervento pubblicato in questo sito in data 29 Novembre, in cui cercavo di spiegarLe le motivazioni che mi avevano spinto a prendere una posizione così netta nei confronti della eliminazione del bacino in questione. Alla luce delle novità emerse durante l’incontro avutosi in Parrocchia con i vertici della regione Sardegna ed il Comune di Capoterra, svoltosi Sabato 29, ritengo poco produttivo continuare a discutere su un problema in parte risolto dalle dichiarazioni del Presidente Dott. Soru, sulla eliminazione della diga da effettuarsi durante la stagione estiva. Vede Sig.ra Lai in questi ultimi giorni, siamo stati dipinti come persone: gelose, malate di campanilismo, nemici del bosco, affetti dalla sindrome del Vajont e non ultimo definiti i partecipanti all’incontro di sabato “ pochi ignoranti”, tutto questo, solo perché ci siamo permessi di pretendere di vivere in totale sicurezza dentro le nostre case insieme alle nostre famiglie dopo i fatti del 22 Ottobre. Qualcuno, e Lei sa a chi mi riferisco, ha definito questo comportamento: sciacallaggio sociale, non entro in merito a questa triste affermazione, la giustifico quale manifestazione verbale di chi trovandosi con le spalle al muro e privo di argomenti validi, si aggrappa alla prima definizione impattante che le passa per la testa. Mi sono domandato come mai non abbia partecipato alla discussione tenutasi in Parrocchia, sicuramente tutte le sue conoscenze e il suo curricula avrebbero potuto dar corpo ad un democratico confronto su posizioni diverse, sarebbe stato un momento in cui avrebbe potuto portare a conoscenza dei presenti l’esistenza le varie Leggi in materia di urbanizzazione non applicate dalle amministrazioni come da Lei riportato, nel suo lungo e dettagliato intervento pubblicati in questo sito. Sono sicuro che alla fine prevarrà la politica di accontentare tutti, e nessuno con la riduzione dell’invaso dagli attuali 250000 mc a soli 70000 in modo tale che gli abitanti delle zone a valle, si sentiranno meno minacciati dalla presenza del bacino e la comunità di Poggio dei pini continuerà ad avere il suo bel laghetto. All’insegna del moto: vogliamoci bene e come accadde nei finali dei migliori film: e tutti vissero felici e contenti.
Giuseppe Pala

Giorgio Plazzotta ha detto...

come al solito si gioca con le parole e alla manipolazione del pensiero altrui.
Gli ignoranti (cioè quelli che ignorano) non sono ovviamente tutti gli abitanti di Frutti d'Oro ma semplicemente coloro i quali si cimentano in simulazioni di scenari idrogeologici pure senza avere la minima competenza in materia. Nemmeno gli esperti che stanno lavorando sono ancora in grado di dare dei responsi, ma questi IGNORANTI lo fanno sin dal primo giorno.
Il motivo per cui uno psicologo o un meccanico si improvvisino in esperti di idrogeologia non lo conosco, la risposta si trova certamente dentro l'animo di queste persone.
Questo signor Pala non ha neanche il coraggio di scrivere direttamente a me quello che pensa, il che la dice lunga sui sentimenti che lo animano.

giacomo ha detto...

Ciao, ma lasciatelo perdere, sono soltanto gli ultimi colpi di coda di qualcuno che probabilmente ha a che fare con questa amministrazione, che è ormai condannata a non governare più, compresi tutti i pagetti che la circondano.

A Capoterra c'è bisogno di un ricambio generazionale e che si rinnovi nella qualità, ci sono sicuramente le potenzialità, ci sono persone giovani che conosco che come si dice in gergo sono " studiate " .

l'importante è votare alle prossime elezioni persone che siano preparate e che non siano ignoranti, e non rivotare più persone che ci fanno soltanto vergognare di essere capoterresi, vedi interviste e articoli di oggi e di ieri.

Consiglio a tutti di non scrivere sul sito Capoterra.net in relazione a questo argomento, in quanto si da importanza a qualcuno che a suo rischio sta mettendo in mezzo questioni più grandi di lui e che sta probabilmente cercando qualche scappatoia ma che di fatto è gia isolato.

ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Sig, Pala,
lei continua a scrivere ma tace su un punto fondamentale che è sotto gli occhi di tutti.
Spiace dirlo, e spiace scriverlo, lo farò quindi io.
Nessuno, all'infuori del Padreterno, potrà garantire la sicurezza di tutte quelle persone che hanno la loro casa vicino al fiume. Deve essere un concetto chiaro. Se non è sicura la scuola materna di Rio San Girolamo, come può pensare che siano sicure le case costruite a pochi metri dalla stessa? Si sappia una volta per tutte che li, e lei abbia il coraggio di riferirlo a suoi malcapitati concittadini i quali hanno l'enorme diritto di essere correttamtente informati e risarciti, in quei posti non si potrà più vivere in sicurezza. Sembra evidente ma a Capoterra l'evidenza viene nascosta dietro superficiali e poco utili polemiche.
Non c'è opera umana che possa tenere a bada una valanga d'acqua di quelle proporzioni. Lo vuole capire? Lei, inseme a pochi altri volutamente male informati, continua a puntare il dito su una struttura -il laghetto di Poggio- indirizzando accuse, in modo elegante ma non troppo, nei confronti di chi cerca di far capire alle persone che vogliono ragionare, con inconfutabili supporti tecnico-scientifici che lei decide di ignorare, la assoluta necessità che quella riserva d'acqua sia lasciata intatta, non per la bellezza del posto, bellezza di cui non ci si deve vergognare e che appartiene a tutti, ma per la sua sicurezza. Le ricordo che la scorsa estate decine e decine di volontari, elicotteri, aerei, lottavano per spegnere le fiamme, sempre di origine dolosa, che minacciavano le case, le persone ed i boschi questi ultimi DI TUTTI!
Ecco, vede, l'acqua proveniva dal quel laghetto, il laghetto delle anatre, lei lo definisce così con malcelato pizzico di cinismo. Dov'e era lei in quei momenti? E' venuto ad aiutare? La prossima estate, quando i piromani si scateneranno con criminale puntualità, andremo tutti a spegnere il fuoco portandoci dietro qualche bidone d'acqua?
Tutti vorremmo auguriarci che non ci sia bisogno, anche se viste le premesse non si puo escludere.
Lei ha in mente una valida soluzione per mettere in sicurezza il territorio? La suggerisco io: tagliamo le foreste. Le foreste degli uccellini, dei cervi, dei cinghiali, come il lago delle anatre!
Lei vede il pericolo per le case a valle nel lago, nella diga, e la soluzione da lei auspicata sarebbe la demolizione.
Così, per analogia se il pericolo per le case di Poggio sono gli incendi la soluzione sarebbe quella di tagliare tutto il bosco.
Da'ltronde non c'è molto da scegliere, stando alla sua teoria, perchè poi il fuoco potrebbe scendere a valle e bruciare anche quei quartieri. Meglio quindi provvedere per tempo.
Sig. Pala, insisto. Metta gli scarponi e faccia una passeggiata nell'alta valle del Rio San Girolamo, ma la faccia con gli occhi bene aperti. Osservi la bellezza della natura e poi si fermi nel punto piu alto, segua il percorso del fiume fino allo sbocco a mare, le guardi passare in mezzo alle case, forse anche vicino alla sua. Lo faccia sig. Pala.
Sono certo che così facendo capirà chi e cosa è veramente responsabile di tutto.

Gianleonardo Corda

Stefano Fratta ha detto...

Io credo che il lago DEBBA rimanere come l'abbiamo consciuto. Si facciano le opere per la messa in sicurezza, si proceda a rifare -anche completamente- la diga, ma il lago fa parte della fisionomia paesaggistica di Poggio dei Pini e di Capoterra non meno di qualunque altro manufatto storico/architettonico. Quanto al fatto che "la diga non lascia tranquilli" io non vedo come la tranquillità possa essre meglio garantita senza la diga. le acque arriverebbero a valle - e quindi sui quartieri sconsideratamente costruiti in zone alluvionabili, senza nemmeno quel freno costituito dal lago e arriverebbero sempre, ad ogni minimo evento atmosferico, altro che "su Vaionti". Tra l'altro se dovessimo applicare lo stesso criterio (la paura irrazionale e immotivata) ci sarebbe da abbattere qualunque diga dovunque, per esempio l'Omodeo è a monte di Oristano, che ha interi quartieri sul Tirso, Firenze ha a monte la diga del Bilancino etc. etc. Non scherziamo, per favore. L'ipotesi pozza non dovremmo neppure prenderla in considerazione.
Stefano

Stefano Fratta ha detto...

Aggiungo: il laghetto a 70.000 mc non mi farebbe vivere "felice e contento" ma molto dispiaciuto e adirato se, anzichè provvedere a salvare un patrimonio paesaggistico e naturale, lo si sacrificasse sull'altare delle "paure" o delle tranquillità che allo stato non si vede come possano essere recuperate, date le posizioni di insediamenti abitativi in zone di pericolo. Ammenochè, come succede tra le popolazioni primitive descritte da Malinowsky o da Margaret Mead, non si arrivi alla identificazione di un capro espiatorio rituale: il lago di Poggio dei Pini. Ovviamente, alla prima occasione seria (pioggia, nubifragio etc.) i problemi si ripresenterebbero uguali, senza nessun beneficio, con la distruzione di un patrimonio e senza niente e nessuno su cui scaricare le "colpe" e con anche il danno costituito dal sacrificio "rituale" del lago. La mia "tranquillità" di cittadino ingiustamente privato di un bene -l'assetto paesaggistico- senza che questo sacrificio sia necessario e neppure utile, chi la ripaga?
Stefano

Giorgio Plazzotta ha detto...

Mi chiedo cosa potrebbe succedere se qualcuno si mettesse a raccontare di avere avvistato MOMMOTTI nei boschi dell'Alta Valle del Rio S. Girolamo.
Immagino che qualcuno si sentirebbe poco tranquillo.

Anonimo ha detto...

Non sono un tecnico specializzato in dighe e idrologia, ma sono comunque un tecnico con discrete conoscenze di fisica, un buon spirito di osservazione e una sufficiente dose di buon senso. Delle semplici doti disponibili in un gran numero di persone. Che storia noiosa si dirà, ma forse utile per coloro che ritengono, senza evidente cognizione di causa, ma perfino privi dell'ordinario buon senso, di disquisire sulla differenza tra 70.000 e 250.000 mc senza capire cosa è realmente successo il 22 ottobre.
1° dato: Nel tratto del rio San Girolamo poco precedente agli impianti sportivi è passata un “muro” d'acqua di circa 50ml per circa 7 di altezza (350mq) alla velocità di circa 2 metri al secondo (8:05 distruzione del ponticello di Pauli Ara – 8:20 inondazione di Rio San Girolamo), cioè 700 mc al secondo.
2° dato: La spinta delle acque contenute in un invaso è perfettamente nota a qualunque studente delle scuole superiori e non dipende la “lunghezza del lago” né dalla sua capienza ma solo ed esclusivamente dall'altezza dell'invaso, la controspinta della terra viene calcolata di conseguenza. È altrettanto noto che la diga NON ha subito lesioni, ma solo dilavamento in conseguenza della tracimazione.
3° dato: L'acqua che è arrivata negli impianti sportivi prima, e a Rio San Girolamo poi, è passata principalmente a lato della diga portandosi via la spalla del ponte e in parte ha laminato sul vertice della diga. Quindi tanta acqua è entrata a monte della diga altrettanta è uscita lateralmente ad essa e laminando sopra di essa. La diga non ha creato ulteriore massa d'acqua, né ha rilasciato improvvisamente il suo contenuto. La situazione di rischio paventato è esattamente lo stesso dalla sua costruzione ad oggi. Qualcuno può dimostrare il contrario?

Su questi dati ipotizziamo la “scomparsa” della diga e consentiamo al muro d'acqua proveniente dalla montagna (pelata a dovere dagli incendi e dai 2 o 3 kilometri in più necessari per scaricare acqua salata sui boschi in fiamme) di attraversare Poggio dei Pini senza ostacoli (diciamo un'onda pari alla portata di uno scaricatore di piena di 300 mc/sec). Qualcuno può dimostrare in questo scenario che il rischio possa essere diminuito? Ne dubito.

Domandiamoci a questo punto quale onda arriverà sulle frazioni di Rio San Girolamo e Frutti d'Oro. Sarà di minore impatto rispetto a quella del 22 ottobre? No signori cari, che vi state assumendo la responsabilità morale (voi dite politica) di indirizzare l'opinione pubblica, l'impatto non solo non sarà minore, ma per contro sarà più frequente perché basteranno molti meno millimetri di pioggia per creare masse d'acqua in movimento di questa dimensione.

Che ne sarà allora delle vostre dotte disquisizioni sulla sostanziale differenza, in termini di sicurezza, tra 70.000 e 250.000 mc di un lago artificiale che non ci sarà più?

Conosco tanti abitanti delle frazioni che leggono il blog, mi appello al loro buon senso e li invito a mandare cortesemente a quel paese i pifferai magici che oggi si ergono a paladini della loro sicurezza con soluzioni semplicistiche e certamente ancora più dannose, distogliendo l'attenzione dell'opinione pubblica dai soli interventi che possono restituire l'equilibrio idrologico dei nostri territori. La difesa ambientale. Uniamoci e riprendiamoci la nostra identità.

Cordialità
Roberto Trudu

Stefano Fratta ha detto...

La cosa triste è che c'è chi vede davvero MOMMOTTI, un mommotti liquido e inquietante: il lago di Poggio dei Pini. E si sentirà più tranquillo solo quando Mommotti verrà abbattuto. Se fosse per scongiurare un reale pericolo io sarei d'accordo per abbattere tutto quello che vi pare e piace, ma se si tratta di distruggere un patrimonio collettivo, trasformato in feticcio maligno da degli ignoranti (coloro che vogliono ignorare, perchè quelli che non sanno sono ignari)io non ci sto assolutamente. Alcuni dicono che dovremmo avere pazienza e veder sacrificare il lago sugli altarini della paura.
Pazienza allora se senza il lago basterà un evento di medie dimensioni a causare danni a valle, senza nessuna interruzione o rallentamento del flusso? Pazienza se verrà meno la disponibilità d'acqua dolce necessaria per fronteggiare le emergenze degli incendi in zone ricche di vegetazione? Pazienza se verrà distrutta una peculiarità paesaggistica che ha impreziosito e caratterizzato Capoterra da decenni? Io non ce l'ho tutta questa pazienza.
Stefano Fratta

Giorgio Plazzotta ha detto...

Grazie per il contributo Roberto. Nonostante il tentativo di male intrepretare quanto da ma scritto per alimentare la "guerra delle frazioni" sono ben conscio del fatto che queste persone sono una esigua minoranza anche nelle frazioni litoranee. E' anche vero che pochi idioti possono fare molto danno, basta pensare a quelli che appiccano gli incendi. Inoltre, pretendendo di rappresentare gli interessi di tutti i residenti di Frutti d'Oro, gettano discredito, con la loro ignoranza, sull'intera comunità che dicono di rappresentare. Fortunatamente anche in questo blog hanno scritto cittadini di Capoterra e Frutti d'Oro esprimendo la propria indignazione nei confronti di costoro. Altri possono farlo, saremo lieti di leggere la loro solidarietà, così come sono certo che sia stata apprezzata l'azione delle squadre del Grusap che per prime e più a lungo di tutti hanno operato nelle zone colpite dall'alluvione. Solidarietà appunto, fratellanza, costruzione, crescita, unione. Tutti sentimenti positivi che abbondano tra la nostra gente e che si sono ampiamente manifestati in questo difficile periodo.
Qualcuno si è lamentato del fatto che io abbia usato termini forti come "sciacallaggio" nei confonti di un certo modo di agire. Il povero animale non ha colpa ma questo termine si riferisce solitamente a un poco nobile comportamento che è invece presente solo negli uomini (pochi per fortuna). Possiamo anche non parlarne se volete, perchè non è politically correct, potremo fare come a "domenica-in" dove viene rappresentata una realtà tutta luccichii, ma di certo questo non farà scomparire il lato oscuro dell'animo umano. Che cosa fa svegliare uno psicologo un giorno per dichiare pubblicamente che una alluvione da 4.600.000 mc di acqua è stata causata da un lago che ne contiene solo 250.000 ed era perdipiù ancora pieno? Non lo so, ditemelo voi. Trovate voi una definzione adatta.
L'animale della prateria (o se volete il suo collega avvoltoio) viene preso ad esempio quando, in presenza di una situazione di difficoltà, si sferra un attacco al soggetto indebolito con l'obiettivo di trarne vantaggio. Le bestie lo fanno per fame e per seguire il loro istinto naturale, gli uomini no.
Ora evidentemente il nostro territorio è stato gravemente colpito e si trova esposto ad un degrado futuro che potrebbe essere ancora più grave. Chi ha pensato di approfittare della debolezza di un territorio devastato per sferrare il proprio attacco distruttivo stramerita l'appellativo che ho utilizzato: sciacalli. Chi sfrutta la non conoscenza (ignoranza non si può dire) di persone disperate impegnate nella ricostruzione della propria casa, diffondendo informazioni false e distorte, per portare avanti la propria campagna di distruzione, merita disprezzo.
E poi smettiamola con le strumentalizzazioni. I primi a volere una diga sicura sono gli abitanti di Poggio dei Pini che ha un quartiere addossato alla diga. Quello che si chiede è di salvaguardare sia la sicurezza che il territorio. E' chiedere troppo? i nostri avi ci sono riusciti perche noi no?

Anonimo ha detto...

Continuo a sentirmi indignato per le esternazioni del Sig. Pala, pur confidando nel fatto che la "riserva" di questo genere di persone sia molto ristretta... ho sentito molti pareri sopratutto dalle zone litoranee e posso assicurare che il seguito a questa IGNORANZA TOTALE è molto poco...
quello che mi preoccupa è sopratutto ciò che balena in mente alle persone preposte per studiare il vero assetto idrogeologico del territorio... qui in questo blog, leggo volentieri dei commenti ponderati, alcuni veramente da mano esperta ma, che ne faranno le autorità preposte del territorio?
Gli esperti dell'ente preposto fortunatamente non si chiamano "sig. Pala", ma mi sorge il dubbio che dal loro cilindro magico possa dipendere la preoccupazione di tutti, a partire dagli abitanti di poggio (sopratutto riguardo all'utilità del bacino di acqua dolce come riserva per gli elicotteri antincendio), e via a seguire a tutti gli abitanti a valle... è abbastanza improduttivo occuparsi delle chiacchere di un micro-gruppo di VERI IGNORANTI, ma concordo sull'attenzione posta agli sviluppi degli studi su come si vorrà agire sul territorio... a questo punto penso sia necessario costituire un gruppo, o comitato costituito da abitanti sopratutto esperti, che partecipi attivamente al progetto di riassetto idrogeologico, perchè nessuno si può sognare di prendere certe decisioni arbitrariamente senza aver stdiato a fondo il problema...
il fatto che già da ora si stia parlando di un probabile abbattimento dello sbarramento in terra del lago grande è un campanello d'allarme, e significa che l'ente preposto sta già partendo col piede sbagliato... e sopratutto l'Ing. Silvano e soci non abitano sotto la diga, quindi non può che fregargliene di meno... secondo me sta a tutti noi cittadini preoccuparci che le cose siano fatte bene, dobbiamo pretendere di sapere ogni virgola di questo piano di assetto, perchè esperienza insegna che è meglio prevenire che curare (male), in quanto quando succedono le catastrofi c'è sempre la classica tempesta di sabbia dove i colpevoli delle decisioni importanti si cammuffano, e rimane solo una schiera di vittime e danni incalcolabili... è arrivata l'ora di farci sentire tutti in massa, siamo cittadini contribuenti nonchè abitanti di questo territorio e abbiamo pienamente il diritto di controllare ogni minimo dettaglio su queste grandi opere.
Massimiliano Steri, Capoterra

giacomo ha detto...

Ciao, concordo con il Sig. Steri è un nostro diritto sapere cosa si sta facendo ed è il caso che ci si muova per la salvaguarida dei laghi nel comune di Capoterra, purtroppo penso che neanche loro sappiano cosa stanno facendo, l'unica azione in senso positivo e COSTRUTTIVO che è stata fatta è quella di rafforzare la diga con una grande massiciata e con un sistema che è quello della costruzione delle dighe in terra, allargando anche la base a valle, e infatti guarda caso è stata voluta da un luminare di altri tempi ( prof. Pecorini ) sicuramente di un altra scuola ( non quella dei raccomandati ne quella dei barbari vestiti da esperti ), per il resto si vedono soltanto azioni distruttive tipiche di una certa parte di persone che si notano sempre tra la folla per un particolare che li contraddistingue sempre, comandano loro e basta!!! e da qui poi nascono i dubbi sulle loro capacità, anche perchè sono persone che nn si prendono mai le responsabilità, questa è la scuola tipica degli uffici pubblici.

Ai laghi poi si dovrebbe dare sopratutto molta importanza dal punto di vista dell'uso civile e agricolo dell'acqua, perchè adesso da circa 6 anni c'è l'acqua ma poi quando mancherà di nuovo e dappertutto allora si rivedrà il solito e squallido teatrino di politici nostrani che si daranno un gran da fare dopo una lunga dormita, sarà come sempre troppo tardi, ricordiamoci che l'acqua in Sardegna c'è perchè ha piovuto, da 6 anni che piove, però quest'anno abbiamo vissuto di rendita fino a poco tempo fa quindi abbiamo l'acqua per nessun altro motivo se non quello della pioggia.

A questo proposito riguardo alla desertificazione vi consiglio di leggere questo sito che ho trovato, è lunghetto da leggere ma è interessante e sopratutto alla fine parla anche di Sardegna, che è secondo gli studi una regione che ha circa il suo 10% di territorio a rischio desertificazione o desertizzazione, questo 10% sta dove siamo noi, anche perchè viviamo a circa 180 km dall'Africa .


LINK:

http://74.125.77.132/search?q=cache:kTLHNDEBfQoJ:www.giovani.verdi.it/html/wp-content/uploads/2006/10/rafikorn-desertificazione.pdf+sud+sardegna+e+desertificazione&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it

Per il resto vorrei anche dire che si potrebbe organizzare una grande manifestazione di piantumazione di alberi che serviranno anch'essi per rallentare la furia delle acque e il dilavamento dei suoli, coinvolgendo tutta la popolazione lungo il fiume, creare anche una raccolta di firme per farlo sistemare con opere di rallentamento che limitino l'energia distruttiva dell'acqua sempre a partire da monte :), far nascere un COMITATO PER IL FIUME non sarebbe male.

ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Massimiliano lei ha ben capito che quel piccolo bacino rappresenta una risorsa per l'intera comunità di Capoterra e non solo per chi ci abita a 200 o a 1000 metri come i residenti di Poggio dei Pini. A quello che ha detto lei sulla funzione antincendio del bacino aggiungerei che in un contesto di desertificazione (non dimentichiamo come è il nostro territorio in estate) un sistema idrografico ricco significa molto. Non ci vuole molto per vedere certe colline dei comuni vicini, arse dal fuoco e ricoperte di poco cisto e qualche erbacea secca. Qurllo puotrebbe essere il futuro non solo dell'arco montano di S. Barbara, ma anche del M. Arrubiu, della zona di is Olias, del bellissimo arcu de Su Linnarbu, della Valle di Masoni Ollastu sino a S'Ena e sa Craba e del bellissimo versante di San Leone. Una risorsa formidabile dal punto di vista naturalistico che non viene minimanente sfrutttata. L'intero territorio di Capoterra potrebbe essere il "parco naturale alle porte di Cagliari" solo a patto, però che riesca a preservare una biodiversità e una qualità ambientale di alto livello come è adesso. Attenzione, per i più venali non sto parlando solo di "papaveri e papere", ma anche di posti di lavoro e imprese, tanto per intenderci. Una buona parte del territorio regionale è a rischio desertificazione. il nostro, che si trova nel lembo meridionale lo è completamente.
E noi cosa facciamo? Invece di salvaguardare la biodiversità ed incrementare le difese contro la desertificazione (quale miglior difesa dell'acqua), ci vogliamo privare di quel poco che abbiamo. Pensiamo che il "cambiamento climatico" porterà la pioggia anche in estate? E' un vero peccato che in Sardegna attecchisca spesso quella pessima abitudine di rinchiudersi intorno a un campanile e desiderare la disgrazia del proprio vicino. Poi si sa come va a finire, il campanile diventa sempre più piccolo, la lotta tra comuni diventa tra quartieri, poi tra rioni e si finisce allo strada contro strada. In qualche paese famiglia contro famiglia. Meglio fermarli subito, no?
Meglio tutti e due "desertificati" piuttosto che tu con il lago e il bosco e io senza.
Eppure a me piange il cuore quando assisto alla speculazione edilizia nella zona di Chia, che pur si trova a 40 km da casa mia. Considero anche quella la mia terra, come lo è la zona di San Leone dietro Capoterra, che potrebbe essere valorizzata, la valle del Gutturu Mannu. Sarei ben felice se la spiaggia di Maddalena fosse più accogliente di quanto lo sia ora. Perche non si realizza un parco nelle zone di esondazione del Rio S. Girolamo. Anzi, perchè Persone come questo sig. Pala non si sono messe a piantumare quelle aree utilizzando vegetazione idonea? Non ci vuole molto. Pala (appunto) e piccone, le piante ve le da la forestale. A Poggio dei Pini molti alberi li ha piantati la gente, non sono caduti dal cielo; ed è la stessa gente che li ha difesi innumerevoli volte dagli incendi. C'è chi costruisce e chi distrugge.
Lei ha ragione sig. Steri, bisogna darsi da fare e mettersi in gioco in prima persona, ognuno con quel poco o molto che puo dare. E' proprio nei momenti come questo, quando una intera comunità viene colpita duramente, che si vede il valore delle persone. Sarebbe bello se si formasse un gruppo di persone che abbia come scopo la difesa dell'intero territorio comunale e che porti avanti iniziative si difesa ambientale e che realizzi progetti concreti. Una persona non può far molto, 10 possono fare qualcosa, 100 possono fare moltissimo. Alcuni miei amici di Frutti d'Oro e Poggio stanno costituendo un gruppo di lavoro per vigilare e collaborare sulle opere idrogeologiche che verranno eseguite. Si potrebbe allargare l'iniziativa e creare una vera e propria associazione. In alternativa si potrebbe pensare a irrobustire il Grusap, associazione che attualmente mi sembra maggiormente impegnata nella protezione civile, con un settore che si impegni in interventi di diverso tipo.
Ci sono altri lettori interessati a questi tipo di discorso? Ce la facciamo a passare dalle parole ai fatti? Massimiliano mi scriva e incontriamoci.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo non avevo letto il tuo post perche stavo scrivendo il mio, ci sono clamorose coincidenze. meglio

giacomo ha detto...

ciao, si è capitato anche a me più di una volta, anche dopo un articolo di Rita che non avevo letto ma di cui avevo guardato solo le figure e i disegni.

Sarà l'opinione di coloro che sbagliano o di coloro che diciamo hanno un pochino di ragione?? che per la verità qui in questo blog sono molti.

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Riguardo al comitato penso sia una cosa fattibile, partendo dal presupposto che si costituisce con il solo fine di vigilare sul territorio, quindi esente da influenze politiche (quelle fanno più male delle guerre) ed esente da fazioni di tipo campanilistico (questo rivolto ai cloni del sig. Pala...)... detto questo si dovrebbe cominciare con l'ausilio di un legale, per curare l'aspetto delle formalità iniziali, e cioè fondazione-iscrizione dei soci-individuazione di una base provvisoria per le riunioni-costituzione parte civile come comitato ufficiale di controllo e, cosa molto interessante, potrebbe riguardare la legge che dovrebbe entrare in vigore il 1° Gennaio 2009 sulle cosiddette "class action", e cioè azioni di gruppo... questo nuovo strumento potrebbe essere usato dal comitato per una costituzione parte civile in tribunale e una denuncia contro ignoti (che poi sono noti) per disastro ambientale, procurata strage, ed altri capi d'accusa per i quali già la magistratura ha avviato un indagine ma che, per l'assenza proprio di un soggetto giuridico importante come può essere un comitato, e quindi una parte lesa civilmente costituita, può subire di forti rallentameni e di insabbiamenti oscuri per mano di soliti decreti e cavilli... interessiamoci sin d'ora, io sono d'accordissimo a costituire un comitato, anche considerando che tra gli iscritti ci possa essere la presenza di numerosi esperti in materia legale, geologia ecc... a disposizione sin d'ora, mi impegno a raccogliere quante più informazioni possibili per la costituzione del comitato, nonche' all'inizio della ricerca di numerose persone che vogliano iscriversi...
P.S. Lascerò a Giorgio il mio indirizzo mail per contattarmi...
Massimiliano Steri, Capoterra

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