Andrea Loi Zedda |
Poco prima del Ribaltone del 17 giugno scorso stavo scrivendo questo articolo dedicato alla situazione delle problematiche concrete (lavori, risorse, bilancio etc.) della Cooperativa e non ai giochi di potere che vedono occupata una parte consistente del Consiglio di Amministrazione. Nonostante gli eventi, l'articolo non perde di interesse e significato. Il lavoro svolto e la situazione nettamente migliorata rispetto a due anni fa, probabilmente non avranno un altro anno di tempo per "maturare", ma vengono oggi consegnati ai soci e ai loro familiari dalla maggioranza votata nel 2009.
Il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Poggio dei Pini è in carica da poco meno di due anni. Si potrebbe fare un primo bilancio di questa esperienza, tantopiù che, proprio in queste settimane è sensibile il rischio che questa possa concludersi prima della sua scadenza naturale, che sarebbe nel giugno del 2012.
Ho più volte paragonato la Cooperativa a una barca che andava verso la scogliera, rendendo necessaria una virata decisa per rimettere la prua verso acque più tranquille.
Dopo due anni possiamo dire che questa fase si è conclusa con successo. Non è stato affatto facile. L'alluvione del 2008 aveva dato la spallata definitiva a una situazione che era già compromessa. Un sistema basato su alti costi nella gestione ordinaria e scarsa efficienza nell'utilizzo del personale veniva controbilanciato con entrate derivanti dalla vendita dei lotti. Questo sistema è entrato in crisi a causa della fine dei lotti e della mancata attivazione di una nuova "miniera" da cui attingere. La miniera doveva essere la variante del 2007, quella, per intenderci, che conteneva anche i famosi lotti all'interno delle pinete. Come è noto è stata bloccata dalla Regione Sardegna perchè era palesemente in contrasto con la normativa vigente.
Dato che non è ragionevole ne sostenibile attribuire le responsabilità di questa debacle gestionale alla legge, sembra chiaro che la situazione di grave deficit nel bilancio, che si è manifestata a partire dal 2007 dipende dalle scelte dei registi di questa operazione che, ovviamente, hanno fatto di tutto per scaricare od occultare le proprie responsabilità.
Tratteremo poi con maggior dettaglio il problema del passaggio delle opere di urbanizzazione al Comune. Ho chiesto all'ing. Ludovica Mulas di scrivere un pezzo su questo tema.
Torniamo al nostro timone.
Qualsiasi amministratore vi dirà sempre che intende "soddisfare le esigenze dei soci". Questo enunciato, per non costituire aria fritta, deve però essere tradotto in azioni ed obiettivi concreti che non potranno mai essere "prometto tutto", bisognerà fare delle scelte. Dato che le esigenze dei soci hanno quasi sempre un costo, il primo obiettivo è quello di creare disponbilità economiche che, come è noto, due anni fa non c'erano. Anzi, la gestione ordinaria presentava una considerevole perdita e il trend era di crescita del deficit. La macchina era costruita ed abituata a viaggiare in quel modo, ma da qualche anno mancava la benzina dei lotti e nessuno aveva il coraggio di revisionare il motore per consumare di meno. Perchè si, cari amci, adesso lo posso dire con cognizione di causa, è anche una questione di coraggio. E' stato accantonato il progetto "reliquati" che, oltre ad essere profondamente scorretto, avrebbe avuto lo stesso effetto di una tanica di benzina che ti fa fare qualche chilometro per poi fermarsi di nuovo.
I famosi lotti, quando verranno (potranno volerci anni perche il Comune non ha ancora emanato il PUC), dovranno servire a realizzare nuove strutture e nuovi servizi e non a ripianare il debito di una gestione "allegra".
La gestione della Cooperativa è caratterizzata da un numero elevatissimo di "voci di spesa". Basterebbe dare un'occhiata ai dati contabili per verificare quante siano le attività svolte, non per niente si dice che la Coop di Poggio sia l'unico comune privato d'Italia. La situazione è ancora più chiara da quando è stata attivata (grazie al dott. Ibba) la c.d "contabilità industriale" che consente di avere un dettaglio molto maggiore nel classificare i costi. Prima esistevano molti contenitori generici che rendevano difficile, analizzando il bilancio, capire come venissero realmente spesi i soldi.
Ogni "settore" genera costi oppure ricavi, sono molti i primi e pochi i secondi. La strategia adottata per risanare il bilancio è stata quella di intervenire più o meno su tutti i settori. Alla fine sono venute fuori grossi risparmi. Sembra ovvio come una massima di Catalano, ma è bene ricordare che è sempre più facile spendere che risparmiare; molto più piacevole assumere che licenziare, molto più divertente fare la cicala che la formica. Sulle voci numericamente più importanti (quote sociali e personale) sono stati effettuati gli interventi più significativi (e in qualche modo anche più dolorosi), mentre tutti gli altri settori sono stati oggetto di interventi minori. A forza di ventimila, diecimila, cinquemila o anche mille euro di risparmi o maggiori entrate alla fine il bilancio non solo ha fatto registrare il pareggio, ma ha addirttura assorbito la "sberla" da 50 mila euro provocata dalla conclusione di un contenzioso (sportivo) che si portava avanti da alcuni anni, peraltro anch'esso provocato da pasticci commessi qualche anno fa.
Dove si è risparmiato? Innanzitutto cercando di eseguire con il personale interno attività che precedentemente venivano affidate all'esterno. Alcuni esempi sono le vedette antincendio e lo sfalcio delle aree verdi in funzione antincendio. Dall'anno scorso, poi, l'attività di vedetta è stata presa in carico dall'Ente Foreste a titolo praticamente definitivo. La nostra comunità potrà quindi usufruire di un servizio più professionale con una copertura oraria che già da quest'anno è dalle 6 del mattino alle 22 e l'anno prossimo coprirà anche le ore notturne. La vedetta del M. Pauliara è entrata a far parte del circuito ufficiale delle vedette permanenti del'Ente Foreste. Un segnale molto forte agli incendiari, ma anche ai soci che finalmente vedono un intervento pubblico nel nostro territorio.
Il tentativo di utilizzare in maniera più efficiente il personale della Cooperativa e di aumentare la capacità di operare nella cura del verde e nella piccola edilizia è stato frenato dall'opposizione di quei soci che, non sempre bene informati, hanno ritenuto (legittimamente) che il servizio di vigilanza non dovesse essere modificato per potenziare queste attività. Ovviamente ci si aspetta che gli stessi soci non pretendano una maggior cura del verde. Abbastanza curioso il fatto che tra i soggetti che hanno contrastato questa riorganizzazione del personale, passando di casa in casa, ci fossero, insieme a consiglieri ed ex amministratori interessati al ribaltone, anche dipendenti della Coop, loro familiari ed ex consulenti che vorrebbero tornare a fare consulenze. Un vero e proprio festival dell'interesse personale.
A proposito, un altro settore in cui la Cooperativa ha sempre speso molto è quello delle consulenze. Le consulenze sono inevitabili perchè ci sono attività specialistiche che non possono essere eseguite dal personale interno. In regime di trasparenza i soci hanno visibilità sulle procedure di assegnazione di queste consulenze e, di conseguenza anche gli amministratori sono tutelati perchè la trasparenza "certifica" la correttezza del loro operato senza bisogno di richiedere la "fiducia" che, come testimoniano le vicende di questi ultimi giorni, è un elemento molto aleatorio.
Potrebbero esserci, infatti, consulenze poco utili, oppure troppo costose. Possiamo fare alcuni esempi attingendo, per forza, alle gestioni passate e quindi infrangendo il tabù di chi ha la coda di paglia e dice "basta parlare del passato". Invece il passato insegna, coi suoi esempi virtuosi e i suoi errori da non ripetere.
La lottizzazione A2-A3 all'ingresso di Poggio non è mai stata portata a termine e, se mai lo sarà, a quel tempo sarà opportuno procedere con tutte quelle attività preparatorie alla "urbanizzazione", tra cui la cosiddetta "perimetrazione". Ebbene la Cooperativa, in anni passati, ha già fatto effettuare questa perimetrazione per ben due volte, pagando le relative consulenze. Appare evidente la scarsa utilità di questo lavoro in mancanza di un effettivo permesso alla edificazione. Il fatto poi che, nel frattempo, proprio in quell'area sia stato realizzato il nuovo Ponte di Pauliara con relativa viabilità, lo rende del tutto inutile, da rifare. E chissà quante consulenze inutili come questa sono state affidate.
Parlando invece di costi eccessivi mi viene in mente quella causa legale nei confronti, mi sembra, di un ex esercente debitore, che ha visto vittoriosa la Cooperativa (eureka!). Abbiamo vinto e quindi incassato 9 mila euro dalla controparte, peccato che l'avvocato (uno dei migliori di Cagliari) ci sia costato ben 13 mila. E' conveniente?
Che dire poi di qualche superconsulenza? Ho visto in questi mesi consiglieri lamentarsi di non essere stati opportunamente informati su delibere del Comitato Esecutivo che hanno portato alla spesa di mille euro anche se la delega del CE lo autorizza a deliberare sino a 20 mila.
Eppure quando erano loro a comandare, si era abbondantemente taciuto sulla spesa di 150 mila euro (centocinquantamila) per una consulenza legale. Quella cifra doveva sembrare eccessiva anche a chi ha cercato in tutti i modo di "secretarla". Non era nemmeno apparsa eccessiva al Collegio Sindacale oggi così premuroso quando c'è anche la più remota possibilità di mal spendere i soldi dei soci. E' incredibile che chi effettuava queste operazioni oggi si permetta di accusare l'attuale CdA di "scarsa trasparenza" e di "conti poco chiari".
La rimodulazione dell'Ufficio Tecnico, con l'affidamento ad una struttura multidisciplinare, ha limitato la necessità di consulenze in quel settore. Sia in questo settore che in quello legale, le azioni messe in pista quest'anno daranno i loro frutti nei prossimi anni, anche perchè oggi giungono a conclusione le cause legali, con relative controversie, attivate negli anni passati.
Parlando di ricavi, dato che la Cooperativa possiede un patrimonio immobiliare, si è cercato di migliorarne un po' il rendimento. Lo sblocco della situazione sportiva ha ravvivato quelle attività e riattivato i relativi contratti, per lungo tempo bloccati da un contenzioso. Il Tennis, il basket e la palestra lavorano bene, nonostante la mancanza del nuovo ponte. Ci mancano solo il calcio e il calcetto. Che peccato che ci si sia incaponiti sulla orribile cementificazione del parco dietro la Terrazza e non si siano invece percorse strade alternative che adesso sarebbero state realizzate.
Il Centro Commerciale è stato valorizzato dall'arrivo della farmacia e del bancomat. Anche in questo settore dal passato emergono situazioni poco produttive, basti pensare a quella proprietà affittata per la misera cifra di 150 euro mensili con contratto di sei anni, o all'appartamento sopra la palestra che viene occupato da un abusivo con cui esiste un contenzioso legato alla situazione "Poggio Sport in liquidazione", l'esperienza fallimentare che anni fa prese il porto dell'associazione di volontari "Gruppo Sportivo Poggio dei Pini", quando Poggio aveva le squadre in molti campionati di calcio e basket.
Non volevo analizzare il bilancio societario ma solo fornire uno spaccato parziale di ciò che c'è dietro la fredda affermazione "abbiamo raggiunto il pareggio nella gestione ordinaria". Sta di fatto che, inaspettatamente per me che non avevo alcuna esperienza nella gestione di una società importante come la Cooperativa Poggio dei Pini, in soli due anni questo valore negativo ha finalmente raggiunto il segno +. Qualcuno mi ha detto che era facile, che è bastato aumentare le quote, che la situazione non era grave. Può darsi, meglio cosi. Però è stato fatto.
Considerando che alcune iniziative non hanno ancora dato i loro frutti c'è da aspettarsi che nel prossimo anno saranno liberate ulteriori risorse, cioè soldi. Non avrebbe senso, a questo punto, utilizzare questi denari per portare il bilancio in attivo, il pareggio di gestione va benissimo. Il territorio, peraltro parzialmente devastato dall'alluvione richiede interventi urgenti. C'è un consigliere di amministrazione dell'attuale CdA che i soci sentono raramente intervenire nelle assemblee e che poco scrive. Si chiama Andrea Loi Zedda, è l'uomo del "fare". Dietro la maggior parte dei lavori eseguiti dalla Cooperativa negli ultimi due anni c'è quasi sempre lui a organizzare e coordinare le attività, insieme al direttore Massimiliano Corrias e, recentemente all'Ing. Faggioli.
Sarebbe molto lunga la lista di attività che sono state realizzate con le pochissime risorse a disposizione. Molto più lunga la lista di quelle che devono essere fatte e che solo adesso, grazie ad una situazione economica migliorata e alla maggiore efficenza del settore tecnico, potranno avere un maggiore impulso. Alcuni lavori saranno visibili a tutti, come ad esempio il rifacimento del parco giochi del centro commerciale, la bitumazione dei tratti di strada danneggiati, la videosorveglianza, le recinzioni della zona sportiva, il sentiero lungo lago etc. Ci sono poi moltissime attività su cui i residenti non hanno una percezione diretta: il rifacimento dei tetti dei serbatoi (stavano crollando), il ripristino del sistema di telecontrollo, le manutenzioni agli edifici commerciali, le analisi dell'acqua e che dire poi delle continue rotture dell'acquedotto. Insomma, ci terrei, tantopiù che anche il suo mandato è terminato, dirvi che dietro la maggior parte di queste attività, a coordinare il personale della Cooperativa, c'è stato per questi due anni Andrea Loi Zedda. Anche lui, come gli altri consiglieri che hanno terminato il loro mandato in questi giorni, lasciano ai soci una situazione nettamente migliorata rispetto a due anni fa e questo ci rende sereni e dignitosamente soddisfatti di ciò che abbiamo realizzato.
4 commenti:
ricevo da Giampaolo Lai (ps: ma Giampaolo quando impari a pubblicare i messaggi da solo?
TEMPO DI RACCOLTA E TEMPO DI SEMINA.
Loi Zedda con poche centrate parole ha fatto una disamina esatta di quanto accaduto. Ma mentre lui parla di “raccolto” io parlo di “semina” e mi spiego. In Ogliastra il nullafacente e che tuttavia è capace di appropriarsi dell’altrui lavoro è indicato con il nomignolo di “Trineddu” che si identifica con l’uccellino al seguito del seminatore pronto ad appropriarsi con facilità di preziosi semini. Ecco ora a Poggio dei Pini un gruppo ha attuato il ribaltone con inusitato sincronismo e si appresta a beneficiare dell’altrui fatica. Come indicato da Loi Zedda non è stata una facile battaglia quella condotta in questo scorcio di un anno e mezzo e che, a quanto ci viene indicato, è approdata nel conseguimento del pareggio di bilancio. Certo si sono dovuti operare tagli odiosi (in primis le fatidiche “consulenze” o “incarichi” retribuiti e, guarda caso, i beneficiari ripetitivi di queste prebende pare si siano particolarmente distinti nell’opera recente del ribaltone). Ora dovranno “pedalare” per mantenere quel ritmo di austerità. Loi Zedda fa cenno anche a “segretazioni” accadute in passato per decisioni assurde – forse cose di cui ci si vergognava al punto da proibirne la conoscenza. Io vorrei conoscere definitivamente chi ha concesso per la miseria di 150 € mensili, in locazione, un bene Societario, a chi e quando è stato concesso (data del contratto). Inoltre di che si tratta quando si riferisce a 150.000 € per una “consulenza” e quanto ha prodotto alla Cooperativa questa immane competenza ?. Si potranno avere risposte ? Il nuovo gruppo costituitosi il 17 Giugno potrà dare risposte certe ? Non ho molte speranze.
Giampaolo Lai
IL CARTELLINO GIALLO. (prima parte)
Domenica passata durante l’incontro fra Soci e Amministratori (ora sostituiti) finalizzato a spiegare il motivo dell’iniziativa (eventuale ricorso al TAR in caso di ripetuti silenzi del Comune di Capoterra per la nota vicenda della cessione delle opere di urbanizzazione primaria), un noto personaggio che in passato ha ricoperto ripetutamente incarichi di governo della nostra Società, ha ritenuto doveroso rileggere un verbale del CdA nel quale sono riportate mie affermazioni (vere) fatte all’epoca in forza delle quali io mi pronunciavo in maniera diametralmente diversa rispetto al mio odierno convincimento. In sostanza costui mi ha agitato un cartellino giallo di ammonimento:” avevi una opinione diversa da quella odierna”. Ho semplicemente risposto che solo gli stolti non cambiano opinione. Hitler, ormai prossimo a capitolare, era convinto di vincere. Debbo dire che stento a capire la ratio del comportamento del personaggio. Non era pertinente perché nel corso della riunione si intendeva esplorare quali adempimenti “residui” gravavano sulla Società in ordine agli impegni assunti con le note Convenzioni (una firmata dal nostro interlocutore arbitro ammonitore perché in quel momento dotato di cartellino giallo agitato nei miei confronti).
Ecco ora non mi riesce di capire del perché costui abbia agito così. Mi ha pure appellato “amico Lai” ! . Io mi spiego il tutto pensando alla nobiltà d’animo.
Ma veniamo al nocciolo della questione. Ho ringraziato pubblicamente l’Ing. Mulas per l’eccellente lavoro di sintesi riguardo all’esposizione concreta della Società per gli obblighi assunti in Convenzione. Ha sciorinato dati reali ricavati dalla documentazione consultata. Ha verificato innumerevoli documenti, corrispondenza, collaudi fatti da illustri professionisti (delle opere di urbanizzazione primaria realizzate), ha eseguito calcoli e con la competenza che indubbiamente possiede ha concluso affermando che “in capo alla Società Cooperativa grava, ad oggi, forse l’obbligo di realizzare un manufatto di circa 300 mq e individuare l’area in cui posizionare gli oltre cinque ettari di parcheggi che sono un’enormità e assolutamente non necessari ma che derivano dalla norma urbanistica (2% dell’intera superficie di Poggio).
In termini concreti ed in soldoni si tratta di una miserrima somma. Diversamente da quanto ci era stato detto in passato:” dobbiamo adempiere con milioni di spesa”. E’ stata esaminata infatti una tabella presentata dal CdA che ha avuto termine un anno e mezzo addietro, nella quale vengono esposte somme “spaventose” al solo scopo di giustificare la necessità della famigerata “cementificazione delle pinete perché occorrono molti lotti da vendere per coprire quegli adempimenti”. E dunque due verità una delle quali (quella dell’Ing. Mulas) direttamente discendente da impegni (Convenzioni) e carte che hanno un riscontro concreto.
... continua
Giampaolo Lai
IL CARTELLINO GIALLO. (seconda parte)
Sono intervenuti diversi Soci per chiarimenti e precisazioni. Tre interventi mi hanno impressionato: si tratta di quelli dei Consiglieri Madeddu e Montali e del mio “amico” Anedda. Il trio si è esercitato soprattutto in “dubbiologia” espressioni del genere: però, chissà, forse, può darsi. Parevano appartenere alla controparte (il Comune). Ripetutamente l’Ing. Mulas ha proiettato nuovamente una tabella di sintesi di tutto il suo studio ricordando dati certi (numeri) chiedendo di confutarli con altri numeri altrettanto sostenuti da carte inoppugnabili. Ma ecco il mistero, questi dati certi non possono averli semplicemente perché non esistono. Sostengono che le opere di urbanizzazione non sono più a norma (a quelle attuali) ma omettono di riconoscere che i collaudi eseguiti raccontano realtà diverse. Forse costoro vorrebbero spendere, oggi, milioni e milioni per adeguare quelle opere alle odierne norme, dimenticando che nel frattempo le stesse opere hanno adempiuto al compito previsto (far transitare automobili, elettricità, acqua e via elencando). Perché ? vogliono rimettere in moto “incaricopoli” ? naturalmente a spese di tutti noi Soci. Ma se nel frattempo intervenissero altre norme si dovrebbe inseguire il nuovo treno ?
Un amico del CdA mi dice che ora, con il nuovo Sindaco di Capoterra, è possibile un dialogo per conseguire l’auspicato accordo. Questo evento, se dovesse concretizzarsi in tempi brevissimi (mettendo nero su bianco) eviterebbe il ricorso al TAR con beneficio per tutti, Comune ricompreso. Però è necessario assumere veri impegni e non operare come in passato: … campa cavallo ….
Infine auspico una ricomposizione “convinta” del gruppo di volenterosi che operano nel nostro interesse. I dissenzienti (quelli che vedono solo l’opposto negando perfino la luce solare) si tranquillizzino, assistano al lavoro altrui ma siano taciturni non ostacolino ingiustificatamente e magari continuino ad inseguire la ricerca della pietra filosofale o delle divergenze parallele, avvisandoci quando giungeranno a quel traguardo. Oppure, perbacco !, usino appropriatamente quel bene fornitoci da madre natura racchiusa alla sommità del nostro corpo, e fuori idee e proposte.
E’ anche mio auspicio che tutti i nostri amministratori rinuncino a qualunque compenso (viene definito rimborso spese) perché, oltretutto, penso che anche da lì origini un poco di malumore. E l’invito vale anche per i membri del Collegio Sindacale, almeno per quelli che qui vivono.
Giampaolo Lai
Due brevi note per l'amico Giampaolo.
1. il pezzo "Il tempo del raccolto" è stato scritto da sottoscritto e non da Andrea Loi Zedda cui ho voluto dare merito per il grande lavoro svolto
2. sulla questione della cessione delle opere di urbanizzazione l'ing. Mulas pubblicherà un articolo qui nel blog
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