L'archeologia e la telematica sembrerebbero due discipline situate agli antipodi della conoscenza. Quanto tempo ci vuole prima che un fatto diventi "storia"? La tecnologia avanza tanto rapidamente da coprire in pochi anni tutto ciò che produce con un velo di obsolescenza.
Sono passati 15 anni dal 18 maggio 1996, il giorno che segna la nascita della telematica a Capoterra. Ho avuto la fortuna di vivere in prima persona i momenti pionieristici di una tecnologia che avrebbe modificato profondamente la nostra società. In occasione di questo anniversario, mi piace l'idea di rispolverare dal cassetto dei ricordi alcuni di quei momenti e condividerli con voi.
Ancor prima dell'era di Internet, utilizzavo la telematica per collegarmi alla prima "BBS" (Bulletin Board System) cagliaritana, la mitica Microtel. Volendo banalizzare, potremmo paragonare la BBS a "sito" unico, dal quale era possibile scaricare programmi per il Personal Computer che allora erano equipaggiati con il sistema operativo MS-DOS e con la prima versione di successo di Microsoft Windows, la 3.0.
Anche in quel periodo l'aggeggio che ci consentiva di entrare le magico mondo della cibernetica era il Modem. Oggi non capita più di sentire i "rumoracci" con i quali il modem di quel tempo si "metteva d'accordo" con il suo "collega" situato dall'altro capo della linea telefonica. Le linee erano esclusivamente analogiche, cioè le stesse utilizzate per le comunicazioni vocali. Mentre oggi abbiamo l'ADSL che ci fa viaggiare ad alcuni milioni di bit al secondo, i modem di quel periodo andavano a 2.400, 9.600, 64 mila bit al secondo. Trattandosi di un fenomeno ancora di nicchia, non esistevano tariffe dedicate alla comunicazione digitale e si doveva sottostare a quelle normali, per la voce. Capirete che, sebbene fosse teoricamente possibile mettersi in comunicazione con un computer che si trovava all'estero o in un'altra città italiana, a quelle velocità e con i costi della teleselezione di allora, questa strada fosse impraticabile. L'unico modo di uscire dalla propria nicchia consisteva nel connettersi a un "provider" situato nella nostra stessa città. E' da questo concetto che è nato il fenomeno del "digital divide", che ancora oggi affligge quei territori del nostro paese che non sono serviti da linee digitali in banda larga.
Anche la connessione cittadina aveva costi non indifferenti, a causa della cosiddetta T.U.T (Tariffa Urbana a Tempo). Ovviamente niente piani tariffari "flat", ne tantomeno connessioni wireless. Il mio ufficio, a quel tempo, era in via Dante a Cagliari e la sede della BBS era in via Logudoro, a poco più di 500 metri. Probabilmente sarebbe stato più facile andare li a piedi e copiare uno dei primi "compact disc" con i programmi (freeware), ma volete mettere l'emozione di vivere i primi collegamenti telematici?
La rete Internet, collegando tanti nodi tra loro, ha quindi permesso a noi, con il nostro PC, di collegarci con tutto il pianeta a patto di avere l'accesso a un nodo della rete sufficientemente vicino a casa nostra.
Dopo essere stata relegata per molti anni al ruolo di strumento di comunicazione in ambito prima militare USA, e poi universitario, nel 1995 la rete Internet esce da quel guscio ristretto di specialisti e si "apre" al mondo intero. Si tratta di tecnologie non ancora pronte per il grande pubblico, ancora alle prese con la prima informatizzazione e, pertanto, in quei primi anni Internet è rimasto un ambiente per "addetti ai lavori". Nella primavera del 1996 un mio caro amico, Giampaolo Lai, mi contatta per chiedermi cosa ne pensassi di una "voce" che gli era stata riferita. Sentirla oggi sicuramente ci strapperà un sorriso per quanto fosse inverosimile. Nel 1996 Silvio Berlusconi era l'uomo del momento (anche oggi sic), il suo potere economico e politico erano freschi e in forte ascesa. Internet era la tecnologia sulla bocca di tutti, sebbene la sua comprensione fosse resa un pò oscura da una informazione piuttosto scandalistica e mistificante nei confronti degli argomenti scientifici. Ecco che, quindi, al buon Giampaolo era stato detto che "Berlusconi aveva comprato Internet!".
La bufala era così grossa che decisi di fare qualcosa. Sono uno dei fondatori della Biblioteca Poggio dei Pini per la quale avevo curato, nel 1995, l'installazione della prima stazione di consultazione di opere multimediali operante in una biblioteca sarda. Decisi di organizzare quello che venne chiamato il "Seminario di divulgazione cibernetica". Nella foto in alto si vede la vetrina della biblioteca con il poster dedicato a quell'evento.
Il Seminario era suddiviso in 5 incontri serali della durata di circa 2 ore. L'argomento era corposo. Ai concetti teorici, supportati da numerose slides, si abbinavano "esercitazioni pratiche", con collegamenti "dal vivo" ad Internet. I circa 40 frequentatori di questo vero e proprio corso di formazione hanno avuto il loro primo contatto con Internet proprio in questa occasione. In seguito ai rumoracci dell'"handshake" del modem, sono comparse sul videoproiettore le prime videate provenienti dal browser Internet che allora si chiamava "Netscape Navigator", mentre il motore di ricerca, vero e proprio passpartout internettiano, si chiamava Altavista. Non esistevano ancora Google, Internet Explorer, Mozilla, Outlook, Gmail .....
I corsisti del "Seminario di divulgazione telematica"
Un aneddoto che ancora mi fa sorridere si riferisce a quando, visitando insieme il sito della Casa Bianca a Washington e, notando che c'era la possibilità di inviare un messaggio al Presidente degli Stati Uniti, abbiamo deciso di inviare un saluto a Bill Clinton. Ovviamente non ricevemmo mai una risposta, ma vedere concretizzare sullo schermo la possibilità di contattare una delle persone più influenti del pianeta ha probabilmente fatto capire a tutti quale impatto avrebbe avuto questo strumento sui processi informativi, democratici e politici.
Il futuro di Internet non era per niente chiaro allora. Pensate che perfino Bill Gates, il mostro sacro dell'informatica creatore di Microsoft, non aveva creduto nelle potenzialità di Internet e ha dovuto recuperare in seguito.
Mi capita di incontrare, a 15 anni di distanza, molte delle persone che hanno frequentato quel seminario. Tutti oggi utilizzano Internet regolarmente e ricordano quelle prime esperienze fatte insieme. Uno di loro, Francesco F., oggi insegna informatica e mi ha detto che fu proprio grazie a quella esperienza (lui dice grazie a me, ma mi sembra eccessivo) che ha intrapreso il suo percorso professionale.
Dopo quelle cinque serate, un gruppo di partecipanti, i più appassionati, mi chiese: "e adesso cosa facciamo?". Fu allora che mi venne l'idea di realizzare un sito internet tutto nostro. Non piu semplici "visitatori", ma creatori. Pensate alla differenza tra guardare la Tv e avere una propria emittente televisiva, alla possibilità di passare da uno stato di utenza passiva a quello attivo. E' proprio questa la principale rivoluzione di Internet.
Oggi chiunque con pochi clic può realizzare un proprio blog, gratuitamente e con pochissime conoscenze informatiche. Allora l'impresa sembrava tutt'altro che facile. Innanzitutto lo spazio web, quello che oggi vi tirano dietro gratis, aveva costi esorbitanti: 1 milione delle vecchie lire per 1 solo Mb di spazio!
E poi come fare? Non esistevano ancora Dreamweaver o Frontpage e nemmeno Javascript e Flash. Creare una pagina web significava "smanettare" codice HTML con un editor di testo. Grazie al magnanimo intervento di Rosario Vargiu che gestiva il sito Sardinia.net e ci regalò uno spazio web da 1 Mb, siamo riusciti a dare vita a Linea Poggio, il primo sito capoterrese e poggino. Anche se adesso è "congelato" il sito è ancora accessibile all'indirizzo http://sardinia.net/poggio
Home page di Linea Poggio
In quel sito vennero inserite informazioni che riguardavano la storia della Cooperativa, l'ambiente di Poggio e del circondario. In questa pagina viene descritta l'inziativa Linea Poggio, in quest'altra pagina il compianto Andrea Murru, allora presidente del Grusap, descrive l'associazione ambientale poggina a 10 anni dalla sua fondazione, qualche rimpianto susciterà in molti poggini leggere la pagina dedicata al "Gruppo Sportivo" e poi ovviamente la Biblioteca, nelle cui sale è nata questa iniziativa, guardate l'elenco delle manifestazioni programmate tra il 1995 e il 1996. Leggere la pagina dedicata alle iniziative informatiche della Biblioteca ci aiuta a comprendere perchè quella di Poggio è stata la prima e più avanzata biblioteca della Sardegna nelle tecnologie informatiche che oggi rappresentano un elemento fondamentale in tutte le biblioteche. Mi preme ricordare che questo impulso verso l'innovazione e la modernità fu impresso da Franca Camarda che fn dall'inizio improntò la Biblioteca su questi binari. Sempre nel 1996 nella biblioteca venne attivata una postazione di collegamento ad Internet per il pubblico, che allora, grazie alla presenza di un contascatti, doveva rimborsare le spese telefoniche. inutile dire che anche in questo caso la nostra fu la prima biblioteca sarda a fornire l'accesso ad Internet ai suoi utenti.
Come è capitato in molti altri settori, Poggio dei Pini, con la sua struttura urbanistica e sociale, è predisposta per essere una fucina di iniziative innovative: è capitato il disegno urbano (la città-giardino), l'amministrazione (la cooperativa-comune), lo sport (con uno dei migliori centri sportivi provinciali degli anni '70/80), la protezione civile volontaristrica (col Grusap) e anche con Internet.
A completare il quadro informativo il sito conteneva un accurata descrizione del territorio fatta con i toni poetici tipici di un artista della sensibilità di Ignazio Lecca . Tanto per fare un esempio della "artigianalità" del prodotto vi faccio notare la foto "panoramica" che si trova in quella pagina. Noterete che è stata realizzata unendo "a mano" due foto normali, senza nessuna funzione automatica che allora non era disponibile. La macchina fotografica è una delle prime digitali con soli 320.000 pixels, quelle di oggi hanno 20 milioni di pixels.
Pubblicare Linea Poggio, all'inizio del 1997, fu quasi un gioco per noi. Far conoscere Poggio dei Pini al mondo interno non è poi così importante e i tempi non erano certamente maturi per utilizzare Internet all'interno della comunità, dato che le persone che erano in grado di collegarsi, nel 1996, erano si e no 2 in tutta Capoterra. E' stata, per chi vi ha partecipato, una bella esperienza, una avventura.
Dopo Linea Poggio decisi di creare un altro sito Isola Sarda (www.isolasarda.com) che si basava su una idea originale. Dato che in quegli anni pochissimi soggetti erano in grado di pubblicare informazioni su Internet, Isola Sarda costituiva un contenitore messo a disposizione per chi, per hobby o per professione, disponeva di conoscenze che potevano essere messe a disposizione degli altri, invece che restare chiuse in un cassetto. Non ero quindi io a scrivere di archeologia, storia, ambiente, lingua sarda, paesi, spiagge etc. ma erano i singoli esperti che, tassello dopo tassello, anche senza seguire un progetto editoriale ben definito, hanno costituito il mosaico di Isola Sarda, dedicato questo volta all'intera isola di Sardegna.
Su Isola Sarda compaiono anche la pagina dedicata a Capoterra (scritta da un capoterrese doc come Emanuele Atzori) e al territorio di quello che una volta veniva chiamato "Il Parco del Sulcis", un lavoro straordinario che per anni è stato un punto di riferimento per ricercatori e navigatori.
In quegli anni, la frenesia di Internet aveva creato l'illusione che bastasse mettere una pagina in rete per vendere prodotti tramite il miracoloso e-commerce. La bolla speculativa della new economy, che aveva portato moltissime piccole aziende del settore (tra cui la sarda Tiscali) ad avere valutazioni azionarie elevatissime ed incrementi stratosferici ammantava tutto il settore di $$$. Nascevano e morivano siti internet anche sardi, che cercavano di vendere prodotti e turismo mischiando pagine di strutture ricettive, con qualche monumento archeologico condito da poche informazioni scopiazzate quale e là. Isola Sarda era un rarissimo esempio di sito esclusivamente culturale, dove non si vendeva nulla. Isola Sarda ha pubblicato una newsletter che conteneva un estratto delle notizie più importanti provenienti dall'isola. Questo strumento raggiungeva soprattutto gli emigrati e i tanti amanti stranieri della Sardegna (era tradotta anche in inglese) che, in questo modo potevano sapere ciò che avveniva nell'isola.
Per molti anni Isola Sarda è stato uno dei siti più rappresentativi della nostra regione e ha presentato la nostra terra alla moltitudine di visitatori che, soprattutto nei paesi più industrializzati, utilizzava internet sia per ricerche culturali che per turismo. Direi che solo con l'avvento dei nuovi (meravigliosi) siti fatti realizzare da Renato Soru per la Regione Sardegna (SardegnaCultura etc.) si è visto in rete qualcosa di livello nettamente superiore, ma con ben altri budget.
Per molti anni Isola Sarda è stato uno dei siti più rappresentativi della nostra regione e ha presentato la nostra terra alla moltitudine di visitatori che, soprattutto nei paesi più industrializzati, utilizzava internet sia per ricerche culturali che per turismo. Direi che solo con l'avvento dei nuovi (meravigliosi) siti fatti realizzare da Renato Soru per la Regione Sardegna (SardegnaCultura etc.) si è visto in rete qualcosa di livello nettamente superiore, ma con ben altri budget.
Oggi Linea Poggio e Isola Sarda sono ancora lì, a vagare nel ciberspazio, con la loro tecnologia del 1997, e si può veramente parlare di archeologia telematica.
Nel frattempo, come avevo previsto, anche le piccole comunità come la nostra hanno raggiunto un numero di utenti di internet talmente elevato da consentire di utilizzare Internet come mezzo di comunicazione interno e non più orientato solo verso l'esterno. Sono nati, Capoterraonline, Capoterra.net, poi il mio Blog di Poggio dei Pini e, infine, dopo l'alluvione, l'interessante esperienza sociopolitica di Demos Capoterra e il Portale della Cooperativa Poggio dei Pini (questa volta fanalino di coda).
Sono certo che la telematica crescerà ancora nei prossimi anni. Le costanti innovazioni tecnologiche aumenteranno ulteriormente la sua penetrazione nel nostro quotidiano. Certo una parte sarà utilizzata per il cazzeggio o per nuovi servizi commerciali, ma anche la partecipazione e il confronto democratico, per chi lo vorrà, riceveranno un ulteriore impulso. E' ormai definitivamente tramontata l'era in cui bastava avere un amico all'Unione o alla Nuova per potere prendere in giro la gente. Anche qualora si dovesse chiudere un sito, un blog, un portale, ce ne saranno altri tre pronti ad aprire. La democrazia telematica oggi è limitata solo in Cina.
In questo articolo abbiamo rivolto lo sguardo al passato di Internet, ai primi vagiti della telematica capoterrese. E' un po' storia, un po' archeologia, e adesso rituffiamoci nel presente ..
1 commento:
da Giampaolo Lai
Ciao Giorgio,
hai una memoria da elefante come pure una invidiabile competenza. E’ tutto vero, abbiamo imparato l’uso di Internet in quella biblioteca, scoprendo e comprendendo le potenzialità che offriva a noi poveri mortali ubicati in campagna più a contatto con pomodori autoprodotti che con bit. Ricordo ancora il messaggio inviato a Clinton ma lui non ha capito quale importanza avesse per noi quell’azione, ed infatti non ci rispose. Aveva altri impegni. Sul desiderio di Berlusconi di privatizzare anche internet gli è andata male, anche se ricco o ricchissimo questa ipotesi, per lui, rimarrà inappagata. Molto valore va attribuito alla Cooperativa ed in special modo alla Biblioteca che per il tuo impegno può segnare una marcata “primogenitura” in svariate attività culturali rivelatesi poi essenziali per tutti noi. Ricordo anche qualche tua amarezza a causa di una poco immediata percezione dell’importanza del tuo progetto, per fortuna da parte di pochi. E poi il tuo primo impegno non è scemato ed ancora oggi produce frutti a beneficio di tutti. Mi piace accostare Internet alla democratica luce del sole: tutti possono pressocchè liberamente utilizzare queste due risorse, l’una per comunicare, informarsi, studiare, vivere la comunità mondiale e l’altra per prodursi la preziosa elettricità in barba ai petrolieri che mai riusciranno a impedircene l’utilizzo. C’è un poco di dipendenza da Internet e l’ho sperimentato di recente in Spagna, sentivo la necessità almeno ogni due o tre giorni, di smanettare per leggermi la posta e qualche giornale e per fare ciò cercavo il “locutorio” internet dove, per solo mezzo Euro per trenta minuti mi sentivo “a casa” ricevendo e spedendo posta. Ciao e continua. Giampaolo Lai
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