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sabato 27 maggio 2017

Il "codice etico" applichiamolo prima di tutto ai nostri comportamenti

Tonino ti ringrazio per questo contributo che, unitamente a quelli di Francesco e Angelo (e tutti gli altri) ci consente di condividere punti di vista differenti esistenti nella nostra comunità.   Lo trovo particolarmente utile perche potrebbe aiutarmi a capire qualcosa che, sinceramente, stento a comprendere, come, ad esempio,  cosa realmente voglia e proponga la lista "Insieme". 
Ammetto che, per miei limiti, continuo a non capirlo  anche dopo il tuo intervento. Inisterò nel tentativo. 
Concordo sul fatto che tu attribuisca a Sandro una indiscutibile vittoria e il diritto-dovere di formare una squadra di governo, ma non capisco come si possa pretendere che questa squadra possa essere formata da persone verso cui Sandro non abbia fiducia o che non ritienga utili al raggiungimento degli obiettivi di amministrazione che si pone. 

Sappiamo bene,  e tu che sei un "presidentissimo" lo sai ancora meglio, che il presidente si prende responsabilità personali assai superiori rispetto a quelle degli altri consiglieri. Parlo di responsabilità non solo "politiche", perchè se qualcosa andrà storto tutti i soci si riferiranno a lui, ma anche penali e, purtroppo, anche quello lo sappiamo bene per esperienze vissute. 

E' giusto quindi puntare al massimo coinvolgimento di tutti i punti di vista (o se vogliamo di tutti i "gruppi") presenti nella nostra comunità, ma a mio avviso questo obiettivo viene dopo quello di garantire efficacia amministrativa e qualità dei servizi.
Non consordo sul fatto che il gruppo guidato da Anedda abbia amministrato "tecnocraticamente". Coivolgere la gente è diventato sempre piu' difficle in questa società. Credo sia una impresa ardua per chiunque e penso di poter dire che questo obbiettivo non sia stato centrato da nessuna delle amministrazioni degli ultimi decenni. Nell'elenco delle iniziative dell'ultimo triennio ci sono anche interessnti iniziativa in ambito sociale, come il libro l'evento del cinquantenario e il parco dei fortini. Mi attendo molto, poi, dalla ristrutturazione della palestra e dal ripristino delle piscine. Forse non è sufficiente, anche io rimpiango i temi delle "passeggiate alle piscine". Torneranno? speriamo, ma credo che dipenda soprattutto da noi e non da Anedda. 

Come poi ho scritto in tempi non sospetti piu' di tre anni fa, nel momento della prima elezione di questo gruppo dirigente, la compagine guidata di Anedda non rappresenta un solo ed unico punto di vista, ma è già una soluzione "di compromesso".  Poi perchè Tizio o Caio non facciano parte del gruppo Anedda sinceramente non lo so (chiedetelo a lui)  e mi importa anche relativamente poco. Anche io non ne faccio parte, sebbene credo di essere un socio attento e impegnato rispetto alle problematiche della Cooperativa. Nel CdA non c'è posto per tutti ma ci sono molti modi per essere utili a questa comunità. 

Correttamente affermi che non bisogna demonizzare nessuno, pero' esprimi soddisfazione per l'ipotesi di fuoriuscita di Monni senza giustificarla. Io, invece,  non demonizzo le persone ma, se proprio vogliamo utilizzare questo termine forse eccessivamente forte, demonizzo "azioni" che ritengo dannose per la mia vita qui a Poggio: gli sprechi di risorse, la cementificazione scriteriata, la mancanza di informazione e di trasparenza, la mancanza di importanti servizi che ci renderebbero la vita migliore come la rete idrica per irrigazione che non è stata realizzata quando era possibile farlo etc. Un'altra cosa che demonizzo, e mi spiace che si continui a fare finta di niente, è il fango che, di tanto in tanto viene riversato su questa comunità, creando piu' danni dei soldi spesi male.

Veniamo alla questione del codice etico. Come ho più volte sottolineato, ho vissuto periodi in cui la trasparenza a Poggio era del tutto inesistente, l'informazione carente quanto in un "gulag",  e ho visto con i miei occhi "fatti" raccapriccianti che avrebbero violato una decina di articoli del codice etico che oggi si vuole proporre.  Qualche lettore si è lamentato del linguaggio talvolta troppo "politichese".  Facciamo qualche esempio concreto, allora. 
Ho già ricordato la clamorosa "consulenza" da 150 mila euro che venne "secretata" nel 2007.  Vi propondo un altro "aneddoto". Quanto etico vogliamo considerare l'attribuzione, sena nemmeno un preventivo,  di una causa legale (peraltro banale) a un noto studio legale in cui la Cooperativa, vincendola, incasso' 9 mila euro  pagando una parcella di 13 mila all'avvocato? 
Per carità tutto legale, ma quanto etico? 

Oggi queste cose non possono avvenire più, grazie all'intervento di chi, con atti concreti, dovette dare battaglia nel 2007 per ottenere la trasparenza (certamente perfettibile) esistente in Cooperativa. Oggi non avviene più grazie alla presenza, in consiglio, di chi "vigila" e fa circolare le informazioni. Le opposizioni anche agguerrite servono eccome se non hanno obiettivi di sabotaggio e boicottaggio alla "muoia Sansone con tutti i Filistei". 
Ovviamente questa trasparenza può migliorare, ma non ritengo credibili gli scenari dipinti da qualcuno prima delle elezioni. Poi, scusatemi, mi scappa di ridere se penso che tra chi li propone ci sono persone che alzavano la mano quando si sprecavano i nostri soldi nel modo che ho descritto. 

Siccome sono curioso e cerco di documentarmi per quanto mi è possibile. Ho anche provato a raccogliere informazioni sui "casi" che a detta di alcuni volantini e insinuazioni varie,  sono stati fatti circolare. Sono rimasto allibito dalla pochezza di queste fantomatiche "prove". Conoscenze indirette, vecchi rapporti di lavoro ormai archiviati da tempo. Mi spiace che persone anche serie che stimo, si siano fatte "vettori" di chiacchiere e strumentalizzazioni di questo tipo.  Facendo cosi' se domani vi stringero' la mano diranno che stiamo "inciuciando" e, infatti, caro Tonino, qualche idiota ha subito "arabescato" qualcosa di losco per il fatto che io e te si abbia un dialogo su questo blog.

Mi permetto quindi di chiudere invitando tutti quanti, me per primo, ad applicare il "codice etico" ai nostri comportamenti, al nostro modo di vivere in questa società, al  rispetto per le persone, a come parliamo degli altri, al tenere a freno l'invidia, la vendetta l'ambizione., al modo in cui parcheggiamo e guidiamo, ai rumori molesti che facciamo, al modo in cui scriviamo, a come trattiamo l'ambiente naturale.

5 commenti:

Tonino Secchi ha detto...

da Tonino Secchi
Apprezzo molto la conclusione del tuo intervento che ci richiama all'etica dei comportamenti individuali la quale precede quella dell'etica pubblica e collettiva: senza la prima è inutile parlare della seconda. A questo riguardo ricordo alcune frasi famose di Ettore Lai: non possiamo e non dobbiamo avere nemici, la maldicenza è proibita nella nostra comunità. Purtroppo almeno negli ultimi dieci anni non è stato così altrimenti il Poggio non sarebbe finito nelle aule dei tribunali. Di chi la colpa? Di molti per precisi atti commessi lesivi della dignità altrui e di tutti gli amministratori che hanno sempre,tutti a cominciare da me, fatto errori come è naturale che sia per chi assume il rischio di decidere. Ma con la memoria non è arrivato il tempo di voltare pagina? Infatti io non ho espresso nessuna soddisfazione sull'uscita di scena di Monni proposta da Sandro nella sua prima idea di Comitato Esecutivo 2+2+1 anzi ho apprezzato il fatto di sapere che Giuseppe avesse acconsentito per facilitare la nuova soluzione, cosa che non ho potuto scrivere ma che credo sinceramente che gli faccia onore.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Tonino tocchi un punto spinoso. Quando si amministra (una nazione, una regione, un comune oppure Poggio) esiste da un lato il diritto alla trasparenza, alla critica e al confronto tra punti di vista differenti e dall'altro il valore del rispetto tra le persone. Credo che si debba trovare un equilibrio tra questi due diritti fondamentali. Per questo motivo un amministratore non potrà pretendere che i cittadini o i soci si astengano da qualsiasi manifestazione critica nei suoi confronti perchè potrebbe essere considerata "lesiva della propria dignità personale". Forse nel Medioevo funzionava cosi' oppure oggi in Corea del Nord.
Chi amministra deve mettere in conto questo genere di confronto, che non sempre puo' esere simpatico o gioioso.
Dall'altro lato il diritto di opposizione deve essere esercitato con rispetto verso gli interlocutori cercando di fondare le proprie rimostranze sui contenuti e non su attacchi personali fuori luogo e fuori tema.

Anonimo ha detto...

da Giuseppe Monni:
Ciao Giorgio, per fortuna almeno tu tieni viva la memoria dei tempi (piuttosto recenti) nei quali i CdA (composti o sostenuti da molti di coloro che chiedono oggi un codice etico e maggiore trasparenza) davano incarichi senza selezione, secretavano gli atti, etc. Dovremo prima o poi ricordare i miliardi di lire che entravano (e sparivano) ogni anno nell’epoca d’oro, quella che alcuni nostalgici continuano a mitizzare, senza conoscere gli atti e senza capire che quando ci sono tanti soldi da distribuire è più facile amministrare ed è più facile dar la sensazione che ci sia grande condivisione. Quando i soldi sono pochi, invece, e si prende in mano una Società che rischia il fallimento, non c’è tempo da perdere, servono poche persone molto affiatate, decise e capaci di fare scelte difficili, a volte anche impopolari (vedi tariffe dell’acqua o aumento dei contributi). Oggi per nostra fortuna (o meglio: per nostro merito) la situazione è cambiata, il bilancio è più solido, una buona parte del patrimonio è risanata, ma c’è chi cerca di far dimenticare tutti questi risultati concentrando il dibattito su questioni marginali (ma molto demagogiche) come le indennità degli amministratori, una questione sulla quale sono state raccontate ai Poggini (e continuano a essere raccontate) delle balle clamorose, al solo fine di fomentare un malcontento che altrimenti non avrebbe ragion d’essere (siamo stati dipinti come arraffoni e spreconi, gonfiando le cifre e raccontando bugie, per oscurare i risultati che abbiamo ottenuto). .. continua

Anonimo ha detto...

(segue)

Per quale motivo si fa tutto questo? Perché gli indennizzi agli amministratori (sempre esistiti e sempre percepiti, nella stessa misura in cui li abbiamo percepiti noi) è il vero problema del Poggio? Ovviamente no. Chi agita questo tema demagogico e poi chiede “condivisione” sta molto semplicemente chedendo di entrare in Comitato esecutivo. Alcuni vorrebbero entrarci (ahinoi!) per qualche centinaio di euro al mese, altri vorrebbero entrarci anche gratis, per il semplice umano piacere di “comandare” (?!). (C’è certamente anche chi avrebbe piacere ad entrare in CE spinto dal desiderio di far del bene alla Comunità, conosco molte di queste persone in buona fede, e le riconosco proprio perché non sollevano polemiche pretestuose al solo fine di entrare nella stanza dei bottoni). Dobbiamo qundi intenderci, caro Tonino, su cosa si intende per “condivisione”. Perché dipende. Se condividere significa avere un Portale internet più efficiente e interattivo, concordo: va migliorato. Se significa fare assemblee informative periodiche, ricordo che siamo stati gli unici a farle, negli ultimi 20 anni. Se condivisione, invece, significa che ogni spesa va discussa con tutti i soci, beh, questo no. Lo Statuto dice già cosa va deciso in Assemlea, cosa va deciso in CdA e cosa può essere legittimamente deciso in CE. Per spendere 20 mila euro per un parcheggio basta una delibera di CE, per chiedere un mutuo per ristrutturare la Palestra basta una delibera di CdA, non servono referendum consultivi. Per approvare una Variante, invece, serve il massimo coinvolgimento (e infatti abbiamo indetto un referendum). Insomma: sgombrato il fumo della retorica, esistono già le norme per disciplinare tutti i livelli di ogni diversa condivisione. Ben venga poi un codice etico che integri queste norme e disciplini meglio le prassi gestionali (anch’io credo ce ne sia bisogno, perchè prima del nostro triennio ne ho viste di tutti i colori). Ps per Tonino: hai illuso ingiustamente i miei tanti disistimatori evocando una mia “uscita di scena”! Gli unici che potrebbero farmi “uscire di scena” sono gli elettori e siccome ogni qual volta mi son candidato sono stato eletto, posso dire con orgoglio, come dico spesso, che “E’ vero, sto antipatico a molti Poggini: a circa il 48%!”. Ho chiesto a Sandro di non entrare in CE (cosa che lui non voleva facessi) perchè speravo in questo modo di agevolare il suo tentativo di allargare il CE a esponenti della minoranza. Ma si trattava, appunto, di un “passo indietro”, e dal solo CE. Com’è noto, la generosità di Sandro non è stata apprezzata dalla minoranza e il sottoscritto sarà ancora in CE. Nella speranza di far bene. E con una certezza: il fatto che dopo questo triennio non mi ricandiderò. Con l’approvazione della nuova Convenzione col Comune, infatti, riterrò ampiamente concluso (e soddisfacente) il mio contributo. Anche in questo senso, l'allargamento proposto da Sandro sarebbe stato utile, per iniziare a coinvolgere nuove risorse e prepararci al passaggio di testimone. Iniziamo a pensarci tutti, fin d’ora. Una caro saluto.

Unknown ha detto...

������ Il dottor Giuseppe Monni ha pienamente ragione. Dall'anno 2000 ca fino a tempi recenti alla guida di PdP c'è stata una conduzione irresponsabile.Sentire parlare di etica e non anche di morale è sintomatico di chi,a pancia piena, ha scorrazzato bruciando e buttando al vento ingenti risorse finanziarie e progetti pianificatori. Oggi avere bilanci solidi e patrimoni risanati rappresenta un ottimo risultato di gestione. Ma mi soffermerei di nuovo sul fatto che alla PdP servirebbe - per stare in tema - una "imponente manovra correttiva" per un progetto territoriale" che si può e si deve attuare credo solo in sinergia con il Comune.Il pozzo di San Patrizio del Pdl è giunto al capolinea. 50 lotti da vendere sono pari ad una gestione triennale senza imprevisti. I poggini,oggi,sono tassati due volte mentre impianti sportivi, piscine, piste ciclabili, gestione rifiuti, istruzione, presidi di servizi alla persona e alla salute sono presenti, ma al di fuori del nostro immenso quartiere (al) verde. F.C.

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