di Angelo Pani
“Rompere lo schema del muro contro muro”. All’indomani di un
risultato elettorale che rende problematica la governabilità della Cooperativa,
l’appello di Tonino Secchi merita di essere preso in seria considerazione. Sabato
scorso, oltre seicento poggini hanno distribuito i loro voti tra le due liste
presenti assegnando otto posti in Consiglio ai candidati
in lizza con gli amministratori uscenti e sette alla lista contrapposta. Con
questa risicata maggioranza non si va lontano.
Tre anni fa, Sandro Anedda era sceso in campo alla guida di
una lista unitaria col dichiarato proposito di superare le divisioni del
passato ed era stato premiato con una larga maggioranza ma, evidentemente,
qualcosa di sbagliato deve esserci stato durante la sua gestione se la stessa
squadra che ieri aveva vinto a mani basse oggi si deve accontentare di una
vittoria risicata. Forse non ci sono stati solo lampi di luce, lustrini e botti
di spumante, come vuole farci credere l’informazione aziendale che monopolizza
le cronache di Poggio parlando di feste e successi e che dipinge gli scettici
come pericolosi disfattisti. Non sarà facile appianare i contrasti che, lungi
dell’essere stati risolti, si sono invece accentuati. Sandro
sembra aver capito queste cose: l’ha fatto intendere pochi giorni fa,
intervenendo all’assemblea contro il ponte della vergogna quando, ricomponendo
le divergenze col Comitato No Viadotto, ha rotto quello schema del muro contro
muro che altri, anche dentro la sua maggioranza, sembrano privilegiare.
Ora il presidente in pectore di Poggio dei Pini si trova
nuovamente di fronte a un bivio. Il risultato elettorale premia lui e il suo
giovane amministratore delegato ma, privandolo di una solida maggioranza, non
gli consente grandi spazi di manovra. Se vuole garantirsi la governabilità, deve
poter contare su altri voti in Consiglio. Lo può fare in due modi. Il primo è
quello di far partire una campagna acquisti con distribuzione di poltrone e di
favori tra i consiglieri dell’opposizione. Metodo già praticato in altri esecutivi,
col solo risultato di innalzare nuovi muri e spargere altri veleni. La seconda
strada è quella auspicata da Tonino Secchi: andare avanti con chi guarda al
bene comune e non al tornaconto personale. Una strada assai difficile da
percorrere, perché imporrà a Sandro Anedda di prendere le distanze da chi ha
sempre lavorato più per dividere che per unire.
Angelo Pani
3 commenti:
Ciao Angelo, condivido le perplessità sulla difficoltà numerica edi questa situazione e quindi sulla governabilità. Non condivido invece le motivazioni relative all'innegabile perdita di consenso avvenuta negli ultimi mesi. Vedo che anche tu, forse saggiamente, non approfondisci questo tema, eppure sarebbe sempre fondamentale capire le ragioni che si trovano dietro un consenso o un dissenso.
Abbiamo già assistito a muri contro muri in passato. Sebbene si sia cercato di portare quello scontro/confronto sul personale sappiamo bene che dietro quei "muri" c'erano degli importanti temi: il piano di lottizzazione nelle pinete, la trasparemza, l'informazione. Ma oggi sapresti dirmi quali temi ci sarebbero dietro quello che chiami "muro contro muro"? Io, sinceramente, non li vedo.
Quali sono i temi rispetto ai quali bisognerebbe trovare degli "accordi"? Angelo ... boh!
Il viadotto? le insinuazioni su favoritismi? I compensi degli amministratori?
Queste elezioni hanno prodotto un risultato apparentemente contraddittorio: hanno premiato il presidente uscente ma, privandolo di una solida maggioranza, hanno posto un freno alla sua azione di governo. Questo significa che Sandro Anedda ha ancora la fiducia degli abitanti di Poggio; non altrettanto si può dire per la sua amministrazione che, innegabilmente, ha creato più di uno scontento. Di più: gli elettori hanno dato i voti anche ai due amministratori delegati promuovendone uno e relegando l’altro in secondo piano. Cosa significhi questo è fin troppo chiaro e non proseguo per carità di patria. In sintesi, i poggini hanno detto al presidente uscente: Sandro, vai avanti ma datti una regolata.
Mi chiedi, Giorgio, di elencare i motivi di dissenso. Per farlo, dovrei dare voce a quelli che tu e gli amministratori uscenti definite discorsi da bar. Pertanto ti risparmio il fastidio di ascoltarli. A eccezione di uno, che personalmente condivido: molti poggini temono che la Cooperativa stia spendendo per restauri e abbellimenti più di quanto sia nelle sue possibilità. Lavori importanti, certamente, ma finanziati con la cessione di aree verdi e col ricorso al credito. Detto in parole semplici, ci stiamo facendo belli vendendo l’argenteria di famiglia e firmando cambiali.
In questi tre anni, siamo stati sommersi da una valanga di comunicati, lettere e mail che illustravano la bontà delle scelte adottate dagli amministratori. Non molte settimane fa, l’amministratore delegato alla comunicazione ha pubblicato un intervento sul tuo blog affermando che qualcosa, forse, sta per cambiare nei rapporti tra la Cooperativa e il Comune. E ha elencato alcune delle cose che potremmo chiedere al Comune se…, che potremmo fare se …, che potremmo proporre se .... A farla breve, 74 righe di aria fritta. Una cortese signora, moglie di uno stimato socio, ha postato un commento di 17 righe sollevando una garbata obiezione sulla scala delle priorità. E’ stata sommersa da una replica di 58 righe. Un’alluvione.
Restando sul tema dell’informazione, tre anni fa, appena insediati, gli amministratori hanno buttato nel cestino il vecchio sito web di Poggio e ne hanno aperto un altro. Più elegante, essenziale nella forma e nei contenuti, ma l’hanno chiuso agli interventi dei soci trasformandolo in una bacheca nella quale compaiono solo i comunicati della Cooperativa. C’è anche un’area riservata e qui pubblicano le sintesi dei verbali dei consigli di amministrazione. Peccato siano ferme al 2015 e non dicano nulla di ciò che accade realmente in quanto sono piene di omissis. Alla faccia della tanto decantata trasparenza. Non meglio vanno le cose con i notiziari che ci arrivano a casa: carta patinata, grandi foto, tanti colori e diluvio di inaugurazioni, balli e tavole imbandite. Non c’è che dire: tutto va bene, a Poggio siamo sempre in festa. Ma è realmente così?
Angelo come tu sai benissimo quelli che tu chiami "discorsi da bar" spesso nascondono insinuazioni o ancor peggio calunnie. Se credi che a Poggio siamo in pochi a condannare questo squallido e basso modo di agire credo che ti sbagli. Siete una esigua minoranza.
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