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domenica 10 maggio 2009

Da Legambiente un libro che sembra scritto per noi

Invito caldamente tutti i visitatori del blog alla lettura di questa pubblicazione edita da Legambiente e dalla Protezione Civile Nazionale e intitolata: "Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico" (scarica pdf 3,5 Mb).

Questo libro sembra essere scritto apposta per noi, colpiti dall'alluvione del 22 ottobre nella nostra profonda ignoranza su come si gestisce un corso d'acqua.

Adesso che è giunto il momento di pensare al futuro, di ricostruire un territorio più sicuro, di rimediare per quanto possibile ai gravi errori commessi in passato, questa lettura mi sembra quanto mai appropriata. A maggior ragione dovrebbero leggere le 40 pagine di questo e-book, scritto con un linguaggio adatto a tutti (quindi anche agli amministratori comunali) quelle persone che hanno l'onere di prendere decisioni che incidono sulla vita, e purtroppo anche sulla morte, dei cittadini. Se fino ad oggi l'"analfabetismo idrogeologico" è stato tollerato, le mille immagini della tragedia capoterrese dovrebbero ricordare perennemente che certe cose non si possono fare e che non si scherza, con l'acqua e con la terra. Per quanto presuntuosi possiamo essere, non potremo cambiare le leggi della natura. E' molto meglio conoscerle.

Cos'è il dissesto idrogelogico?

È opinione comune che il dissesto idrogeologico sia una delle piaghe italiane, per cui, dopo ogni evento disastroso (frane o alluvioni) si grida perché lo stato intervenga “contro il dissesto idrogeologico”. Ma a ben guardare, cos’è il dissesto idrogeologico? Non possiamo chiamare
“dissesto idrogeologico” il fenomeno dell’erosione, ovvero la tendenza delle acque ad erodere il suolo e le rocce e a provocare frane, perché si tratta di una condizione naturale fisiologica, non patologica. Intervenire per fermare tale tendenza è semplicemente impossibile. Quello che possiamo fare è cercare di adattarci il più possibile ad essa (evitando di costruire in zone sbagliate, evitando di alterare il bilancio dei sedimenti nei bacini idrografici) e cercare di contrastare i fenomeni naturali solo dove è proprio necessario, concentrando gli sforzi su poche opere irrinunciabili che vanno attentamente progettate, realizzate e mantenute.

Cos'è una cassa di espansione?

Le “casse di espansione” sono aree in frangia al fiume, nelle quali l’acqua può “espandersi” durante le piene: l’acqua accumulata in queste aree non contribuisce alla portata di piena, riducendo perciò il rischio di alluvioni sui territori a valle.

2 commenti:

giacomo ha detto...

Ciao, io penso che le casse di espansione siano la giusta strada da seguire, insieme a tanti altri accorgimenti che rispettino la natura e il luogo, spero che si abbandoni la strada dei furbacchioni che vogliono cementificare il fiume perchè così magari si mettono in tasca più soldi, c'è da tenere gli occhi aperti perchè gli avvoltoi sono gia in agguato.


ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Chiaramente chi dice che certe cose non sono possibili sta cercando di difendere la casta dei regionali, ma di sbagli sappiate tutti che in questo rio ne sono stati commessi tanti a partire dall'averlo dimenticato per più di ventanni, fino ad arrivare alla foce dove se uno ci va e guarda si mette a ridere, per non parlare del ponte che conduce alla chiesetta di San Gerolamo dove in pratica una piccola diga è venuta giù, parliamo poi di quel canale che è stato concausa dell'allagamento della lottizzazione di rio sang girolamo, e i lavori qualcuno li ha fatti, il lago stesso andava manutenzionato così come si farebbe per le casse di espansione ( sono la stessa cosa ), infatti è una di quelle, ma lo stesso fiume è una cassa di espansione, quindi per favore..basta con queste difese dell'indifendibilie, anche perchè così facendo non si trova la verità.

Il fiume era in una condizione mutata per via dell'incuria e non per via della natura, il lago era in una codizione mutata per via dell'incuria, il canale scolmatore non era stato portato a giusta misura, senza parlare degli incendi, ok sono i piromani ma chi deve intervenire dopo un incendio???....qualcuno è mai intervenuto con un serio progetto di riforestazione?? no diciamo che non rientra nei piani regionali, in pratica non si è mai fatta una riforestazione per evitare le erosioni post incendio.

E' chiaro a tutti che la struttura regionale andrebbe rivista e aggiornata a partire da una protezione civile mal guidata dove gli elicotteri si levano alle 10 del mattino quando alle 8 in peina estate ci sono 30 gradi, o peggio ancora, che non mette in allerta la popolazione per un allerta meteo che conoscevano anche le persone che non sono del mestiere, e per finire con una rivisitatina di altri uffici , vedi genio civile, ente foreste, distretto idrografico e altre, che male c'è anche li bisogna assolutamente inserire il criterio della meritocrazia.....qualcuno ha dei dubbi in proposito??? ...d'altronde escluso l'ente foreste erano tutti d'accordo sul buttar giu la diga e l'avevano detto per una settimana o forse più, comunque per il lago grande hanno ormai raggiunto il loro obiettivo, ovvero quello di renderlo una pozzanghera, e sapete perchè, perchè non vi è uno di questi che si prende le responsabilità...uno che sia uno...vi sfido a trovarlo.

Ma poi parlaimoci chiaro, come mai si parla soltanto ora di casse di espansione...scusate ma non vi sembra strano, forse sarebbe stato meglio pensarci magari dopo il 1999....chiedo troppo ????





Ciao Giacomo

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