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mercoledì 20 maggio 2009

Finita l'era dei lotti?

Facciamo il punto sulla situazione urbanistica di Poggio dei Pini?
La variante al piano di lottizzazione, quella che ha suscitato vibranti polemiche quasi due anni fa, è stata bloccata dalle leggi regionali prima, e dall'alluvione poi. Difficile essere sintetici (nel blog troverete molti articoli su questo argomento) ma, in poche parole, la proposta della nostra Cooperativa era ampiamente incompatibile con il Piano Paesistico Regionale (PPR) e dopo l'alluvione probabilmente quest'area sarà gravata da vincoli idrogeologici ancora più severi. Sorvoliamo poi sulle polemiche causate dal mancato coinvolgimento dei soci, sorvoliamo sul fatto che la Coop ha perso tutti i ricorsi facendo fare una pessima figura alla nostra Comunità e spendendo, per progetti malfatti e cause perse, denari che avrebbero trovato utilizzo migliore, sorvoliamo sul fatto che a detta di alcuni (riunione pubblica dei soci) i lotti erano già stati spartiti senza la minima trasparenza. Beh mi rendo conto che ci sono un po' troppe cose su cui sorvolare. Se non siete di Elmas avrete qualche problema.
La bocciatura della variante fa emergere un'altro grave errore commesso dagli amministratori del passato. La lottizzazione A2-A3, quella situata all'ingresso di Poggio, era stata completamente approvata ancor prima dell'entrata in vigore del PPR che oggi probabilmente ne mette a rischio la realizzazione. La Cooperativa, invece di passare immediatamente alla fase esecutiva, ha cincischiato lanciandosi nell'avventura "variante" e così ha perso anche la possibilità di rendere possibili quelle entrate che adesso, con il bilancio in rosso (circa 300 mila euro di disavanzo nel 2008) apparirebbero come una boccata di ossigeno, un "tesoretto" buttato al vento. Chi troppo vuole nulla stringe.
Insomma, prima si dice che i lotti devono essere realizzati per tutelare l'interesse dei soci (è questo il fine della Cooperativa), poi si dice che i lotti devono essere fatti per ricostruire tutte le infrastrutture. Chissà cosa ci si inventerà la prossima volta.
Altroché interesse dei soci, siamo rimasti senza un lotto, perdendo la possibilità di edificare anche quelli mai messi in discussione. Abbiamo il bilancio in rosso, piscine fuori uso, sport ridimensionato. Non abbiamo realizzato quegli investimenti di cui si è parlato negli anni 90 e che avrebbero dovuto consentire alla cooperativa di costruire un sistema economico che non si basasse solo sulla vendita di lotti. Paghiamo elettricità e manutenzioni che non spetterebbero a noi e chi più ne ha più ne metta. Sarebbe questo il modo di tutelare gli interessi dei soci?
Continuano poi a circolare fandonie, spacciate per verità. Ovvio che non si vuole una efficiente informazione a Poggio, per raccontare favole con il porta a porta pre-elettorale.
Si è detto più volte che le famose cubature presenti nella convenzione con il Comune di Capoterra del lontano 1970 costituiscono un patrimonio dei soci, da tutelare quindi a spada tratta. Ma allora perchè tanti esperti, ivi compreso il Direttore Regionale dell'Ass.to LL.PP. hanno affermato pubblicamente che quella convenzione è ampiamente scaduta e con essa qualsiasi diritto? Sono scaduti anche i doveri? Non si sa. In realtà la nostra Cooperativa non ha mai avuto nessuna intenzione di cedere alcun servizio al Comune, nemmeno l'illuminazione, tanto paga pantalone.
"Le cubature se non le usiamo noi le daranno ad altri!". Aridaje con ste cubature. Favole vere forse 30 anni fa ma oggi diventate una mera leggenda. Una leggenda poggina data in pasto a soci appositamente male informati con il solo obiettivo di mantenere in vita una attività immobiliare che fa girare molti soldi, con i relativi onori derivanti dal potere di assegnare appalti, possibilmente non del tutto trasparenti. Informazione? Partecipazione? Macchè scherziamo? Le storielle vanno benissimo, tradizione orale. Cari soci passeggiate pure con il cane e fidatevi di noi che ci sacrifichiamo per farvi stare bene.
In realtà il Comune di Capoterra, che ha disatteso le leggi vigenti non adottando un Piano Urbanistico Comunale (PUC), sarà costretto a farlo entro breve tempo (in burocrazia breve tempo si legge "qualche anno"). Il PUC non potrà non applicare tutte le leggi esistenti, quelle di oggi e non quelle del 1970. Dovrà anche essere compatibile con ciò che scaturirà dagli studi idrogeologici dell'area che sono in fase di realizzazione nel post alluvione.
Scordiamoci quindi i lotti nei boschi e nelle pinete, lungo laghi e fiumi, sulle terrazze alluvionali e sui costoni franosi. Vedremo se nel nuovo PUC di Capoterra verranno assegnate alla Cooperativa nuove aree fabbricabili. Di certo, per ora, qualsiasi entrata da vendita di lotti è bloccata e la Cooperativa da alcuni anni presenta un disavanzo di gestione. E' questo il regalo che ci viene consegnato dagli amministratori recenti e passati.
Che facciamo, ci rimettiamo gli stessi a rimediare al danno che hanno causato?

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