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martedì 5 luglio 2011

Dopo il Ribaltone, si innesta la retromarcia

Se nella seduta del consiglio di amministrazione poggino del 17 giugno si sono verificati alcuni eventi "storici" e cioè:
  • ribaltone
  • elezione di un presidente non supportato da una maggioranza di consiglieri autovotatosi
  • offese nei confronti di un altro candidato alla presidenza 
  • prima candidata donna alla Presidenza della Cooperativa
anche la seduta del CdA del 1° luglio è stata memorabile. Vediamo perchè.
In seguito al Ribaltone che ha portato all'elezione del nuovo presidente Francesco Sanna eletto con i soli voti della precedente minoranza più il suo, sono stati eletti i "nuovi" vicepresidenti Aldo Piras e Tonino Secchi. Il Comitato esecutivo è composto, oltre che dal Presidente, anche da Eugenio Lao, Nicolosa Sirca, Guido Montali e Luca Madeddu.
In tutti i casi i candidati sono stati eletti con 8 voti favorevoli e 7 contrari, votando per se stessi. Faccio notare come i cosiddetti "responsabili"  nostrani (Sanna e Piras) occupano rispettivamente la carica di Presidente e Vice Presidente. 
La buona notizia è che perlomeno queste persone non riceveranno il rimborso che viene solitamente assegnato ai componenti del CE. Si tratta, evidentemente,  di una manovra propagandistica. Ciò è testimoniato dal fatto che quasi tutti i componenti della nuova maggioranza hanno fatto parte di Consigli nei quali esistevano i medesimi rimborsi (e non solo) e nessuno ha mai battuto ciglio. Ho poi testimonianza personale diretta delle dichiarazioni di Secchi e Sanna che non solo ritenevano questi compensi giusti, ma addirittura inadeguati al lavoro svolto e ai risultati che venivano offerti alla collettività e alla società. Devo ammettere che su questo argomento io stesso, dopo due anni di esperienza in consiglio ho cambiato idea perchè la fatica e le maggiori spese che un consigliere "operativo"  sostiene sono veramente consistenti. Aveva proprio ragione Francesco Sanna, che di consigli di amministrazione se ne intende, a ritenere che quel rimborso fosse giusto. Evidentemente per il neo presidente si tratta di una delle occasioni in cui egli, al cambiare delle condizioni, riterrà opportuno anche cambiare le opinioni espresse solo qualche mese prima. 

Viene nominato Segretario un dipendente della Cooperativa (Corrias). Alcuni consiglieri hanno sottolineato l'inopportunità della scelta in quanto la presenza di un dipendente nelle sedute del CdA rende difficile  affrontare problematiche inerenti il personale, cosa che normalmente avviene nel consiglio di amministrazione di una società. 
Pochi minuti dopo la nomina del segretario, infatti, il Presidente propone di discutere e deliberare la proposta di attribuzione della capacità autonoma di spesa proprio al dipendente che era stato nominato segretario. E' stato quindi necessario che egli abbandonasse l'aula, ma in questo modo è venuto a mancare il segretario. Un vero pasticcio

Il CdA delibera di attribuire al Direttore una autonomia di spesa con tetto massimo giornaliero e mensile. In questo modo il Consiglio si libera di una incombenza che aveva consentito, negli ultimi due anni, di tenere sotto controllo la spesa e di raggiungere il pareggio del bilancio (insieme a tanti altri interventi ovviamente). Alcuni consiglieri considerano questa delibera pericolosa rispetto all'azione di controllo della spesa anche perchè la Cooperativa non dispone al momento di rigide procedure che regolino gli acquisti  e gli appalti (come per esempio invece avviene negli enti pubblici). Non si comprende la motivazione di questa scelta, potrebbe trattarsi semplicemente del desiderio di annullare lentamente tutte le riforme messe in atto dal CdA del rinnovamento oppure solo poca voglia di lavorare. 
E' anche comprensibile che la nuova maggioranza preferisca dedicarsi alla gestione degli aspetti politici ed elettorali, quelli che potranno favorire una vittoria alle prossime elezioni, piuttosto che perdere tempo con il miglioramento della gestione.  Hanno capito, e penso che abbiano ragione, che si conquistano più voti organizzando cene e spandendo sorrisi che governando bene.  

Ponte di Pauliara, l'impresa IFRAS propone all'assessorato di attuare una modalità di costruzione differente da quella prevista inizialmente. Grazie a questo accorgimento il ponte verrebbe realizzato con circa due mesi di anticipo rispetto ai 6 mesi previsti dal progetto.  L'assessorato pare che se ne lavi le mani (strano vero?), la Cooperativa, interpellata in quanto portatrice di interesse, dichiara di non avere le competenze per intervenire sulla questione e pertanto molto probabilmente questa interessante prospettiva sfumerà. Ben diverso era invece l'atteggiamento di Giacomo Cocco e Rita Lai che in molte situazioni (pensiamo allo Studio Hydrodata), seppur non essendo direttamente responsabili delle decisioni che sarebbero state prese sulla testa di noi tutti,  erano intervenuti riuscendo anche a far modificare ciò che doveva essere realizzato nell'interesse della comunità. Si nota quindi la notevole perdita di efficacia e di competenza nell'azione del CdA poggino. Stando con le mani in mano certamente non si sarebbero attivati ne il passaggio della vedetta all'Ente Foreste, ne gli acccordi che potrebbero consentire la ricostruzione dei due laghi, ne lo stanziamento per la zona sportiva e cosi' via. 

Amenità. Uno dei nuovi consiglieri afferma che "non si deve parlare dei precedenti consigli di amministrazione se si vogliono placare gli animi". Un vero e proprio tabù.
Le convocazione ai consiglieri che partecipano al cda non vengono più inviate via email,ma consegnate a mano dalle guardie. 
Un altro consigliere afferma che è meglio se le guardie consegnano a mano tutta la corrispondenza (quindi niente email) perchè in questo modo sono costrette a muoversi girando per la lottizzazione e vigilano meglio. Mah.

Veniamo quindi ai fuochi d'artificio. E' incredibile la faccia tosta con cui il nuovo Presidente, dopo gli avvenimenti del venerdi' 17, si comportasse come se niente fosse. Come se i tradimenti, le menzogne, la mancanza di rispetto nei confronti di una persona come Maria Rita Lai, facessero davvero parte di un gioco come il "Diplomacy", il gioco del potere e che, una volta conquistata con i sistemi che abbiamo visto la poltrona e il suo campanellino, si potesse regnare senza alcun disturbo.
I consiglieri eletti nel 2009 avevano il dovere di far sentire la voce dei 330 soci che due anni fa hanno detto chiaramente SI al rinnovamento e chiaramente NO alla proposta guidata da Tonino Secchi e che, invece, adesso se lo trovano alla guida della Cooperativa. Lo stesso Secchi fornisce una sua personale, e come al solito faziosissima,  lettura del ribaltone: "avete perso il consenso, chi vi ha eletto non vi vuole piu".  E lo dice lui che dopo avere perso le elezioni della Cooperativa del 2009,  ha preso la bellezza di 48 voti alle recenti elezioni comunali. Un vero esperto di consenso
E' un giochetto che fa parte del suo repertorio di affabulatore  che ho avuto modo, ahimè, di sentire in molti altri dei suoi proverbiali sermoni. Ci si autonomina rappresentante di fantomatiche "maggioranze" di soci, consultate non si sa bene come dove e quando, forse nel bosco, tra un taglio di legna e l'altro. Poi si afferma con voce convincente "i soci vogliono le guardie armate, ai soci non piace il Portale, i soci non vogliono aumentare le quote, i soci vogliono costruire le case nelle pinete, i soci vogliono mantenere la gestione delle strade, luce, acqua, fogna etc.".  Ovviamente non è vero niente. A pensarla cosi' sono sempre gli stessi della "cricca" ma queste sono raffinate tecniche di marketing. Far credere di essere in  molti a comprare quel prodotto ne aumenta il successo.  Non vengono strumentalizzati solo gli 850 soci, più o meno silenziosi, ma anche i  benemeriti fondatori della Cooperativa, cioè quelle 40 persone che hanno prima sognato e poi realizzato questo luogo così speciale. Purtroppo molti di loro non ci sono più e solo due o tre hanno deciso di attaccarsi alla Cooperativa, quasi considerandola una cosa propria. Gli altri 37 hanno dato senza nulla pretendere. Nessuno può ergersi a loro rappresentante, tantomeno chi ha trasformato la Cooperativa in un consiglio comunale di serie B. 

I rappresentanti della ex maggioranza considerano grave sia dal punto di vista morale che da quello pratico, il Ribaltone avvenuto venerdì 17 giugno.  La Cooperativa rischia di essere governata per un anno da un gruppo di persone che, oltre ad essere prive di un mandato di maggioranza assegnato dai soci, non ha mai nemmeno presentato una linea programmatica. Non si sa dove si vuole andare, mentre prima la strada veniva indicata con chiarezza.  Come è accaduto nella giornata di ieri, si rischia di assistere all'estrazione di innumerevoli conigli dal cappello a cilindro. Il futuro della Cooperativa non sarebbe quindi scelto dalla volontà dei soci, ma da una congiura di palazzo.  I rischi di vedere vanificati i positivi risultati ottenuti in questi due anni sono elevati, si pensi al bilancio, alla cessione delle opere di urbanizzazione, al recupero dei laghi, della zona sportiva, delle piscine e a quelle attività che grazie al pareggio di bilancio e a una efficace riorganizzazione del settore tecnico stavano cominciando a dare i propri frutti. L'impoverimento del livello di competenza del Comitato Esecutivo è così evidente da non meritare commenti. 
In queste condizioni se davvero si volesse il bene della Cooperativa si andrebbe a nuove elezioni. Che siano i soci ad indicare dove vogliono andare, che si crei una maggioranza stabile che possa governare con sicurezza, che si affidi la Presidenza a una persona adeguata all'importanza di questa società. 
Nel periodo di transizione, prima di elezioni che potrebbero tenersi in autunno o nella prossima primavera, sarebbe opportuno affidare la presidenza a una figura di garanzia, neutrale rispetto alla situazione di contrapposizione che si è venuta a creare. 
Una simile attestazione di sfiducia ha fatto perdere le staffe al neo presidente e si è sollevata una gazzarra (verbale) che non credo possa avere precedenti nella storia della Cooperativa. Una vera vergogna in cui ho sentito frasi che per pudore non oso raccontare in pubblico.   

L'ultima novità del CdA è forse la più importante. L'argomento riguarda la cessione delle opere di urbanizzazione al Comune e le diffide legali con le quali, dopo decenni di silenzi, soldi sprecati, occasioni sprecate, convenzioni disattese, i residenti in primis e di conseguenza anche la Cooperativa hanno finalmente la possibilità di spingere con forza verso la soluzione di una situazione che ha reso Poggio dei pini l'unico comune privato d'Italia. Nel frattempo abbiamo buttato milioni di euro (dei soci) con cui dei campi sportivi di cui oggi si lamenta l'assenza se ne sarebbero costruiti dieci.  Abbiamo perso molte occasioni di ricostruire le reti in disfacimento utilizzando i fondi pubblici.
L'elemento che ci consente oggi di sperare di avviare questo processo è proprio la diffida. Dopo una lunga discussione tutti i consiglieri, senza eccezione, hanno convenuto che la "cessione s'ha da fare". Bene. Sempre tutti i consiglieri hanno convenuto che la diffida non ha come obiettivo la condanna del Comune da parte del TAR ma l'attivazione del processo, anche graduale e condiviso di presa in carico da parte del Comune.  Bene. Esistono poi scenari che potrebbero vedere ancora la Cooperativa impegnata nella partecipazione alla gestione di alcune delle infrastrutture con vantaggi per entrambe le parti. Bene.
Durante la discussione c'è un'aria che mi ricorda quei telefilm della serie "avvocati a Los Angeles", con giravolte verbali che però mi lasciavano una sensazione strana. Qualcuno si preoccupava della grande lunghezza della nostra rete stradale, senza però preoccuparsi dell'altrettanto grande importo pagato dai residenti di Poggio in ICI e addizionale IRPEF, senza contare quelle tasse, come la TARSU che, essendo basate sulla grandezza degli edifici, sono delle vere batoste per i poggini, molto più che per altri residenti. 
C'è chi si preoccupava del povero Sindaco di Capoterra che appena eletto si sarebbe trovato una gatta da pelare. Scusate, machissenefrega! tanto mica se ne occupa lui ma qualche avvocato che paghiamo sempre noi cittadini. Mi sembrava che si parlasse del Podestà ....
Qualcuno si chiedeva "ma come farà il Comune? come farà Abbanoa?."
Io invece mi chiedevo se alcuni miei colleghi fossero consiglieri della Cooperativa Poggio dei Pini o dipendenti del comune. La cosa incredibile è che uno di loro è veramente il Responsabile degli affari legali della Giunta del Comune di Capoterra (spero di non avere sbagliato la denominazione). Credo che nemmeno Berlusconi avesse un conflitto di interessi tanto palese. Il conflitto di interessi non esiste quando si compiono azioni che sono in conflitto tra di loro. Sono certo che il consigliere in questione mai lo farebbe.  Per esempio come consigliere della Cooperativa potrei intervenire (anche solo discutendo) sulla causa contro il Comune e come responsabile legale del Comune potrei favorire il mio datore di lavoro suggerendo le contromosse più appropriate dato che so bene come si sta muovendo il ricorrente.  Anche Berlusconi ha sempre affermato di non intervenire sulle questioni che riguardavano le televisioni e l'informazione politica. E' sufficiente? Invece l'interpretazione che io do al conflitto di interessi è che non solo le azioni in conflitto debbano essere evitate ma anche le situazioni che possono generare un conflitto di interessi. Ognuno comunque può giudicare questa situazione come meglio crede, penso però che debba essere conosciuta da parte dei soci.    
     
Dopo una ampia discussione il Presidente ha tirato fuori dal cappello a cilindro una proposta di delibera già pronta. Era scritta in politichese (da chi?) e ammetto che non ci ho capito nulla, ma in pratica la diffida sarebbe sospesa (sino a quando non si sa) per attivare un dialogo con il comune senza avere alcuna contropartita immediata, nemmeno uan dichiarazione. Non ho nemmeno capito se questa sospensione riguardi solo la diffida della cooperativa o anche quella dei residenti. 
In pratica quella famosa arma che si vuole riaffidare alle guardie, come deterrente, l'abbiamo per avviare una trattativa decisa con il comune. Invece il Presidente si è autodisarmato, e si presentarà dal sindaco con il cappello in mano. Una mossa che sicuramente sarà apprezzata dal sindaco e dagli ambienti politici a lui vicini, ma anche dei portatori di quegli interessi edificatori che gravitano intorno al nuovo PUC capoterrese. Non so, anzi no credo, che questa mossa sia invece utile a tutelare gli interessi dei soci della Cooperativa.
Per gli ottimisti che sono pronti a scommettere sulla disponibilità del comune di Capoterra di prendere in carico le urbanizzazioni di Poggio suggerisco la lettura di questo intervento dell'ex sindaco Marongiu che il 22 ottobre del 2009. In occasione del primo anniversario dell'alluvione, prometteva di prendere in carico le strade delle lottizzazioni costiere senza ovviamente preoccuparsi di quelle di Poggio dei Pini. Non mi risulta che quella promessa sia stata mantenuta e le nostre convenzioni disattese e ignorate sono ormai pluridecennali. Davvero pensiamo che possa essere utile ai soci presentarsi con spirito di sudditanza, oppure credete che sia opportuno cercare di far valere i propri diritti con decisione? 

5 commenti:

giacomo ha detto...

La situazione fa davvero schifo e l'unica strada è quella di cacciare via le persone che hanno fatto giochi strani oggi e in passato.

Non vogliono parlare del passato??? dal passato si costruisce il futuro o signor nuovo capo condominio.

Elezioni subito e entro novembre, Poggio deve essere governato dai giovani e non da certe persone.

Ciao Giacomo

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Ciao Giorgio,

Giampaolo Lai (ancora anonimo perchè non mi hai dato istruzioni)

ebbene molte di quelle tue osservazioni, considerazioni e preoccupazioni dovrebbero essere conosciute dai tanti Poggini che avevano sperato nel RINNOVAMENTO. Ci ritroviamo un Segretario del CdA in conflitto con la sua posizione di dipendente, che ci costerà perchè non credo che rinunci alle ore di straordinario occorrenti per il disbrigo di questa attività, salvo che anche lui si chiami Francesco e lo sia di nome e di fatto (riferito alla bontà del Santo).
Preoccupa moltissimo la posizione di un membro del Comitato Esecutivo che svolgerebbe anche una funzione (subordinata ?) presso il Comune di Capoterra. E' una storia già vissuta che, in passato, nulla ha prodotto di positivo per la Cooperativa. La vicenda dell'autonomina poi .....
Ora ritengo proprio che sia necessario iniziare a mettere la propria firma su una lettera di protesta per questa "inelegante" (sic !) situazione che si è creata. Spero che la sorte sia benevola con le nostre tasche (cioè sui nostri contributi mensili), ma scorrendo le vicissitudini già emerse ho qualche perplessità.

Giampaolo Lai

silvio ceccarelli ha detto...

Come secondo atto del nuovo CdA aspettiamoci la delibera di spesa di 40 mila euro per compensare il socio volontario che si è dato tanto da fare nell'interesse e per il bene del poggio.

Giorgio Plazzotta ha detto...

non credo. sono certo che quella richiesta verrà ritirata. pero' pensa ai circa 80 milioni di euro di lavori sulle nuove case e sulle nuove opere di urbanizzazione che si attiveranno se sarà approvata la variante. vedrai che ci sarà qualche lavoro anche per lui, d'altronde è stato visto raggiante il giorno del ribaltone :-)

silvio ceccarelli ha detto...

Tu già conosci il mio punto di vista ma lo voglio ribadire in forma estremamente sintetica.

Quegli 80 miglioni che ipotizzi verranno messi in circolo se verrà concessa la nuova lottizzazione saranno la vostra rovina (spero che un giudice non smentisca la sentenza del lodo).

All'assalto di quei bocconi arriveranno prima i caimani, dove non arrivano i caimani ci penseranno le iene domestiche ed infine per spolpare gli avanzi gli avvoltoi.

Prepariamoci a dure battaglie fatte di insulti e sputtanamenti.

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