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mercoledì 20 luglio 2011

Torna anche il muro di gomma?

A Poggio il leit motiv continua ovviamente ad essere il Ribaltone. Archiviati, per lo meno per gli informatissimi lettori di questo blog, i risvolti su come sia avvenuto (ma molti residenti ancora non sanno niente), a questo punto, si cerca di capire dove si stia andando

L'impressione, ovviamente del tutto personale, è che la famosa barca di cui parlo spesso, in questo momento sia telecomandata dall'esterno, anche perchè l'attuale gruppo dirigente (quello che era stato mandato all'opposizione dai soci nel 2009) non mi pare strutturato adeguatamente per gestire la Cooperativa, basta osservare i nomi dei membri del Comitato Esecutivo per rendersene conto. Chi si occupa del Bilancio? Chi del settore Tecnico, chi della Comunicazione?  e così via. Non si sa. 

Cercheremo di capire dove si sta andando sulla base delle azioni che saranno attuate o perlomeno su quelle di cui si riuscirà a venire a conoscenza. 
Una delle cartine di tornasole più interessanti da osservare è il confronto tra quello che i "ribaltisti" hanno detto negli ultimi due anni e quello che viene attuato nella realtà. Sembra infatti finito il tempo degli slogan demagogici e populistici, delle pretese irrealizzabili e incoerenti, il chiedere tutto e il contrario di tutto pur di sollevare polveroni, dell'ostruzionismo ad oltranza che era stato messo in atto per bloccare o ritardare l'azione di rinnovamento. Anche il piccolo esercito di contestatori (che incredibilmente include anche alcuni dipendenti ed altri portatori di interessi) si è acquietato come il cane che, dopo avere a lungo latrato, ha ricevuto l'osso da rosicchiare.

Ma il silenzio e il disinteresse sono un bene per la comunità e per il futuro di Poggio? Magari fosse così. Il fatto è che i risultati delle scelte importanti a volte si vedono solo dopo anni. Oggi siamo senza un lotto, senza nuovi servizi, abbiamo perso alcuni dei vecchi servizi e rischiamo di dovere produrre altro cemento senza ottenere alcun beneficio, solo per rifare tutte le tubazioni idriche e fognarie, le strade, l'illuminazione che spetterebbero al Comune. Questi risultati sono giunti grazie alle decisioni prese due decenni fa e confermate successivamente, eppure in una situazione di grande silenzio e di apparente tranquillità. In quel silenzio forse si amministrava con meno seccature, ma si sono anche gettate le basi per la trasformazione di Poggio in un quartiere dormitorio. Ecco perchè continuo a ripetere che la trasparenza e la democrazia saranno sicuramente una seccatura, ma sono anche elementi fondamentali per una amministrazione sana che opera in una comunità viva, che cresce. 

Il confronto tra le affermazioni e i fatti sta già dando vita a un considerevole elenco di incoerenze, anche perchè la coperta di chi ordisce complotti, incuici e ribaltoni  è per definizione molto corta: da qualunque parti la tiri per coprire tutte queste amenità, c'è sempre qualche giochetto di bassa politica che viene allo scoperto dalla parte opposta. 
Qualcuno potrebbe pensare che la politica è proprio fatta di queste cose e che il potere si conquista così: a la guerre comme a la guerre. Altri pensano invece che la Cooperativa dovrebbe essere qualcosa di diverso e che debba ispirarsi a quello stile e quei valori sulla base dei quali questa istituzione è nata nel 1966. Altri ancora sono meno sensibili ai sentimenti, ai principi e ai valori, ma molto più concretamente,  vorrebbero che la Cooperativa fosse efficiente, che rendesse servizi adeguati al suo costo, che i conti economici e i servizi migliorassero e non regredissero. 
Se si accetta il principio che chi si candida può dire qualsiasi cosa e poi fare il contrario significa affermare che i soci non contano nulla e che le elezioni sono una rappresentazione teatrale. Da questo punto di vista la coerenza e il rispetto dei programmi non sono "giochini" superflui, ma elementi fondamentali, così come lo sono quegli strumenti che consentano agli elettori di sapere se chi li amministra sta andando dove aveva promesso di andare e sulla base di quel programma aveva ottenuto la fiducia e il voto. Se poi uno preferisce affidare la propria fiducia, come disse un socio qualche anno fa in assemblea, a "chi ha il sorriso più smagliante", faccia pure. Sarò ottimista ma sono convinto che la maggioranza dei soci abbia invece ben altre aspettative. 
Se si effettuasse, adesso, la  verifica, tra il mandato affidato dai soci nel corso delle elezioni del 2009 e la realtà attuale, emergerebbe una situazione degna di un paese del sudamerica.  

In queste poche settimane è immediatamente caduta una delle motivazioni principali che veniva utilizzata dai "transfughi" per giustificare il loro disappunto e quindi, di conseguenza, anche il cambio di casacca. Veniva detto che il Comitato Esecutivo non informava il resto del Consiglio, emarginandolo. A causa di questa supposta emarginazione, si era addirittura proposto di abolire il Comitato Esecutivo, cosa tanto irregolare da suscitare l'intervento del Collegio Sindacale. In pratica il senso della proposta era il seguente: "quando comandiamo noi non vogliamo nessuno in mezzo ai piedi e decidiamo tutto nell'Esecutivo, ma se comandano altri allora pretendiamo che tutto venga deciso in Consiglio". Capito mi hai?  
Quello che sta accadendo in queste settimane è clamoroso. Non solo i consiglieri, ben 7, che sono stati messi in minoranza dallo squallido ribaltone, non vengono informati su ciò che "bolle in pentola", ma gli viene addirittura ostacolato l'accesso agli atti, utilizzando in taluni casi cavilli che ci ricordano i tempi delle secretazioni. E' addirittura tornata in auge la famosa privacy, uno dei cavalli di battaglia del 2008.
Sul nuovo sistema di redazione dei verbali, affidati a un dipendente che, per definizione, non è indipendente, ci sono non pochi dubbi sulla possibilità da parte di tutti i consiglieri, di partecipare efficacemente alla loro correzione. Insomma, ci risiamo con i vecchi metodi.

3 commenti:

Roberto ha detto...

Non sarà il caso di prendere in considerazione una sana e purificatrice assemblea straordinaria ?
Roberto Montisci

Giorgio Plazzotta ha detto...

io opterei per una purificatrice elezione di un nuovo CdA, cosa che è stata richiesta ufficialmente dai 7 consiglieri che fanno parte del gruppo votato da 330 soci nel 2009, ma rifiutata dalla nuova maggioranza del Ribaltone che non ha alcuna intenzione di mollare le poltrone

Roberto ha detto...

Chiedendo un'assemblea straordinaria (è sufficiente il 10% dei soci) il CdA è TENUTO a organizzarla entro 30 gg. Ovviamente bisognerà scegliere opportuamente i punti da mettere all'OdG. Che so, tipo "Comitato esecutivo e incompatibilità", "Rapporti fra CDA e personale dipendente", "Trasparenza e Comunicazione", e così via.. A settembre dovrebbe essere il momento giusto. Anche per vedere queste nuove (?) facce...

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